FASCICOLO IX - MAGGIO 1930
NOTIZIARIO
COFANO PER LA BANDIERA DEL SOTTOMARINO BALILLA
dell’Arch. ENRICO DEL DEBBIO

Il cofano per la bandiera di combattimento del sottomarino Balilla, che presentiamo, è stato studiato dall’Arch. Prof. Enrico Del Debbio.
Di linea sobria, è opera d’arte prettamente moderna.
La cassa è in radica di noce nostrana; gli appoggi raffiguranti due galere rostrate sono in ebano con rostri e temi in avorio; pure in avorio sono gli stemmi, le maniglie, le cerniere e la dicitura. In oro sono le grappe a punta di diamante, gli anelli e la bella testa di vittoria modellata dallo scultore Volterrani.
L’opera è stata eseguita dalla Ditta N. Babusci, ebanista, di Roma.
N. D. R.



RIVISTA DELLE RIVISTE

A cominciare dal presente fascicolo intraprenderemo la pubblicazione di una succinta Rivista delle Riviste, colla quale i lettori verranno messi al corrente delle notizie più importanti riflettenti il movimento architettonico nelle varie Nazioni. La rubrica sarà trimestrale. Per quanto riguarda le consorelle Riviste italiane, alla portata di tutti, ci limiteremo ad enunciare i temi più importanti in esse contenuti: per le Riviste estere accenneremo più diffusamente ai caratteri della materia trattata, perché sia più facile e spedita ai lettori la ricerca di quanto loro interessa.
Utilissimo oggi per gli architetti italiani conoscere senza pregiudizio quanto realizzano i colleghi del nostro o d’altri paesi, perché nello sviluppo della propria arte, essi possano avere cultura sufficiente su tutti gli elementi, specialmente pratici e tecnici, indispensabili per progredire, e possano valutare le esperienze degli altri onde utilizzarne i risultati fecondi e non ripeterne le deficienze e gli errori.
Lo spirito italiano in cui l’equilibrio fra concreto e astratto, fra aderenza alla sostanza e potenza autonoma di forma, fra la possibilità della permanenza e quella dello sviluppo, dote precipua, impadronendosi di cotesti elementi, saprà mantenere di sè nello svolgimento della sensibilità architettonica, i caratteri più interiori, talchè nel nostro paese la nuova sintesi riesca più completa, piena, matura che altrove.
N. D. R.

ITALIA

Elenco delle pubblicazioni più importanti del 1 trimestre 1930.

Domus (Gennaio 1930). Dir. Gio. Ponti, Via 5. Vittore, 40 - Milano.
La nuova Borsa di Trieste di Gustavo Pulitzer presentata da Emilio Lancia. Interni di Giovanni Michelucci presentati da Roberto Papini.

Domus (Febbraio 1930).
Casette Modello costruite dall’istituto per le Case Popolari in Roma presentate da L. Piccinato.

Domus (Marzo 1930).
Anticlpazioni sulla Mostra di Monza di G. Ponti.
Villa Fiocchi in Lecco di Mino Fiocchi, testo di T. Buzzi,

Rassegna di Architettura (Gennaio 1930). Dir. G. Rocco Via M. Delfico, 33 - Milano.
Mobili dell’arch. Piero Bottoni.

Rassegna di Architettura (Febbraio 1930).
Palazzo Cosmi in Milano degli arch. Adolfo e Aldo Zacchi.
Il nuovo Quartiere alla Fontana della “Soc. Edificatrice Case per Operai” - Milano, dell’arch. E. Griffini e dell’lng. Manfredi.
Vetrate di Pietro Chiesa.
Esattoria Civica di Milano dell’Arch. A. Minali.

Rassegna di Architettura (Marzo 1930).
Sede della Direzione Generale in Milano della Soc. Gener. Elettrica dell’Adamello dell’arch. U. Tononi,
Le funzioni dell’ornato nell’architettura moderna dell’arch. Giuseppe Samonà.
Il Concorso per la Casa dei Sindacati Fascisti dell’industria.
Mobili in casa R. B. - Milano dell’arch. Piero Bottoni.

Edilizia e Lavori Pubblici (Marzo 1930) Direzione Roma Piazza Venezia, 11.
Ing. Ettore Peretti - Le case popolari per l’istituto delle Case Popolari di Milano.


GERMANIA.


Wasmuths Monatshefte (Gennaio 1930). Baukunst & Stadtebau. Berlin W. 8, Markgrafenatr., 31.

In questo numero il Wasmuth pubblica la più recente produzione architettonica di Paul Volf. E se in alcuni casi la ricerca di nuove forme ha prodotto inutili e dannosi irrazionalismi, l’opera dell’Architetto di Dresda bene illustra la sana tendenza dell’architettura di oggi. Specialmente interessanti l’Ospedale Johannstadt e le Scuole Elementari in Dresda Reick.
Notevole lo studio tecnico economico che Ernst Gerson di Amburgo, pubblica sulle abitazioni americane e che illustra molti aspetti a noi sconosciuti o poco noti del problema della casa nelle metropoli degli Stati dell’America del Nord.
Il concorso indetto per la sistemazione della Piazza della Repubblica in Berlino, al quale hanno partecipato i maggiori urbanisti ed architetti tedeschi, dal Poelzig al Fahrtenkamp, è stato fecondo di risultati e la Rivista ne parla a diffusione.

Wasmuths Monatshefte (Febbraio 1930). Baukunst & Stadtebau. Berlin W. 8, Markgrafenatr., 31.

