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Notiziario |
CORRIERE ARCHITETTONICO
Questa radicale trasformazione attuata con serietà d’intenti
e con semplicità di mezzi, dove quadri e sculture possono bene
squillare nelle foro note più vive, ci dice ancora una volta
che quando si sa con onesta schiettezza bere alle fonti più essenzialmente
nostrane, si riesce a far cose di tutta modernità, non straniate
da quel senso di logica e di umanità necessario in tutto, specie
nelle architetture le quali formano, nei limiti materiali del paese
o della città, del palazzo o della chiesa, del teatro o dell’ufficio,
il mondo in cui noi viviamo e ci agitiamo. IL CONCORSO PER LA SISTEMAZIONE Nel fascicolo di Agosto dello scorso anno venne dato notizia sulla
Rivista dell’esito di un primo concorso bandito nel 1929 per la
sistemazione della Piazza della Cattedrale in Tripoli. I premi non erano
stati allora attribuiti ed il concorso fu ribandito. LA CAPPELLA ONETO A S. MARGHERITA LIGURE degli Architetti SEBASTIANO LARCO e CARLO ENRICO RAVA.
RECENSIONI
L’inizio della ceramica moderna francese è da porsi nel
primo trentennio dell’‘800, quando con il culto delle chinoiseries,
le influenze dell’estremo oriente ci sostituiscono alla tradizione
occidentale; sotto questo nuovo impulso la concezione dell’arte
ceramica cambia, (effetto artistico è ricercato e ottenuto attraverso
la preziosità e la perfezione tecnica. Appunto l’evoluzione
e la ricerca tecnica sono seguite dall’autore nelle esperienze
dei maggiori fra i ceramisti francesi e nelle esposizioni d’arte
applicata che da circa mezzo secolo li susseguono a Parigi. In queste
si manifesta sempre più viva la tendenza di creare una decorazione
europea che risponda alle necessità, abitudini, esigenze della
vita moderna. Definite così le caratteristiche generali dell’arte
ceramica francese moderna, l’autore viene a studiare uno ad uno
i maggiori ceramisti francesi in una elencazione interessante seppur
un po’ arida. SCENOGRAFIA ITALIANA
È uscito l'anno scorso questo bel libro di Valerio Mariani,
corredato da una accurata bibliografia e da 128 tavole fuori testo,
documentazione importante ed in qualche parte inedita dell’arte
scenografica italiana dal Medio Evo ai nostri giorni. Comincia egli col riconoscere, a differenza di quanto è posto
da altri studiosi più attenti alla parvenza di superficiali riferimenti
che alla sostanza di veri contatti spirituali, che la scenografia italiana
deve intendersi nata nelle intime basi, piuttosto dal teatro sacro medioevale
che dal dramma romano, il quale ha bensì offerto, specialmente
in un secondo tempo, preziosi elementi formali, ma appartiene ad un
clima storico che il medioevo aveva definitivamente staccato da sè
e superato. Si maturano intanto i tempi nuovi, mentre i più moderni mezzi
scenici (specchi, vetri, scenari mobili, meccanismi di ogni sorta) e
specialmente l’introduzione dell’energia elettrica illuminante
e motrice, si vanno perfezionando e promettendo di offrire materia del
tutto originale alle manifestazioni delle fresche sensibilità
sorte nel secolo XX. A questo proposito il Mariani si cura di precisare
con assolutezza forse eccessiva di non ritenere le scoperte scientifiche
e tecniche capaci di influire per se stesse sulle nuove formazioni artistiche,
giacchè egli stima i valori spirituali più interiori e
durevoli del tutto indipendenti e dominatori della materia espressiva. Il libro del Mariani è dunque impostato su basi larghe e comprensive.
