FASCICOLO II - OTTOBRE 1930
NOTIZIARIO

NOTIZIARIO TECNICO

INTONACHI E RIVESTIMENTI.

L’architettura d’oggi ha bisogno di perfezione nelle sue superficie sia esterne che interne: gli intonachi debbono risultare resistenti, puliti, perfetti. Gli architetti ricercano nuove possibilità d’impiego di pietre naturali od artificiali per coprire la superficie delle loro costruzioni: i più audaci cominciano noi tentare rivestimenti con materiali metallici.
È un campo industriate ed artistico vastissimo che ancora deve darci importanti sorprese. La tecnica dell’intonaco si perfeziona e arricchisce con nuovi procedimenti, sopratutto con lo studio che tende a ritrovare migliori intonachi colorati i quali, pur resistendo all’azione del tempo, soddisfino il desiderio di architetture policrome dai colori vivaci o chiari o serenamente festosi.
Le ricerche sugli intonachi sono indirizzate in due sensi: l’uno sulla forma superficiale dell’intonaco stesso: e specie negli anni passati abbiamo avuto una vera fioritura di superfici striate, grattate, picchiettate, pettinate, insomma con i metodi più originali rese variamente scabrose; oggi è la superficie liscia e dura ad essere preferita.
L’altra tendenza delle ricerche, in parte in stretta relazione alla prima, riguarda la composizione stessa dell’intonaco, il modo di colorarlo in varie gradazioni e in modo durevole. La chimica industriale è la più valida cooperatrice in questo campo.
Non sono certo, problemi nuovi, questi. Non è chi non conosca gli intonachi e gli encausti di Pompei e di Roma dove il colore è così vivo e fresco, pure dopo l’azione dissolvitrice dei secoli, che sembra applicato appena da qualche anno! Ma gli antichi procedimenti non ci sono completamente noti, o per lo meno, non rispondono più all’epoca nostra, per diverse necessità di organizzazione di lavoro e di economia.
In epoche più vicine a noi le maestranze d’Italia furono maestre nella formazione e nell’uso dell’intonaco a stucco, tanto che la parola stessa è rimasta in tutto il mondo civile a indicare tale genere d’intonaco e di lavorazione. Ma l’avvento del cemento, l’uso di colorazioni vivaci anche per intonachi esterni, lo spirito moderno che si allontana sempre più da tutto ciò che è architettura decorativa, o meglio decorazione architettonica, ha fatto passare in seconda linea l’opera dello stuccatore per modanature, cornici, modellazione di ogni genere, per usare invece, su larga scala, ampie superfici liscie, sfondi e aggetti dalle forme e sagomature elementari, passando perciò ad una produzione di carattere più industriale e in cui il fattore economico è preponderante. A questo spirito di oggi, forse più di ogni altro popolo, ha armonizzato le proprie idee, artistiche ed industriali, la gente della Germania moderna. E sono comparsi intonachi e rivestimenti di carattere moderno, materiali tutti che una potente industria lancia sul mercato, sussidiata da tutti i mezzi della moderna pubblicità. Ed ecco che gli intonachi “Terranova”, “Terrasit”, ecc. si offrono all’applicazione, confezionati pronti in sacchetti, a soddisfare le esigenze dell’architetto moderno. A sussidio di tale produzione edilizia veglia una potente industria chimica che sa produrre materie coloranti fra le migliori del commercio. E altri mezzi ausiliari per la produzione di superfici pulite, di aspetto vario, a seconda delle esigenze architettoniche, sono in commercio: vedi ad esempio il “Contex” liquido da mescolare in varie gradazioni ad impasti cementizi che debbano rimanere in vista dopo il disarmo, senza rivestimenti di altre materie. Il “Webu” ad esempio è un intonaco colorato, che applicato alla parete forma una superficie unita, lucida, resistente, lavabile, come una specie di encausto. Ma non è ora che vogliamo passare in rassegna tutti questi prodotti; non ne neghiamo il valore e non ne tessiamo l’elogio, ma se pure gli architetti italiani cominciano oggi ad usarli, è necessario che essi una volta di più si convincano che, anche in una materia in cui a tutti siamo stati maestri, oggi siamo in piena decadenza. Solo una tale convinzione, solo un esame di coscienza spassionato, può far scaturire una ferma volontà di ricuperare il terreno perduto.