Questo numero contiene alcuni articoli che trattano del nuovi procedimenti costruttivi usati per edificate piccole case operaie in legno o metallo e di nuovi tipi di case a schiera o casette isolate per una sola famiglia in Europa ed in America, illustra le ultime opere di due illustri artisti francesi il Lurçat e il Guevrekian, ma è sopratutto interessante per un articolo a carattere polemico e vivacissimo in cui Marie Dormoy, descritta l’attività e la figura del Le Corbusier, ne attacca l’opera e critica i risultati.

Wasmuths Monatshefte (Marzo 1930). Baukunst & Stadtebau. Berlin W. 8, Markgrafenatr., 31.

I mercati generali di Lipsia e di Rheims, opera i primi dell’arch. Hubert Ritter, dell’arch. parigino Emile Maigrot i secondi, ci danno chiara idea degli effetti estetici ottenuti coi mezzi che la tecnica ha posto oggi a nostra disposizione. Volumi e superfici, vuoti e pieni, luminosità cristalline e forti scuri di ombre portate si fondono negli interni in armonia che è arte.
Interessanti gli effetti ottenuti con fotografie prese dal basso di alcune recenti opere degli architetti E. Mendelsohn, Pusch, H. Straumer, P. Zimmereimer.
Nel settembre dello scorso anno, la Berliner Verkehrs Aktiengesellschaft bandiva un concorso per la costruzione di un grattacielo sull’area di sua proprietà in Berlino, prossima alla Stazione della Friedrichstrasse, e compresa appunto fra questa, la Eisenbahnfiskalischestrasse e il Reichstagsufer della Sprea. Il fascicolo illustra il progetto dell’arch. Mendelsohn che la Giuria ha posto primo in graduatoria. Ottimo sotto ogni rapporto, il progetto ottiene un grande sfruttamento dell’area con una costruzione ad altezze variabili fra i 22 ed i 60 ml. Risolve il problema posto dal bando di ottenere al piano terreno ambienti di grandi proporzioni, sviluppa l’edificio alla massima altezza sul lato prospiciente la Sprea ottenendo così le migliori condizioni di areazione ed esposizione, riducendo contemporaneamente al minimo il cono d’ombra dell’edificio sulla Friedrichstrasse, importantissima arteria a traffico intenso. Il lato a mezzogiorno, verso la stazione, non costruito affatto, ha consentito al progettista di utilizzare l’area di risulta, compresa fra i corpi dl fabbrica, per una piscina pubblica di grandiose dimensioni a copertura mobile.

Baukunst (Gennaio 1930). München.

Albert Bosslet, Michel Kurz, Hans Dollgast, bavaresi, sono all’avanguardia delle costruzioni religiose, ed i loro lavori, i migliori fra quelli che si conoscano in Germania, sono anche i più vicini al nostro temperamento latino e quindi alla nostra comprensione. Ed è naturale. La comunione colle nostre meravigliose forme d’arte di cui i monumenti in sì larga misura profusi nelle piazze italiane costantemente ci hanno parlato e ci parlano, ci hanno reso molto conservatori e quindi poco propensi ad improvvise e non ben ponderate novità. Ora alla attuale architettura religiosa in Germania è stata mossa l’accusa, non so quanto fondata, di non essere ancora riuscita a liberarsi dal legami e dai vincoli che la legano al passato, e si citavano le pure formule estetiche date dalle costruzioni in béton della scuola franco-svizzera. Senza voler negare questa tendenza avanguardista, bisogna però considerare e riflettere che, se nel campo dell’architettura profana si debbono tentare esperimenti che hanno il loro fascino e sono giustificati dalle mutate condizioni di vita e dai nuovi metodi costruttivi, nel campo delle costruzioni sacre, invece, ciò non è più possibile, chè anzi riuscirebbe dannoso. Non bisogna dimenticare che l’edificio dl carattere religioso più di qualunque altro, è legato a funzioni ed istituzioni di secolare tradizione. Ed inoltre il problema della destinazione dell’opera erigenda, mutato col variare delle funzioni e che è giusto motivo per gli attuali sviluppi estetici, non può, nel nostro caso, nè deve, condurre a nuove forme. I bisogni del culto sono oggi i medesimi di or sono diciannove secoli.
La Rivista di Monaco pubblica la chiesa votiva del Sacro Cuore in Aschaffenburg, quella dedicata a St. Hildegard in S. Ingbert sulla Saar e quella di S. Pio in Regensburg; tutte opere dell’arch. A. Bosslet di Monaco. La chiesa di S. Giuseppe in Augsburg, arch. Kurz e Dollgast, e quella di S. Giuseppe in Auerbach presso Passau; architetto Kurz. Mantenuto nei giusti limiti di sobrietà, l’aspetto esterno si manifesta imponente e consono all’importante funzione edilizia che gli edifici sono chiamati a compiere. Frutto di studio accurato ed in molti casi ottima nella soluzione di dettaglio, la disposizione planimetrica che fonde e coordina in armonia i vari elementi; nudo, schematico, costruttivo l’interno e tale da contribuire efficacemente alla esaltazione religiosa.

Moderne Bauformen (Gennaio 1930), Stuttgart.

