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Notiziario |
BIBLIOGRAFIA
L’architettura funeraria presso gli Etruschi, che è fra
le attività architettoniche di quel popolo ancora misterioso
quella che ci è giunta in modo più completo, ha fornito
in questi ultimi anni materia ad opere diverse per mole e per scopo,
delle quali alcune ce ne dànno una illustrazione generale e sintetica,
altre si addentrano nella analisi di una città o di una regione.
Fra queste ultime è uscito di recente, a cura dell’Accademia
dei Lincei, un notevole studio del Dott. Augusto Gargano su la necropoli
di S. Giuliano presso Barbarano Romano, in provincia di Viterbo. A. MELANI: L’arte di distinguere gli stili. - Terza edizione,
Ulrico Hoepli. Milano, 1929 Queste nuove edizioni delle popolari opere di Alfredo Melani, uscite
dopo la morte di Lui, avvenuta nel 1928, non avrebbero bisogno di presentazione
o di commento, tanto noti sono ormai i loro pregi e i loro difetti.
E che in complesso i primi superino i secondi, lo dimostra nel modo
migliore la straordinaria diffusione raggiunta da tali Pubblicazioni.
Non è però solo tale constatazione di indole aritmetica
che rende degne di considerazione le opere del compianto studioso; ma
anche, e specialmente, i loro pregi intrinseci di serietà, di
accuratezza, di continuo miglioramento e aggiornamento nelle successive
edizioni ed altri ugualmente rari in pubblicazioni di carattere divulgativo,
quali sono i manuali Hoepli. In verità non sempre, anche in opere
di maggior mole e pretesa scientifica, è dato di trovar menzionati
tanti fatti e dati particolari, come peripezie e trasformazioni subite
da monumenti, discussioni sorte a proposito della loro epoca e attribuzione,
e simili che, pure sommariamente esposti, rendono questi scritti del
Melani così praticamente istruttivi e interessanti.
La questione ospedaliera dopo la guerra ha interessato maggiormente
privati ed enti pubblici, per effetto forse dei problemi che la guerra
e il non meno terribile dopo-guerra hanno sollevato. Sono numerosi gli
articoli che dedicano a questa speciale architettura le riviste tecniche
tedesche e a raccogliere e a coordinare le ultime esperienze in materia
viene ora questo volume dello Schmieden, il quale si rivolge tanto al
medico che dirige un ospedale quanto all’architetto che deve progettarlo,
non presentando già un manuale teorico, ma piuttosto una intelligente
rivista dei metodi vigenti e dei principi in evoluzione. RIVISTA DELLE RIVISTE ITALIA La Casa Bella (Luglio-Agosto-Settembre 1931). Milano, Via Boccaccio, 16. Interessante articolo sulle recenti opere degli architetti Pagano, Cozzi, Levi-Montalcini, Aloisio, Sot-Sass. Alcune recenti realizzazioni dell’arch. parigino Raymond Fischer. Continuazione dell’articolo già citato: “La città che si rinnova”. - Vari ed interessanti interni. Opere del Mendelsohn. Una villa nel Canavese degli arch. Pagano e Levi-Montalcini. Domus (Luglio-Agosto-Settembre 1931). Milano, Via San Vittore, 40. Il Tennis Club Milano di Giovanni Muzio. - Albergo agli scavi di Leptis Magna degli arch. Larco e Rava. Alcuni interni dell’arch. C. O. Marchetti di Montestrutto. Alcuni ambienti della dimora delle L.L. A.A. R.R. i Duchi delle Puglie nel Castello di Miramare. Articolo sui Giovani Architetti Nord-Americani di C. E. Rava. - Architettura d’oggi in Italia. Una villa presso Parigi degli arch. Ponti, Lancia, Buzzi. Rassegna di Architettura (Luglio-Agosto 1931). Milano, Via Podgora, 9. La Casa del Comm. A. Crespi in Milano, di Piero Portaluppi. - La II Esposizione di Architettura Razionale Italiana alla Permanente di Milano. Nuove scuole di W. M. Dudok a Hilversum, di F. A. Schwarz. Alcune opere recenti dell’arch. A. Dell’Acqua. STATI DELL'AMERICA DEL NORD Architecture (Luglio, Agosto, Settembre 