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NOTIZIARIO |
CRONACA DEI MONUMENTI
Domus (Luglio 1930). Milano, Via S. Vittore 40. Fascicolo quasi esclusivamente dedicato all’arredamento, mobili, stoffe, vetri, ceramiche, giardinaggio, alla Triennale di Monza. Domus (Agosto 1930). Uno dei 36 progetti di Ville Italiane (arch. G. Pulitzer) presentato
alla Triennale di Monza. Domus (Settembre 1930). Uno dei 36 progetti di Ville italiane (arch. T. Buzzi) alla Triennale
di Monza. La casa bella (Luglio 1930). Via Boccaccio, 16. Milano. La Villa von Auspitz dell’arch. Wagner Freynsbeym. La casa bella (Agosto 1930). La Casa degli Uffici del Gruppo Gualino a Torino (testo dell’arch.
Griffini). Rassegna d’Architettura (Luglio 1930). Milano, Via Podgora, 9. Jean Valeanu. L’architettura moderna in Romania. S. Larco e C. E. Rava. Appartamenti per signora. Rassegna d’Architettura (Agosto 1930). Il Planetario di Milano dell’arch. Piero Portaluppi. Palestra e Teatro dell’O. N. B. in Gorizia dell’architetto U. Cuzzi. Rassegna d’Architettura (Settembre 1930). Oliver P. Bernard; Considerazioni artistiche su New York. - Il nuovo quartiere operaio al Bessamello di Rozzano degli arch. E. A. Griffini e G. Manfredi. - Alberto Sartoris: Note di architettura operaia.
The Architectural Rewiew (Luglio f930). 9, Quenn Anné’s Gate Westminster S. W. 1. L’architettura contemporanea nella Colonia del Capo. H. H. Mc.
Williams ci intrattiene piacevolmente in questa studio storico sull’architettura
coloniale nell’Africa del Sud e ce ne mostra alcuni ottimi esempi. The Architectural Rewiew (Agosto 1930). 9, Quenn Anné’s Gate, Westminster S. W. 1. L’Esposizione di Stoccolma. The Architectural Review (Settembre 1930). 9, Quenn Anné’s Gate, Westminster S. W. 1. H. H. Mc. Williams continua la sua rassegna dell’architettura
coloniale dell’Africa del Sud. The Studio (Lugtto 1930). 44, Leicester Square, London W. C. 2. Il numero è dedicato alle Arti Decorative ed alla Sezione Inglese alla Fiera di Monza. Quanto gli inglesi hanno esposto nella Villa Reale di Monza, non ci dice nulla di nuovo, ma è un passo che ha la sua importanza ed il suo valore e diventa notevolissimo se vogliamo paragonare questi effetti e risultati ai valori plastici ad estetici dell’ultima esposizione delle Arti Decorative in Parigi. Le nuove tendenze che ci riconducono ad una francescana umiltà, perchè da essa poi, possano germogliare e svilupparsi i nuovi aspetti artistici, rispondenti ai tempi nuovi, non sono ancora entrati nel sangue inglese. Il tradizionalismo resiste e la battaglia è dura. Illustrazioni magnifiche, commenti che fanno insuperbire, sono dedicati alla produzione italiana, ed i nomi di artisti come Ponti, Muzio, Cabiati, Alpago-Novello e Guido Balsamo Stella sono oggetto delle critiche le più lusinghiere. The Studio (Agosto 1930). 44, Leicester Square, London, W. C. 2. Guillaume Jeanneau ci mostra alcuni aspetti, a noi già noti, del Salon des Artistes Décorateurs, Parigi 1930 e Raffaele Calzini illustra con perizia la XVII Biennale di Venezia contribuendo alla diffusione del nome d’Italia nel mondo. The Studio (Settembre 1930). 44, Leicester Square, London, W. C. 2. Stoccolma 1930 è il simbolo del progresso per Paul Valery, che ne approfondisce lo studio delle cause e cerca prevedere gli ulteriori sviluppi. Il Prof. Martin Wagner ci illustra il concorso bandito dalla Berliner Verkehrs A. G. per un palazzo in Berlino e del concorso, (a noi già noto per aver avuto occasione di notarlo nel Wasmuth’s monatshefte di Marzo) illustra più particolarmente i progetti Mendelsohn, Mebel ed Emmerich. Apollo (Settembre 1930). 6, Robert Str. Adelphi, London. La Rivista, nobilissima come veste tipografica e ricca di preziose riproduzioni, sì da oltrepassare, quasi, i limiti della rassegna per diventare monografia, tratta più generalmente di pittura e scultura; questo numero fa eccezione ed illustra l’opera dell’Arch. svedese Ivar Tengbom mostrandoci alcune sue opere, le più recenti, sotto ogni aspetto degne di nota.