Si potrebbe dire che una simile lodevole latitudine avrebbe richiesto,
per una materia tanto complessa ed interferente con quasi tutti gli
altri aspetti delle arti, delle attività, del pensiero umano,
uno sviluppo dell’opera assai maggiore. L’autore è
il primo a riconoscerlo nella prefazione, nella quale egli fissa i limiti
ed i compiti del suo lavoro. RIVISTA DELLE RIVISTE
La Casa Bella (Gennaio-Febbraio-Marzo 1931). Milano, Via Boccaccio, 16. La Casa Boasso in Torino, arch. Pagano-Pogatsching e Levi -Montalcini. Costruzioni ed arredamenti di negozi e magazzini di esposizione - architetti: A. Langer, P. Seneca, G. Mantero, P. Lingieri. La casa costruita in Roma da G. Capponi. Maurice Dufrène ed i suoi lavori al "Salon d’automne". Il gusto dell’Austria contemporanea - Un alloggio progettato dalla Signora Rachel Bachi Weiber. Trine e cristallerie. Walter Groepius e la più recente edilizia popolare - Casa Jacobacci progettata e costruita in Torino da Nicola Diulgheroff. Domus (Gennaio - Febbraio - Marzo 1931). Milano. Via S. Vittore, 12. Il Cinema Barberini in Roma - Marcello Piacentini - Alcuni ambienti della Quadriennale Romana. II Circolo Accademico del Littorio dell’arch. Pier Giulio Magistretti La Villa G. in Roma, ai Parioli, di Luigi Piccinato - Progetto Larco
e Rava per la sistemazione della Piazza della Cattedrale in Tripoli. Rassegna di Architettura (Gennaio 1931). Milano. Via Podgora, 9. Piero Portaluppi; la Centrale di Cadarese - Case popolari in Milano. Il Concorso per il Palazzo della Provincia di Sondrio, arch. G. Muzio, F. Leoni, M. Baciocchi.
American Landscape Architect (Febbraio-Marzo 1931). 608 South Dearborn Str. Chicago. Ill. Questa Rivista che ci è dato esaminare oggi per la prima volta, illustra con ricchezza di materiale tutto ciò che si fa negli Stati Uniti per arricchire e sistemare parchi, ville e giardini. Si potrebbe in certo senso chiamare Rivista dei Giardini, per quanto tradotto alla lettera il suo titolo è Rivista del Paesaggio. Poichè essa tratta dal piccolo giardino di pochi metti quadri della casa a schiera alla sistemazione del grande Club di tennis o di golf, dall’umile villetta di campagna al parco cittadino del grande signore, ci offre molta varietà di documentazioni fotografiche che possono in questo campo esserci veramente preziose. Architecture (Gennaio 1931). Fifth Avenue at 48 th. Street. New York. Arredamento ed arte decorativa contemporanei negli Stati Uniti. L’Hotel Pierre in New York; l’opera più recente degli architetti Schultz e Weaver. Architecture (Febbraio 1931). Fifth Avenue at 48 th. Street. New York. La Sinagoga di Amsterdam; architettura di effetto davvero sorprendente dovuta alla tenace fatica di Harry Elte. La nuova sede di Hamilton nello Stato di Ohio, della National Bank
& Trust Company, opera degli architetti Childs & Smith. Buona
la soluzione planimetrica, di nessun valore la vasta decorativa di cui
vuole ornarsi nell’esterno, esempio di compromesso molto discutibile
fra i tipi della fine del secolo scorso e le ultime manifestazioni architettoniche. Architecture (Marzo 1931). Fifth Avenue at 48 th. Street. New York. Squibb Building, arch. Ely Jacques Kahn. Grattacielo costrutto in New
York alla 5th. Avenue. A distanza, ottimi gli effetti volumetrici di
massa, ma pregiudicati dalle decorazioni di gusto certo non conforme
al nostro, se osservate da vicino. The American Architect (Gennaio 1931). Fifty-seventh Str. at Eighth Av. New York. Il nuovo Walford Astoria Hotel costruito in New York dagli architetti Schultz & Weaver. The Architectural Record (Gennaio 1931). W. 40 th. Str. New York. Su progetto di Jock D. Peters e sotto la direzione di Eleanor Lemaire,
la Ditta L. P. Hollander Co. Store ha costruito sulla 57ma strada in
New York i suoi magazzini di vendita. Non ci sembra di stare negli Stati
Uniti; la decorazione interna e l’arredamento degli ambienti di
vendita, di prova, di esposizione rivelano squisito buon gusto e raffinata
sensibilità nell’impiego dei materiali con sicura previsione
dell’effetto che, una volta in opera, essi avrebbero prodotto.