1931). Fifth Avenue at 48 th. Street, New York. Oltre ad una rassegna di molti e grandiosi edifici costruiti recentemente negli U. S. A., nessuno particolarmente degno di nota, la rivista reca una rubrica tecnologica molto interessante e soprattutto utile; oltre a ciò essa illustra tanti molti piccoli accessori in articoli a soggetto: così abbiamo nel mese di Luglio le bandiere indicatrici del vento; nel Settembre gli oggetti destinati alla decorazione dei giardini, vasi, urne, olle, in tutte le forme e dimensioni, di ogni materiale, di ogni tipo, per tutti i gusti ed anche molte senza gusto alcuno. The American Architect (Agosto 1931). Fifty seventh Str. at Eighth Av., New York. Infissi in ferro battuto di carattere antico se pure non servili imitazioni
stilistiche. Canne fumarie in cotto, maiolica, murature, in Inghilterra
ed in America e loro funzioni nell’estetica degli edifici. Architettura
contemporanea in Svezia; articolo molto interessante col quale Eugene
Clute, dopo una intervista con Ivar Tengbom, spiega ai lettori americani
le trasformazioni dell’arte contemporanea svedese. The American Architect (Settembre 1931). Fifty seventh Str. at Eighth Av., New York. Dei più recenti tipi di lampade per illuminazione e dai loro effetti sia dal punto di vista dell’esitica che da quello dell’illuminotecnica. The Architectural Forum (Luglio 1931). 521, Fifth Avenue, New York. La sede centrate della City Bank Farmers Trust Company in New York:
edificio colossale che nel centro dalla città si eleva ad altezze
per noi quasi inconcepibili e che ospita fra le sue pareti oltre seimila
impiegati: è il tipico grattacielo americano: gli arch. Cross
& Cross non hanno fatto alcun tentativo per uscire dalla rigida
convenzionalità alla quale siamo ormai abituati in questi edifici. The Architectural Forum (Agosto 1931). 521, Fifth Avenue, New York. E. H. Bennet, H. Brunham, J. A. Holabird hanno costrutto in Chicago,
Illinois, il palazzo sede dell’Amministrazione e Direzione dell’Esposizione
che si terrà in quella città nel 1933. The Architectural Forum (Settembre 1931). 521, Fifth Avenue, New York. “The Capitol” in Nebraska; arch. Bertram Grosvenor, Goodhue. La rivista continua poi la rassegna degli edifici ad uso tribunale recentemente costruiti nella Repubblica. Vediamo quello di Reno, Hutchinson, Kansas, quello di New Orleans, quello di Carrolton nella Georgia, quello di Delaware in Media nella Pensylvania. The Architectural Record (Agosto 1931). W. 40 th Street, New York. Interessantissima e sotto ogni rapporto degna di nota la rassegna degli stabilimenti balneari, dei Clubs, di tutti i luoghi di piacere sorti sulle rive dell’Oceano Atlantico o su quelle lontane della California per alleviare il tedio dell’umanità che si reca là per divertirsi ad ogni costo. Rassegna troppo lunga per riportarla ma, nella massa, gli esempi mostratici si distinguono sempre per buon gusto. Passiamo da Miami Beach Florida, alle piscine scoperte di Ryi Beach nel Westchester County Park System in New York, al Jone Beach State Park in Long Island; per chi dovesse studiare problemi di questo genere il numero è davvero prezioso, si può considerare una monografia a soggetto. FRANCIA L’Architecte (Septembre 1931). 2, Ra de l’Echelle, Paris. Numero dedicato alla Esposizione Coloniale di Parigi, come del resto
quasi tutti i fascicoli delle varie Riviste francesi d’arte, in
questo periodo, e già molto noti. L’Architecture (Luglio 1931). 39, Rue da Général Foy, Paris. Ancora dell’Esposizione Coloniale di Parigi: le fotografie e
le tavole riportate dalla Rivista in esame integrano molto efficacemente
quelle già ammirate ne “L’Architecte”. L’Architecture (Agosto 1931). 39, Rue da Général Foy, Paris. Nella prima parte è ancora l’Esposizione Coloniale che