Park-Hotel Haus Rechen in Bochum: Emil Fahrenkamp ha voluto dire l’ultima parola nel campo delle costruzioni alberghiere, e vi è riuscito. L’albergo presentato dalla Rivista di Stoccarda rivela un profondo studio del dettaglio ed una amorosa cura nella realizzazione invero difficili a riscontrarsi in altre opere del genere.
Le costruzioni industriali dell’arch. Alfred Fischer ad Essen, sono sintesi delle loro funzioni.
La villa in Dortmund del Bonatz è interessante in particolare per i suoi interni.

Moderne Bauformen (Febbraio 1930). Stuttgart.

Architettura contemporanea nella Russia dei Sovieti.
L’attuale momento dell’arte dell’arredamento a Vienna.

Moderne Bauformen (Marzo 1930). Stuttgart.

Hotel Goldene Kugel in Halle; arch. Hermann Frede.
Decorazioni interne e mobilia di Bernhard Pfau in Dusseldorf.


INGHILTERRA


The Architectural Review (Gennaio 1930). Westminster S. W. 1. Queen Anne’s Gate 9.

Nella maggior Rivista Inglese di Architettura è illustrato con splendida documentazione fotografica lo stabilimento balneare che Otto Zollinger ha costruito sulla spiaggia di Vevey-Corseaux sul Lago di Ginevra.
Il Teatro Pirandello a Palazzo Odescalchi in Roma dell’arch. Virgilio Marchi.
Savoy Theatre e Savoy Court in Londra, architetti E. Tugwell, Easton e Robertson. Notevole perchè, per quel che a noi consti, è uno del primi esempi in cui un soffio se pur attenuato di modernità è riuscito ad invadere il campo delle architetture inglesi, finora così chiuso ad ogni tentativo dl rinnovazione.

The Studio (Gennaio 1930). London, W. C. 2. Leicester Square, 44.

W. Gaunt illustra in questo numero le recenti esposizioni in Spagna: l’Esposizione Ibero-Americana in Siviglia e l’Esposizione Internazionale in Barcellona. Interessanti soprattutto i padiglioni del Marocco e del Sud America nella prima. Architettura tropicale.
R. H. Wilensky tratta dell’esposizione d’arte italiana alla Burlington House in Londra.
Sono infine pieni di significato i nuovi, modernissimi aspetti dell’arte vetraria bavarese, che Albert Dresdner illustra dedicandosi quasi esclusivamente ai lavori prodotti dalla Scuola Vetraria Nazionale fondata nel 1904 a Zwiesel.

The Studio (Febbraio 1930). London, W. C. 2. Leicester Square, 44.

Il numero tratta diffusamente e con riproduzioni degne di edizioni di lusso della Mostra Italiana di Londra.
Richard Neutra parla di alcune forme nuove dell’architettura contemporanea del ferro e del béton.
I giardini di Minnaji a Kyoto. Suggestiva visione dell’estremo Oriente presentataci da Jiro Harada.
Di squisito buon gusto le gemme che Martin Seitz ha ottenuto dalla luminosa chiarezza dell’ambra del Baltico.


STATI DELL’AMERICA DEL NORD.


The Architectural Record (Gennaio 1930). New York, 115, W. 40th Street.

Benjamin Wistar Morris ha costruito in New York sulla 57ma strada la Sede dell’Associazione Femminile Americana. Il problema: dare alloggio a donne indipendenti, che provvedono ai loro bisogni col proprio lavoro, in ambienti ariosi ed estetici a prezzo non troppo elevato. Il piano terreno è sfruttato al massimo per negozi, e in esso, una grande sala per riunioni od assemblee che può essere, anzi, generalmente, è, ceduta in affitto a banche, circoli o società, capace di 1200 posti, aumenta considerevolmente il reddito consentendo quindi di gravare meno sull’affitto delle 1257 camere, tutte con bagno, arcate su strada o su di un cortile aperto da un lato sulla 9na Av. Nel sottosuolo, piscina, bar, uffici di amministrazione e servizi.
L’architettura è quella di un grattacielo che, pur di limitate proporzioni (26 piani), è rimasto tale e non ha voluto tentare di imitare male le forme delle cattedrali gotiche dell’Europa del nord.

The Architectural Record (Febbraio 1930). New York, 115, W. 40th Street.

Fra Kenilworth e Wllmette, nell’Illinois, a cento passi dal Lago Michigan, su di un terreno che domina il panorama a 200 metri sul livello dell’acqua, nel centro residenziale Nord di Chicago, l’arch. George Fred Keck ha costruito il Miralago Dancing. Sobria, attuale, vivacissima e pratica come lo spirito dei suoi frequentatori, la costruzione ospita al piano terreno grandi negozi, ed al primo piano, al quale si accede con scale a doppia rampa, la sala da ballo con i servizi annessi. Sulla copertura a terrazza è ricavato un giardino pensile. L’interno, arredamento e decorazione, modernissimo e di buon gusto.
Completamente opposta come spirito e realizzazione, ci richiama alle antiche residenze baronali della vecchia Inghilterra, ma piena di sapore e di delicata forma, la villa che Frank Forster ha costruito per Theodore Bodenweiser.
Miron B. Smith illustra vari tipi di camini dell’Italia settentrionale e centrale.
Anche in questa Rivista è illustrato lo stabilimento balneare che Otto Zollinger ha costruito in Svizzera a Vevey-Corseaux, certo una delle più interessanti costruzioni europee. Perfetto lavoro della tecnica del béton, per la sua vitalità pagina notevolissima di architettura.

The Architectural Forum (Gennaio 1930). New York, 521 Fifth Avenue.

