CORRIERE ARCHITETTONICO
ARCHITETTURA TOSCANA
di RAFFAELLO FAGNONI e GIOVANNI MICHELUCCI
I due palazzetti, cui questa breve nota è dedicata, sono in
Toscana e toscani tanto, che a prima vista li riconosci per tali e li
senti congiunti al paesaggio e alle vecchie strade circostanti.
Eppure fra l’uno e l’altro sono differenze notevoli. Quello
di Pistoia con l’ordine a colonne piantato sulle bugne del pianoterra
come su uno zoccolo, e risorgente quasi al di sopra dello spiovente
del tetto con le statue, arieggia quei ricordi neoclassici che sulla
piazza ove sorge l’edificio regolano tuttora le piantagioni e
i viali. I fianchi della facciata a semplici superfici piane d’intonaco
chiaro chiudono bene quel breve tratto monumentale, lo incastonano e
lo intonano a Pistoia, al suo aspetto signorile e rurale insieme di
cittadina dalla vecchia illustre storia. L’interno è ugualmente
semplice ma ben distribuito, arioso, adatto allo scopo di Casa dei Balilla
per cui l’edificio è stato eretto. E la porta d’ingresso
con la dedica a Leopoldi Bozzi, il giovane amatissimo Podestà
di Pistoia, morto tragicamente, ha con i due fasci littorii innestati
a mo’ di pilastri nel l’imbotte del muro, un tocco appena
appena di compostezza funeraria che è come un attimo di serietà
in un sorriso.
Il palazzetto di Settignano è legato invece, e giustamente, alla
gentilezza del Rinascimento che la patria di Desiderio evoca in noi
solo a nominarla. La pietra vi si alterna agli ampi spazi di parete
intonacata con ritmo alterno di paraste a bugne e di porte sormontate
da tondi: nel mezzo la porta regge su due mensole un balcone chiuso
da un solido balaustro murato, come una tribuna, alla quale faccia da
sfondo la finestra, affiancata di pilastri portanti i due fasci. E una
fascia di pietra orizzontale corre lungo l’altezza del piano a
collegare tutte le verticali, così che la facciata rivela l’ossatura
dell’interno, traendo francamente il suo motivo ornamentale dalle
necessità statiche dell’edificio. Tutto ciò con
quella sugosa aria un po’ di tozzo e impacciato, quale spesso
hanno finito col prendere gli stili passando dalla città alla
campagna; nè si può dare raffinatezza più grande
del partecipare così, con una sfumatura critica di interpretazione,
alle naturali premesse dell’ambiente.
Occorre dire che gli autori di questi due edifici sono toscani? Michelucci
e Fagnoni insieme del primo, della Casa dei Balilla di Pistoia, Raffaello
Fagnoni del secondo, della Casa del Fascio di Settignano. Nomi cui ormai
si guarda con fiducia grande per le prove che hanno dato nella via di
una sana ricerca per innestare sulla tradizione toscana la propria personalità
d’artisti viventi nel 1900.
ANTONIO MARAINI
LA LIBRERIA DEGLI OMENONI A MILANO
di GIGIOTTI ZANINI
Questa è una delle ultime opere di Gigiotti Zanini: un negozio
di libri che vuole, nel tempo stesso, essere saletta di ritrovo per
i bibliofili buongustai. Come l’architetto sia riuscito a trar
grande profitto del poco spazio si vede dalle fotografie che pubblichiamo.
Tutte queste scaffalature, a cominciar dalle vetrine di mostra fin alle
pareti del negozio, obbediscono ad un chiaro ed elegante ritmo architettonico;
pregio che, in certi punti ha perfino soverchiato la rigida struttura
iniziale. Così, avremmo preferito minor tormento di sagome e
di modanature, specie all’esterno. Ma codeste son mende di piccol
conto; e la libreria Zanini tutta costrutta in bel legno di noce, d’un
sapore onesto e classicheggiante, può bene stare a pari con le
altre più recenti botteghe milanesi qui illustrate.
F. R.
OPERE FUNERARIE
dell’Arch. MANLIO COSTA
L’arch. Manlio Costa ha costruito a La Spezia le due cappelle
funerarie che presentiamo ai lettori.
La cappella “Di Molfetta” è più trita, composta
di elementi decorativi esuberanti, un po’ grossi, eterogenei:
non risulta fusa e compatta nel suo insieme. L’altra della famiglia
Alinghieri è più semplice e suadente nella sua robustezza
unitaria e pacata.
N. D. R.
RECENSIONI
CAPRI - 56 tavole di Gennaro Favai - Tipografia del “Gazzettino„
Venezia 1930.
Il pittore Gennaro Favai ha edito 56 tavole di suoi disegni dell’Isola
di Capri preceduti da una prefazione di Antonio Cippico. Le caratteristiche
architettoniche delle costruzioni naturali del luogo sono già
note ai lettori della Rivista per essere stati ampiamente illustrale
in precedenti articoli. Qui ci piace segnalare l’interessante
pubblicazione del Favai, i cui disegni, eseguiti con scioltezza e bravura,
riusciranno piacevolissimi agli amatori del romantico luogo, interpretandone
essi con aderente sensibilità gli aspetti pittoreschi della natura
e dell’architettura, l’una all’altra tanto connaturate
da sembrare inscindibili.