Queste doti hanno fatto sì che, nel campo della decorazione di
ambienti come questa, che pur accessibili al pubblico, devono subito
dare quel senso di «home» necessario a trattenere il cliente,
al sia ottenuto un vero piccolo gioiello. The Architectural Record (Febbraio 1931). W. 40 th. Str. New York. La nuova sala di mensa nella Washington Hall, Accademia di Guerra degli
Stati Uniti in West Point. New York. Gheron & Ross Architetti. Gli
archi Tudor ci ricordano il vecchio maniero feudale anglo-sassone; e
tale è di fatti, nell’interno, l’edificio che esaminiamo. The Architectural Forum (Febbraio 1931). 521 Fifth Avenue. New York. Adler Planetarium in Chicago; arch. Ernest A. Grunsfeld. The Architectural Forum (Marzo 1931). 521 Fifth Avenue. New York. L’attività dell’architetto germanico Walter Groepius, specialmente per quello che riguarda piccole case di campagna o «week-ends houses » è qui sapientemente illustrata. INGHILTERRA The Architectural Review (Gennaio 1931). 9 Queen Anne’s Gate. Westminster S. W. 1. Il numero è dedicato a «Nuova Dehli», la capitale dell’India: è bene che la Rivista ci faccia conoscere gli aspetti edilizi della città nuova sorta a fianco dell’antica e che doveva essere inaugurata nel Febbraio scorso con cerimonie ufficiali ricche di tutto il fascino dell’oriente. Città ufficiale: come per Washington fu creato il Capitol, per Parigi la Piace de l’Etoile, così per Nuova Dehli Sir Edwin Lutyens e Sir Herbert Baker, in feconda collaborazione, hanno costruito i palazzi per il Vicerè e la sua corte, per il Parlamento, il Governo, i Segretariati, i Ministeri, le Università. Per quanto si conosca la valentia degli architetti autori di opera in vero così importante da giustificare il titolo di imperiale, pure vorremmo criticarne i concetti informatori; e questo sotto due punti di vista: 1° Come schema urbanistico generale la sistemazione di quella che dovrà essere l’arteria più importante e più rappresentativa non solo di Dehli ma dell’India tutta, non ci sembra riuscita. Non è felice l’idea di allineare tutti gli edifici monumentali ricordati più sopra lungo una sola via di traffico che è chiusa al suo estremo occidentale dai palazzi della corte e che sbocca ad oriente, dopo aver attraversato il solito arco di trionfo, in una piazza di dimensioni gigantesche dalla quale si partono a raggiera le altre vie di transito. Lo schema a scacchiera intersecato da molte diagonali che creano piazze in numero direi illimitato con incroci di arterie di molta importanza ad angoli molto acuti crediamo sia sorpassato da un pezzo, e che l’urbanesimo sia giunto ad una concezione più elevata e più nuova, specialmente poi in casi come questo in cui quasi non preesistevano difficoltà, data che bisognava costruire la città «ex-novo» su terreno facilissimo come altimetria. 2° L'architettura non ci persuade nemmeno perchè frutto di compromessi nei quali si è voluto rispettare al massimo grado le tradizioni orientali accoppiandole però alle moderne tendenze europee, anzi inglesi. È, ad ogni modo, sempre interessante osservare con spirito sereno questo complesso monumentale di opere che sono fra le più imponenti sin’ora costruite dai due architetti britannici. The Architectural Review (Febbraio 1931). 9 Queen Anne’s Gate. Westminster S. W. 1. Nathaniel Lloyd continua ad illustrare gli sviluppi e le trasformazioni nell’edilizia inglese. Siamo, in questo numero, agli aspetti della dimora privata nel periodo che va dalla fine del 18mo secolo ai primi anni del 19mo. La vetrina di esposzione e l’arredamento dei magazzini di vendita della Ditta C. R. E. S. T. A. in Londra, Brompton Road. Il più assoluto razionalismo, intransigente, metallico; i volumi ed i materiali che su questi si modellano sono trattati con molto gusto e grande accortezza e, dato lo scopo dell’opera, l’effetto raggiunto è davvero sorprendente. Arch. Wells Coates. In Tulsa, Oklakoma, U. S. A., l’arch. Barry Birne in collaborazione
