FASCICOLO XI - LUGLIO 1929
Notiziario

CORRIERE ARCHITETTONICO

IL PADIGLIONE DEL GOVERNATORATO DI ROMA ALLA FIERA DI TRIPOLI
dell’Arch. ALESSANDRO LIMONGELLI

L’Arch. Alessandro Limongelli ha costruito il Padiglione del Governatorato di Roma alla Fiera di Tripoli: suoi collaboratori per la parte scultorea Amleto Cataldi con la statua della Dea Roma posta al sommo dell’edificio, Attilio Torresini per il resto della statuaria.
Quest’opera del Limongelli ci sembra una delle sue più riuscite; il senso del monumentale e del romano, connaturato con la sensibilità di questo artista, emerge molto più dalla composizione delle masse d’insieme e cioè dalle doti intrinseche della loro architettura, piuttosto che da diretta reminiscenza di forme. In questa sua opera anzi, tale reminiscenza è contenuta in termini molto lati, ed è sempre condotta con un potere di sintesi e di semplificazione che conferisce alla costruzione un senso di forza originale, ricco di calore. L’interno, per la sapiente proporzione delle zone illuminanti che lascian largo regno alle ombre, per la proporzione dei volumi, per la materia delle superfici e per il loro tono, ha un senso di raccoglimento maestoso assai consono al tema, La stessa scala reale delle grandezze ne risulta superata.
Non può sfuggire la delicata eleganza della fontana, moderna nella levigatezza delle sue forme.
N. D. R.


IL CINEMA PRINCIPE IN TORINO
Dell'Arch. MARIO DEZZUTTI

Costruzione nient'affatto vistosa o ricca, ma concepita con un sentimento così schiettamente e, vorrei dire, dirittamente moderno, che potrebbe essere assai significativo ove si rifletta alla relativa centralità del locale, alla scarsità dei mezzi offerti e quindi alla categoria del committente.
Il salone è forse meglio riuscito della facciata; notevoli, per nobiltà di esecuzione, i cinque bassorilievi dello scultore Baglioni. Notevole pure la statua della facciata dello stesso Baglioni.
Un poco macchinoso e di gusto francese il lampadario centrale, che ha però il pregio dell’economia oltre a quello di servite ottimamente allo scopo.
A. M.

IL Cinema Principe è costruito su una pianta rettangolare. Il salone misura in pianta ml. 28 x 19 per un’altezza di m. 12. Il palcoscenico, profondo m. 5, si protende di sbalzo nel salone per m. 1,50 sopra il vano per l’orchestra che ha anche accesso indipendente dai sotterranei. Il boccascena ha un’apertura di m. 11 x 7,80 ed il quadro misura m. 5 x 7.
La galleria ha la capacità di 700 poltrone e la platea di 800 poltrone (totale 1500). Da ogni posto è completamente visibile il palcoscenico ed il quadro. Dalla galleria e esclusa la visibilità della platea e viceversa.
Il colore delle pareti della sala è sulle tonalità grigie e verdi, eseguite mat. Le coloriture contornanti il quadro, sono particolarmente scure per evitare i dannosi riflessi di luce. Tutto il palcoscenico è rinchiuso da velluti grigi. Il soffitto della sala è in tinte chiare sul giallo e viola.
Le pareti della sala sono decorate con lesene a base semicilindrica che le suddividono in campi riquadrati con sagome a spigolo vivo e contenenti dei bassorilievi decorativi modellati dallo scultore Baglioni. I bassorilievi rappresentano gli elementi che costituiscono i diversi Films: Poesia, Commedia, Storia, Geografia, Danza e sono ripetuti sulle pareti opposte in ordine inverso.
L’illuminazione è data da una grande plafoniera (metri 8 x 14) che serve anche per l’aereazione del locale e che contiene le lampade su tre circuiti. L’illuminazione in platea è rafforzata da 12 appliques alle pareti e da 4 plafoniere applicate sotto la galleria. Nei passaggi dall’illuminazione all’oscurità e viceversa, funziona una serie di lampade contenute nel cornicione e che dà una leggerissima luce indiretta.
Precede la sala un atrio di ingresso contenente le biglietterie e la cabina di proiezione. Da esso partono le scale per la galleria (due) e per i sotterranei (una). Grandi vetrate lasciano vedere l’atrio dall’esterno. Esso è colorato fortemente in tinte gialle, rosse e grigie.
Sotto la galleria e sopra l’atrio d’ingresso, si trovano gli uffici di Direzione ed Amministrazione.
Fiancheggia l’edificio in senso longitudinale un atrio che serve per l’uscita del pubblico e nei quale sono situati i gabinetti. Esso è coperto da un terrazzo comunicante con le gallerie.
Un ingresso apposito permette l’accesso indipendente ai sotterranei adibiti a “dancing”.

