FASCICOLO XII - AGOSTO 1930
N.D.R.: Un progetto per il Concorso della Piazza della Cattedrale di Tripoli, degli arch. Carlo Enrico Rava e Sebastiano Larco,con 9 illustrazioni
La Rivista ha dato notizia l’anno scorso di un concorso bandito dal Ministero delle Colonie per la piazza della Cattedrale di Tripoli. La Commissione giudicatrice istituita presso detto Ministero non ha creduto di assegnare i premi decretando invece un riconoscimento di valore ex-aequo a quattro dei progetti presentati. Fra questi merita, a nostro giudizio, d’essere notato quello redatto dagli architetti Carlo Enrico Rava e Sebastiano Larco: in esso è da rilevarsi anzitutto la calma ed equilibrata dislocazione delle masse edilizie, che, pur dipartendosi da elementi di soluzione planimetrica omogenei, a tipo serie, tuttavia risultano nel volume sufficientemente mosse e ben giocate. L’utilizzazione delle aree coperte è logica e serrata. I tre edifici ideati intorno alla piazza, a tre e quattro piani fuori terra ospitano appartamenti d’abitazione ai piani superiori, negozi e magazzini al piano terreno: quattro alloggi per piano sono serviti generalmente dalle singole scale, e ciascuno d’essi risulta ideato con criteri distributivi modernissimi ed è risolto con lodevolissimo accorgimento negli elementi di interdipendenza e disimpegno tra i singoli vani, e nello studio degli accessori di comodo, come ad esempio armadi a muro, ripostigli, impianti igienici diversi. Prevale il criterio dell’abolizione degli inutili, dispendiosi e antiestetici corridoi, e del mutuo ingranamento delle stanze col minor dispendio di spazio inutilizzabile.
Negli alloggi è nettamente diviso il gruppo di stanze adibite a soggiorno ed a servizio da quello delle camere da letto. Ogni gruppo sbocca nella piccola anticamera-ingresso, unico organo disarticolante l’abitazione.
La cucina è sempre in comunicazione coll’ingresso e con la camera da pranzo, la quale negli alloggi più spaziosi è in comunicazione con una sala di soggiorno, nei più piccoli è essa stessa stanza da stare, vero centro abitato della casa.
La struttura degli edifici è in cemento armato, il che facilita appunto il gioco distributivo degli appartamenti, in funzione delle necessità del clima esigente grande ventilazione e abbondanti zone d’ombra, i progettisti hanno fatto largo uso di terrazze coperte ed alcune di queste sono disposte trasversalmente al corpo di fabbrica, per tutta la profondità, in modo da consentire la formazione di correnti d’aria dall’una all’altra fronte dell’isolato. Interessante si dimostra la soluzione architettonica degli alzati il cui effetto risulta soprattutto dalla dislocazione dei volumi e dal gioco delle ombre. Esiste ancora qualche crudezza in certi elementi eccessivamente realistici non sufficientemente dominati, lasciati come a loro stessi, ma la razionalità delle forme non è gelida e assoluta, e risulta anche temperata da una fusione non tanto oggettiva quanto sensibilmente astratta con elementi stilistici tripolitani e mediterranei, i quali affiorano nella composizione generica delle masse, nei sobrii motivi decorativi delle zone di riposo e delle zone terminali, come nelle transenne di terrazze, nei balconi nei corpi sopraelevati, ecc. Insomma si hanno dal lavoro di Rava e Larco impressioni di sincerità e di finezza non comuni.
Alcuni dettagli, per esempio il motivo centrale del palazzo frontale e la fontana, sono gustosi e chiari.
N. D. R.

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