NOTIZIARIO TECNICO
INTONACHI E RIVESTIMENTI.
L’architettura d’oggi ha bisogno di perfezione nelle sue
superficie sia esterne che interne: gli intonachi debbono risultare
resistenti, puliti, perfetti. Gli architetti ricercano nuove possibilità
d’impiego di pietre naturali od artificiali per coprire la superficie
delle loro costruzioni: i più audaci cominciano noi tentare rivestimenti
con materiali metallici.
È un campo industriate ed artistico vastissimo che ancora deve
darci importanti sorprese. La tecnica dell’intonaco si perfeziona
e arricchisce con nuovi procedimenti, sopratutto con lo studio che tende
a ritrovare migliori intonachi colorati i quali, pur resistendo all’azione
del tempo, soddisfino il desiderio di architetture policrome dai colori
vivaci o chiari o serenamente festosi.
Le ricerche sugli intonachi sono indirizzate in due sensi: l’uno
sulla forma superficiale dell’intonaco stesso: e specie negli
anni passati abbiamo avuto una vera fioritura di superfici striate,
grattate, picchiettate, pettinate, insomma con i metodi più originali
rese variamente scabrose; oggi è la superficie liscia e dura
ad essere preferita.
L’altra tendenza delle ricerche, in parte in stretta relazione
alla prima, riguarda la composizione stessa dell’intonaco, il
modo di colorarlo in varie gradazioni e in modo durevole. La chimica
industriale è la più valida cooperatrice in questo campo.
Non sono certo, problemi nuovi, questi. Non è chi non conosca
gli intonachi e gli encausti di Pompei e di Roma dove il colore è
così vivo e fresco, pure dopo l’azione dissolvitrice dei
secoli, che sembra applicato appena da qualche anno! Ma gli antichi
procedimenti non ci sono completamente noti, o per lo meno, non rispondono
più all’epoca nostra, per diverse necessità di organizzazione
di lavoro e di economia.
In epoche più vicine a noi le maestranze d’Italia furono
maestre nella formazione e nell’uso dell’intonaco a stucco,
tanto che la parola stessa è rimasta in tutto il mondo civile
a indicare tale genere d’intonaco e di lavorazione. Ma l’avvento
del cemento, l’uso di colorazioni vivaci anche per intonachi esterni,
lo spirito moderno che si allontana sempre più da tutto ciò
che è architettura decorativa, o meglio decorazione architettonica,
ha fatto passare in seconda linea l’opera dello stuccatore per
modanature, cornici, modellazione di ogni genere, per usare invece,
su larga scala, ampie superfici liscie, sfondi e aggetti dalle forme
e sagomature elementari, passando perciò ad una produzione di
carattere più industriale e in cui il fattore economico è
preponderante. A questo spirito di oggi, forse più di ogni altro
popolo, ha armonizzato le proprie idee, artistiche ed industriali, la
gente della Germania moderna. E sono comparsi intonachi e rivestimenti
di carattere moderno, materiali tutti che una potente industria lancia
sul mercato, sussidiata da tutti i mezzi della moderna pubblicità.
Ed ecco che gli intonachi “Terranova”, “Terrasit”,
ecc. si offrono all’applicazione, confezionati pronti in sacchetti,
a soddisfare le esigenze dell’architetto moderno. A sussidio di
tale produzione edilizia veglia una potente industria chimica che sa
produrre materie coloranti fra le migliori del commercio. E altri mezzi
ausiliari per la produzione di superfici pulite, di aspetto vario, a
seconda delle esigenze architettoniche, sono in commercio: vedi ad esempio
il “Contex” liquido da mescolare in varie gradazioni ad
impasti cementizi che debbano rimanere in vista dopo il disarmo, senza
rivestimenti di altre materie. Il “Webu” ad esempio è
un intonaco colorato, che applicato alla parete forma una superficie
unita, lucida, resistente, lavabile, come una specie di encausto. Ma
non è ora che vogliamo passare in rassegna tutti questi prodotti;
non ne neghiamo il valore e non ne tessiamo l’elogio, ma se pure
gli architetti italiani cominciano oggi ad usarli, è necessario
che essi una volta di più si convincano che, anche in una materia
in cui a tutti siamo stati maestri, oggi siamo in piena decadenza. Solo
una tale convinzione, solo un esame di coscienza spassionato, può
far scaturire una ferma volontà di ricuperare il terreno perduto.