Vuote riesumazioni decorative. L’edificio costruito dagli arch. Holabird e Root fra la Madison e la Washington St. in Chicago per la sede della Chicago Daily News. Le difficoltà di ordine tecnico erano poderose e sono state risolte con eleganza, specialmente per ciò che riguarda lo studio planimetrico, poichè l’edificio doveva in parte contenere nel suo piano terreno la stazione ed i binari di corsa e manovra della Union Station Co.

The Architectural Forum (Marzo 1930). New York, 521 Fifth Avenue.

Numero unico destinato alle costruzioni per sedi di circoli sportivi. In numerosi articoli di carattere descrittivo è ampiamente illustrato il tema e sono messi in evidenza i requisiti principali cui la costruzione deve rispondere. Se si considerano le speciali condizioni di vita nell’America del Nord si comprenderà come il circolo sportivo, in campagna o al mare, sia elemento essenziale ed indispensabile che cerca in qualche modo, col sano esercizio del corpo, di opporsi ai disastrosi effetti che l’urbanesimo e il regime abituale esercitano sul sistema nervoso degli abitanti. Il numero di questi Clubs è notevolissimo e ciò non perchè, rispetto alla vecchia Europa, sia più alto il benessere materiale delle popolazioni, bensì perchè l’educazione fisica è più curata che non da noi. Bellissime negli articoli le fotografie e le riproduzioni planimetriche. Dal punto di vista più strettamente architettonico, inteso come forma esteriore, sono notevoli fra gli altri il Locker Building per il Country Club ed il Lakeside Golf Club per la città di Hollywood, il San Clemente Beach Club per San Clemente Cal., ed ancora in California il Bel Air Country Club. La dominazione spagnuola in California ha lasciato tracce visibilissime ed esercita ancora notevoli influssi. L’architettura delle coste del Pacifico negli Stati dell’America Settentrionale è perciò più vicina al nostro temperamento e quindi più comprensibile per noi che non quella sviluppatasi sotto l’influenza anglo-sassone nelle regioni della Nuova Inghilterra sulle coste orientali.
La seconda parte del numero di Marzo, in fascicolo separato, ci dà ampiamente tutte quelle notizie tecniche ed artistico-costruttive riguardanti i circoli sportivi e necessarie per lo studio planimetrico del club, dei loro campi da giuoco, delle loro piscine. Non è infatti da tutti, nè facile, conoscere a quali norme deve soddisfare un campo di polo o di golf, nè quali siano le prescrizioni emanate dalla Am. Y. F. per le regate a vela, per la scelta delle località e terreno su cui costruire onde ottenere le migliori condizioni.

House Beautiful (Gennaio 1930). Boston Mass. 8 Arlington Str.

Tratta della casa nel senso più vasto della parola, e rivela la cura e l’amore che per essa hanno, specialmente in campagna, gli Americani del Nord. Amore e cura che cercano di rendere l’abitazione degli uomini e le sue immediate adiacenze quanto più perfetta possibile. Predomina l’aspetto esterno del "bungalow" tranne in qualche esempio in cui è chiaro l’influsso dell’architettura inglese dei secoli scorsi o di quella spagnuola nelle sue forme più tipicamente mediterranee. Negli Stati Occidentali ritroviamo la vecchia Spagna e la sua poesia, come nella casa di campagna della famiglia Barlow riadattata. Notevoli negli Stati bagnati dall’Atlantico, invece, la villa Fearing dell’arch. Gordon Allen, la villa Davies in Pensylvania, opera dell’arch. Forster in collaborazione coll’ingegnere Gallimore ed infine ancora una dimora di campagna sulla Rock-Bound Coast nella nuova Inghilterra.
La decorazione e l’arredamento sono molto legati alle tradizionali forme del passato, ed i mobili non sono ancora oggetti d’uso cui si richiede sopratutto e prima di tutto la praticità. Per ciò contrasta con l’andamento generale della Rivista l’articolo che su

House Beautiful (Febbraio 1930). Boston Mass. 8 Arlington Str.

con testo di Adolph Glassgold, illustra con ampio materiale fotografico i lavori di T. Frankl, K. Weber, E. Schoen, D. Desky e W. Nessen. Gli autori cercano e sono in parte riusciti, a far sì che il mobile risponda allo scopo per cui è sorto e sia adatto alle esigenze della vita attuale, in particolare in America, ove per necessità di spazio si devono spingere al massimo gli studi di utilizzazione di area e di estensione di servizi, per cui una camera da letto è più simile ad una cabina di "sleeping" ed è, e può essere, più piccola di una camera da bagno cui viene data importanza maggiore.

House Beautiful (Marzo 1930). Boston Mass. 8 Arlington Str.

Il giardino e l’arte di ottenerlo. Con consigli tecnici ed una ampia esemplificazione vengono illustrati metodi, sistemi ed accorgimenti che valgono a rendere piacevole il soggiorno all’aperto nello spazio contiguo alla casa. Il giardino fa parte di essa ed è la casa che continua nel giardino.
Notevole la villa costruita per sè e per i suoi dell’Arch. W. Fisher. In essa ad ogni elemento è, visibilmente, affidata la sua funzione costruttiva e nell’arredamento interno, la riunione nelle persona dell’autore dell’Architetto e del Committente, ha permesso che i mobili ed ogni particolare decorativo nascessero per quella casa e che la casa sorgesse per contenere quei mobili. Tutte le installazioni rappresentano l’ultima parola della tecnica moderna.