L’Architecture (Settembre 1930). 39, Rue du Général Foy, Paris, 8. Il LIV Congresso degli Architetti Francesi che ha avuto luogo in Parigi
dal 26 al 28 Giugno dell’anno corrente è in questa Rivista
ampiamente illustrato, e particolarmente interessante, dal punto di
vista tecnico piuttosto che da quello artistico, le conferenze tenute
in quella Riunione, che, pubblicate nell’Architecture formeranno
il primo nucleo dal quale si svilupperanno studi più ampi. Scopo
principale degli autori, è l’illustrare i caratteri degli
edifici di cui parlano, quasi sempre edifici nati dai progressi della
vita moderna: aeroporti, speciali istituzioni ospitaliere, stabilimenti
termali; la loro organizzazione dal punto di vista urbanistico e da
quello dei servizi generali. L’Architecte (Agosto 1930). 2, Rue de l’Echelle. Paris. Albert Lafrade ha costruito in Parigi una casa di cura, e l’estetica del razionalismo bene si adatta a soddisfare le necessità costruttive imposte dalla moderna tecnica ospitalitaliera. La Rivista ci mostra poi una villetta costruita a Newbery nel Berkschire dagli Architetti T. S. Tait e Sir John Burnet, e ci mostra come il razionalismo imposto e voluto e sviluppatosi da necessità costruttive od edilizie on sia che forma e moda destinate a scomparire ben presto. Ciò che già alcuni anni or sono si produceva in Germania, sembra qui voler essere novità. Di fatto ha già avuto il suo tempo. La Construction Moderne (Luglio 1930). 13, Rue de l’Odéon, Paris. Già a noi noto o perchè pubblicato in altri periodici o perchè ispirantesi alle forme d’arte decorativa più in voga oggi, ma sempre di nostro interesse, lo sviluppo estetico in Francia: per la sua conoscenza fonte utilissima il Salon des Artistes Décorateurs 1930. La Construction Moderne (Agosto I930). 13, Rue de l’Odéon, Paris. Negli architetti Francesi è visibile lo sforzo nella ricerca del nuovo, ma si ha l’impressione che essi siano trascinati dalla corrente predominante e che molti ostacoli si appongano alla loro marcia in avanti. Probabilmente anche essi devono lottare contro pregiudizi e vincere anzi, convincere, l’opinione del grande pubblico.
The American Architect (Agosto 1930). Fifty-seventh Str. at Eighth Av. New York. Sono notevoli dal solo punto di vista estetico, le fotografie che John
Kabel ha raccolto e che ci presentano sotto veste magnifica alcuni aspetti
a noi poco noti delle regioni dell’America del Nord. Paesaggi
di bellezza davvero suggestiva. The American Architect (Settembre 1930). Fifty-seventh Str. at Eighth Av. New York. Quello che è più notevole nella Rivista d’oltre oceano, è il problema professionale, che qui, come in altri organi anche ufficiali delle Federazioni di Architetti, in America come in Europa, vediamo affrontare in pieno. L’Architetto e la sua attività nel rapporti col proprietario o committente. I periodici americani, a differenza di quelli europei, si preoccupano sopratutto del fattore economico, in quanto, essendo necessaria negli Stati Uniti la firma di un Architetto per porre in esecuzione un progetto, sorgono moltissime costruzioni che, per essere ideate e sorvegliate da incompetenti, non rappresentano certo un’economia sul preventivo di cui tenne conto il cliente. Inoltre l’industrializzazione che ha fatto sorgere in quantità enorme società che costruiscono piccole case in campagna, cottages o “work ends houses„ , in serie, toglie molto del loro campo di lavoro agli Architetti Americani che, a giudicare dalle Riviste, cominciano a risentire i primi effetti della crisi economica in atto. Le riviste Europee invece, e lo abbiamo già visto in Germania, si preoccupano meno del fattore economico che non di quello artistico. The Architect (Luglio 1930). 485, Madison Avenue. New York. La Bank of Manhattan N. Y. ha chiamato E. Winter a decorare le pareti