N. D. R.
NOTIZIARIO TECNICO
ISOLAMENTO ACUSTICO DEGLI EDIFICI
Nell’edilizia di oggi è uno dei problemi più nuovi
e di maggiore attualità. Vibrazioni d’ogni genere penetrano
nei fabbricati attraverso le loro aperture. Il fastidio dei rumori e
dei tremiti negli ambienti dove lavoriamo o riposiamo si accentua ognora
più per l’intensificarsi del traffico e per i macchinari
che sempre in maggior numero fanno parte dell’attrezzatura della
vita moderna; a ciò si aggiunga il grande impiego che, nella
costruzione edilizia, si fa di strutture elastiche favorevoli alla propagazione
delle vibrazioni quale il ferro e il cemento armato. Ad aggravare la
situazione, sotto questa aspetto, influiscono anche le condizioni economiche
attuali che portano una riduzione di dimensioni degli ambienti, dei
muri, delle strutture, per quanto compatibile con le norme della buona
costruzione.
Perciò l’edile di oggi deve conoscere almeno i principali
aspetti di questo problema: accenneremo qui sommariamente ad alcuni
dati ed a varie applicazioni pratiche di isolamento acustico.
Nell’abitazione comune ci si può contentare di qualche
protezione di indole generale, ma in vari casi, come negli ospedali,
collegi, scuole, istituti scientifici, sale da musica, teatri, ecc.,
bisogna sovente compiere uno studio accurato e severo sulle condizioni
acustiche dell’edificio.
Ma non basta, le vibrazioni oltre che fonte di disturbo diciamo fisiologico
per gli uomini, sono notevolmente dannose per le condizioni statiche
degli edifici; In alcuni casi possono causare lesioni e perfino la rovina
di fabbricati.
Le vibrazioni, che possiamo distinguere in tremiti (allorché
in numero minore di circa 20 per minuto secondo) e in suoni (più
di 20 al secondo), pervengono ai fabbricati o dal sottosuolo (treni,
ferrovie sotterranee, macchinari), o dalla strada (trams, veicoli, passanti),
o dai vicini (dello stesso fabbricato).
Per precludere la via alla penetrazione di questi disturbi bisogna tenere
presente che essi possono propagarsi: per via aerea, attraverso le aperture,
piccole fessure, canali di ventilazione, canne fumarie, ecc., o per
le strutture stesse dell’edificio, o per le tubazioni di impianti
di acqua, riscaldamento, gas, ecc.
È ovvio che oltre predisporre degli ostacoli al propagarsi delle
vibrazioni acustiche, è innanzitutto della massima importanza
smorzare ed assorbire con materiali acconci le vibrazioni nella loro
sorgente stessa (caso di macchinari posti nell’edificio o nelle
sue immediate vicinanze, linee di treni, ecc.).
Tralasciando i principi scientifici sulle vibrazioni acustiche e loro
specie e le numerose esperienze compiute in proposito sui materiali
isolanti (Sabine, Lord Rayleigh, Krueger, Moens, Watson), che pure hanno
grande interesse per l’architetto, tratteremo soltanto dell’isolamento
delle vibrazioni nell’aria e nei serramenti (I), nelle strutture
dell’edificio e nelle tubazioni (II), e dello smorzamento delle
vibrazioni nella loro sorgente stessa (III), perciò dell’isolamento
dei macchinari.
* * *
I. - Vibrazioni trasmesse dall’aria e dai serramenti.
La propagazione dei suoni attraverso le piccole aperture, come in genere
esistono nei serramenti, è di certo maggiore di quanto si immagini
comunemente. Gli stessi buchi delle serrature sono fonte di sensibili
trasmissioni delle vibrazioni sonore dell’aria. Così pure
la mancata aderenza delle varie parti di un serramento chiuso, oltre
che, come nelle finestre essere fonte di filature d’aria e di
infiltrazioni d’acqua piovana, è dannosa all’isolamento
acustico.
Le cure dell’architetto debbono essere rivolte, più che
mai, alla progettazione e costruzione di serramenti perfetti. Abbiamo
già ripetutamente accennato in questo notiziario a tipi moderni
di “infissi” e a varie chiusure ermetiche; perciò
non ci soffermiamo maggiormente su questo argomento. Invece è
opportuno, benché si tratti di diverso argomento, considerare
qui la trasmissione del suono attraverso il vetro, chè all’architetto
il vetro serve principalmente nel serramento.