FRANCIA


Gazette des Beaux Arts (Gennaio 1930). Paris Boulevard Saint Germain, 106.

È notevole un articolo di Leon Rosenthal dell’Università di Lione che illustra, e ampiamente, l’esposizione del XVIII Secolo a Venezia.

Gazette des Beaux Arts (Aprile 1930). Paris Boulevard Saint Germain, 106.

Stanley Casson descrive i risultati degli ultimi scavi tendenti a mettere in luce i resti romani dell’ippodromo di Costantinopoli e dei bagni di Zeuxippos nella stessa città.

La construction moderne (Gennaio 1930). Paris 13 Rue de l’Odeon.

I numeri di Gennaio della rivista settimanale la "Construction Moderne" parlano fra l’altro del valore delle arti decorative e dell’architettura al Salon d’Automne 1929. Per l’architettura ritroviamo le caratteristiche delle ultime opere degli architetti Mallet-Stevens e Le Corbusier, nelle quali a nostro giudizio è evidente lo sforzo continuo per la ricerca voluta del nuovo e per la rinuncia imposta ad ogni sia pur minima forma di decorazione od ingentilimento. Rinuncia che essendo posta come condizione base e venendo quindi ad informare tutta l’opera dell’artista, non è più conseguenza logica dei mezzi costruttivi e delle nuove tendenze, ma è causa di eccessive e forse arbitrarie durezze estetiche le quali non sono più razionali.
Per la decorazione e l’arredamento invece predomina la tendenza ad abolire l’inutile a favore di tutto ciò che può essere pratico e necessario, onde il mobile perde il carattere di opera d’arte per diventare oggetto di utilità.
Il concorso internazionale bandito dalla Repubblica dell’Equatore per un monumento da erigersi in Quito in memoria di Simone Bolivar è stato favorevole all’arte francese. Vediamo il primo premio assegnato ai Sigg. Jacques Zwobada, René Letourneur, Felix Brunau, Louis Emil Galey; il secondo premio ai Sigg. Joffre, Sourel, Davin, Sciortino, (tutti francesi meno quest’ultimo che è di nazionalità inglese) ed infine il terzo assegnato ai Sigg. Black, Belmondo e Gogois, tutti francesi. Gli Italiani non sono stati assenti da questa gara ed infatti fra le quattro menzioni onorevoli assegnate, due sono per artisti Italiani, per i Sigg. Magni e Selva la prima, per i Sigg. Baglioni e Guerrici la seconda.

La construction moderne (Febbraio 1930). Paris 13 Rue de l’Odeon.

Golf-Hotel di Beauvallon (Var). Architettura mediterranea, tipica. M. G. Flegenheimer (Arch.). Sono anche interessanti alcuni interni del Casino-balneum di Dinard dovuti all’Architetto Fourmier. Mentre invece sono ancora soggetti all’influenza dello stile, anzi della scuola, che per intenderci chiameremo "floreale", quelli che gli Architetti Chanet e Lioger hanno elaborati per un nuovo piccolo Casino in Vichy e che sono pubblicati nel numeri di Marzo della Rivista sopra citata.
Benissimo adattato Invece al paesaggio sul quale sorge e all’azzurro che ne è l’anima, il Festa Country Club di Montecarlo dovuto all’Architetto Letrosne. I materiali usati e la disposizione volumetrica si fondono e concorrono a dare all’insieme quel carattere che è anima e vita della costruzione.

L’Architecte (Gennaio 1930) 2 Rue de l’Echelle, Paris.

Il Numero è dedicato ad illustrare l’opera svolta dalle autorità Municipali della città di Francoforte sul Meno per risolvere il problema delle abitazioni. Il programma, studiato nei suoi minimi dettagli sotto la guida di M. E. May capo del servizio architettura della città, è in corso di attuazione e le città giardino di Frankfurt-Römerstadt, Frankfurt-Riedenwald, Feankfurt-Praunheim ne sono prove eloquentissime.

L’Architecture (Gennaio 1930), 39 Rue du General Foy. Paris (8°).

Nel Novembre scorso il Presidente della Repubblica poneva la prima pietra del futuro Museo delle Colonie, in Vincennes, opera degli Architetti Jaussely e Laprade. Planimetricamente è ben studiato, per quanto non aggiunga nulla di particolare a quanto è noto in materia, ma il suo aspetto esterno non ci convince. Vediamo infatti in una ossatura in béton i pilastri portanti la copertura, molto sviluppati in altezza specialmente riguardo alle dimensioni planimetriche, caratteristici quindi dell’architettura odierna del cemento armato, formare un portico che corre intorno allo edificio ed essere lo scheletro su cui si adatta, male, una decorazione che è con i rapporti volumetrici stranamente in contrasto.

L’Architecture (Marzo 1930), 39 Rue du General Foy - Paris (8°).

