FASCICOLO XII - AGOSTO 1929
ROBALDO MOROZZO DELLA ROCCA: Architettura delle Biblioteche moderne, con 42 illustrazioni

ARCHITETTURA DELLE BIBLIOTECHE MODERNE

La grande importanza dei libri, specchi della civiltà umana, fa gli edifici destinati a custodirli ed adoprarli intimamente aderenti alle condizioni di coltura e di vita dei tempi e quindi in continua trasformazione col continuo loro mutare.
Le biblioteche dell’antichità, fatte per contenere poche opere, tavolette, pergamene e papiri, e per l’uso di pochi studiosi, ebbero aspetto di monumenti e vastità imponenti, ma furono organismi assai semplici.
Organismi semplici furono anche le sedi delle biblioteche della Rinascenza, generalmente a foggia di gallerie, e destinate ad ospitare collezioni di privati o di sodalizi religiosi e d’accademie. Nella loro semplicità offrono sovente esempio di organicità perfetta oltre che di compiuta bellezza, quali la biblioteca Laurenziana Fiorentina, la Vaticana e la Vallicelliana in Roma.
La seconda metà del secolo scorso creò il modello delle biblioteche nazionali.
Esse furono rese necessarie dal grande sviluppo che allora acquistò la stampa, e dalle nuove condizioni sociali dei popoli cui occorse istituire un archivio generale dei libri aperto alla pubblica lettura. È caratteristico di queste l’essere formate da una sola grandissima sala e da un magazzino, distribuito intorno od accanto ad essa.
La prima grande biblioteca ordinata con novità di intenti fu costruita nel 1869 per opera dell’italiano Panizzi entro il cortile del British Museum di Londra. Essa è costituita da un’unica sala, proporzionata con le misure del Pantheon, in cui sono disposte concentricamente la cattedra del bibliotecario, i banchi del catalogo ed i tavoli, capaci di 374 lettori. Intorno alla parete sono distribuiti scaffali contenenti, fino all’altezza di m. 2,43, opere libere alla consultazione, ed altre opere per circa 20.000 volumi. Sopra girano due gallerie che allocano 60.000 volumi ed a cui si accede dai magazzini che empiono lo spazio tra le pareti della sala ed il cortile.
L’edificio è costruito in maglie metalliche riempite da laterizi e le suppellettili sono interamente in metallo. Negli antichi locali del museo furono collocati i reparti particolari.
La Biblioteca Nazionale di Parigi, poco posteriore a quella di Londra, è pure costituita da un’unica sala di lettura di forma rettangolare, con un’area di 1300 mq. ed illuminata da 9 lucernari e 3 finestroni. Contiene tavoli sufficienti a 345 persone e la recingono tre gallerie capaci di 40.000 volumi. In fondo hanno posto i banconi del catalogo, e gli organi di distribuzione e vigilanza, contigui al magazzino che si estende dietro alla sala.
Il programma della Biblioteca di Londra fu adottato per quasi tutte le biblioteche nazionali, e su di essa fu particolarmente modellata la biblioteca del Congresso a Washington, la più perfetta di questo tipo. Fu bandito per essa un concorso, ed il progetto vincitore è per la distribuzione molto aderente al modello londinese; i magazzini sono cruciformi ed organicamente disposti in pianta panottica intorno alla sala ottagona centrale. L’illuminazione della sala è laterale, quella dei magazzini presso che tutta artificiale. Per l’esecuzione furono redatti un secondo progetto migliorato nell’illuminazione e meglio protetto dal fuoco, ed un terzo più semplice, esteso a minor area, secondo il quale la biblioteca venne costruita ed ebbe compimento nel 1897. La capacità iniziale fu di 2.130.000 volumi ed il trasporto dei libri ottenuto meccanicamente mediante due pater noster. È caratteristico della biblioteca del Congresso l’accrescimento rapidissimo, che costrinse a riempire di scaffali i cortili, rinunciando nei magazzini a luce naturale e riportando quasi l’edificio al primo progetto. Attualmente la sala di lettura è pressochè interamente circondata dai magazzini, ed i reparti speciali trovano posto nel corpi di fabbrica perimetrali, La fronte è occupata dall’atrio e dallo scalone monumentale.