feconda collo scultore Alfonso JanneIly ha costruito una chiesa cattolica
nella quale le strutture moderne che ne costituiscono l’armatura
sono decorate o mascherate da motivi gotici verticali. The Architectural Review (Marzo 1931). 9 Queen Anne’s Gate. Westminster S. W. 1. Numero dedicato interamente all’arte svedese. L’architettura è trattata però poco; si parla quasi esclusivamente dell’arte decorativa. Ciò non ostante il numero è di alto interesse in quanto meglio di ogni parola ci mostra a quale alto grado di collaborazione siano giunti, in quella nazione, artisti creatori ed artisti esecutori producendo così in tutti i campi dell’industria applicata, dall’intarsio all’oreficeria, dalla porcellana a1 cuoio ed al vetro soffiato, oggetti che pur nella loro massima semplicità sono vere opere d’arte. FRANCIA Art et Décoration (Gennaio 1931). 2 Rue de l’Echelle, Paris. Jean Porcher illustra ed analizza con molto tatto e buon senso e con moderato spirato critico la più recente produzione architettonica dell’arch. Walter Groepius. Le molte illustrazioni portano ognuna una data, e se ci diamo la pena di sfogliare il volume, noteremo, forse con meraviglia, ciò che l’architetto di cui è questione concepiva e portava in esecuzione già fin dal 1912. Tre sono le opere principali che mostrano l’evoluzione dell’artista, delle quali ognuna si può dire che contiene in potenza la successiva. Le officine Alfeld (1912); il palazzo per l’esposizione del Werkbund in Colonia (1914); le costruzioni di Dessau (1927). Fin dall’officina di Alfeld troviamo chiara l’idea, tradotta poi ancora in atto e sviluppata dal Le Corbusier, di liberare la facciata spostandola avanti ai pilastri dell’ossatura portante, riuscendo così ad ottenere una parete di vetri ininterrotta dall’alto al basso dell’edificio. Questa idea si sviluppa ancora a Colonia ed a Dessau. Ormai siamo abituati a questi effetti ma se ci riportiamo a vent’anni fa, ci è facile immaginare la sorpresa, anzi meglio, lo spavento che dovette produrre sulla massa e sul grosso pubblico l’assenza totale in questi edifici di ogni visibile ossatura portante. Oggi nessuno penserebbe a meravigliarsene e ciò riprova quanto abbiamo già avuto occasione di affermare, che nella soddisfazione procurataci dalla vista di un edificio entra per molta buona parte l’abitudine, e che questo coefficiente è dunque importantissimo nella formazione e nella stabilizzazione dei valori estetici. Art et Décoration (Febbraio 1931). 2 Rue de l’Echelle,
Paris. L’arredamento del castello di Maulny; architetto J. Ch. Moreux; razionalismo non eccessivo. La Renaissance (Febbraio 1931). 11 Rue Royale, Paris. Rassegna di piacevoli interni editi dalle più rinomate fabbriche francesi ed ideati dai migliori arredatori oggi in voga; tra gli altri notiamo le opere di R. Subes, Mercier, Kohlmann, ed ancora André Arbus, Alice Courtois, i fratelli Saddier, Marcel Gascoin, Lucien Rollin, Maurice Dufrèsne, Michel Dufet e Jean Lelen. Le altre Riviste francesi di Architettura non portano a nostro avviso nei numeri di questa primo trimestre del ‘931, nulla che già non si conosca o comunque desti particolare interesse. GERMANIA Baukunst (Febbraio 1931). Barerstr. 