Una legge fisica fondamentale ci dice che il suono, oltre trasmettersi
per vibrazioni dell’aria attraverso aperture o pori del materiale
(il vetro è però considerato materiale non poroso), si
trasmette attraverso un corpo che abbia forma di lastra o tramezzo,
in due modi: I) per le vibrazioni delle particelle del corpo; 2) per
mezzo di oscillazioni che la lastra stessa, come fosse un diaframma,
compie tutta intera causando nell’aria, dall’altro canto,
delle onde sonore. Queste oscillazioni della lastra (o tramezzo) hanno
grande importanza nello studio dell’acustica edile e sono in relazione
allo spessore, alla elasticità, alta larghezza ed altezza dell’elemento,
e dipendono pure dal rapporto della sua lunghezza con quella dell’onda
sonora. Questo ci dice subito che una parete massiccia e pesante non
potrà trasmettere che pochissime vibrazioni acustiche. E che
invece tramezzi sottili, omogenei, e incastrati saranno ottimi trasmettitori
di suono. Vedremo in seguito, su questo argomento e parlando di solai,
come influisca su ciò e quanto possa essere dannoso il fenomeno
dalla risonanza.
Ritornando ora ai vetri dei serramenti, dopo quanto detto sopra, è
evidente che essi sono elementi sfavorevolissimi all’isolamento
acustico. Riferendoci alle importanti esperienze di M. Krueger, professore
all’Università di Stoccolma, vediamo che un vetro semplice
di spessore di 3 mm. appartiene all’ultima classe (settima secondo
la di lui classifica), cioè è cattivissimo isolante (trasmissione
della voce umana in modo normale e ben percettibile). Altrettanto è
risultato per vetri anche di 7 mm. di spessore e per due vetri di 3
mm. accostati. Un cattivo isolamento (classe sesta) si ha ancora da
due vetri comprendenti una intercapedine d’aria di 160 mm.; le
cattive condizioni acustiche permangono anche se si colma detta intercapedine
con segatura di legno.
Per arrivare alla classe quinta (isolamento non ancora buono-udizione
della voce umana normale) bisogna porre tre vetri con relative camere
d’aria fra l’uno e l’altro. E dunque evidente che
è impossibile precludere la trasmissione di suoni attraverso
lastre di vetro normali da finestre o vetrine interne.
Riguardo le porte, le esperienze eseguite dal professor Krueger hanno
classificato delle porte normali in legno, dello spessore di 45 mm.
nel telaio e 12 mm. negli specchi (pannelli) nella categoria del cattivissimo
isolamento (classe settima).
Per migliorare un po’ le condizioni isolanti e passare alla classe
quinta (isolamento non ancora buono) bisogna arrivare ad una porta doppia,
con elementi di spessore come al tipo precedente, e con intercapedine
d’aria di 117 mm. Porte assolutamente isolanti si possono ottenere
solo con una costruzione a vari strati di materiali speciali e con appropriati
apparecchi di chiusura, il che si può usare soltanto in casi
eccezionali (vedi Notiziario tecnico “Architettura e Arti Decorative”
fasc. 12, 1931). L’architetto non si attenda dunque alcuna notevole
funzione isolante dai serramenti interni. Un tendaggio disposto in ausilio
ad una poeta potrà realizzare un certo smorzamento delle onde
sonore.
L’intercettazione dei suoni lungo i condotti di ventilazione e
le canne fumarie, è un problema non facile, poiché non
bisogna togliere a queste le loro proprietà di continuità
e di tiraggio. In una conduttura d’aria per esempio, si ottiene
un isolamento se non completo almeno di un certo valore, collocando
in un’apposita cmera un diaframma (fig. 1) più largo della
sezione del canale stesso e che abbia due fronti concave in modo da
ottenere una riflessione dei suoni che vengano da una delle due parti.
L’aria trova invece il suo passaggio lateralmente, senza alcuna
interruzione.
Ma se si vuole una completa intercettazione dei suoni lungo una conduttura
di ventilazione, bisogna ricorrere a sistemazioni del tipo fig. 2 (sperimentato
dal National Physical Laboratory inglese), silenziatore usato con successo
per l’isolamento di condotti di ventilazione attraverso i quali
si trasmettevano fortemente del suoni di organo e rumori di macchinari
idraulici.
Per i condotti di ventilazione si può anche ottenere un certo
isolamento rivestendoli di una materia assorbente del suono, per esempio
di feltro.
* * *
II. - Vibrazioni trasmesse dalle strutture dell’edificio.
Qui la nostra trattazione sarà molto sommaria altrimenti occorrerebbe
un intero trattato in proposito.
Tenteremo di riassumere alcuni dati pratici, alcuni esempi e qualche
caratteristica d’importanti materiali isolanti.
Regola fondamentale da seguire nell’isolamento acustico di un
fabbricato è quella d’interrompere l’omogeneità
delle sue strutture. Questo principio contrasta evidentemente con le
norme per la stabilità stessa dell0’edificio. Da ciò
la necessità di uno studio accurato sulla posizione del diaframmi
isolanti e sulla loro natura, affinché questi non divengano punti
deboli nella resistenza dell’edificio.
* * *
Fondazioni.