della sala del suo Consiglio di Amministrazione, e le scene, riprodotte
con realismo, rappresentano alcuni episodi svoltisi fn Wall Street intorno
all’anno 1799, in cui fu fondata la Banca. Decorazione simpatica
e di piacevole effetto; è soltanto da dolersi che non sia riprodotta
la visione generale della Sala del Consiglio, onde rendersi conto del
come le decorazioni parietali si fondano con l’arredamento dell’ambiente. The Architect (Agosto 1930). 485, Madison Avenue. New York. Strane idee vediamo esposte in questo fascicolo, che urtano non poco
la nostra sensibilità di italiani e di architetti. Le possibilità
finanziarie di molte persone in America sono assai spesso in rapporto
inverso colle loro facoltà intellettuali e colla loro cultura
e questo fa loro compiere spesso opere architettoniche provinciali e
di cattivo gusto. The Architect (Settembre 1930). 485, Madison Avenue. New York. Due grattacieli. Il New, Building in New York, opera degli architetti J. Howells e R. M. Hood, e la O. T. Bassett Tower in El Paso, Texas, dell’architetto Trost. Notevole il primo nel suo aspetto esterno; la scheletrica ossatura metallica appare nella forma senza infingimenti. Frutto di compromessi il secondo, perchè quella medesima ossatura vuol essere decorata o mascherata con motivi floreali, ricordi lontani di periodi già vecchi per essere moderni, troppo recenti per essere antichi. The Architectural Record (Luglio 1930). 115-l19, W. 40th Street. New York. Quello che Mendelsohn e Fahrenkamp hanno fatto in Germania, in tentativi intesi a creare nuove forme d’arte sintesi delle loro funzioni, per i grandi magazzini di vendita europei, è stato ripetuto in quasi analoga misura da Sommer e Kaufmann, architetti tedeschi, se pure Americani di nazionalità, in un grande negozio di calzature a S. Francisco di California. Gli influssi sono evidenti. The Architectural Record (Agosto 1930). 115-119, W. 40th Street. New York. Questo numero di Agosto ci mostra l’aeroporto di Amburgo dovuto agli architetti Dryssen e Averhoff, e poi un articolo sull’ultima opera edita dall’Hoffmann “Wie Baut America” dovuta alla penna di Richard Neutra. Il resto è una miscellanea, nè organica nè interessante; passiamo dall’esposizione di Stoccolma al Ponte mobile della Università di Filadelfia, traversiamo un continente e un Oceano e vediamo alcuni rilievi di monumenti del Rinascimento Italiano, e finiamo con le “week ends house” le casette di campagna costruite in serie, ma con garbo, da Frank Lloyd Wright, ove trascorrere in pace le ferie settimanali. The Architectural Record (Settembre 1930). 115-119, W. 40th Street. New York. Ci piacciono i mobili e le suppellettili con le quali Howard T. Fischer ha arredato gli uffici dei Wrigley Building in Chicago, e come F. Riesler e Walter March hanno risolto, in maniera non nuova del resto, il problema dei grandi magazzini di vendita in New York. Le vetrine, necessarie per il commercio di cui aumentano lo sviluppo, devono, per l’Amministratore, rispondere a determinati requisiti cui, finora, hanno sempre contrastato le idee artistiche che dominavano l’arredamento. Gli architetti di cui abbiamo sott’occhio le opere, le hanno invece eseguite così come le desideravano gli uomini d'affari. Architecture. Fifth Avenue at 48th Street. New York. Ci illustra nei suoi numeri di Luglio, Agosto e Settembre, l’attività degli architetti negli Stati Uniti; non troviamo però, nulla di importante da segnalare, perchè tutte le opere presentateci sono soltanto o fedeli riproduzioni di motivi classici, o compromessi nei quali il motivo classico si unisce senza nuove fecondità ad elementi già sorpassati. L’architettura del grattacielo, la costruzione metallica che consente qualsiasi ardimento, non hanno ancora portato in America, almeno per quello che a noi è dato di osservare, ad alcunchè di sostanzialmente notevole.