A. Louvet esamina l’opera dell’architetto M. Droz in un articolo dal titolo “Les églises modernes”. Ma in verità le opere citate ed illustrate non corrispondono al titolo perchè alcune sono chiese ma non sono moderne e potremmo classificarle in quella serie di opere che noi Architetti in gergo chiamiamo di stile "barocchetto"; altre, le ultime, sono forse moderne, per quanto non basti la nudità e la rigidezza scheletrica del béton per costituire la modernità, ma non sono chiese. Se bastasse una cupola ed un campanile sarebbe davvero facile essere maestri in composizioni architettoniche di carattere religioso.
LUIGI LENZI



SINDACATO NAZIONALE ARCHITETTI

PAGINE DI VITA SINDACALE


LA R. SCUOLA SUPERIORE D’ARCHITETTURA
IN NAPOLI

Il giorno 16 corrente in Napoli, alla presenza dei rappresentanti di tutti gli Enti consorziati e del Ministero dell’Educazione Nazionale, è stata firmata la convenzione necessaria al riconoscimento definitivo della R. Scuola Superiore d’Architettura di Napoli. Alla cerimonia erano presenti il Principe Forino, preside della provincia di Napoli, il Duca di Bovino, Podestà, l’On. Borriello, preside del Consiglio dell’Economia, l’On. Limoncelli, preside dell’Accademia di Belle Arti, l’Onorevole Arch. Alberto Calza Bini, Direttore della R. Scuola Superiore d’Architettura di Napoli, e molte altre personalità. Così inizia il suo regolare funzionamento l’importante nuovo organo di cultura che contribuirà validamente, insieme ai consimili, al sempre più intenso sviluppo dell’architettura italiana.

RIUNIONE DEI SINDACATI DELLA SICILIA

L’On. Calza Bini. nostro Segretario Nazionale, essendosi recato a Siracusa pel giudizio sul concorso pel R. Istituto Tecnico e Liceo Scientifico, di cui demmo notizia nel fascicolo di dicembre 1929 e di cui parleremo prossimamente, intrattenne a Taormina un gruppo di architetti appartenenti ai Sindacati Siciliani. Erano presenti Fichera e Leone di Catania, Calandra, Autore, Samonà, Capri, Falchetti di Messina, Gesugrande di Palermo.
La riunione ebbe per oggetto la trattazione di argomenti interessanti la vita dei Sindacati Siciliani e di altri di carattere più generale.

NOTIZIE CIRCA IL BOLLETTINO QUINDICINALE
L’"ARCHITETTO"

Come i camerati sanno. la Segreteria Nazionale del Sindacato aveva deliberato di cominciare col 1930 la pubblicazione di un Bollettino Sindacale "l’Architetto", organo di collegamento e di battaglia fra tutti gli inscritti al Sindacato.
L’inizio della pubblicazione ha subito vari rinvii per parecchie cause, e specialmente per il disinteresse dimostrato tanto dalle Segreterie Regionali. che dai singoli inscritti.
Infatti, le Segreterie Regionali non hanno finora inviato nessun abbonamento agli avvisi di pubblicità necessari al finanziamento del giornale a tutt’oggi poi non sono ancora pervenute le richieste collaborazioni alla materia del bollettino. Anche le quote di abbonamento pervenute alla Segreteria Nazionale sono poco numerose. Pertanto, prima di rinunziare definitivamente alla pubblicazione del giornale, si fa un ultimo appello a tutti gli inscritti, ai Segretari Regionali in specie, perchè al massimo entro il 30 giugno p. v., provvedano ad inviare i contributi richiesti.


OPERA DEL SEGRETARIO NAZIONALE
PER IL RICONOSCIMENTO UFFICIALE
DELL’ATTIVITÀ DEGLI ARCHITETTI

L’On, Alberto Calza Bini, relatore dalla Giunta Generale del Bilancio sul disegno di legge presentato dal Ministro delle Finanze il 25 gennaio 930. nella relazione presentata alla Presidenza il 22 aprile u. s., fece inscrivere, fra gli altri argomenti trattati dalla Sotto-Giunta dei Lavori Pubblici, Agricoltura e Foreste, Comunicazioni e Corporazioni, nel capitolo "Organizzazione del Ministero dei Lavori Pubblici" alcune proposte di riforme riflettenti l’utilizzazione dell’attività degli Architetti. Vale la pena di riportare integralmente, dalla suddetta relazione il brano riguardante la questione, cosi importante per la nostra classe:
"…Ma anche l’ordinamento del Genio Civile dovrà ritoccarsi perchè meglio risponda allo scopo.
"Sotto ad un unico capo in ciascuna regione dovrebbe essere un vero e proprio ufficio tecnico con elementi specializzati, anche se nella provincia la specializzazione particolareggiata non sia possibile per evidenti ragioni di numero e di organico. Ma in tempi di studi e di ricerche scientifiche, in periodi in cui la specializzazione caratterizza tutta la vita tecnica del Paese non è possibile pensare che un ingegnere generico progetti e presieda l’esecuzione di una strada e di un impianto elettrico, di un collettore o di un edificio monumentale.
"E a questo proposito. particolarmente si consideri, se non sia giunto il momento di provvedere alla creazione di appositi uffici di architettura, visto che ormai in Italia, dalle Scuole Superiori escono numerosi e ben preparati gli Architetti che aggiungono al loro temperamento di artisti, la conoscenza e lo studio della scienza e della tecnica.
"Avremo così accanto agli ingegneri che progettano e dirigono i lavori portuali o stradali, le dighe e i bacini montani, ponti o gli impianti elettrici, anche gli architetti per progettare e dirigere gli edifici pubblici, dai più importanti ai più modesti questi edifici pubblici nei quali purtroppo sino ad oggi il Genio Civile ha lasciato l’impronta di un gusto assai discutibile, con espressioni architettoniche in netto contrasto con la destinazione dei fabbricati e con le legittime aspirazioni del tempo nostro verso una tipica bellezza; l’impronta, in una parola, del più desolante agnosticismo in fatto d’arte.
"Abbiamo detto anche dirigere, perchè non sarebbe bene abbandonare del tutto la via maestra dei concorsi per i progetti delle grandi opere pubbliche, quella via che ha spesso rivelato magnifiche energie e fervide genialità specialmente nei giovani che senza l’arma della pubblica competizione sarebbero destinati a restare oscuri e ignorati".