15 München. Le enormi difficoltà di ordine tecnico in primo luogo e di natura estetica in secondo, inerenti alla preoccupazione di non deturpare con linee teleferiche, relative stazioni di partenza e di arrivo e con costruzioni alberghiere di notevoli proporzioni la divina poesia del panorama, sono state superate magistralmente nella costruzione della Bayerischen Zugspitzbhan. L’arch. Paul Gedon di Monaco si è incaricato della parte artistica mentre il progetto e la direzione tecnica erano state affidate all’ufficio costruzioni della A. E. G. di Berlino diretto dall’ing. E. Laube. Problemi invero dei più complessi a mano a mano che dalla stazione di Garmisch si procede con la elettroferrovia dotata dei più moderni perfezionamenti, verso Eibsee e di qui con ferrovia a cremagliera si raggiunge la stazione di testa nelle cui immediate vicinanze sorge l’albergo per turisti, lo Schneeferner-Hôtel, ai piedi di una immensa parete rocciosa scendente quasi a picco dalle vette nevose che la dominano. Subito a monte dell’albergo è la stazione a valle della teleferica che a sua volta conduce i viaggiatori fino alla Zugspitze; la stazione monte è stata costruita proprio sulla vetta (2970 metri s. m.). Per quel che riguarda la parte estetica e che più direttamente ci interessa, ricorderemo le stazioni della elettroferrovia in Garmisch, Badarsee e Eibsee, la rimessa vetture in Eibsee, lo Schneeferner-Hôte1 e la stazione valle della teleferica conducente alla vetta, opere realizzate tutte senza eccessivi sentimentalismi, con chiara visione delle necessità costruttive che in questo caso si imponevano. Muratura in pietrame, in cortina di mattoni, beton e legname si fondono a meraviglia; si sarebbe commesso lo stesso enorme errore escludendo per esempio dalle opere il legname perchè materiale non più rispondente ai nostri tempi, come escludendo il beton od il ferro perchè in supposto contrasto con l’ambiente. Nello Schneeferner-Hôte1 le ampie terrazze necessarie per poter ammirare il panorama escludevano a priori il tetto e le loggie che corrono davanti alla birreria ed alla sala da pranzo sono sorrette da mensoloni in cemento armato che nascono spontaneamente dalle masse dell’edificio e dalla sua posizione così che ora ci sembrano l’unico mezzo possibile per la soluzione del problema. E pure per quanto modernissima e raziona1e la costruzione ci si presenta in tutto simile agli antichi ospizi alpini, piana, serena ed imponente pur se sperduta nell’orrore delle pareti rocciose e nella solitudine delle nevi eterne. Baukunst (Marzo 1931), Barerstr. 15 München. Le nuove chiese cattoliche in Döllnitz, Pfakofen, Lappersdorf, Kaltenbrunn, Neustadt nell’Oberpfalz. All’esterno le classiche chiese bavaresi si alternano con le più moderne espressioni dell’architettura sacra in Germania; all’interno le limitate dimensioni delle navi non consentono per ovvie ragioni economiche l’uso delle coperture in beton. Il legno costituisce ancora il sistema più pratico. Nell’insieme sono fra 1e opere migliori dell’arch. Georg Holzbauer non ultimo fra i professionisti di Monaco. D. B. Z. Deutscrse Bauzeitung (n. 1-10, Gennaio 1931). Berlin S. W. 48. I nomi degli arch. E. ed H. Poelzig, Jobst Siedler, Peter Behrens, Otto Firke, Hans Hertlein, Hans Jessen, O. R. Salvisberg, Walter Gropius, Bruno Taut, sono legati alle ultime opere dell’edilizia berlinese. Opere imponenti e molto notevoli perchè tutte ispirate alle più moderne vedute dell’arte del costruire. Molti e gravi problemi di urbanistica sorti od aggravatisi in questi ultimi anni nella capitale tedesca sono ampiamente illustrati ed alcune soluzioni proposte per risolverli