I piani ora descritti sono propri delle grandi biblioteche nazionali eseguite nella seconda metà del secolo scorso destinate ad archiviare tutta la produzione libraria del paese, e ad essi si attennero anche architetti moderni come A. S. Nikoljsky per la biblioteca di Leningrado.
Le piccole biblioteche pubbliche sono anche loro generalmente accentrate in una unica sala, e se questa è insufficiente ad accogliere tutti gli scaffali essi sono adunati in un solo magazzino (Frances Folsom Cleveland library), qualche volta per sicurezza completamente isolato dalla sala di lettura (Wan Wickle memorial library).
Così fu progettata anche la grande biblioteca Lenin di Mosca. Questa è composta da una torre contenente il magazzino e da una galleria interamente voltata a vetri nella quale i lettori sono incasellati quanto i libri; i trasporti meccanici conducono facilmente i volumi dallo scaffale dei libri al tavolo dei lettori.
In epoca recente si attuò, oltre alle biblioteche nazionali, volte soprattutto alla conservazione del patrimonio librario, un altro tipo di biblioteche, e fatte sopra tutto per rendere agevole agli studiosi la ricerca e l’uso del libro oltrechè per conservarlo al futuro. Queste hanno necessità complesse pei bisogni diversi delle molte categorie di lettori a cui sono ospitali.
I fatti eminenti ed interessanti, nella storia delle biblioteche moderne, sono il decentramento e la specializzazione che ne trasformarono progressivamente gli organismi, e resero loro la comodità e la bellezza di cui erano prive nella forma colossale ed accentrata alla quale le condusse il rapido aumento del patrimonio librario effettuatosi nello scorso secolo.
La tendenza al decentramento progredì con continuità quasi perfetta, e procedette in due stadi. Il primo riguarda solamente le sale di lettura; esse furono moltiplicate e frazionate; fu aumentato in esse il numero delle opere concesse alla libera consultazione, e furono specializzate secondo la qualità dei lettori cui erano destinate; alcune sale furono adibite a particolari dottrine, e furono sfollate raccogliendo a parte le collezioni speciali ed impiegando locali appositi alla lettura di speciose produzioni librarie (emeroteche, sale delle riviste, sale di nozioni generali, ecc.), sempre conservando l’unità dei magazzini e del centro di distribuzione, collocato in luogo tale da potersi da esso sorvegliare tutte le sale.
Appartengono a questo tipo ed offrono particolare interesse la Civica di Torino, la Neue Stadt bibliotek di Stocolma e la biblioteca pubblica di New York; vi si accosta la Biblioteca Nazionale di Firenze, tuttora in costruzione. Essa, oltre al salone di lettura, avrà una sala separata per i cataloghi, una saletta di consultazione, esposizione del libro, tribuna dantesca, musei, ecc. La sala principale sarà capace di 4000 lettori e le scaffalature, interamente in metallo, avranno uno sviluppo di circa 70 km.
Una perfezione maggiore fu raggiunta con la specializzazione delle sale di lettura a seconda delle materie oltre che della qualità dei lettori, ed il progetto Bonazzi-Piacentini per una nuova Vittorio Emanuele in Roma, e la biblioteca pubblica di Detroit ne offrono chiarissimo esempio.
La specializzazione fu estesa, in un secondo stadio, all’intero organismo, e si curò oltrechè il perfetto e pratico funzionamento tecnico, anche la comodità e l’eleganza. L’America, ove la carestia di edifici antichi e la prosperità della ricchezza hanno contribuito alla costruzione di biblioteche molto recenti, avanza in questo campo ogni paese, mentre l’Europa, ricca di edifici e collezioni antiche, ma meno ricca d’oro, si limita spesso a riordinare ed accrescere il suo patrimonio nelle tante piccole biblioteche speciali, disseminate ovunque, e, purtroppo, sovente ignorate. In America invece, furono sfollate le biblioteche centrali per mezzo di molte succursali, “Branch”, di carattere popolare e divulgativo (Hill avenue branch library Pasadena) e fu posto questo programma ravvicinare il libro al lettore facendo libero l’accesso agli scaffali ordinati secondo i soggetti; donare alle biblioteche pubbliche grazia ed intimità; offrire al lettore gli stessi agi che avrebbe in una biblioteca propria a casa sua.