CONGRESSI ED ESPOSIZIONI

IL SECONDO CONGRESSO DI STUDI ROMANI
IN ROMA

Nell’ultima settimana di aprile u. s. ebbe luogo al Palazzo dei Filippini in Piazza della chiesa nuova il II Congresso Nazionale di Studi Romani.
Diamo qui per ora un cenno generale sul Congresso che fu suddiviso in quattro Sezioni: Antichità, Medio Evo, Rinascimento ed Era Moderna, Era Contemporanea. Tali sezioni riguardavano temi di archeologia, storia, storia dell’arte, architettura e urbanistica, propri della città di Roma.
A latere erano poi state istituite altre sezioni riguardanti temi di cultura diversa sempre connessi coll’ambiente Romano, come quella delle Discipline Giuridiche, della Letteratura e Filologia e delle Discipline Scientifiche.
Moltissime furono le relazioni presentate al Congresso ed importanti le discussioni sortene e gli ordini del giorno conclusi.
Riferendoci esclusivamente agli argomenti che interessano più direttamente la nostra Rivista, citeremo i più notevoli temi trattati, dei più importanti fra i quali daremo più ampia notizia in seguito. Nella sezione Antichità il prof. Quirino Giglioli parlò dei provvedimenti da attuarsi per la conservazione e l’incremento delle opere di Scavo di interesse Romano e dell’organizzazione della raccolta di documenti archeologici della Romanità presso il museo dell’impero; il Dott. Antonio Colini si occupò del "Corpus" degli elementi architettonici romani isolati, il Dott. Ugo Antonielli fece considerazioni tecniche e storiche sulle navi di Nemi; il Prof. Arch. Gustavo Giovannoni diede relazione delle recenti ricerche sulle costruzioni a volta dei Romani. Molti altri studiosi italiani e stranieri trattarono svariatissimi argomenti di carattere generale e di ricerca o relazione specifica su scavi e studi riguardanti monumenti della Romanità in Italia ed all’estero. Citeremo il Bartoccini, il Boethius, Guido Calza, Giuseppe Cozzo, Giuseppe Cultrera, Ludwig Curtius, Ettore Ghislanzoni, Vladimiro Groh, Emanuele Loewy, Amedeo Maluri, Orazio Marucchi, Bartolomeo Bogara, Pietro Romanelli, Filippo Tambroni e molti altri.
Nella sezione "Medio Evo" il Prof. Gustavo Giovannoni offerse un programma per una serie di indagini sulle chiese Medioevali di Roma; Carlo Cecchelli parlò dell’origine di dette chiese.
Nella sezione "Rinascimento ed era Moderna" il professor Antonio Muñoz trattò del museo di Roma; il Gen. Mariano Borgatti delle visioni di Caste1 S. Angelo durante la sua storia; il Dott. Adolfo Pernier del Casale di Pio V; il Prof. Tambroni della rappresentazione di monumenti romani nelle pitture murali e nei bassorilievi delle chiese e degli edifizi dalla Rinascenza ad oggi, ecc. ecc.
Nella sezione "Era Contemporanea" il Dott. Virgilio Testa fece la proposta di una monografia sulla città di Roma; l’Arch. On. Alberto Calza Bini lesse una relazione intorno alla fondazione da lui propugnata e realizzata, dell’istituto Nazionale degli Studi Urbanistici; l’Ing. Barbieri parlò dei Progressi della Roma stellare; l’Ing. Angelo Ugo Beretta, di Roma e delle sue spiaggie; l’Ing. Giuseppe Caffarelli dell’Unità Quartiere per la soluzione dei problemi del piano Regolatore delle città aventi carattere storico.
Ancora, l’Ing. Ciacci si intrattenne sull’Urbanistica fascista, l’Arch. Del Debbio sulla necessità dei nuclei sportivi in rapporto alle necessità della popolazione, l’Arch. Eugenio Fuselli su Roma nel quadro d’un piano Regionale, l’Arch. Piccinato sull’edilizia e zone verdi nella città di Roma, Corrado Ricci sul colore di Roma, l’Avv. Raffaele Ricci sull’Assistenza e Patronato scolastico, l’Ing. Ugo Vallecchi sui Trasporti pubblici collettivi e lo sviluppo edilizio e domografico di Roma, ecc, ecc.
Troppo lungo sarebbe anche soltanto un elenco esauriente del veramente notevole numero degli argomenti trattati dalle altre sezioni. Rimandiamo i lettori alle ulteriori notizie che daremo in seguito ed alla Relazione completa che sarà pubblicata a suo tempo dalla Giunta Direttiva e dal Segretario Generale del Congresso Prof. Carlo Calassi Peluzzi, infaticabile organizzatore, a cui va data lode per la fruttuosa e felice riuscita dell’iniziativa.