Un comunissimo materiale di rivestimento è da lungo tempo la piastrella di maiolica: ma anche queste sono in gran parte di produzione straniera. Abbiamo anche noi delle maioliche paesane che potrebbero trovare più ampia applicazione, ma anche in questo campo mancano iniziativa ed organismi capaci di organizzare una produzione in armonia alle esigenze. Non entriamo in discussioni tecniche nè in un esame dettagliato della questione che qui sarebbe fuor di luogo: ma non possiamo non osservare e mostrare l’esempio della ditta straniera che nelle figure 1-6-7 dimostra come, con un po’ di genialità, si possa seguire il variar, dei gusti del pubblico. Sono colorazioni variamente scelte, sono dimensioni degli elementi che, assortiti, si prestano e forniscono all’architetto materia di creazione artistica. La figura 1. fa vedere un’applicazione alle pareti di materiale ceramico in lista di mm. 250x30x20. La fig. 7 un rivestimento con lastre di cm. 30x40 a due colori, con pavimento a mosaico di elementi pure ceramici. La fig. 6 mostra un interno, di chiesa: zoccolature di lastre di terracotta rossa e pavimento di lastre rosse di cm. 30x30, con commissure larghe un centimetro che accusano il reticolalo formato dal materiale stesso.
Nasce così dalla reciproca necessità, un collegamento inscindibile tra l’industria e l’architetto.
Il rivestimento composto di elementi piuttosto piccoli tende ad essere sostituito da rivestimenti in lastre di dimensioni ragguardevoli: da poco è in commercio, per esempio, una imitazione di marmo ottenuta per mezzo di un processo fotomeccanico e vernici alla nitrocellulosa: la lastra sostegno che riceve tale pelle colorata è in genere di lavagna sottile e dalla superficie esattamente rettificata. Questo materiale, prodotto oggi in Italia, è, se non siamo male informati, di invenzione straniera; ma tanto dal lato estetico quanto da quello pratico non è certo quanto di meglio si possa desiderare.
La “vitrolite” americana, è un buon materiale adatto per locali di toilette, ingressi, ecc: è prodotta anche in lastre di vario colore.
Un prodotto molto interessante a base di pasta vitrea esce da una grande fabbrica francese di vetri e cristalli: sono grandi lastre vitree spesse 10-20 mm. che variano nei più tenui o vivaci colori, dalla superficie perfetta come è precisamente quella del cristallo.
Rivestimenti interni si fanno con lastre di gesso che vanno da uno spessore di cm. 5 a 10 e delle dimensioni fino mm. 0.50x1.00.
L’eternit lucidato a piombo, sotto questo aspetto non molto conosciuto, si presta abbastanza bene per zoccolature: c’è il “celotex” che si produce in lastre di tutte le dimensioni, esso si basa sull’utilizzazione della cellulosa delle canne da zucchero, ma è più buon isolante che materiale da lasciare in vista.
L’insulite, il lignat, la masonite sono tutti materiali in lastre formate da fibre legnose e materie cementanti: il loro spessore può essere anche di pochi millimetri, e le dimensioni fino a 1 metro per 3 metri. Il prezzo di tutti questi materiali è di poche lire al metro quadrato: ecco un requisito di grande importanza per l’edilizia attuale.
In fondo tutti questi tipi di materiale vogliono sostituirsi in gran parte, pur superandolo per proprietà isolanti, al legno che, nel buon tempo antico, era usato abbondantemente per rivestimenti. Oggi il legno compensato è di più facile ad economica applicazione, mercè la sua grande produzione in fogli di ampia superficie e degli spessori più indicati per rivestimenti.
Un materiale che è un dernier-cri in questo genere è il legno compensato rivestito di una pelle metallica (acciaio, alluminio, rame, ecc.) mediante speciale materia adesiva e forte pressione idraulica. Il rivestimento metallico viene applicato su tutte e due le faccie del foglio o anche su di una sola, a seconda delle esigenze del rivestimento. Lo spessore di questi fogli varia da millimetri 3 a 12. Questo materiale è inglese e chiamato dal produttore “Plymax”.
A Manchester un grande negozio è stato rivestito di questo legno metallico.
In un’epoca così «meccanica» come la nostra, il metallo non poteva non assumere una importanza sempre più capitale nella costruzione edilizia; dopo la ghisa, l’acciaio, ecc., ecco l’alluminio, che in America é stato applicato per strutture portanti di edifici, sotto forma di travi profilate a T e doppio T.
E l’alluminio, metallo il cui avvenire ha grande significato per noi italiani, ha già vasta applicazione, oltre che per la costruzione di serramenti, di portali, di condotture, anche per rivestimenti, per pannelli decorativi, ecc. Basti ricordare che nell’enorme edificio Empire State Building di New York sono stati usati circa 270.000 kg. di alluminio.