Un comunissimo materiale di rivestimento è da lungo tempo la
piastrella di maiolica: ma anche queste sono in gran parte di produzione
straniera. Abbiamo anche noi delle maioliche paesane che potrebbero
trovare più ampia applicazione, ma anche in questo campo mancano
iniziativa ed organismi capaci di organizzare una produzione in armonia
alle esigenze. Non entriamo in discussioni tecniche nè in un
esame dettagliato della questione che qui sarebbe fuor di luogo: ma
non possiamo non osservare e mostrare l’esempio della ditta straniera
che nelle figure 1-6-7 dimostra come, con un po’ di genialità,
si possa seguire il variar, dei gusti del pubblico. Sono colorazioni
variamente scelte, sono dimensioni degli elementi che, assortiti, si
prestano e forniscono all’architetto materia di creazione artistica.
La figura 1. fa vedere un’applicazione alle pareti di materiale
ceramico in lista di mm. 250x30x20. La fig. 7 un rivestimento con lastre
di cm. 30x40 a due colori, con pavimento a mosaico di elementi pure
ceramici. La fig. 6 mostra un interno, di chiesa: zoccolature di lastre
di terracotta rossa e pavimento di lastre rosse di cm. 30x30, con commissure
larghe un centimetro che accusano il reticolalo formato dal materiale
stesso.
Nasce così dalla reciproca necessità, un collegamento
inscindibile tra l’industria e l’architetto.
Il rivestimento composto di elementi piuttosto piccoli tende ad essere
sostituito da rivestimenti in lastre di dimensioni ragguardevoli: da
poco è in commercio, per esempio, una imitazione di marmo ottenuta
per mezzo di un processo fotomeccanico e vernici alla nitrocellulosa:
la lastra sostegno che riceve tale pelle colorata è in genere
di lavagna sottile e dalla superficie esattamente rettificata. Questo
materiale, prodotto oggi in Italia, è, se non siamo male informati,
di invenzione straniera; ma tanto dal lato estetico quanto da quello
pratico non è certo quanto di meglio si possa desiderare.
La “vitrolite” americana, è un buon materiale adatto
per locali di toilette, ingressi, ecc: è prodotta anche in lastre
di vario colore.
Un prodotto molto interessante a base di pasta vitrea esce da una grande
fabbrica francese di vetri e cristalli: sono grandi lastre vitree spesse
10-20 mm. che variano nei più tenui o vivaci colori, dalla superficie
perfetta come è precisamente quella del cristallo.
Rivestimenti interni si fanno con lastre di gesso che vanno da uno spessore
di cm. 5 a 10 e delle dimensioni fino mm. 0.50x1.00.
L’eternit lucidato a piombo, sotto questo aspetto non molto conosciuto,
si presta abbastanza bene per zoccolature: c’è il “celotex”
che si produce in lastre di tutte le dimensioni, esso si basa sull’utilizzazione
della cellulosa delle canne da zucchero, ma è più buon
isolante che materiale da lasciare in vista.
L’insulite, il lignat, la masonite sono tutti materiali in lastre
formate da fibre legnose e materie cementanti: il loro spessore può
essere anche di pochi millimetri, e le dimensioni fino a 1 metro per
3 metri. Il prezzo di tutti questi materiali è di poche lire
al metro quadrato: ecco un requisito di grande importanza per l’edilizia
attuale.