CRONACA DEI MONUMENTI

ROMA. - In questi ultimi mesi, a cura della R. Sovraintendenza al Monumenti del Lazio, sono stati sistematicamente intrapresi dei saggi nella struttura muraria del Pantheon; e per eseguirli sono state composte impalcature veramente grandiose, di cui quella interna giunge fino all’apertura centrale, ad oltre 40 metri dal pavimento.
Lo scopo di detti saggi è stato ed è duplice da un lato rendersi conto delle condizioni statiche del monumento ed avvisare ad eventuali provvedimenti di consolidamento, dall’altro recare un contributo definitivo alla cognizione dei tanti problemi architettonici, costruttivi, topografici che si accumulano intorno al Pantheon e che ne hanno fatto in certo modo la “sfinge” del monumenti romani.
Per quanto concerne il primo tema i risultati sono stati pienamente soddisfacenti nei riguardi della stabilità organica dell’edificio, ma preoccupanti nei riguardi spiccioli. Il piedritto e la cupola presentano bensì delle grandi lesioni, che si devono essere manifestate sin dall’inizio per ineguaglianze nel cedimento delle fondazioni io rispondenza al vari pilastri; ma quelle lesioni non accusano nessun aggravamento, nessun andamento progressivo, e la compagine è talmente solida, sono così sapientemente connesse le varie parti, che nessun pericolo prossimo o remoto si manifesta. Ed è infatti giusto intendimento dell’egregio Sovraintendente, Arch. Terenzio, di procedere ad una ricucitura superficiale delle lesioni suddette senza entrare in opere essenziali, che il monumento non richiede affatto, e nei vecchi edifici, se è male il fare poco è ancor peggio il fare troppo.
Invece non mancano piccoli distacchi ed alterazioni di numerosi elementi secondari, a cui occorre provvedere urgentemente. Non poche mensole delle cornici esterne sono rotte e minacciano di cadere. All’interno i risarcimenti delle suaccennate lesioni sono stati eseguiti nel Settecento (cioè nel tempo in cui l’Architetto Posi ha dato all’attico la sua forma attuale) così malamente, che grossi pezzi della muratura, inserita senza alcun legamento, tendono a distaccarsi: sono pezzi minuscoli ed insignificanti rispetto la mole del monumento, ma non altrettanto nel riguardi delle persone che si trovano nel suo interno...
Quanto alle indagini eseguite, esse rivestono coi loro risultati un interesse di primissimo ordine. È noto che sulla struttura della cupola del Pantheon tutte le nostre nozioni si riducevano finora ad un bozzetto di Antonio da Sangallo (che l’esperienza ha dimostrato esattissimo), alla fantastica ipotesi del Piranesi, che immaginava otto enormi arconi meridiani insistenti irrazionalmente sulla chiave di otto archi di scarico, e recentemente delle serie ed importantissime ricerche dell’Armanini, del Beltrami, dello Chedaune, le quali però si erano dovute limitare appena all’inizio della cupola. Il lavoro di Giuseppe Cozzo, pubblicato lo scorso anno, non aveva aggiunto veri dati concreti, ma una serie di ipotesi aggrovigliate, che l’esperienza attuale dimostra prive di qualsiasi fondamento.
Invece ora la cupola si è mostrata così costituita: dall’imposta fino alle reni, da strati di mattoni orizzontalmente disposti che si legano con gli archi di scarico, già descritti dal Beltrami, posti in rispondenza degli otto vani del piedritto; nella parte superiore, finora inesplorata, da una regolarissima sovrapposizione di strati, anche essi orizzontali, alternati di pietra pomice della Campania e di tufo laziale; in alto la cupola è terminata da un grande anello di mattoni pieni, stranamente disposti sul bordo della apertura circolare secondo una successione di piattabande.
Nessuna nervatura esiste, nè secondo i meridiani, nè secondo i paralleli. I costruttori hanno voluto realizzare una massa regolarissima, omogenea, avente la sua resistenza basata soltanto sulla coesione mirabile della malta, leggera il più possibile, sia per non aggravare la enorme armatura occorrente pel sostegno provvisorio, sia per diminuire la spinta dei piedritti. La bellissima conformazione a lacunari dell’intradosso della cupola non ha nulla di organico e rappresenta una decorazione pseudo-costruttiva predisposta con ogni cura nella formazione del manto e nella disposizione degli elementi della volta.
Tutta la esecuzione appare perfetta, e, nel coordinamento di tutte le complesse opere del piedritto e della volta, mostra una così precisa e sicura unità direttiva, una così sapiente padronanza della teoria e della pratica costruttiva, da persuaderci che tutta l’opera muraria deve aver fatto capo ad una energia unica, espressa attraverso regolari disegni e sistematiche ordinazioni del lavoro.
Niun dubbio rimane oramai sulla data di tale grande costruzione, che è tutta del periodo di Adriano, come lo attestano i bolli di numerosi laterizi, posti non già in accessori elementi aggiunti in successivi risarcimenti, come è stato testè leggermente asserito, ma in parti originarie, organicamente connesse col resto della struttura. Ed invero a tale conclusione era ormai giunto chiunque abbia una chiara nozione del processo formativo dell’Architettura romana: la soluzione di un vastissimo problema costruttivo quale è quello del lanciare nello spazio una cupola di 43 metri di diametro non è di quelle che si improvvisano, ma occorre per essa una lenta preparazione basata sulla esperienza di varie generazioni di Architetti e di costruttori. Non dunque essa era possibile nel periodo, ancora ellenistico, di Augusto in cui (il testo di Vitruvio lo dimostra) avevano le volte modestissime applicazioni, ma solo in quel vivacissimo periodo del secondo secolo d. C., in cui tutta l’Architettura romana si anima e, padrona ormai del suoi mezzi, affronta i più vasti e possenti temi parziali.
Come e perchè questo Pantheon Adrianeo si sia sostituito a quello di Agrippa e quali sopravvivenze rimangano di queste prime costruzioni, sono argomenti che già sono stati esaminati dalla relazione del Beltrami e che forse trarranno anch’essi più sicuri dati dalle nuove indagini: le quali potranno proseguire con l’affrontare i quesiti della contemporaneità o meno tra la costruzione della rotonda e quella del pronao, sui quali gli studi del Colini e del Gismondi e le ardite ipotesi del Cozzo hanno testè riportato l’attenzione degli studiosi di Architettura e di topografia romana.
Su tutto questo riferirà certo in una relazione analitica di fondamentale importanza l’Arch. Terenzio che con tanto intelletto guida i lavori che gettano ora nuova luce sul grande monumento. Qui si è voluto soltanto riassumere i principali risultati sinora raggiunti che non mancano di grande interesse, e si è voluto riaffermare un principio che dovrebbe essere posto a base della Storia dell’Architettura e delle Costruzioni, e probabilmente anche in moltissimi altri rami dello scibile; l’indagine positiva deve essere il fondamento, e non la conseguenza, dell’ipotesi. Per essa deve, nella minuziosa onesta ricerca, il monumento stesso darci direttamente, ben più che per i raffronti e le induzioni esteriori, i documenti autentici del suo stato civile.
G. GIOVANNONI.