meritano di essere segnalate: l’ampliamento delle cliniche e degli ospedali della città nei pressi della Sprea e la definitiva sistemazione della scuola di applicazione per Ingegneri in Berlin-Charlottenburg sono tra questi. Le case operaie costruite da Bruno Taut in Berlino ci empiono di ammirazione non tanto per il loro aspetto esterno quanto per la perfezione degli impianti di cui sono dotate e che invero ne costituiscono il pregio maggiore. La lavanderia di uso comune per le molte famiglie che alloggeranno nel gruppo edilizio somiglia molto ad uno stabilimento industriale del quale ha tutti i pregi e tutti i perfezionamenti. L’ampliamento del palazzo di giustizia di Amburgo opera colossale di Fritz Schumacher e, dello stesso architetto, le nuove scuole elementari della Marienthalerstr, sempre in Amburgo. Il concorso per la cattedrale della Spezia. Sono ampiamente illustrati i cinque progetti ammessi al concorso di secondo grado che a noi sono già ben noti. Breslavia : il nuovo palazzo per uffici postali all’angolo della Feldstrasse coll’Ohlan Ufer; architettura in laterizi: nessuna decorazione, se non quella data dal movimento di massa. Arch. Lothar Neumann. D. B. Z. Deutsche Bauzeitung (n. 11-18, Febbraio 1931). Berlin S. W. 48. La luce e la sua funzione estetica nell’edilizia e nell’arredamento di oggi. Vediamo esempi già a noi noti ma trattati sotto questo speciale punto di vista: Restaurant Lichtburg, Berlino, arch. Rudolf Fränkel, Indantheren-Haus, Lipsia, arch. B. D. A. - C. Schiemichen; Magazzini Israel; Berlino, arch. ing. H. Straumer, Cinema Universum, Berlino, arch. ing. Erich Mendelsohn. La chiesa di Tulsa, Oklahoma, U. S. A. degli Architetti Rusch, Eudacott
e Goff. Ad essa sono annessi, anzi costituiscono con essa un tutto unico
ed organico, una scuola, una palestra e, nei sotterranei, anche gli
ambienti necessari per un servizio di restaurant. Può sembrare
strano per noi ma non bisogna dimenticare che siamo nell’America
del Nord, anzi in Tulsa metropoli dell’industria petrolifera mondiale.
La città che contava nel 1900, 10000 anime, ha già superato
oggi le 200.000, mancava di una chiesa e questa è sorta all’incrocio
delle tre maggiori arterie della città, nel punto di unione del
quartiere residenziale con quello degli affari. Bisognava provvedere
alla cura delle anime ma anche a quella dei corpi; una grande galleria
divide la chiesa propriamente detta dagli ambienti destinati a scuola
e palestre. D. B. Z. Deutsche Bauzeitung (n. 12-24, Marzo 1931). Berlin S. W. 48. L’Hôtel Chemnitzer Hof, costrutto in Chemnitz dall’Architetto
Heinrich Straumer di Berlino ci dà l’ultima parola sulla
tecnica delle costruzioni alberghiere. Impeccabile come studio planimetrico
presenta la massima utilizzazione dell’area, piacevole nell’aspetto
in quanto molti piccoli dettagli ne ingentiliscono e ne attenuano le
angolosità forse altrimenti troppo rudi. Die Baugilde (Febbraio 1931). Berlin, Grünstrasse 4 S. W. 19. Case popolari in Stoccarda, Röckenwiesenstrasse, architetti Kiemle & Weber, B. D. A., Case a schiera Eiernest in Stoccarda, arch. B. D. A. Oscar Bloch. Collegio femminile nella Arminstr. Stoccarda, arch. Emil Weippert. Istituto di Ortopedia e Ginnastica. Arch. Oscar Bloch. Stoccarda. Gli Uffici della Compagnia Minatori del Reich. Südwest Korso, Berlino, architetti Max Taut e Joseph Hoffmann. Quello che abbiamo fino ad ora osservato è quanto di meglio sia stato fino ad oggi eseguito nel campo della architettura razionale: qui intendiamo per razionale l’arte del costruire sorta dalle logiche necessità tecniche che chiaramente ci