Moderne Bauformen (Luglio 1930). Stuttgart. Nelle case a schiera costrutte in Bad Dürrenberg dall’architetto
berlinese Alex Klein, osserviamo con ammirazione (amore e la cura posti
anche nell’ordinamento della abitazione per le classi meno abbienti.
E se l’effetto estetico può essere sgradevole per monotonia
od eccessiva semplicità costruttiva, esso è di gran lunga
compensato dalla maggior perfezione degli impianti e delle opere di
finimento. La casa per chi vi abita e non per chi la osserva e può
criticarla od ammirarla dalla via. Questo è oramai il concetto
dominante, che ci viene confermato dall’importanza sempre maggiore
che tutti i periodici danno alle forme d’arte decorativa, all’arredamento,
allo studio del mobile nella pratica delle sue funzioni. Moderne Bauformen (Agosto 1930). Stuttgart. Le costruzioni dell’Arch. berlinese O. R. Salvisberg; i nomi
di Josef Hoffmam, Ernst Lichtblau, Walter Sobotka, Alfred Soulek e Clemens
Holzmeister, bastano senza commenti a renderci chiara l’idea di
quello che si poteva vedere alla Fiera di Vienna. L’ornamento
e la decorazione sono affidati quasi esclusivamente al gioco delle luci
e dei colori delle masse; le superfici piane e gli angoli retti attenuati
da note cromatiche, predominano nell’arredamento; il mobile è
abolito come oggetto artistico, è esclusivamente oggetto di prima
necessità; su di esso si adatta e si plasma l’ossatura
murale. Ancor dodici anni or sono era il mobile ornato ed arricchito
da decorazioni plastiche il centro dell’ambiente, che doveva adattarsi
a tutte le possibili forme cui voleva piegarlo la fantasia dell’artista;
perchè unico campo su cui questa fantasia avesse modo di esercitarsi. Moderne Bauformen (Settembre 1930). Stuttgart. Fra le nuove costruzioni ospitaliere occupa un posto dei più
notevoli l’ospedale Lory costruito in Berna dall’Arch. O.
Salvisberg. Wasmuth’s Monatshefte (Agosto 1930). Baukunst & Städtebau. 31, Markgrafenstr. Berlin. W. 8. E. Mendelsohn ha realizzato nei Magazzini Schocken in Chemnitz il sogno dei commercianti. Abolite le strutture motorie in facciata egli ha attenuta una unica vetrina di esposizione che occupa tutta la fronte dell’edificio. Il valore estetico e formale è dato dall’alternarsi di pieni e di vuoti che si sovrappongono in fasci, orizzontali, producendo così, specialmente nella notte, quando l’interno, che ospita i magazzini di vendita ed i laboratori, diventa sorgente luminosa, un effetto fantastico, quasi irreale. Le fascie di muratura che costituiscono i parapetti sono ancorate a mensola su una serie di pilastri distribuiti con andamento parallelo all’allineamento ma spostato di 3 ml. verso l’interno e così ci sembrano poggiare sulla fascia di vetro continua, sottostante, interrotta solo dalle esilissime strutture montanti degli infissi in ferro. Wasmuth’s Monatshefte (Settembre 1930). Baukunst & Städtebau.
31, Markgrafenstr. Berlin. W. H. Herkommer ha costruito in Francoforte s. M. la Chiesa della Pace. In essa noi ritroviamo tutti gli elementi a noi già noti della edilzia sacra nella Germania d’oggi. Vediamo ancora le costruzioni di Fritz Schrupp e Martin Kremmer in Essen ed infine Stoccolma e la sua esposizione. Baukunst (Agosto-Settembre 1930). 15, Barer Strasse. Munchen. Il Lloyd Dampfer “Europa”, occupa la maggior parte del fascicolo di Agosto mentre quello di Settembre è dedicato, in maggior parte, alla chiesa di S. Giovami in Augsburg, interessante specialmente per i suoi interni. Innen Dekoration (Agosto 1930). Darmstadt. Eccessive le crudezze metalliche largamente adoperate da J. C. d’Ahetze nell’arredamento della sua abitazione parigina, mentre invece ci sembrano piacevoli gli effetti ottenuti con mezzi minimi se pure necessariamente con ricchezza di materiali, da Michael Rachlis per le sale di rappresentanza dell’Eden Hôtel e per i magazzini di esposizione della “Adler Werke” in Berlino. Innen Dekoration (Settembre 1930). Darmstadt. E. Schwadroni di Vienna, B. Pfau di Düsseldorf e J. Frank in Parigi continuano con i loro lavori le tendenze in vigore in cui tutte domina il razionalismo; la decorazione ricorre alla nobiltà del materiale per smussare gli angoli ed attenuare le crudezze date dalla logica. LUIGI LENZI. SINDACATO NAZIONALE ARCHITETTI PAGINE DI VITA SINDACALE
Nello scorre mese del novembre ebbe luogol’apertura dei corsi
nelle Scuole d’Architettura di Roma e di Napoli, con sedute inaugurali
nelle quali tennero due discorsi, ad illustrazione dei programmi didattici,
i Direttori delle suole stesse, Prof. Arch. Guatavo Giuvannoni a Roma,
Arch. Alberto Calza-Bini a Napoli.