BIBLIOGRAFIA SUI PROBLEMI COSTRUTTIVI
DEL PANTHEON
C. FEA: L’integrità del Pantheon, ecc., Roma, 1920; Hirt Osservazioni istorico-architettoniche sopra il Pantheon,; DELL, Das Pantheon in Zeitschr. f. bild. Kunst., 1893, p. 274; E. BELTRAMI: Il Pantheon. Relazione delle indagini eseguite negli anni 1892-93, Milano, 1898; COLINI e GISMONDI: Contributi allo studio del Pantheon in Boll, della Comm. Arch. com., Roma, 1926; G. Cozzo: Ingegneria romana, Roma, 1928, Cap. V. (La costruzione del Pantheon); oltre alle tante trattazioni generali dell’ISABELLE, Les edifices circulaires et les dômes, Parigi, 1855; dello CHOISY: L’Art de bâtir chez les Romains, Parigi, 1878; del RICHTER: Topographie der Stadt Rom (seconda ed.) 1901 a p. 238;: del DURM: Baukunst der Römer nell’Handbuch der Architecktur. seconda ediz. 1907, pag. 556 e seg.; del RIVOIRA: Architettura romana, Milano, 1921, a pag. 153 e seg.; nonchè recenti articoli di L. BELTRAMI sul Marzocco, 1928-29.

SINDACATO NAZIONALE ARCHITETTI

PAGINE DI VITA SINDACALE


GIUNTE SINDACALI.