Per ostacolare il cammino ai rumori provenienti attraverso il suolo,
dalle strade vicine o da altri edifici, la zona in cui necessitano i
primi ripari sono le fondazioni stesse. Saranno perciò degli
strati di materia acconcia che si interporranno tra i blocchi di fondazione
e la struttura in elevazione. Si tratta sempre di materie, sotto forma
di lastre, che rispondano a requisiti di elasticità di volume,
ma pure di resistenza e di durata. Il materiale che meglio risponde
a queste esigenze è il sughero naturale: esso difatti contiene
innumerevoli e piccolissimi compartimenti di aria ermeticamente chiusi,
da cui deriva la sua elasticità, cioè la proprietà
di variare di volume e di essere cattivo conduttore del suono (nel legno
per esempio sono contenute numerose parti d’aria, ma non racchiuse
ermeticamente). Si tenga presente che la gomma, benché elastica,
non ha affatto la qualità di modificare il suo volume: difatti
se in un cilindro metallico si tenta di comprimere un cilindro di gomma
esattamente uguale non si riesce, mentre ciò avviene con un cilindro
di sughero.
Per dare qualche notizia pratica diremo che appunto in commercio si
trovano preparati a base di sughero naturale, come l’Asphalt-Korsil
o Corsasfalto che sono lastre di sughero compresso protette da due strati
di feltro asfaltato : queste lastre possono sopportare carichi fino
a circa 10-15 kg. per cmq. Per il caso di carichi di maggiore entità,
fino 70-80 kg. per cmq., si può usare la cosiddetta Antivibrite
che è formata da numerosi strati di uno speciale tessuto di juta
impregnato di asfalto e che perciò ha anche potere isolante contro
l’umidità: lo spessore delle lastre è di circa 10
mm.
Questa “Antivibrite” ha data buona prova nell’solamento
del Gesundheitsamt di Amburgo, edificio attraversato da una linea tramviaria
sotterranea.
Questi stessi materiali isolanti si usano, come vedremo, anche per l’isolamento
di strutture in elevazione, solai, ecc.
* * *
Murature, pilastri, solai, ecc.
Come nelle fondazioni, così lungo le murature in elevazione
è bene disporre degli strati isolanti di una materia appropriata
(per esempio, una delle già indicate). Per isolare un solaio
dalle eventuali vibrazioni trasmesse dal muro, non è bene che
la materia isolante sia applicata nell’appoggio o incastro del
solaio stesso, ma piuttosro in uno strato orizzontale nella muratura
stessa, a qualche distanza sotto l’appoggio del solaio (figg.
3-4).
Nei casi in cui si richieda un isolamento notevolmente efficace nelle
murature, sembra sia necessario adottare oltre gli strati isolanti,
delle strette intercapedini verticali da riempire con ghiaia minutissima
o sabbia (fig. 4), (materiale che non deve essere in condizioni di carico).
Per le travi di ferro dei solai, appoggiate su muratura, si fabbricano
speciali isolanti basati sostanzialmente su feltro acconciamente preparato
per resistere al carico e all’umidità. Il solaio non solo
deve essere protetto contro le vibrazioni che gli giungono dalle strutture
portanti (e per via dell’aria) dagli ambienti sottostanti, ma
anche per le vibrazioni che il solaio stesso può a sua volta
trasmettere.
Il suo isolamento acustico parziale si ottiene per mezzo di strati di
feltro, sughero, ecc., interposti nella sua struttura.
In ogni modo l’isolamento dei solai è uno dei lati più
difficili del problema. Il solaio è un elemento in tensione ed
incastrato, perciò soggetto a notevoli oscillazioni (come sopra
abbiamo accennato nella trasmissione del suono attraverso corpi a forma
di lastra) trasmettitrici di vibrazioni sonore. Qui bisogna ricordare
il fenomeno della risonanza o delle oscillazioni forzate: ad esempio,
le oscillazioni di un solaio per effetto del funzionamento di un motore
possono divenire molto più ampie quando il periodo proprio del
solaio e quello delle forze si accordano. È come se ad un moto
pendolare si imprimesse una forza esattamente all’estremità
dell’oscillazione. Potremmo citare vari casi, per esempio quello
di un solaio che sotto le vibrazioni di un motore elettrico applicato
al muro di facciata, oscillava in tal modo che nell’ambiente non
si poteva più nè scrivere nè disegnare: cambiato
il periodo di oscillazione del solaio con l’interruzione della
portata delle sue travi (applicando a circa due terzi della luce un
nuovo trave maestro) l’inconveniente fu eliminato. Questo fenomeno
può verificarsi anche nei tramezzi ed in altri elementi strutturali
degli edifici; esso spiega anche perché qualche volta accada
che per effetto di un macchinario o di altra causa di vibrazione, strutture
lontane subiscano oscillazioni più sensibili di quelle vicine.
Nei solai, un qualche effetto isolante lo hanno i soliti laterizi forati:
si usano anche strati di sabbia, di segatura, di pietra pomice, lastre
di sughero, ecc. In commercio a facilitare l’opera del costruttore
edile, vi sono, oltre quelle già indicate per le murature, delle
lastre isolanti speciali per solai. Citiamo per esempio, le lastre “Weco”
(fig. 5), che consistono in uno strato interno a struttura reticolare
ricoperto da materia isolante e due strati di feltro asfaltato o no,
a seconda dei tipi e delle esigenze.
Di altra costruzione sono le lastre “Antifono” che consistono
in uno strato impermeabile di feltro bituminoso combinato con uno strato
elastico (sughero), il tutto coperto da cartone bituminoso, con uno
spessore complessivo di circa cm. 2.