palesa i materiali adoperati e lascia al pietrame, all’intonaco, al marmo, al legno od al ferro la propria funzione senza alterazioni ma che, come non è afflitta da ricordi nostalgici nei riguardi dell’ambiente o del paesaggio, non si abbandona nemmeno agli eccessi paradossali che in questo campo non è difficile incontrare. Deutsche Kunst und Dekoration (Gennaio 1931). Darmstadt Verlag A. Koch. La villa Warmboldt in Berlin Dahlem è dovuta all’architetto Bruno Paul e sia dal suo aspetto esterno sia dall’arredamento degli ambienti traspaiono sempre quel chiaro senso della misura e quella ritmica espressione di comfort che già conosciamo nell’autore e che lo pongono fra i primi artisti tedeschi contemporanei se pure le sue opere sono un po’ influenzate da lontani ricordi inglesi. Innen Dekoration (Gennaio 1931). Darmstadt Verlag A. Koch. Tutto quello che vediamo sfogliando questo trimestre della massima rivista tedesca di arredamento e decorazione è degno di nota. Un esempio o l’altro possono a volta a volta esser più conformi alla nostra mentalità od al nostro gusto particolare; tutti ci mostrano un profondo spirito di ricerca, uno studio accurato e paziente inteso a migliorare sempre la produzione, in una parola un grande amore. Sempre, e in misura maggiore là dove gli esempi mostratici, più si discostano dal nostro temperamento e dal nostro modo di sentire, dovremo stare cauti nell’esprimere il nostro giudizio; esso sarà forse un «non mi piace» ma non potrà non riconoscere, nel loro ambiente, le doti intrinseche di quasi tutte le opere delle quali segnaliamo, senza entrare in dettagli, quelle a nostro avviso più importanti: La casa del Conte H. in Vienna al Prater, arch. Fritz Reichl. La villa H. in Hgen - Potsdam. - Si trattava di trasformare in una casa moderna la vecchia abitazione in legno che sorgeva in un panorama incantevole proprio sulle sponde della Havel. Gli arch. O. Block e H. Ebert vi sono riusciti in maniera oltremodo efficace. La Società Deutsche Stahlmöbel G. M. B. H. per la costruzione di mobili in acciaio al cromo ci presenta alcuni tipi di arredamento di ambienti o di mobili isolati dovuti all’opera degli arch. Lukhardt, Anker e A. Lorenz. Il Rochus Tennis Club ha affidato la costruzione della sua nuova sede in Düsseldorf all’arch. Ing. Fritz Hitzbleck che ha anche costruito in Hösel nel parco della villa del Dr. H. H. una grande piscina annessa ad una piccola costruzione contenente spogliatoi, una grande sala di soggiorno ed i necessari servizi per il thè. Innen Dekoration (Marzo 1931). Darmstadt Verlag A. Koch. I lavori degli Architetti P. Schmohl e G. Staehelin in Stoccarda sono davvero importanti. La casa K. e la casa H. nei pressi di Stoccarda si fanno notare più per l’accurata disposizione degli ambienti e per lo studio planimetrico che non per la loro architettura: piace il Caffè Wirth pure in Stoccarda: ma fra tutti il lavoro più notevole per le difficoltà da risolvere, è il Tonfilm theater Universum. Il Consorzio fra le fabbriche di mobili ha preparato nel Museo Austriaco delle Arti ed Industrie in Vienna una esposizione dell’abitazione contemporanea. Basterà citare i nomi degli Architetti che hanno partecipato a questa rassegna perchè ci si renda subito conto della sua importanza: Fritz Zeymer, Josef Berger, Martin Ziegler, Anton Pospischil, L. Schöppler, E. Kornfeld, Walther Sobotka, Afred Soulek. I modelli di quest’ultimo architetto che già conosciamo tra gli ottimi, ci sembrano i migliori. Moderne Bauformen (Gennaio 1931). Paulinenstr. 