In fondo tutti questi tipi di materiale vogliono sostituirsi in gran
parte, pur superandolo per proprietà isolanti, al legno che,
nel buon tempo antico, era usato abbondantemente per rivestimenti. Oggi
il legno compensato è di più facile ad economica applicazione,
mercè la sua grande produzione in fogli di ampia superficie e
degli spessori più indicati per rivestimenti.
Un materiale che è un dernier-cri in questo genere è il
legno compensato rivestito di una pelle metallica (acciaio, alluminio,
rame, ecc.) mediante speciale materia adesiva e forte pressione idraulica.
Il rivestimento metallico viene applicato su tutte e due le faccie del
foglio o anche su di una sola, a seconda delle esigenze del rivestimento.
Lo spessore di questi fogli varia da millimetri 3 a 12. Questo materiale
è inglese e chiamato dal produttore “Plymax”.
A Manchester un grande negozio è stato rivestito di questo legno
metallico.
In un’epoca così «meccanica» come la nostra,
il metallo non poteva non assumere una importanza sempre più
capitale nella costruzione edilizia; dopo la ghisa, l’acciaio,
ecc., ecco l’alluminio, che in America é stato applicato
per strutture portanti di edifici, sotto forma di travi profilate a
T e doppio T.
E l’alluminio, metallo il cui avvenire ha grande significato per
noi italiani, ha già vasta applicazione, oltre che per la costruzione
di serramenti, di portali, di condotture, anche per rivestimenti, per
pannelli decorativi, ecc. Basti ricordare che nell’enorme edificio
Empire State Building di New York sono stati usati circa 270.000 kg.
di alluminio.
Abbiamo, nel numero di giugno scorso di «Architettura ed Arti
Decorative», accennato al metallo speciale inossidabile prodotto
dalle officine Krupp, detto «Nirosta», metallo resistentissimo
alla maggior parte degli acidi e dal colore argenteo. Di questo metallo
è stata rivestita tutta la parte terminale del nuovo grattacielo
«Chrysler» a New York, alto 250 metri, e le fronti del piano
terreno comprendente i negozi; fra rivestimenti e serramenti dei negozi,
nel detto edificio sono state impiegate circa 700 tonnellate di acciaio
«Nirosta».
Nikel, rame e rame cromato non sono rari nei grattacteli americani per
rivestimenti, fascia, zoccoli, serramenti, ecc., ecc.
Lo zinco in leghe pulimentate e lucide dai vivi riflessi si usa per
fare dei mobili elegantissimi: anche a questa metallo non si può
negare delle proprietà idonee al rivestimento di interni e dall’arredamento
modernissimo (fig. 12).
Di rivestimenti parziali metallici si hanno numerosi esempi anche in
Europa: per esempio al Teatro Pigalle a Parigi i pilastri del vestibolo
sono rivestiti di lamiera di acciaio.
Poco sopra abbiamo accennato all’alluminio: di questo metallo
l’Italia sarà presto una delle più forti produttrici;
è da augurarsi che l’industria edilizia non lo dimentichi.
Non sono sempre le materie che mancano al nostro Paese. Vogliamo fare
un esempio, sempre nel campo edilizio; da qualche anno si sente parlare
di «solomite» creata in Francia e in Belgio per utilizzare
la paglia. Noi abbiamo anche in abbondanza questo materiale poverissimo,
eppure non si è arrivati a trovarne una simile applicazione;
non perchè questa «solomite» valga molto, nell’edilizia,
ma è un materiale che in certi casi e in certe località
può essere molto utile. Ora noi italiani finiremo con l’usare
la Solomite inventata dagli altri. E ci sono in proposito grandi e piccoli
esempi, tanto significativi.
Un elemento prezioso e che ora sembra valorizzarsi di nuovo è
la pietra naturale: pietra da taglio e marmo. Una lodevole iniziativa
è stata la sala del marmo italiano, organizzata alla IV Mostra
Triennale Internazionale di Monza, dove si è mostrato al pubblico
ed ai tecnici, note ed ignote varietà di marmi ricavati dalle
viscere delle nostre terre. Sono nuovi giacimenti e nuovi tipi che si
lanciano in commercio e a prezzi accessibili anche a costruzioni non
troppo lussuose. Ma l’organizzazione commerciale ed economica
ci deve permettere di raggiungere una industrializzazione tale da produrre
rivestimenti di pietra naturale a prezzo bassissimo.