Un esempio di solaio con l’isolamento “Antifono” (brevettato)
è dato dalla fig. 3: sopra la soletta o struttura in cemento
armato è posto uno strato di sabbia di 3 cm., poi lo strato di
Antifono, spesso cm. 2, ancora di nuovo sabbia per 1 cm. di spessore,
ed infine un masso o getto di centimetri 4: infine sopra pavimento in
linoleum. Contro la parete tutto all’ingiro è bene disporre
un cuscino di altro materiale isolante (per esempio Corsillo) a base
di sughero.
Altro esempio di solaio isolato diamo nella fig. 4.
Una rilevante funzione d’isolamento ha il soffitto sottostante
al solaio, con un effetto crescente vieppiù se i suoi sostegni
sono indipendenti. In ogni modo anche una soffittatura composta di materiale
fibroso, come il “Celotex”, o la “Masonite”,
ricoperto di intonaco, se pure fissato al solaio, contribuisce ad una
buona afonicità.
Nel caso che sia richiesto un isolamento quasi assoluto, come in qualche
locale per musica, è bene rendere completamente indipendente
il solaio, le pareti ed il soffitto della sala dalla struttura principale,
per mezzo di lastre o blocchi di sughero compresso (fig. 10) e contenuto
in telai d’acciaio (caso del National Institute for the Blind,
a Londra).
Nelle figg. 6-7 diamo dei particolari dell’isolamento applicato
nelle stanze per musica della St. Paul’s Girl’s School in
Hammersmith (Inghilterra). Il materiale impiegato in detto edificio
e detto “Cabot” consiste in lastre o cuscinetti di una specie
di alga marina impaccata con carta: sono di facile applicazione e non
infiammabili.
Non resta molto da aggiungere per le tramezzature verticali o divisioni
sottili. Anche qui la trasmissione sonora, oltre che nelle vibrazioni
elastiche, consiste nelle oscillazioni che può assumere la tramezzatura
sotto l’influenza di onde sonore. Il rimedio, lo abbiamo accennato,
si dovrebbe ricercare in una maggiore pesantezza e spessore della parete
(Krueger ha trovato che il peso conveniente è di circa 175 kg.
per mq.) ma le case moderne sono costituite quasi di soli muri sottili.
Si cerchi perciò di adottare materiali ad elementi, in modo da
avere poca omogeneità, che siano poco porosi e protetti da uno
strato elastico posto possibilmente in una intercapedine centrale. Lasciare
uno spazio libero nell’interno della parete oltre che far perdere
spazio utile, non giova perchè l’aria trasmette meglio
le vibrazioni dall’una all’altra parete. Conviene che l’intercapedine
sia colmata, per esempio, con polvere di sughero, oppure rimpiazzata
da uno strato di una delle solite materie isolanti che riceva ed assorba
le vibrazioni di una parete senza trasmetterle, o quasi, all’altra
parete.
Una tramezzatura composta di strati di materiali diversi avrà
buone qualità isolanti perchè il suono ad ogni attraversamento
subisce una certa riflessione con conseguente perdita di intensità.
È bene anche isolare l’unione dei tramezzi alle altre strutture,
in modo da impedire la reciproca trasmissione di vibrazioni elastiche.
* * *
Le tubazioni sono ottime conduttrici del suono e il loro isolamento
non è semplice: noi possiamo adottare delle disposizioni isolanti
(figg. 8-9) che impediscano trasmissioni sonore dalla struttura dell’edificio
alle tubazioni e viceversa, ma non possiamo impedire la continuità
della tubazione stessa e del suo contenuto. Se le tubazioni di vapore
sono abbastanza facilmente isolabili perché il vapore stessa
è cattivo conduttore del suono, quelle dell’acqua calda
sono le migliori conduttrici di disturbi acustici. Si può ottenere
qualche risultato, dove sia proprio necessario, unendo alle provvidenze
del tipo figg. 8-9 delle interruzioni nella tubazione stessa con raccordi
e diaframmi di gomma, o con tubi di piombo foderati di stagno.
Chiudiamo questo primo sguardo all’argomento: proponendoci di
accennare prossimamente all’isolamento dei macchinari.
BIBLIOGRAFIA.
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SABINE, Collected Papers on Acoustics, Cambridge, 1922.
WATSON, Acoustics of Buildings, 1923.
LORD RAYLEIGH, The Theory of Sound, Londra, 1926.
KATEL, Les bruits dans les batiments, Parigi; 1929.
Dr. Ing. R. BERGER, Die Schalltecnik, 1926.
Prof. H. KRUEGER, Handlingar N. 74 Ingeniörs vetenskaps-Akademien,
Stoccolma, 1927.
OTTENSTEIN, Ueber den Schutz gegen, Schall und Erschütterungen,
Berlino, 1913.
Prof. MOENS, Une méthode de détermination des coefficients
d’isolation acoustique des matériaux de construction (La
tecnique des travaux), 12, 1930.
Ing. SCHOEMAKER, Het Dempen van gevoels, en gelindstrillingen, “het
Bouwbedryf” 14, 1929.