ci offre materiale illustrativo in abbondanza: sono le fontane, i padiglioni
delle potenze estere, i giardini. Notiamo il padiglione dell’Italia
dell’arch. A. Brasini; efficacissimo quello del Lombardi per l’isola
di Rodi: il Belgio, la Gran Bretagna,... INGHILTERRA The Architectural Revew (Luglio 1931). 9, Queen Anne’s Gate, Westminster S. W. 1. Originale ed ottima l’idea ed il sistema seguiti dalla Soc. “Shell” per non turbare coi suoi avvisi di pubblicità l’armonia del paesaggio inglese. Invece di far uso dei soliti e stridenti avvisi, essa ha fatto eseguire da artisti di fama una serie notevolissima (come numero e come qualità) di quadri raffiguranti i più pittoreschi scenari che si presentano al viaggiatore lungo le strade della Gran Bretagna; stampati su targhe smaltate recanti per didascalia il nome del luogo rappresentato e il motto pubblicitario che ne è fa ragione unica, ma questo sempre in via che sembra subordinata al primo, sono stati distribuiti senza economia lungo le arterie di gran turismo e sono, almeno a quel che ne dice la stampa inglese, ottima trovata anche e specialmente dal punto di vista commerciale. The Architectural Revew (Agosto 1931). 9, Queen Anne’s Gate, Westminster S. W. 1. Sir John Burnet e Campbeil Jones, Sons & Smithers hanno progettato e costruito in Londra, Cornhill, il nuovo palazzo a sede centrale della Lloyd’s Bank. Classico nella struttura esterna, l’ampio motivo a colonne poggiato su alta zona basamentale e coronato da attico, esso rivela già nelle decorazioni interne alcune raffinatezze della scuola moderna. The Architectural Revew (Settembre 1931). 9, Queen Anne’s Gate, Westminster S. W. 1. “Arandora Star, Kungsholm, Empress of Britain”. Perchè,
si domanda H. P. Shapland, queste macchine che in ogni loro particolare
rivelano i prodigi raggiunti dalla tecnica devono invece, nei grandi
ambienti interni di rappresentanza, somigliare alle sale della Badia
di Westminster o del Castelvecchio di Verona? Il materiale illustrativo
mostratoci è di grande efficacia e mostra chiaramente il contrasto. GERMANIA Baukunst (Luglio 1931). München, Barerstr. 15. Numero dedicato ai giardini: “L'arte del giardini nel passato, nel presente e nell’avvenire”, di Alwin Seifert. “I giardini e l’edilizia cittadina”, di Franz Hallbaum. Bibliografia e Recensioni. Gli articoli sono tutti molto interessanti: essi trattano dei criteri generali seguiti dagli architetti tedeschi per la realizzazione delle loro opere che sono sanza dubbio fra le migliori nell’arte del giardinaggio. Baukunst (Agosto 1931). München, Barerstr. 15. Architettura minore in Germania e nella Svizzera tedesca: case di campagna, ville, villette e case di abitazione per piccoli centri: notiamo fra gli altri i nomi degli architetti: Lux Guyer, Zurigo; Max Schön, Monaco; Hugo Wilkesmann, Mannheim. Innen Dekoration (Luglio 1931). Verlag A. Koch, Darmstadt. L’esposizione di Berlino e gli aspetti che in essa ha assunto
l’arredamento moderno. I nomi che leggiamo quali autori dei modelli
esposti sono quelli dei colossi dell’edilizia e dell’arredamento
contemporanei in Germania: Walter Gropius, Mies van der Rohe, Marcel
Breuer, i fratelli Luckhardt. Predomina, anzi possiamo dire che è
padrone del campo, il metallo come materiale di arredamento; gli effetti
sono basati tutti sui riflessi delle canne cromate con cui sono costruite
le ossature portanti dei mobili; il colore è dato dalle stoffe,
dai parati, più che altro dai tappeti. La casa ci sembra però
così troppo fredda, troppo simile alla clinica medica ed alla