Anche con la pietra vi sono nuove vie da tentare esteticamente e commercialmente;
anche nei marmi si possono tentare produzioni in formati diversi standardizzati,
piastre sottili, non troppo grandi, fascie a misure fisse, elementi
che architetti al servizio di industrie potrebbero, con senso di arte,
ritrovare.
Se lo spirito dell’architettura moderna ha tendenza alle facciate
liscie, semplici, pulite, di una chiarezza cristallina, non vediamo
oggi quale materiale meglio di un rivestimento di lastre di pietra naturale
lucidata potrebbe assolvere al compito.
Solo una superficie di intonaco aderente durissimo, compatto e brillante,
applicato a macchina, potrebbe superare costruttivamente, a parte il
lato economico, un rivestimento di pietra naturale. Ma ad eccezione
degli intonaci cementizi ottenuti con getto ad aria compressa e che
conservano una superficie piuttosto rugosa, industrialmente niente altro
è ancora realizzato. E la macchina per fare gli intonaci che
un Ente italiano di costruttori avrebbe sollecitato dalla genialità
dei vari inventori italiani è ancora un mito! Però anche
questa resta una via aperta all’ingegno italiano. E non è
forse nostro dovere raggiungere nuovamente il primato che i nostri antichi
si erano conquistato con la sapienza costruttiva, non solo delle ossature,
ma anche dei finimenti delle fabbriche? Non tanto riproduzione di antichi
procedimenti, quanto risultati simili attraverso tecniche rispondenti
alle necessità economiche ed industriali odierne.
Il nostro scopo, nell’indicare ai colleghi nuovi materiali, è
non tanto di offrire una guida all’architetto nel risolvere necessità
costruttive di oggi, quanto di chiarire agli occhi degli interessati
le condizioni della nostra industria edilizia e di far comprendere quale
importanza essa abbia, oltre che nell’economia nazionale, nello
spirito dell’architettura nuova. Bisogna creare uno stato di animo
di intolleranza e di ricerca appassionata negli architetti e nei tecnici
della costruzione edilizia italiana, perchè essa si muova verso
quella modernità senza la quale oggi non si vive ma appena si
vegeta.
GAETANO MINNUCCI.
SINDACATO NAZIONALE ARCHITETTI
PAGINE DI VITA SINDACALE
ASSEMBLEE REGIONALI
A seguito delle disposizione della C.N.S.F.P.A. si annunzia che nel
corrente mese di novembre e nel prossimo dicembre avranno luogo le assemblee
dei Sindacati Regionali. Tra i temi all’ordine del giorno vi è
la elezione dei membri del Direttorio e del Segretario Regionale.
Queste assemblee precedono il Congresso Nazionale che avrà luogo
a Milano nei primi mesi del 1931.
LA COMMISSIONE
PER IL GIUDIZIO DEL CONCORSO
DELLA PALAZZATA DI MESSINA
Nel fascicolo sorso demmo notizia del concorso bandito dal Podestà
di Messina per la ricostruzione della Palazzata.
Siamo ora informati che la Giuria Esaminatrice sarà composta
dai seguenti membri: On. Prof. Arch. Albero Calza-Bini, On. Ing. Edmondo
Del Bufalo, Gr. Uff. Pref. Arch. Francesco Fichera, S. E. Ugo 0jetti
Accademico d’Italia, Robero Papini.
IL SECONDO CONGRESSO INTERNAZIONALE
E L’ESPOSIZIONE DI TECNICA SANITARIA
ED IGIENE URBANISTICA
MILANO 1931
Nello scorso marzo a Praga, durante il I° Congresso Internazionale
di Tecnica Sanitaria e di igiene Urbanistica, veniva scelta come sede
del II° Congresso, la città di Milano.