Ing. W. BRETZKE, Schallisolierungen im Hochbau, “Deutsche Bauzeitung”
79-80, 1930.
ZAMB, Dynamical theory of Sound, 1925.
Vari scritti di P. E. SABINE, American Architect, 1919, 1920, 1921,
1923, 1924, ecc.
GAETANO MINNUCCI.
SINDACATO NAZIONALE ARCHITETTI
PAGINE DI VITA SINDACALE
INTERPRETAZIONE DELL’ART. 16
DEL REGIO DECRETO
SULLA PROFESSIONE DI GEOMETRA
Come è noto al fine di chiarire la portata dell’Articolo
16 sulla professione dei geometri che in alcune città per la
non esatta conoscenza della legge da parte delle locali autorità
si prestava ad arbitrarie e ingiuste interpretazioni, il Segretario
Nazionale aveva rivolto preghiera ad alcuni Prefetti d’intervenire
perché la legge fondamentale sul titolo e sulla professione degli
ingegneri e degli architetti venisse rispettata.
Naturalmente non mancarono le proteste degli interessati né il
giusto rimprovero pervenuto al Segretario Nazionale da parte della Presidenza
della Confederazione per il diretto intervento non passato attraverso
le gerarchie e le procedure burocratiche.
Oggi però il Ministero delle Corporazioni fa comunicare ai Sindacati
degli architetti e dei geometri la seguente circolare che pubblichiamo
per esteso per norma dei nostri iscritti:
All’On. Confederazione Nazionale
sindacati Fascisti, Professionisti e Artisti.
Oggetto: Interpretazione dell’art. 16 del R. D. 11 Febbraio 1929
N. 279, sulla professione di Geometra.
Alcuni Prefetti hanno chiesto di conoscere l’avviso di questo
Ministero sull’interpretazione da darsi alla lettera m dell’Art.
16 del Regolamento professionale dei geometri, con cui vengono a costoro
attribuite le funzioni riguardanti il progetto, la direzione e la vigilanza
di modeste costruzioni civili. Ciò allo scopo di dirimere delle
vertenze sorte tra le Amministrazioni Comunali ed i Sindacati geometri,
i quali vorrebbero che fossero comprese fra le modeste costruzioni civili
anche le case popolari ed economiche.
Contemporaneamente sono pervenute doglianze da parte del Sindacato Nazionale
Geometri e di alcuni Sindacati Provinciali geometri, i quali informavano
che taluni prefetti, aderendo ad una richiesta avanzata dal Sindacato
Nazionale Architetti, avrebbero inviata al Podestà una circolare
intesa a prescrivere che la progettazione degli edifici civili fosse
riservata soltanto agli ingegneri ed agli architetti.
Su ciò fu richiamata l’attenzione di questo Ministero anche
da codesta On. Confederazione con nota 30 gennaio u. s. n. 2370.
Implicando l’esame della questione «valutazione di elementi
strettamente tecnici», questo Ministero ritenne opportuno interpellare
il Ministero dei Lavori Pubblici, perché d’intesa con quello
della Giustizia, avesse fatto conoscere il suo punto di vista al riguardo.
Il Ministero dei Lavori Pubblici ha, con nota del 12 marzo n. 4980,
comunicato quanto segue:
«È da premettere che l’importanza di una costruzione
non dipende dall’uso a cui questa è destinata, ma dalle
sue dimensioni e dalle difficoltà tecniche che può presentare
nella progettazione ed esecuzione delle varie sue parti, come dalle
fondazioni, dalla copertura, ecc.
«Non è pertanto evidentemente possibile dare una definizione
generale e precisa delle costruzioni civili modeste, e quando sorgano
dubbi e contestazioni in proposito se ne dovrà rimettere il giudizio
alle Autorità tecniche competenti.
«È fuori dubbio però che gli edifici a parecchi
piani, contenenti molti appartamenti, siano essi destinati ad alloggi
signorili o ad alloggi popolari, non hanno il carattere di modeste costruzioni.
«Per tali fabbricati lo studio delle fondazioni, delle dimensioni
da assegnare ai muri in elevazione, ai solai e alla copertura, degli
impianti idraulici, igienici, ecc. richiede la conoscenza. non superficiale,
della scienza delle costruzioni che viene insegnata soltanto nelle scuole
di ingegneria e di architettura.
«Detti edifici acquistano poi maggiore importanza quando debbono
essere costruiti in una grande città come Milano, dove si richiede
che per i prospetti vengano tenute in considerazione esigenze artistiche.
«È noto poi che a termini dello stesso articolo 16 sopracitato,
non è di competenza dei geometri la costruzione di opere in cemento
armato, che richiedono operazioni di calcolo o che per la loro destinazione
possano implicare pericolo per la incolumità delle persone, come
solai, scale, cornici, ecc.
«Ritengo quindi che il regolamento professionale dei geometri
non consenta che siano a questi affidate la progettazione e l’esecuzione
di qualsiasi edificio destinato ad abitazioni economiche e popolari».