LA PREPARAZIONE
DELLA PRIMA QUADRIENNALE D’ARTE
A ROMA

Mentre è aperta a Venezia la Biennale, fervono a Roma nel Palazzo delle Esposizioni, i lavori preparatori per la prima grande Quadriennale d’Arte Nazionale, la quale si aprirà, come è noto nel mese di gennaio del 1931.
Dotata di quasi un milione, per acquisti e premi, la Quadriennale sarà la maggior rassegna delle forze artistiche italiane di qualunque tendenza, trascelte dal vivaio delle mostre regionali; e, come tale, costituirà un avvenimento di eccezionale e significativa importanza.
Nel Palazzo di Via Nazionale, sarà fra breve data mano all’esecuzione di opportune migliorie ed abbellimenti: particolarmente, alla trasformazione completa della grande "serra" a un impianto di ascensori per agevolare l’accesso al piano superiore, e ad un impianto moderno e potente di caloriferi, così da rendere l’ambiente più confortevole e accetto al pubblico.
E già gli artisti per parte loro si preparano con fervore a questa gara. che si annuncia ricca di brillanti risultati. Secondo il regolamento a suo tempo diramato, le opere debbono essere notificate entro 15 agosto 1930 (per gli invitati entro il 30 settembre); mentre la consegna dei lavori avverrà non oltre il 30 settembre 1930, e per gli invitati entro il 31 ottobre.
Si avvertono gli artisti di non fidare in eventuali proroghe di tali termini, dovendo la mostra aprirsi i primi giorni del gennaio 1931.




ESPOSIZIONE
DI ARTI DECORATIVE ED INDUSTRIALI
A STOCCOLMA

Ai primi di Giugno si inaugurerà a Stoccolma una grande Esposizione di arti decorative ed industriali che sarà di grandissimo interesse perchè i più noti artisti ed industriali svedesi si sono uniti in stretta collaborazione per produrre ed esporre nel campo delle arti applicate alle industrie, e più specialmente nel campo dell’arredamento della casa, modelli e oggetti di gusto e praticità moderna, nuovi per forma e originali come decorazione e tali tuttavia da adattarsi alle necessità di una fabbricazione meccanica.
La sezione "Case ed appartamenti" presenterà una serie di innovazioni nel campo degli interni casalinghi, delle istallazioni tecniche e della decorazione, ispirandosi al desiderio di realizzare quello che è il motto riassuntivo ed esplicativo di questa Esposizione: "La casa ideale per tutti".
Numerosi padiglioni con grandi vetrine riccamente illuminati di sera, accoglieranno le varie forme di attività artistica ed industriale; grande importanza avrà l’arte del vetro, il ferro battuto, lo stagno, la gioielleria, l’arte della rilegatura, le industrie grafiche, la ceramica, le stoffe tessute a mano, i drappi, i tessuti per chiese, ecc, ecc.
Ci sarà una città-giardino costituita da vari tipi di abitazioni modello sia per città che per campagna adattati alle varie classi sociali, e collocate in ambienti idonei a mettere in risalto le caratteristiche di ognuna.
È stato studiato inoltre un vasto programma di attrazioni e di divertimenti: fontane luminose, palchi per danze, teatri per riviste moderne, montagne russe, un planetario, un paradiso pei fanciulli, ecc. ecc., e tutto avrà come sfondo meraviglioso le vecchie secolari querce di questa lontana terra nordica.


ESITO DI CONCORSI

CONCORSO PER IL PALAZZO DELLA PROVINCIA Dl TERNI

La Commissione esaminatrice del Concorso Nazionale per il progetto del Palazzo provinciale di Temi ha compiuto il suo lavoro scegliendo ad unanimità di voti il progetto contrassegnato dal motto "Interamna" dell’arch. Cesare Bazzani.
Un secondo ed un terzo premio sono stati aggiudicati a due altri pregevoli progetti.
La Commissione esaminatrice era composta dal preside della Provincia Conte Cesare Pressio, dal prof. Arch. G. B. Milani, dal Conservatore dei Monumenti per l’Umbria prof. Bertini Colosso, dal Capo del Genio Civile ing. R. Formichi, dal Rettore ing. Gemma, dal rappresentante del Sindacato ing. Amati e dall’ing. Capo della Provincia ing. Lorenzetti.


ESITO DEL CONCORSO PER IL PIANO REGOLATORE DI CAGLIARI

Fra i sette progetti presentati al Concorso bandito dal Podestà di Cagliari, per il piano regolatore di quella città, e di cui demmo notizia a suo tempo nella nostra Rivista, la Commissione giudicatrice ne ha prescelti quattro assegnando il primo premio di L. 50.000 a quello contrassegnato col motto 7 P. R. che è risultato essere del Gruppo di Urbanisti Romani, formato dagli architetti Gino Cancellotti, Eugenio Fuselli, Luigi Lenzi, Eugenio Montuori. Luigi Piccinato, Alfredo Scalpelli, e dagli ingegneri Roberto Lavagnino, Giuseppe Nicolosi, Cesare Valle; il secondo premio di L. 30.000 fu aggiudicato al progetto distinto col motto "Kalaris VI", redatto dagli architetti Salvatore Rattu, Costantino Vetriani, Pietro Lombardi, Antonio Tagliolini ed ingegnere Vito Giampaoli; il premio di L. 20.000 stato aggiudicato "ex aequo" ai progetti contrassegnati col motto "P. T. Z. 12" (architetti Concezio Petrucci, Mosè Tufaroli, Igino Zanda); e col motto "Nuragus 23" (architetti fiorentini Augusto Cesare Bencini, Enrico Miniati).
Daremo nei prossimi fascicoli relazione in extenso dell’interessante Concorso.

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