Abbiamo, nel numero di giugno scorso di «Architettura ed Arti Decorative», accennato al metallo speciale inossidabile prodotto dalle officine Krupp, detto «Nirosta», metallo resistentissimo alla maggior parte degli acidi e dal colore argenteo. Di questo metallo è stata rivestita tutta la parte terminale del nuovo grattacielo «Chrysler» a New York, alto 250 metri, e le fronti del piano terreno comprendente i negozi; fra rivestimenti e serramenti dei negozi, nel detto edificio sono state impiegate circa 700 tonnellate di acciaio «Nirosta».
Nikel, rame e rame cromato non sono rari nei grattacteli americani per rivestimenti, fascia, zoccoli, serramenti, ecc., ecc.
Lo zinco in leghe pulimentate e lucide dai vivi riflessi si usa per fare dei mobili elegantissimi: anche a questa metallo non si può negare delle proprietà idonee al rivestimento di interni e dall’arredamento modernissimo (fig. 12).
Di rivestimenti parziali metallici si hanno numerosi esempi anche in Europa: per esempio al Teatro Pigalle a Parigi i pilastri del vestibolo sono rivestiti di lamiera di acciaio.
Poco sopra abbiamo accennato all’alluminio: di questo metallo l’Italia sarà presto una delle più forti produttrici; è da augurarsi che l’industria edilizia non lo dimentichi. Non sono sempre le materie che mancano al nostro Paese. Vogliamo fare un esempio, sempre nel campo edilizio; da qualche anno si sente parlare di «solomite» creata in Francia e in Belgio per utilizzare la paglia. Noi abbiamo anche in abbondanza questo materiale poverissimo, eppure non si è arrivati a trovarne una simile applicazione; non perchè questa «solomite» valga molto, nell’edilizia, ma è un materiale che in certi casi e in certe località può essere molto utile. Ora noi italiani finiremo con l’usare la Solomite inventata dagli altri. E ci sono in proposito grandi e piccoli esempi, tanto significativi.
Un elemento prezioso e che ora sembra valorizzarsi di nuovo è la pietra naturale: pietra da taglio e marmo. Una lodevole iniziativa è stata la sala del marmo italiano, organizzata alla IV Mostra Triennale Internazionale di Monza, dove si è mostrato al pubblico ed ai tecnici, note ed ignote varietà di marmi ricavati dalle viscere delle nostre terre. Sono nuovi giacimenti e nuovi tipi che si lanciano in commercio e a prezzi accessibili anche a costruzioni non troppo lussuose. Ma l’organizzazione commerciale ed economica ci deve permettere di raggiungere una industrializzazione tale da produrre rivestimenti di pietra naturale a prezzo bassissimo.
Anche con la pietra vi sono nuove vie da tentare esteticamente e commercialmente; anche nei marmi si possono tentare produzioni in formati diversi standardizzati, piastre sottili, non troppo grandi, fascie a misure fisse, elementi che architetti al servizio di industrie potrebbero, con senso di arte, ritrovare.
Se lo spirito dell’architettura moderna ha tendenza alle facciate liscie, semplici, pulite, di una chiarezza cristallina, non vediamo oggi quale materiale meglio di un rivestimento di lastre di pietra naturale lucidata potrebbe assolvere al compito.
Solo una superficie di intonaco aderente durissimo, compatto e brillante, applicato a macchina, potrebbe superare costruttivamente, a parte il lato economico, un rivestimento di pietra naturale. Ma ad eccezione degli intonaci cementizi ottenuti con getto ad aria compressa e che conservano una superficie piuttosto rugosa, industrialmente niente altro è ancora realizzato. E la macchina per fare gli intonaci che un Ente italiano di costruttori avrebbe sollecitato dalla genialità dei vari inventori italiani è ancora un mito! Però anche questa resta una via aperta all’ingegno italiano. E non è forse nostro dovere raggiungere nuovamente il primato che i nostri antichi si erano conquistato con la sapienza costruttiva, non solo delle ossature, ma anche dei finimenti delle fabbriche? Non tanto riproduzione di antichi procedimenti, quanto risultati simili attraverso tecniche rispondenti alle necessità economiche ed industriali odierne.
Il nostro scopo, nell’indicare ai colleghi nuovi materiali, è non tanto di offrire una guida all’architetto nel risolvere necessità costruttive di oggi, quanto di chiarire agli occhi degli interessati le condizioni della nostra industria edilizia e di far comprendere quale importanza essa abbia, oltre che nell’economia nazionale, nello spirito dell’architettura nuova. Bisogna creare uno stato di animo di intolleranza e di ricerca appassionata negli architetti e nei tecnici della costruzione edilizia italiana, perchè essa si muova verso quella modernità senza la quale oggi non si vive ma appena si vegeta.
GAETANO MINNUCCI.