Successivamente lo stesso Ministero dei Lavori Pubblici con nota 6 agosto
N. 16773, nel ribadire l’avviso sopra espresso, ha in merito alla
circolare diramata dal Prefetto, fatto presente quanto segue:
«Osservo in proposito che con l’Art. 16 lettera m del regolamento
11 febbraio 1929 n. 274, le funzioni attribuite ai geometri nei riguardi
delle costruzioni civili sono così definite».
Ora, con la dizione generica adottata nella riferita circolare, quelle
funzioni verrebbero menomate con l’eliminazione della progettazione
di costruzioni civili di qualsiasi genere, anche quindi di quelle modeste,
ammesse dalla disposizione di vigente regolamento.
Pertanto con la circolare prefettizia, denunziata dai Sindacati Fascisti
dei Geometri, deve essere chiarita nel senso che l’invito ai Podestà
di astenersi dall’affidare ai geometri la progettazione di edifici
civili non deve e non può riferirsi alle modeste costruzioni
civili che il regolamento riconoscesse nella competenza dei geometri.
Rimarrebbe a stabilire quali siano e quali debbano intendersi modeste
costruzioni civili; ma la questione non è suscettibile di una
precisa e generale definizione.
L’importanza infatti di un edificio dipende dalla sua destinazione,
dalle caratteristiche e difficoltà tecniche della costruzione,
dall’ambiente nel quale deve sorgere e cioè elementi che
sfuggono ad una aprioristica determinazione e classificazione.
I Podestà volta per volta prenderanno le decisioni del caso,
sentite le commissioni edilizie, valutando equamente le varie attività
tecniche professionali ed ispirandosi all’interpretazione imparziale
e logica dell’art. 16 del sopraccennato regolamento nei cui limiti
l’esercizio della professione di geometra deve essere mantenuta
e tutelata.
Ciò posto, questo Ministero, mentre ha interessato quello dell’Interno,
a volere impartire alle Prefetture le opportune istruzioni per la definizione
della questione di cui trattasi, prega codesta On. Confederazione di
voler fare ai dipendenti Sindacati geometri ed architetti le comunicazioni
del caso.
Il Ministro
BOTTAI
VISITA DEL SEGRETARIO NAZIONALE
AL SINDACATO DI MILANO
Il 18 settembre il Segretario Nazionale, trovandosi a Milano per ragioni
di ufficio, si è recato a visitare il Sindacato Architetti di
Milano.
Erano presenti, oltre al Direttorio Regionale al completo, numerosissimi
architetti milanesi che avendo avuto notizia della presenza dell’On.
Calza Bini si erano cortesemente recati a salutarlo.
L’On. Calza Bini ha ringraziato gli intervenuti e ha colto l’occasione
per intrattenerli sulle più importanti questioni riguardanti
la classe.
A PROPOSITO DEL CONCORSO
PER L’EDIFICIO DEL LICEO SCIENTIFICO
DI SIRACUSA
Come è noto la Provincia di Siracusa aveva lo scorso anno bandito
un concorso per il progetto di un edificio scolastico da erigersi in
quella città. Primo in ordine di merito fu segnalato il progetto
dell’architetto Fichera di Catania, al quale però non venne
assegnato il primo premio perché, per ragioni di economia, l’edificio
non avrebbe potuto essere costruito.
Interpretando lo spirito del giudizio, molto opportunamente il Preside
di quel Provveditorato dette successivamente l’incarico del progetto
su nuove basi e su nuova area allo stesso Arch. Fichera.
Nelle more dei giudizi di approvazione da parte delle autorità
sono intervenuti spiacevoli fatti tendenti ad annullare la validità
dell’incarico conferito, sopratutto a seguito di interferenze
più o meno giustificabili da parte di uffici tecnici locali.
Dovendosi prima della fine di settembre pronunziare in merito il Comitato
tecnico del Provveditorato per le Opere della Sicilia, l’On. Calza
Bini è intervenuto presso il Ministro dei Lavori Pubblici per
far sospendere ogni giudizio al fine di chiarire la posizione dell’Arch.
Fichera e tutelarne, con la dignità professionale, i legittimi
diritti.
INTERVENTO DEL SINDACATO
PER IL CONCORSO DEI PONTI DI VENEZIA
Il Sindacato Regionale di Venezia si è riunito in assemblea
il giorno 20 settembre al fine di votare un ordine del giorno relativo
alla modificazione di diciture non compatibili con la dignità
della professione contenute nel bando di concorso diramato recentemente
dal Comune di Venezia per la costruzione di nuovi ponti in quella città.
Il Podestà, interessato in proposito dal Segretario Nazionale
On. Calza Bini ha dichiarato che riceverà volentieri il Segretario
Regionale Arch. Vallot e alcuni membri del Direttorio per esaminare
la richiesta del Sindacato allo scopo di chiarire gli equivoci.
L’On. Calza Bini ha però inviato, al Podestà la
lettera che si riporta, che trascende dalla questione particolare mirando
sopratutto a difendere quei principi per i quali la classe degli architetti
deve combattere per la propria affermazione:
Illustre Podestà,
molto La ringrazio della squisita cortesia con la quale ha subito risposto
al mio telegramma.
Sapevo della collaborazione della Commissione Edilizia nella preparazione
,dei bandi di concorso e conoscevo le giuste basi dei concorsi stessi.