L’Istituto per le Case Popolari di Napoli indice un concorso
fra gl’Ingegneri ed Architetti iscritti nei rispettivi Sindacati,
per la compilazione di un progetto di sistemazione edilizia al Ponte
di Casanova (ingresso in Napoli dalla strada delle Puglia), sulle aree
risultanti dalle demolizione di fabbricati ivi esistenti e sopra suoli
contigui. (Dette aree risulteranno in apposita planimetria che l’Ufficio
dell’Istituto darà agli interessati che ne faranno richiesta). a) realizzare il miglior risamento igienico-edilizio in armonia col piano regolatore della località; b) costituire un gruppo di nuovi fabbricati per abitazioni popolari che dovranno avere le caratteristiche richieste dal Decreto Legge 10 marzo 1926 n. 386; mentre l’insieme delle costruzioni sarà intonato ad un tipo di sobria architettura, che risponda altresì alle esigenze della importante arteria di accesso alla Città; c) contenere la spesa della costruzione intorno alle lire 350 per metro quadrato di area coperta per piano (costo del suolo escluso) in base ai prezzi unitari in vigore presso l’Ufficio Tecnico dell’Istituto. Il progetto sarà rappresentato ed illustrato da: a) una planimetria generale della zone da risanare, nella scala da 1 a 200, dimostrativa delle aree edificatorie utilizzate e degli edifici che su esse verremo progettati; b) due prospetti principali nella scala da 1:50; c) due planimetrie sella scala da 1 a 100 di uno dei fabbricati, una in pianterreno e l’altra per un piano superiore; d) due sezioni. una trasversale e l’altra longitudinale (scala da 1 a 100) nelle quali l’attezza tra un piano e l’altro dovrà essere di m. 3.80 oltre alla camera d’aria per l’ultimo piano, qualora non sia preveduto il tetto; e) una veduta prospettica d’insieme, presa da un punto di vista reale che sarà indicato nella planimetria; f) una relazione esplicativa dei criteri adottati, corredata dal computo metrico del fabbricato prescelto e dall’estimativo della spesa, considerando la fondazione con basi d’impianto in acqua a m. 6 dal piano stradale. Tutti gli atti dei progetti presentati al concorso dovranno pervenire
alla Sede dell’Istituto in via S. Brigida 24, non più tardi
del giorno 31 marzo 1931 (IX); e ciascun progetto dovrà essere
contrassegnato da un motto che sarà ripetuto entro una busta
da unirsi chiusa e suggellata, agli atti stessi, e contenente la indicazione
del nome cognome ed indirizzo del concorrente. 1) On. Prof. Alberto Calza-Bini - Direttore della R. Scuola di Architettura di Napoli - Segretario Generale del Sindacato Nazionale Architetti. 2) Prof. Gustavo Giovannoni - Direttore della R. Scuola di Architettura di Roma - Presidente della Commissione pel piano regolatore di Napoli. 3) Ing. Domenico Primicerio - Capo dell’Ufficio Tecnico dell’Istituto. I progetti presentati al concorso saranno esposti al pubblico nella
Sede dell’Istituto o in altro luogo adatto, dopo che su di essi
avrà emesso il suo giudizio la Commissione giudicatrice.
Stá per essere bandito dal Podestà della Città
di Catania, Generale Grimaldi, un concorso tra architetti ed ingegneri
italiani per il nuovo Piano Regolatore della Città stessa. |
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