Con grande e giustificata insistenza i segretari ed i direttorî regionali sollecitano dalla Segreteria Nazionale la nomina delle Giunte Sindacali.
Si tratta di una questione vitale che non è trascurata affatto dal Segretario Nazionale On. Arch. Calza-Bini, il quale persegue il raggiungimento del legittimo desiderio degli Architetti rivolgendosi a sua volta alle competenti Autorità Governative.
Siamo in grado di affermare che, dopo una recente risposta conclusiva del Ministero delle Corporazioni, riguardante la forma di inquadramento regionale, è imminente il provvedimento di nomina da parte del Ministro Guardasigilli, delle Giunte Sindacali per gli Albi degli Architetti.


SCUOLE SUPERIORI D’ARCHITETTURA.

L’azione tenace e nello stesso tempo illuminata e discreta svolta dalle Gerarchie Sindacali per il riconoscimento e la vitalità delle Scuole d’Architettura d’Italia, ha cominciato a dare i suoi frutti.
Già la nomina nel Consiglio Superiore del Segretario Nazionale del Sindacato, che aveva posto come caposaldo dell’azione di categoria il riconoscimento e l’istituzione delle Scuole Superiori di Architettura, aveva significato l’adesione di S. E. il Ministro al programma del Sindacato Nazionale.
Successivamente è stata data la definitiva sanzione alle Scuole Superiori di Torino, Venezia e Firenze, ed è per essere prossima la convenzione col Ministero per la istituzione della Scuola di Napoli.
Il programma enunciato dal Direttorio Nazionale del Sindacato, ha così trovato la sua piena applicazione, e non v’ha dubbio che i Camerati, pensosi dell’avvenire dell’Architettura Italiana, saluteranno questi avvenimenti come il più brillante successo della politica Sindacale, e saranno grati al Capo dei Governo Fascista e ai Ministro della Pubblica Istruzione per l’ottenuto raggiungimento del loro desiderata.

SEDE DEL SINDACATO NAZIONALE.

Dal primo Agosto, la sede ufficiale del Sindacato Nazionale Architetti è trasferita al Palazzo della Confederazione Professionisti ed Artisti in Via Vittorio Veneto N. 7 piano II.
Pertanto tutta la corrispondenza del Sindacato deve essere inviata al nuovo indirizzo.

MOSTRA DEI PIANI REGOLATORI.

Il Presidente della Giunta Esecutiva per la Mostra dei Piani Regolatori che si terrà in Roma ai primi di Settembre 1929, On. Arch. Alberto Calza-Bini, nostro Segretario Nazionale, ha inviato a tutti i Segretari Regionali e Provinciali dei Sindacati Architetti ed Ingegneri, una sollecitazione per l’invio del materiale da esporre. La Mostra del prossimo Settembre avrà luogo in occasione del Congresso della International Federation for Housing sand Town Planning, che si aprirà il giorno 12 dello stesso mese e che si annunzia di grandissimo interesse.
Nel riportare qui la circolare, ricordiamo che il Segretario Nazionale rivolge anche un fervido invito a tutti gli architetti inscritti al Sindacato perchè vogliano partecipare all’importante Congresso:

Ill. Signori Segretari
dei Sindacati Provinciali Ingegneri,
Segretari Regionali dei Sindacati Architetti,

Con precedente circolare è stato rivolto particolare invito alle S.S. L.L. a voler organizzare una conveniente partecipazione alla Mostra Nazionale dell’Abitazione e dei Piani Regolatori, che sarà inaugurata in Roma il 12 Settembre p. v. contemporaneamente al Congresso Internazionale indetto dalla International Federation for Housing and Town Planning.
Poiché la Giunta Esecutiva del Comitato Organizzatore deve procedere con ogni urgenza all’assegnazione a ciascun espoaitore dello spazio Indispensabile, prego le S.S. L.L. di voler comunicare direttamente alla Segreteria del Comitato
- Via del Campidoglio, 6 - non oltre la fine del corrente mese, il nome degli espositori e la qualità del materiale che verrà esposto.
Ricorda altresì che il materiale medesimo dovrà essere fatto pervenire alla Sede della Mostra non più tardi del 10 Agosto p. v. apponendo sui colli il seguente indirizzo:

ESPOSIZIONE NAZIONALE DELL’ABITAZIONE
E DEI PIANI RECOLATORI
Fratelli Manuti, Spedizionieri - Roma

Con perfetta considerazione

Il Presidente detta Giunta Esecutiva
On. ALBERTO CALZA-BINI.