Infatti all’Arch. Vallot telegrafai dichiarando che ritenevo giusta
la disposizione data dal Comune che il progetto architettonico dovesse
strettamente aderire al progetto tecnico compilato dal competente Ufficio
Comunale; dove invece ritenevo e ritengo errata la dizione del bando
e tale appunto da generare spiacevoli equivoci è nella elencazione
degli elementi decorativi richiesti, e, peggio ancora, nella disposizione
contenuta nel bando relativa all’assoluta sottomissione dell’architetto
progettista alla direzione dei lavori, senza quella dignità e
indipendenza relativa nello sviluppare e nel dirigere l’esecuzione
della parte artistica e architettonica che ormai è universalmente
riconosciuta e che non è se non la diretta conseguenza della
rivalutazione morale che il Regime Fascista ha fatto della architettura
e degli architetti, i quali sono stati inscritti per questo nei rispettivi
albi professionali.
È questo un tasto assai delicato e nel quale si è imperniata
ormai tutta l’azione del Sindacato Nazionale; ed io confido che
il rappresentante di quella città di Venezia che di ogni sensibilità
e raffinatezza artistica è lo scrigno prezioso, sarà il
primo a comprendere l’importanza dell’azione che andiamo
svolgendo, sì da venire incontro con nobile larghezza al desiderio
di questo Sindacato.
Si tratta, come si vede, di piccoli ritocchi di forma che dànno
la esatta sensazione che l’architetto nel concepire l’opera
d’arte, pur seguendo il progetto costruttivo dell’Ufficio
tecnico comunale, può spaziare liberamente nella composizione
architettonica, sempre entro i limiti economici fissati; e si tratta
sopratutto, e su questo punto il Sindacato deve particolarmente insistere,
di permettere al progettista vincitore, il quale è autorizzato
dalla legge a dirigere anche staticamente le opere progettate, dì
seguire lo sviluppo dell’opera da lui concepita assumendone l’intera
responsabilità e quindi la direzione, sempre naturalmente in
stretta collaborazione con l’Ufficio Comunale a cui giustamente
deve essere riservata, col controllo economico, la direzione tecnica
dei lavori.
Queste considerazioni sono certo state fatte anche dagli egregi colleghi
architetti della Commissione Edilizia; ma forse la loro posizione delicata
non ha consentito di rivolgersi a Lei con quella franca risolutezza
che io ho creduto di permettermi.
Certo che le mie spiegazioni troveranno in Lei la giusta comprensione,
La prego di gradire i sensi della mia perfetta osservanza.
IL SEGRETARIO NAZIONALE
(On. Alberto Calza-Bini)
CONFERENZA INTERNAZIONALE PER LO STUDIO
DEI PROBLEMI RELATIVI ALLA PROTEZIONE
E ALLA CONSERVAZIONE DEI MONUMENTI
ARTISTICI E STORICI
L’Ufficio internazionale dei Musei, dipendente dall’Istituto
Internazionale per la cooperazione intellettuale, ha indetto una conferenza
per lo studio dei problemi relativi alla protezione e alla conservazione
dei monumenti artistici e storici che avrà luogo in Atene tra
il 21 e il 30 ottobre 1931. All’ordine del giorno sono vari argomenti
di alto interesse nella materia.
CONCORSI
ESITO DEL CONCORSO
PER PROGETTI DI FABBRICATI RURALI
NELLA VAL D’AOSTA
Il Concorso per progetto di fabbricati rurali bandito dal Consiglio
Provinciale dell’Economia di Aosta, di cui abbiamo dato notizia
nel fascicolo di agosto del 1930, con scadenza al 31 dicembre 1930,
fu poi prorogato al 1° marzo del corrente anno.
Sono riusciti vincitori del Concorso che riguardava tre zone della provincia
i progetti contrassegnati dai seguenti motti, opera dei sottonominati
autori:
a) Zona montana:
1° premio: non assegnato.
2° premio di L. 4000 ex aequo: Alpe nostra, degli Arch. Aldo Morbelli
e Carlo Mollino di Torino; Cervino, degli Arch. Matteo D’Agostino,
Simeone Petroff, Ing. Mario Siniscalchi di Napoli.
3° premio: non assegnato.
b) Zona collinare:
1° premio di L. 3500: Aratro e falce, dell’Arch. Ettore Sot-Sas
di Torino.
2° premio di L. 1500: Spiga, del Geometra Dott. Mario Gramolini
e Arch. Angelo Gramolini di Ascoli Piceno.
3° premio di L. 500: Domus rustica, dell’Arch. Ugo Gipperich
di Parma.
c) Zona di pianura:
1° premio di L. 4000: Agricolae eporendiensi, dell’Ing. Maurizio
De Rege di Donato, e degli Arch. Alessandro Molli Boffa e G. B. Ricci
di Torino.
2° premio di L, 2000: Ape, degli Architetti Massimo Castellazzi,
Mario Romano di Roma e Pietro Porresi d’Ancona.
3° premio di L. 1000: A Cerere, dell’Architetto Ettore Sot-Sas
di Torino.