Emilio Zimmler, Presidente dell’Accademia Masaryk, rivolse, quindi
il voto espresso dall’adunanza internazionale, a S. E. Mussolini,
che provvide immediatamente a dare le opportune disposizioni affinché
in Italia si costituisse il Comitato Nazionale del II° Congresso.
A presiedere questo, è stato chiamato S. E. l’On. Conte
Pier Gaetano Venino, mentre la sede del Comitato ha stabilito i propri
Uffici in Piazza Duomo, 17, presso la Fiera Campionaria dl Milano, dove
gli interessati potranno chiedere informazioni e schiarimenti.
Il congresso avrà luogo dal 19 al 25 aprile 1931: nel contempo,
nei quadri della Fiera Campionaria Internazionale di Milano, verrà
aperta la IIª Esposizione Internazionale di Tecnica Sanitaria e
di Igiene Urbanistica alla quale parteciperanno tutte le più
importanti Nazioni che da tempo hanno affrontato sagacemente i problemi
maggiori di questo ramo della scienza e della tecnica.
Codeste manifestazioni hanno anche per gli architetti comprensibile
importanza.
IL XIII CONGRESSO
DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE
DELL’ABITAZIONE
E DEI PIANI REGOLATORI
BERLINO - GIUGNO 1931
Il biennale congresso della Federazione Internazionale dell’Abitazione
e dei Piani Regolatori che, nel 1929, con tanto felice risultato si
tenne a Roma, avrà luogo nel prossimo giugno a Berlino.
Contemporaneamente si aprirà una grande esposizione internazionale
sui ben noti terreni adibiti alle esposizioni di Berlino, con un’estensione
totale di circa 200.000 mq., dei quali circa 55.000 saranno occupati
dai padiglioni.
L’esposizione sarà divisa in cinque principali parti:
Lavori di costruzioni moderne (ponti, strade, grandi edifici, ecc.).
La casa moderna.
La costruzione moderna: (materiali e metodi di costruzione, esecuzioni
dei lavori di costruzioni, applicazioni meccaniche, ecc).
Costruzioni per i bisogni dell’agricoltura.
Esposizione internazionale dell’Abitazione e dei Piani Regolatori
(la quale sarà suddivisa in tre sezioni, le prime due accoglienti
la produzione tedesca, la terza le produzioni dei paesi esteri).
La sezione tedesca di cotesta esposizione illustrerà con documenti
adeguati il cammino percorso dalla tecnica dell’abitazione e dei
piani regolatori dal 1900 al 1930, traendo dal confronto partito per
prestabilire quale altro ulteriore sviluppo subiranno i due suddetti
capitali rami dell’arte edificatoria, in un prossimo domani.
Essenzialmente dunque, dimostrazione amplissima di ciò che è
stato realizzato nel nostro secolo, e dibattito di idee circa gli orizzonti
da offrire i problemi dello Sviluppo regionale ed urbano, della economia
urbana e della prosperità pubblica.
Il comitato promotore curerà che le creazioni estere sviluppino
il loro programma secondo i temi che saranno più specialmente
propri dei singoli ambienti, secondo un’ordine non dissimile da
quello già predisposto per la sezione tedesca.
Nel complesso dunque è certo che l’Esposizione di Berlino
avrà un grandissimo interesse per i tecnici e gli esteti dell’arte
del costruire. È da sperare che gli architetti italiani si prepareranno
tempestivamente ed adeguatamente onde il nostro paese figuri degnamente
in confronto alle dimostrazioni di attività e di studio, certamente
formidabili, che ci offriranno le Germania ed altri paesi Europei.
Si informano i lettori che è stato redatto in extenso ed in lussuosa
edizione il programma dell’Esposizione, già diffuso anche
in Italia e che in ogni modo ciascuno potrà procurarsi chiedendolo
alla «International Federation far Honsing and Towen Planning»
- 25 Bedford Raw, London W. C. 1.