FASCICOLO X - GIUGNO 1931
ALFIO SUSINI : Il mobile moderno visto dagli architetti di Roma, con 37 illustrazioni

IL MOBILE MODERNO VISTO DAGLI ARCHITETTI DI ROMA


Il mobile in Italia, attraverso lungo e penoso lavorio di trasformazione, dà segno di voler assumere, finalmente, quel carattere unitario e confacente al tempo che i posteri, in genere, chiamano stile di una epoca.
Conservatorismo commerciale, incertezze, immaturità, resipiscenze hanno ostacolato via via la trasformazione.
Ai rifacimenti pedestri di stile, che non son valsi ad altro che a dare la nausea dell’impareggiabile passato, si contrapponevano guizzi rivoluzionari, spesso cervellotici, che di rimando facevano repellere il gusto dalle esperienze del nuovo. Oscillazione pendolare fra i due termini tradizione - innovazione che man mano è andata diminuendo d’ampiezza e tende a fissarsi nella giusta misura.
L’artigianato produttore non aveva potuto seguire il ritmo crescente della vita organizzata ed era rimasto in parte asservito alla casta commerciale che lo sfruttava senza scrupoli di elevato sentimento artistico; in parte aveva continuato in conto proprio decadendo per essergli stato sottratto il mercato. Pochi artigiani riuniti in comunità (Cascina, Cantù) hanno tenuto testa alle case commerciali senza, per altro, sorpassarle in qualità di produzione dato l’indirizzo artistico assai spesso caotico che sperperava le migliori energie.
Una categoria di artisti poteva antivedere e segnalare i nuovi orientamenti: - gli architetti.
L’architetto nuovo vede con mente nuova le possibilità dei materiali vecchi e nuovi. La sua mente abituata alla sintesi delle necessità e dell’ordine rimette in primo piano i valori fondamentali eliminando (almeno per ora) le sovrastrutture decorative e traendo dalle linee costruttive armonie estetiche: sfrutta ed incita l’apprestamento industriale delle materie prime. Lo sviluppo dei trasporti e lo scambio aumentano le varietà dei legni; l’industria prepara compensati e fogli per impiallacciatura; nuovi materiali come linoleum ed eternit trovano applicazione nel mobile; ai metalli già usati nuovi metalli e leghe si aggiungono creando nuove risorse alla composizione.
Nasce così il mobile moderno: - linee sobrie e svelte, a volte spregiudicate. Sopra schemi strutturali di razionale comodità e superfici liscie giuoca con imprevisti e dinamismi apparenti che gli dànno un che di elastico. Suscita senzazioni riposanti ed eccitanti insieme, che ben si confanno alla vita d’oggi travolgente e sportiva. Si allontana sempre più dal mobile tradizionale francamente comodo o imponente o civettuolo a seconda dell’epoca che l’ha creato, perché riunisce in uno i più svariati caratteri.
Poca efficacia avrebbe lo sforzo degli architetti se non vi fossero intermediari e divulgatori presso gli esecutori e presso il pubblico.
Ecco le esposizioni di arte decorativa (titolo improprio) e la valorosa e molteplice attività dell’Ente Nazionale per l’Artigianato e le Piccole Industrie che bandisce concorsi, affida incarichi di progetti che poi passa agli esecutori, partecipa a mostre e ne organizza, fa, insomma, opera di propaganda e di collegamento accelerando il processo di trasformazione fra il vecchio e il nuovo, fra il vieto ed il sano.
Quest’attività porta già i suoi risultati diretti ed indiretti: - Il pubblico s’interessa ed abbandona lo scetticismo, gli artigiani si prestano e si compiacciono delle esecuzioni.
Anche le grandi case di arredamento tendono ad abbandonare la parassitaria copia dell’antico e lentamente introducono sezioni di moderno, di stile 900 e 1931, come le vogliono reclamisticamente chiamare.
All’estero (Germania, Francia, Austria, Russia, Inghilterra, Cecoslovacchia) per maggiore spregiudicatezza, ricchezza di materiali e attrezzatura industriale, il trapasso è stato più rapido che in Italia; ma questo non nuoce, anzi, impedisce di cadere nell’erronea accettazione di estremismi privi di contenuto artistico.
L’elaborazione più lenta permette un’assimilazione più sana e più aderente al nostro spirito nazionale.

ALFIO SUSINI

torna all'indice generale
torna all'indice della rivista
torna all'articolo