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G. MINNUCCI: La Mostra Internazionale di Edilizia a Torino (maggio-giugno 1926), con 8 illustrazioni |
Il programma della Mostra Internazionale di Edilizia svoltasi ora a Torino, era ampio, vasto, troppo vasto. Comprendeva tutto ciò che può interessare la professione dell'architetto; non dico che non sia lusinghiera l'idea di mettere insieme un tal poderoso complesso di prodotti, siano commerciali che intellettuali, artistici, ecc., ma come riuscire in una organizzazione talmente estesa? Ed infatti la bella iniziativa può dirsi solo in parte riuscita, poichè il concorso degli stranieri è quasi totalmente mancato: forse per la unione del programma d'arte con quello commerciale, forse perchè Torino è venuta troppo presto, dopo Monza, dopo Parigi. È pur vero che a Parigi si trattava di Arti Decorative, ma sappiamo come l'architettura vi abbia avuto parte non indifferente e gli architetti di tutti i paesi si son dati gran da fare.
Nella stessa mostra di edilizia, materiali e macchinari; finimenti, ecc,, nessuna delle novità che oggi si trovano abbastanza comunemente sui mercati stranieri era rappresentata; nè poteva supplirvi l'industria nazionale, ancora abbastanza arretrata in questo. Dove invece si notano progressi è nella costruzione di macchinari per edilizia, ma anche qui c'è tutto un lungo cammino da percorrere prima di portare i nostri prodotti all'altezza di quelli stranieri. Non che tutto ciò che non sia italiano sia migliore, per carità no, ma c'è molto da imparare, specie da quella gente perseverante e seria che è la tedesca! Lasciamo questo reparto della mostra e passiamo invece alle due sezioni comprendenti l'opera creativa, i prodotti artistici degli architetti. Una raccolta davvero interessante, che, forse perchè impreveduta, ha meravigliato vari di noi architetti non di Torino, è stata la mostra retrospettiva di architettura piemontese. Erano varie sale ben disposte di materiale documentario interessantissimo: fotografie, disegni, schizzi, rilievi e stampe di architetti defunti vissuti nel periodo tra il X ed il XIX secolo. Vi erano illustrati i numerosi monumenti di architettura sparsi nelle ridenti vallate piemontesi, vari tipi dl case e casette rustiche costruite dal secolo XIII al XVIII, tutti rilievi pieni di grande interesse storico ed artistico. Difficilmente credo che si possa far meglio una raccolta di tale carattere storico. La parte di architettura moderna, pur comprendendo numerosi progetti non presentava, come s'è detto, che una ben limitata partecipazione straniera, ed una partecipazione Italiana ben lungi dall'essere ampia e davvero significativa delle varie correnti, delle tendenze varie. Riferire qui una cronaca dell'esposizione coi nomi degli espositori e coi commenti che possono presentarsi può aver troppo carattere giornalistico ed è ormai forse non più di attualità. Basterà qui accennare che il nucleo più compatto che presentava come carattere stilistico e come espressione disegnativa era forse quello dei giovani Architetti romani raccolti nell'Associazione Artistica fra i Cultori d'Architettura di Roma; che l'ente che più ampiamente aveva partecipato con vera comprensione delle finalità della Mostra era l'Istituto per le Case popolari di Roma; che la figura di Architetto più compiutamente rappresentata era quella del Portaluppi di Milano. Nelle riproduzioni che arricchiscono questa nostra breve notizia, i lettori troveranno alcune opere nuove, giacchè altre, esposte alla Mostra medesima, sono da tempo conosciute e pubblicate in questa rassegna nel suo glorioso lustro di esistenza. Non abbiamo avuto preferenze, non particolarismi nella scelta, solo preoccupandoci di riportare la visione di opere che in qualche modo dicessero una parola nuova, o avessero una reale dignità d'arte. G. MINNUCCI |
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