camera operatoria. Innen Dekoration (Agostoo 1931). Verlag A. Koch, Darmstadt. Casa Poelzig, Berlino Westend; arch. Marlene Poelzig; abbiamo già avuto occasione di notare l’ultlma e migliore opera della Poelzig, la rivista di arredamento ce ne mostra altri aspetti, tutti di squisito buon gusto. Il grande architetto berlinese non poteva davvero avere idea migliore che quella di affidare la costruzione e l’arredamento della casa sua e dei suoi a chi della casa doveva essere il genio tutelare: Marlene, sua moglie. Moderne Bauformen (Luglio 1931). Paulinenstr. 44, Stuttgart. La relazione del Gropius al recente Congresso di Berlino. In essa l’architetto
esamina con acuta analisi i pregi ed i difetti dei vari tipi di costruzioni
moderne: estensive (case a schiera e borgate satelliti nelle quali predomina
la casa per una sola famiglia); intensive ma contenute entro moderati
limiti di altezza, intensive a forte sviluppo verticale. Egli è
decisamente favorevole al terzo tipo, contenuto entro limiti ragionevoli
ma pur sempre molto elevati date le nostre abitudini, e sviluppato entro
grandi zone verdi. Soprattutto interessante la documentazione di queste
sue conclusioni basata su dati statistici molto importanti in rapporto
a criteri igienici, economici ed urbanistici. Moderne Bauformen (Agosto 1931). Paulinenstrasse 44, Stuttgart. Continua le rassegna della sezione che abbiamo chiamata “La casa
di oggi” dell’esposizione di Berlino: vediamo altri interni:
popolari, economici e di lusso. Tutti ci mostrano chiaramente lo studio
per risolvere quello che è oggi nell’edilizia il problema
principe: soddisfare con le diminuite possibilità economiche,
che più che altro si risentono nello spazio disponibile, le aumentate
esigenze per migliori generali condizioni di vita di tutte le classi
sociali. Marcel Breuer, Erwin Gutkind, Mies van der Rohe, i fratelli
Luckhardt, Walter Gropius sono, per non citare che i più noti,
i nomi che ci vengono presentati. Moderne Bauformen (Settembre 1931). Paulinenstrasse 44, Stuttgart. Ampliamento dei magazzini di vendita della Ditta Breuninger di Stoccarda,
degli arch. Eisenlohr e Pfennig. Bellissima costruzione moderna. Nel
centro della vecchia città, vicino ai vecchi magazzini cui è
unita da un passaggio a vetri, vicino alle vecchie case in mattoni ed
ai vecchi tetti a comignoli a forte pendenza, la nuova costruzione colla
sua mole bianca e la sua copertura in piano, è qualche casa di
nuovo: rappresenta una data, un’epoca, un’idea: 10 piani,
56.000 mc., 38 m. di altezza. Wasmuths Monatshefte Baukunst & Staedtebau (Luglio 1931). Berlin, 8 W. Markgrafenstr. 31. In Berlino, Alexanderplatz angolo Königstrasse, Peter Behrens
ha costruito un edificio di otto piani ad uso negozi ed uffici. Dall’altro
lato della Königstrasse a fiancheggiarne l’accesso della
piazza, ne sorgerà un altro simile come chiaramente ci mostrano
i modelli. La piazza risulta fra le più importanti della capitale
tedesca, come nodo di smistamento e di incrocio di numerosissime linee
di traffico urbano e come stazione di arrivo di ferrovie principali,
secondarie e di tram cittadini: il piano regolatore ne prevede la sistemazione
e l’ingrandimento in forma semicircolare per poter acuire alle
necessità delle comunicazioni: in questa sistemazione gli edifici
del Behrens si adattano e si inquadrano con ottimo effetto e rispondono
a necessità veramente sentite. Ossatura in acciaio, architettura
in béton e vetro, otto piani fuori terra oltre la sopraelevazione
parziale e due piani sotterranei; iniziata nei Luglio 1930 la costruzione
era già coperta nell’Ottobre dello stesso anno; 48.700
mc. di muratura. Wasmuths Monatshefte Baukunst & Staedtebau (Agosto 1931). Berlin, 8 W. Markgrafenstr. 31. Paul Bonatz e F. E. Scholer: lo Zeppelinbau in Stoccarda. Wasmuths Monatshefte Baukunst & Staedtebau (Settembre 1931). Berlin, 8 W. Markgrafenstr. 31. Karl Schmidt ha costruito in Dresda il Garage della Cooperativa Vorwaerts;
veramente imponente dal punto di vista della tecnica e da quello dell’estetica.