SINDACATO NAZIONALE ARCHITETTI

PAGINE DI VITA SINDACALE


ASSEMBLEE REGIONALI

A seguito delle disposizione della C.N.S.F.P.A. si annunzia che nel corrente mese di novembre e nel prossimo dicembre avranno luogo le assemblee dei Sindacati Regionali. Tra i temi all’ordine del giorno vi è la elezione dei membri del Direttorio e del Segretario Regionale.
Queste assemblee precedono il Congresso Nazionale che avrà luogo a Milano nei primi mesi del 1931.

LA COMMISSIONE
PER IL GIUDIZIO DEL CONCORSO
DELLA PALAZZATA DI MESSINA

Nel fascicolo sorso demmo notizia del concorso bandito dal Podestà di Messina per la ricostruzione della Palazzata.
Siamo ora informati che la Giuria Esaminatrice sarà composta dai seguenti membri: On. Prof. Arch. Albero Calza-Bini, On. Ing. Edmondo Del Bufalo, Gr. Uff. Pref. Arch. Francesco Fichera, S. E. Ugo 0jetti Accademico d’Italia, Robero Papini.

IL SECONDO CONGRESSO INTERNAZIONALE
E L’ESPOSIZIONE DI TECNICA SANITARIA
ED IGIENE URBANISTICA
MILANO 1931

Nello scorso marzo a Praga, durante il I° Congresso Internazionale di Tecnica Sanitaria e di igiene Urbanistica, veniva scelta come sede del II° Congresso, la città di Milano.
Emilio Zimmler, Presidente dell’Accademia Masaryk, rivolse, quindi il voto espresso dall’adunanza internazionale, a S. E. Mussolini, che provvide immediatamente a dare le opportune disposizioni affinché in Italia si costituisse il Comitato Nazionale del II° Congresso. A presiedere questo, è stato chiamato S. E. l’On. Conte Pier Gaetano Venino, mentre la sede del Comitato ha stabilito i propri Uffici in Piazza Duomo, 17, presso la Fiera Campionaria dl Milano, dove gli interessati potranno chiedere informazioni e schiarimenti.
Il congresso avrà luogo dal 19 al 25 aprile 1931: nel contempo, nei quadri della Fiera Campionaria Internazionale di Milano, verrà aperta la IIª Esposizione Internazionale di Tecnica Sanitaria e di Igiene Urbanistica alla quale parteciperanno tutte le più importanti Nazioni che da tempo hanno affrontato sagacemente i problemi maggiori di questo ramo della scienza e della tecnica.
Codeste manifestazioni hanno anche per gli architetti comprensibile importanza.


IL XIII CONGRESSO
DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE
DELL’ABITAZIONE
E DEI PIANI REGOLATORI
BERLINO - GIUGNO 1931

Il biennale congresso della Federazione Internazionale dell’Abitazione e dei Piani Regolatori che, nel 1929, con tanto felice risultato si tenne a Roma, avrà luogo nel prossimo giugno a Berlino.
Contemporaneamente si aprirà una grande esposizione internazionale sui ben noti terreni adibiti alle esposizioni di Berlino, con un’estensione totale di circa 200.000 mq., dei quali circa 55.000 saranno occupati dai padiglioni.
L’esposizione sarà divisa in cinque principali parti:
Lavori di costruzioni moderne (ponti, strade, grandi edifici, ecc.).
La casa moderna.
La costruzione moderna: (materiali e metodi di costruzione, esecuzioni dei lavori di costruzioni, applicazioni meccaniche, ecc).
Costruzioni per i bisogni dell’agricoltura.
Esposizione internazionale dell’Abitazione e dei Piani Regolatori (la quale sarà suddivisa in tre sezioni, le prime due accoglienti la produzione tedesca, la terza le produzioni dei paesi esteri).

La sezione tedesca di cotesta esposizione illustrerà con documenti adeguati il cammino percorso dalla tecnica dell’abitazione e dei piani regolatori dal 1900 al 1930, traendo dal confronto partito per prestabilire quale altro ulteriore sviluppo subiranno i due suddetti capitali rami dell’arte edificatoria, in un prossimo domani.
Essenzialmente dunque, dimostrazione amplissima di ciò che è stato realizzato nel nostro secolo, e dibattito di idee circa gli orizzonti da offrire i problemi dello Sviluppo regionale ed urbano, della economia urbana e della prosperità pubblica.
Il comitato promotore curerà che le creazioni estere sviluppino il loro programma secondo i temi che saranno più specialmente propri dei singoli ambienti, secondo un’ordine non dissimile da quello già predisposto per la sezione tedesca.
Nel complesso dunque è certo che l’Esposizione di Berlino avrà un grandissimo interesse per i tecnici e gli esteti dell’arte del costruire. È da sperare che gli architetti italiani si prepareranno tempestivamente ed adeguatamente onde il nostro paese figuri degnamente in confronto alle dimostrazioni di attività e di studio, certamente formidabili, che ci offriranno le Germania ed altri paesi Europei.
Si informano i lettori che è stato redatto in extenso ed in lussuosa edizione il programma dell’Esposizione, già diffuso anche in Italia e che in ogni modo ciascuno potrà procurarsi chiedendolo alla «International Federation far Honsing and Towen Planning» - 25 Bedford Raw, London W. C. 1.

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