14 Stuttgart. La residenza estiva dei Signori X, costruita dall’Architetto Karl Pullich nei pressi di Wiesbaden. Eugen Linhart. Villa e studio di artista in Praga. Villa Himmelreich in Brünn, arch. Karl Hoffmann e Felix Augenfeld di Vienna. Il completo riattamento della vecchia casa Loeb in Düsseldorf: classico tipo della normale abitazione tedesca per una sola famiglia nell’anteguerra. Il problema è stato trattato dall’Arch. Bernhard Pfau con l’arte che già gli conosciamo si che ne risulta ora una casa moderna organica ed igienica; nello studio planimetrico semplice ma anche piacevole nel suo aspetto esteriore, ottima nel suo arredamento. La casa di un giovane scapolo è stata arredata in Stoccarda dall’arch. Paul Làszlò. Otto Zollinger di Saarbrücken, ci mostra un progetto sotto ogni aspetto degno di nota per un albergo di primo ordine che dovrebbe arricchire il Lido di Ascona sul Lago Maggiore. Moderne Bauformen (Febbraio 1931). Paulinenstr. 14 Stuttgart. In questo numero vediamo le nuove costruzioni erette in Stoccarda dall’Arch. Paul Schmoll e la esposizione che si tiene in Vienna per la «Casa d'oggi»; rivediamo i nomi di Soulek, Pospischil, Borger, Ziegler, ecc. La fabbrica di profumi Phebel in Puteaux opera di Rayond Nicolas, architetto parigino. Costruzioni industriali di Riphahn e Grod di Colonia e, degli stessi architetti, il riattamento e la decorazione degli ambienti del caffè Germania, e le case popolari della Löwenburgerstrasse. Moderne Bauformen (Marzo 1931). Paulinenstr. 14 Stuttgart. Gli arredamenti studiati con amore e realizzati con arte dall’Arch. Làszlò per la casa Dr. F. in Göttingen sono veri capolavori: specialmente la biblioteca, la camera da pranzo, la camera della signora; come note prevalenti: noce, radica di noce, metalli chiari, cromo, nikel, alpacca; velluto a tinte unite per pavimenti, gobelin a tinte forti e variate, suddivise in striscia per la copertura dei mobili e paramenti. Case popolari in Berlino, arch. Dr. Ing. Erwin Gutkind. Decorazione interna e mobili dell’Arch. Hans Stierhof di Norimberga. La «Opel » in Aquisgrana: Filiale della fabbrica e gran garage su progetto di Fritz Toussaint. Wasmuths Monatshefte (Gennaio-Febbaio-Marzo 1931). Baukunst & Staedtebau,
Berlin, In questi numeri la massima rivista germanica di architettura ed urbanesimo illustra i colossi dell’edilizia sorti e compiuti in questi ultimi tempi: veramente imponenti la mole ed il significato di queste opere cardinali dell’architettura dei nostri giorni. Le citeremo senza commenti, consigliando però quanti vogliono tenersi bene al corrente col movimento contemporaneo a prenderne visione. Hans Poelzig. Palazzo per l’Amministrazione della Società I. G. Farben in Francoforte sul Meno. H. Lassen. Case popolari in Berlin Lindenhof. L’esposizione internazionale di Berlino del 1931. La sede ed il palazzo della mostra. Cassa malattie in Francoforte sul Meno, architettura di Ernst Balser. Case di abitazione economica in Brandeburgo sulla Havel, arch, Werner Schenck di Berlino. Il monumento in Kiel ai caduti della Imperiale Marina Germanica. Arch. G. A. Munzer di Düsseldorf. Il nuovo stadio di Montevideo, Uruguay, architettura di Johann A. Scasso. Il nuovo piano regolatore di Rio Janeiro, dell’architetto parigino Alfred Agache. Manifattura tabacchi in Heidelberg, arch. Fritz Nathan di Francoforte. Le nuove costruzioni ospitaliere dell’Arch. Hermann Distel in Amburgo; fra le altre la nuova clinica chirurgica dell’ospedale israelitico del maggior porto tedesco. Lo sviluppo dell’Urbanesimo negli Stati dell’America Latina:
Santhiago, Buenos Aires, Rio de Janeiro. |
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