Ossatura mista in béton ed in acciaio. Nel piano scantinato trovano
posto alcuni boxes speciali per vetture da turismo, i posti di lavaggio,
una piccola officina per riparazioni, bagni, bar, guardaroba ed ambienti
di soggiorno per maestranze. Al piano terreno, invece, abbiamo un locale
unico della superficie di circa 3000 mq. utili, coperto da solaio in
cemento sostenuto da cantine della tratta di ben 56 m. Ivi, e senza
difficoltà di manovra, possono trovare posto 100 grandi macchine
da trasporto. SINDACATO NAZIONALE ARCHITETTI PAGINE DI VITA SINDACALE
Il giorno 12 dicembre si è riunito in Roma il Direttorio Nazionale
del Sindacato, presso la Sede della Confederazione Nazionale dei Sindacati
Fascisti, Professionisti ed Artisti. a) Concorsi. Fra gli argomenti svolti più completamente è da segnalarsi
quello dei Concorsi, di cui si trattò dal punto di vista generico,
specialmente in rapporto all’incarico dato ai membri del Direttorio
facenti parte del Consiglio Nazionale delle Corporazioni di presentare
a detto Consiglio uno schema di deliberazione relativo ai concorsi stessi,
che sarà reso noto in seguito ai lettori; e da un punto di vista
specifico, con una animata discussione riguardante i Concorsi per la
Cattedrale della Spezia testè giudicato e per alcune chiese in
Messina, che sarà prossimamente bandito da S. E. il Vescovo di
quella città; nonché sui Concorsi per il Liceo Scientifico
di Siracusa, giudicato l’anno scorso e per la Palazzata di Messina,
giudicato nel corrente anno. Il Direttorio Nazionale dei Sindacato Fascista Architetti riunito in Roma il 12-12-1931-X: «Riferendosi all’Ordine del giorno approvato in merito ai pubblici concorsi ed ai diritti e doveri che da essi discendono, tanto per i concorrenti quanto per gli Enti banditori, esamina particolarmente la situazione creatasi a seguito di due Concorsi esperiti nella Sicilia nell’ultimo periodo, e precisamente: il Concorso nazionale per la Palazzata di Messina e il Concorso regionale per il R. Istituto Tecnico e Liceo Scientifico di Siracusa, le cui conseguenze trascendono i limiti del puro interesse di categoria per incidere su più vaste zone di indole generale; «Per quanto si riferisce al primo Concorso, conchiuso con una chiara ed inequivocabile indicazione da parte della Commissione esaminatrice, il Direttorio, venuto a conoscenza del proposito manifestato dal R. Commissario di Messina, secondo il quale non verrebbe più data esecuzione al progetto vincitore, (che frattanto non è stato neppure sottoposto al prescritto giudizio del Consiglio Superiore delle Belle Arti), e in luogo dell’attesa Palazzata, necessaria alla sistemazione della città nei riguardi storici, urbanistici ed igienici, si sostituirebbe un paravento arboreo; «Ritenuto che tale soluzione, oltre a non corrispondere a tutti i requisiti sopra indicati, rapresenterebbe un sicuro sperpero di denaro perché indubbiamente destinata ad essere sostituita a breve distanza di tempo dalla definitiva e naturale soluzione architettonica; «Dà mandato al Segretario Nazionale on. Calza-Bini perché intervenga presso i Ministri dei Lavori Pubblici e dell’Educazione Nazionale affinché, in base al progetto dell’espletato Concorso, vogliano assicurare alla città di Messina la esecuzione di un’opera che risponde a tutte le necessità già indicate, e impediscano invece l’approvazione di opere transitorie ed inutili». Nei riguardi del Concorso di Siracusa, ricordato: «Che per difetto di esatta e corrispondente indicazione di limiti finanziari, la Commissione giudicatrice non potè prescegliere alcun progetto per il primo premio, ma chiaramente indicò come vincitore e primo