FASCICOLO V - GENNAIO FEBBRAIO 1922
MARCELLO PIACENTINI: Architetti contemporanei, Ettore Fagiuoli, con 38 illustrazioni
Ettore Fagiuoli ha questa grande e rara qualità: l'equilibrio.
Per questo soprattutto amo oggi mettere sotto gli occhi dei lettori di "Architettura e Arti Decorative" le manifestazioni varie del suo temperamento.
Giovane, ma non più ormai giovanissimo (è nato in Verona nel 1884) ha egli anche attraversato gli ultimi periodi di affannose ricerche, difendendosi da quelle vane e chiassose tendenze, a lui dell'alta Italia molto vicine, e mantenendosi sempre entro i limiti onesti di uno svolgimento libero e sano della tradizione paesana.
È entrato presto nell'esercizio pratico della professione. Questo fatto ancora ha contribuito a mantenerlo in tale sanità, ma, chiudendolo in un campo più ristretto, non ha concesso a lui, né a noi, la valutazione esatta dello slancio personale né della fantasia inventiva, che egli stesso ci fece sperare nel concorso per la Nuova sede della Cassa Nazionale di Risparmio in Piazza dell'Erbe a Verona (al quale prese parte insieme con l'arch. Greppi, vincendo il 1° Premio), e ci lascia ancor più indovinare, per esempio, nella scenografia. Certamente l'occasione verrà - noi glielo auguriamo con tutto il cuore - e il Fagiuoli potrà avere anche questa soddisfazione.
Ma, nell'attesa di questa occasione, egli ci sa dare intanto edifici ben disegnati e ben costrutti; ci sa dare cioè quello di cui soprattutto la società odierna ha bisogno. Avrà perciò sempre maggiore fortuna. Entusiasta della sua Arte e del lavoro, provvisto di cultura generale (ha la licenza liceale), di cultura tecnica (s'è laureato Architetto civile nel R. Politecnico di Milano), e di speciale cultura storico-artistica locale, acquistata in un primo periodo della sua carriera, quale architetto nella Regia Soprintendenza dei Monumenti per Verona, Vicenza e Mantova, il Fagiuoli accompagna le sue facili doti naturali con questo robusto corredo di mezzi, che lo rendono padrone dell'Arte e della professione,
Le numerose Illustrazioni di questa Rivista ci mostrano il nostro architetto in tutti i suoi aspetti di studioso, di progettista, di professionista, di scenografo e di incisore, e noi diamo qui di ogni suo lavoro qualche cenno fugace e riassuntivo.

CAMPANILE DEL DUOMO. Per completare il Campanile del Duomo di Verona, S. E. il Cardinale Bartolomeo Bacilieri indisse un concorso, deferendone il giudizio al Consiglio superiore delle Belle Arti. Dal concorso riuscì vincitore il Fagiuoli. Si trattava di completare la mole grandiosa (la tradizione ne assegna la paternità all'Architetto Michele Sammicheli) interrotta nel 1579. I lavori, sotto la guida del giovane architetto, raggiunsero ben presto la quota di metri 52, ma, per causa della guerra, furono sospesi, e soltanto oggi sembra si vogliano riprendere con lena.
Sui poderosi fianchi Sammicheliani l'autore innesta un'architettura ancora solida e robusta, ma, poggiandola anche verso altre forme d'Arte, trattate con molta libertà, e a motivi caratteristici locali, come gli archetti allungati, riesce con molta sapienza a legare assai armoniosamente il Campanile con la Chiesa, di costruzione tanto più antica.

VILLA TEDESCHI. Il signor Cesare Tedeschi (ora defunto) dette incarico al Fagiuoli di costruire la sua dimora e la sua bottega, la quale potesse contenere, con pittoresca fusione, tutti gli oggetti d'arte di cui faceva commercio. Perciò la villa ha un carattere frammentario ed è adorna di tutti quegli oggetti che il Tedeschi aveva nei suoi magazzini. La veste architettonica è ispirata al Rinascimento veneto. La Villa fu terminata nella primavera del 1915.