Il bibliotecario della Biblioteca Pubblica di S. Louis, Arthur E. Bostwick parla del progetto ideale di una biblioteca in “The architectural Forum, dicembre 1927”: “Mi dispiace non usare un nome più preciso per ciò che chiamiamo “public libraries”; la parola “library” significa per molti un semplice magazzino di libri e la biblioteca pubblica moderna, benchè consista in ciò, è però un organismo molto maggiore. Il libro, senza dubbio, conserva l’importanza che ha sempre avuta, ma il suo lettore è divenuto altrettanto importante fornendo al bibliotecario ed alla biblioteca due unità di cui tener conto anzichè una.
Un fabbricato inteso ad immagazzinare libri con sicurezza e con un ragionevole grado di accessibilità è una cosa, ma coordinare i vasti reparti che occorrono ora per creare un adeguato contatto fra il libro ed il lettore è tutt’altra cosa.
Una volta Walter Cook di New York, uno dei più umani e pregevoli architetti che io abbia mai conosciuto, dopo che gli ebbi descritto come sarebbe stato usato l’edificio d’una biblioteca succursale che stavamo progettando, mi disse: Come! questa non sarà punto una biblioteca, ma sarà il club di lettura d’una società”. Naturalmente egli aveva perfettamente ragione. Questo è ciò che sono divenute tutte le biblioteche pubbliche in questi ultimi tempi, Le caratteristiche del Club sono diventate preminenti ed in futuro bisognerà dare a questo fatto il giusto peso, sia nell’ideare una biblioteca centrale, sia un edificio succursale.
La biblioteca di Cleveland è la prima in cui questi principi abbiano avuto attuazione. Il centro di essa è tenuto da una grande nave cruciforme, destinata alla lettura dei periodici ed a costituirne l’elemento monumentale; intorno ad essa si adunano i magazzini, completamente aperti verso l’esterno su ampie gallerie che circondano l’edificio al perimetro, e sono dedicate in ogni braccio allo studio di un ramo particolare dello scibile. L’edificio è disposto in molti piani e diviso in reparti speciali.
La biblioteca di Los Angeles procede da questa ma è condotta dagli stessi principi a conseguenze più spinte. La differenza essenziale è in ciò, che alle gallerie furono sostituite varie sale e salette specializzate, ognuna prospiciente all’elemento di magazzino che la riguarda. L’insieme dei magazzini occupa, qui pure, la parte centrale, intorno alla sala monumentale del catalogo generale, che ne è quasi il cuore e collega tutti gli elementi in una unità organica.
Sistema analogo è ingegnosamente applicato alla biblioteca del Parlamento di Ontario, ove un magazzino rettangolare diviso in molti piani di m. 2,20 è circondato da un’alta galleria, spaziata con absidi ed alcove per contenere i tavoli della lettura.
Lo spirito pratico che ordina nuovamente questi Istituti è sempre compagno al desiderio di farli chiari e gai, adorni della bellezza e degli agi che resero piacevoli gli antichi.
Edifici sereni, eretti in chiare aree di prati, specchiati dai laghi, o nell’ombra dei boschi, nitidi per i marmi ed adorni gentilmente di fiori sugli scaffali e sui tavoli.
ROBALDO MOROZZO DELLA ROCCA.


BIBLIOTECHE AMERICANE - BIBLIOGRAFIA

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Prezioso aiuto nella compilazione di queste mie note mi fu data dal chiarissimo Professor De Gregori che potè visitare recentemente le biblioteche americane.

R. MOROZZO DELLA ROCCA.

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