nella graduatoria l’Arch. Fichera; «Che l’Amministrazione Provinciale banditrice del Concorso, affidava allo stesso Architetto l’incarico della compilazione di un progetto definitivo su nuova area; «Che il progetto fu regolarmente compilato e approvato dal Rettorato e dalla Prefettura, tanto che allo stesso Arch. Fichera fu anche affidato l’incarico della direzione tecnica ed artistica dei lavori; «Che prima che il progetto approvato fosse presentato al Comitato tecnico del Provveditorato alle Opere Pubbliche di Palermo, ai sensi delle disposizioni vigenti per la concessione del contributo governativo, venne dall’Amministrazione Provinciale insinuato un nuovo progetto compilato d’ufficio e con limiti di spesa molto più elevati; «Appreso che il Provveditorato alle OO. PP., invece di portare il suo esame sul progetto dell’Arch. Fichera, venne incaricato di esprimere il parere soltanto sul progetto d’ufficio, che pertanto venne approvato con nocumento morale e materiale dell’Architetto progettista, ufficialmente incaricato; «Constatato che il progetto così approvato rappresenta un vero assurdo dal punto di vista planimetrico, estetico e costruttivo, oltre ad essere in aperta violazione delle prescrizioni regolamentari contenute nel R. Decreto 31 dicembre 1923, n. 3125, relativo alla costruzione degli edifici scolastici; «Il Direttorio Nazionale, pur senza entrare in particolare nel merito del progetto dal punto di vista architettonico, ritiene suo dovere segnalare alle superiori Autorità e ai Ministri dei Lavori Pubblici e dell’Educazione Nazionale la gravità del caso, al fine di evitare che la nobile città di Siracusa, ricca di opere d’arte, sia offesa da un edificio che non soltanto rappresenterebbe l’assoluta negazione di quel sano e robusto indirizzo di rinascita architettonica sorto in funzione ed espressione dell’attuale clima politico fascista, ma costituirebbe un vero sperpero di pubblico denaro; e dà mandato al Segretario Nazionale Onorevole Calza Bini perché in tal senso intervenga presso le superiori Autorità». Un altro argomento di eccezionale importanza per la nostra classe,
sul quale l’assemblea si intrattenne lungamente, fu quello dell’interpretazione
delle disposizioni legislative riguardanti la progettazione e la direzione
dei lavori di costruzioni in cemento armato per parte degli Architetti.
SINDACATO NAZIONALE FASCISTA Risposta al Foglio n. 1356 dai 7-8-1931. Oggetto: Competenza Architetti nella progettazione opere cemento armato. «In relazione al quesito avanzato da codesto Onorevole Sindacato
Nazionale circa la competenza degli Architetti a progettare opere in
cemento armato, osservo che gli Architetti, per essere ammessi a firmare
progetti e dirigere lavori comprendenti opere in cemento armato, debbono
essere inscritti nell’albo professionale a norma della legge 24
giugno 1923, numero 1395 e relativo Regolamento 23 ottobre 1925, n.
2537, nonché della legge speciale sui cementi armati. Su questo e su tutti gli altri argomenti all’ordine del giorno dell’Assemblea torneremo, come si è detto, nel prossimo fascicolo.
Com’è noto, nel 1933 si terrà a Milano la V Mostra
Internazionale di Architettura ed Arti Decorative nel nuovo Palazzo
dell’Arte. La Mostra sarà ordinata da un Direttorio composto
di tre membri nominati dal Commissario Governativo dott. Barella nelle
persone dell’arch. Gio. Ponti, del pittore Sironi e di Carlo A.
Felice e da due membri rappresentanti il Sindacato Architetti, nominati
dall’on. A. Calza Bini, Segretario Nazionale, nelle persone degli
architetti Alberto Alpago Novello e Pietro Aschieri. |
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