FASCICOLO II - OTTOBRE 1926
FERDINANDO FORLATI: Restauri di architettura minore nel Veneto, con 22 illustrazioni
In questi ultimi tempi da parte della Sovraintendenza ai monumenti del Veneto e da quella di enti e di privati spronati dalla sua iniziativa, si sono rivolte cure particolari alla così detta “Architettura minore” cioè a quel tipo di costruzioni, generalmente usate come abitazione, che tanto valore ambientale ancora diffondono nelle nostre città ed in particolare in quelle venete, ma che raramente conservano integri i loro caratteri architettonici, appunto perché, o per il loro uso o per la scarsa importanza loro attribuita, subirono trasformazioni e modificazioni che spesso appaiono definitive, ma che in realtà assai di sovente sono, per fortuna, superficiali.
Così con un'attenta sorveglianza all'atto della rinnovazione degli intonaci anche in edifici all'apparenza insignificanti, si possono rinvenire e ricuperare costruzioni antiche interessantissime, che valgono talvolta a dare il tono a tutto l'ambiente circostante, ed a salvarlo dalla distruzione col ridare al pubblico, con l'evidenza dell'Arte, la coscienza del valore essenziale di tanti elementi sopravissuti.
Vi sono a superare difficoltà a volte non piccole dovute ad interessi particolari e, più ancora, a vieti pregiudizi; ma i risultati compensano di gran lunga gli sforzi per ottenerli.
Così a Venezia si ricuperarono l' "Osteria deI Salvadego" in Bocca di Piazza, interessantissima costruzione dell'inizio del sec. XIV (figg. 5, 8, 12, 13), la casa, di carattere frammentario, in Salisada S. Lio. e quella Bernardo lungo le Mercerie (fig. 9); mentre a Murano il così detto arco bizantino del Palazzo da Mula ritorna, dopo le vandaliche alterazioni subite, a rivivere nella sua integrità pittoresca.
A Padova la bella casa ogivale in via dei Soncin (fig. 6, 7, 21) riappare sotto la grondaia in legno nella sua viva veste fiorita a tinte verdi e gialle, affrescata lungo tutta la sua fronte, come se la decorasse per una festa un ricco drappeggio serico; mentre in via Zabarella ritornano, alla luce gli antichi resti della chiesa di S. Bernardino con tre nicchie policromate e con un elegantissimo arco lombardesco, conteso al monumento da chi voleva ad ogni costo relegarlo nel civico museo,
Pure a Padova una casa del Sec. XVI presso il Ponte di S. Maria di Vanzo ritornerà a riavere il suo antico sapore fine ed elegante (fig. 14, 15).
A Cittadella il restauro di una piccola casa ogivale, di proprietà Rossi, ne prelude altri di belle case affrescate ad Oderzo si imposta il restauro del Palazzo Pretorio che così andrà a nobilitare, con il duomo e le vecchie case affrescate, l'antica piazza; mentre sempre ad Oderzo la Casa dei Battuti riacquista la sua veste esteriore come la viva e semplice eleganza interna delle varie stanze e sale.
A Vicenza poi con i restauri di. Ca' Pigafetta che reca così interessante .nota di gotico fiorito veneziano (fig. 11), con quelli di Ca' Navarrotto e della Ca' Angaran, tutta viva di colore, e con la sistemazione di via del Monte, rispettosa dell'ambiente urbanistico, si integrano e si salvano edifici nobilissimi e ambienti singolari.
A Conegliano la Porta Monticarna ritorna alle sue forme cinquecentesche con il suo bel leone veneto del Pordenone che rivive nella vivacità del colore smagliante, mentre a Serravalle la porta scaligera detta Calcada si salva da demolizione con un progetto che convince anche gli oppositori; i quali qui come altrove più facilmente si arrendono alla evidenza della realtà d'arte che ai principi teorici del rispetto alle storiche testimonianze.
A Venezia si completa anche nel primo piano il restauro della Ca' Wan-AxeI (figure 1, 4, 17, 20, 22) in maniera che la singolare costruzione veneziana ora è tornata a rivestire le antiche sue forme originali come le avevano pensate i Soranzo quando l'avevano costruita; così la casa pure dei Soranzo (fig. 16) al ponte dell'Angelo, viene liberata da piccole costruzioni e verso il cortile ritorna a respirare nel suo bel porticato e nelle polifore dei piani superiori.
Anche taluni piccoli edifici chiesastici sono stati oggetto di restauri modesti e spiccioli, ma non per questo meno importanti di quelli rivolti ai maggiori monumenti. È da menzionare tra essi la chiesetta di S. Nicolò dei Mendicoli a Venezia: edificio romanico, fiancheggiato da una robusta torre, tutto alterato nei rifacimenti del secolo XVI e dei seguenti. Dopo lunghi lavori di rafforzamento delle fondazioni e di restauri interni, le più recenti opere si sono volte alla liberazione della fronte da piccole costruzioni che ad essa si appoggiavano.
È riapparsa così tutta la semplice ma interessante facciata, completata nella parte inferiore da un portico ricostruito sulle rinvenute traccie antiche ed in gran parte con l'antico materiale; e la chiesetta è risorta nelle sue forme originali dopo tanti anni di manomissione e di vandalismi (vedi fiig. 3).
Lo studio necessario allo svolgimento di tale programma dà modo di conoscere le tecniche antiche che mai erano scompagnate da un gustoso amore alla decorazione.
Così tali restauri fanno riapparire i solai e i soffitti con le loro cantinelle e pettenelle decorate, con le loro cornici intagliate e dipinte; gli intonaci con la loro irregolare superficie, sempre ondulata e pastosa; le imposte dei serramenti a vetri, che mai seguono le forme arcuate delle finestre, ma sono invece sempre rettangolari; gli sporti di gronda anch'essi decorati nei mensoloni a bande e a forme geometriche.
È tutta una festa di sagome e soprattutto di colore che noi difficilmente possiamo concepire, anche perché abituati a vedere l'antichità attraverso il velo delle patine e il logorio del tempo; ed avanti a noi si disnoda non solo nelle espressioni architettoniche, ma anche nelle decorative con quelle intimamente connesse, la vita d'Arte che, come spontaneo ritmo di un cantico lieto, ravvivò ed abbellì le vie e le case delle nostre antiche città.

FERDINANDO FORLATI.

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