SISTEMAZIONE DELLA PIAZZA VITTORIO EMANUELE DI VERONA. Per incarico della Presidenza della Società Filarmonica, proprietaria del Teatro Filarmonico, il nostro Architetto ha studiato un progetto di massima per sistemare l'area davanti alla facciata del Teatro, situata nell'angolo della Piazza Vittorio Emanuele, ora occupata da alcune case basse indecorose e da un muro di cinta ricoperto di avvisi.
L'edificio ideato dal Fagiuoli dovrebbe essere destinato a un grande albergo e restaurant ed a botteghe. La nuova costruzione verrà cosi a trovarsi in linea sulla meravigliosa Piazza, di contro al dolomitico Palazzo della Gran Guardia (che venne iniziato nel 1610 da Domenico Curtoni) e ad esso congiunto per mezzo dei 'Portoni della Brà'.
La soluzione sembra assai bene trovata. La vasta, singolarissima e superba Piazza Brà non ha carattere di Piazza chiusa, a prospettiva fissa, dominata da un solo Monumento. Non era dunque qui questione di far arte modesta per lasciare dominare, con raffinato contrasto, un Palazzo-fulcro della Piazza.
Intorno all'anfiteatro romano si distende largamente una intera collana di gemme architettoniche, che formano lo sfondo del prediletto passeggio cittadino.
Il Palazzetto immaginato dal Fagiuoli si pone in riga con gli altri, senza sopraffarli e senza interromperne la preziosa continuità.

SCENOGRAFIE. Nella ricorrenza del primo Centenario verdiano, nel 1913, si pensò, per la prima volta, di allestire nell'Arena una grandiosa rappresentazione dell'Aida, sotto la guida e la partecipazione del tenore Giovanni Zenatello,
Il Fagiuoli si accinse con grande entusiasmo a studiare il nuovo e difficile quesito scenico, e lo risolse creando nel fondo un edificio fisso, e in primo piano una serie di colonne mobili, che, con sapienti spostamenti, potevano date alle scene aspetti diversi.
Dopo questo felice esperimento gli spettacoli all'aperto ebbero grande voga. Nell'estate del 1920 fu rappresentata con nuove scene del Fagiuoli, e sempre con gli stessi sistemi rapidi, una nuova edizione dell'Aida e il Mefistofele, e nel 1921 il Sansone e Dalila di Saint-Saens e il Piccolo Marat di Mascagni.

CASA DI CAMPAGNA. E' in costruzione nella provincia di Verona. I materiali e i motivi architettonici sono caratteristici delle vallate dell'Alto Adige. All'abitazione temporanea del proprietario (una stanza di soggiorno sotto e tre stanze da letto sopra), è contigua la casa del contadino, con la stalla, il portico, ecc.
La fusione tra le due abitazioni, di così dissimile destinazione, è ben trovata in una linea varia e pittoresca.

CASE DI ABITAZIONE IN ROMA. Per incarico del Conte Taverna, il Fagiuoli ha progettato, e presto dovrà costruire, alcune case di civile abitazione in via Lucullo e in via Emilia a villa Ludovisi in Roma.
Saggiamente distribuite internamente, queste case, pur approfittando di tutte le nuove forme architettoniche ormai acquisite per le abitazioni private, come la sporgenza dei bow-window, i finestroni larghi, ecc., appaiono all'esterno sanamente ambientate e liete di motivi originali.

PORTINERIA E CANCELLATA. Arvedi. In una sua vasta proprietà presso Verona, il sig. Arvedi ha fatto costruire la portineria e la cancellata d'ingresso, opera sobria, benissimo armonizzata con la campagna, e ottimamente eseguita.


(1)Iniziamo questa nuova rubrica, nella quale esamineremo e illustreremo le tendenze, le caratteristiche e le opere di architetti contemporanei, italiani e stranieri, che riteniamo possano dare, sotto i più vari aspetti, insegnamenti e conforti.

torna all'indice generale
torna all'indice della rivista
torna all'articolo