LA COSTRUZIONE DI UN GRUPPO DI CASETTE POPOLARI MODELLO ALLA BORGATA GIARDINO GARBATELLA IN ROMA, IN OCCASIONE DEL CONGRESSO DELLA INTERNATIONAL FEDERATION FOR HOUSING AND TOWN PLANNING.

Per iniziativa dell’On. Calza-Bini, Presidente dell’Istituto per le Case Popolari in Roma, Ente proprietario e costruttore di una vasta zona edilizia nel Suburbio (presso la Basilica di S. Paolo) denominata Borgata-Giardino alla Garbatella, fu intrapresa, per essere inaugurata in occasione del Congresso della International Federation for Housing and Town Planning, la costruzione di un piccolo gruppo di casette popolari per il quale fu chiamato a concorso la collaborazione di alcuni giovani architetti romani.
L’esperimento riuscirà interessante, giacchè nel tema semplice ma tuttavia significativo ed attuale, si potranno saggiare, tra le diverse tendenze agitantesi nel nostro ambiente architettonico ancora in formazione, quelle che sembreranno più adatte ad essere svolte e seguite.
L’iniziativa è utile giacché, nella elementarità del quesito posto, si potranno agitare questioni costruttive e stilistiche più generali a tutto vantaggio dell’orientamento delle giovani forze verso quell’unità stilistica ancora lontana ma la cui ricerca vari indizi dimostrano sempre più appassionata e necessaria.
La direzione dei lavori del piccolo nucleo di abitazioni fu affidata all’Arch. Plinio Marconi, che è anche l’autore della planimetria generale del lotto e di una casetta, mentre le altre sono dovute ai seguenti architetti: Pietro Aschieri, Gino Cancellotti, Mario De Renzi. Mario Marchi e Luigi Vietti.
La gara bandita dell’Istituto per le Case Popolari di Roma non riguarda soltanto la bontà del progetto, ma anche l’esecuzione di esso per parte delle ditte invitate a concorrere: ma di ciò parleremo a suo tempo in sede adatta: il gruppo, iniziato verso i primi dello scorso maggio, va sorgendo rapidamente e verrà inaugurato durante il Congresso anzicitato.


L’ESPOSIZIONE DI UN PROGETTO PER IL PIANO REGOLATORE DI ROMA NELLA SEDE DELLA CONFEDERAZIONE DEI PROFESSIONISTI ED ARTISTI - LA VISITA DELLE AUTORITÀ.

Un gruppo di ben noti camerati architetti romani, spinti dal lodevole e disinteressato desiderio di contribuire con una organica proposta agli studi riflettenti la soluzione del problema urbanistico romano (grave e complesso, per la enorme congerie di elementi coinvolti, come certamente nessun altro analogo) ha elaborato un progetto di piano regolatore di Roma, dei cui aspetti tecnici ed artistici sarà trattato nella nostra Rivista in sede adatta.
Per l’intervento dell’On. Arch. Calza-Bini nostro Segretario Nazionale, e poi dell’Ing. On. Del Bufalo, Segretario Nazionale del Sindacato Ingegneri, S. E. l’On. Giacomo Di Giacomo, mise a disposizione la Sede della Confederazione dei Professionisti ed Artisti per la Mostra del progetto, svolto con notevolissima vastità di elaborati.
In detta Sede il progetto fu visitato da S. E. Bottai e dal Governatore di Roma. Fecero gli onori di casa lo stesso Presidente della Confederazione On. Di Giacomo, gli Onorevoli Calza-Bini e Del Bufalo, i quali presentarono agli illustri ospiti i dieci camerati autori del progetto:
Giovannoni, Fasolo, Limongelli, Venturi, Aschieri, Boni, Foschini, Del Debbio, Nori e Giobbe.


CERIMONIE E VITA SINDACALE A VENEZIA.

LE ONORANZE DI VENEZLA ALLA MEMORIA
DI JACOPO TATTI DETTO IL SANSOVINO.

Nei giorni 29 e 30 dello scorso Giugno, ha avuto luogo a Venezia il trasporto delle Ceneri del Grande Architetto dall’Oratorio della Salute alla Basilica di S. Marco. Il Corteo sfilò solennemente per Venezia tra il raccoglimento della popolazione.
Le Ceneri furono portate dagli allievi della Scuola Superiore d’Architettura di Venezia.
In S. Marco il Patriarca Cardinale Lafontaine parlò del Grande Artista e benedisse l’urna che fu posta nella Cappella del Battistero.
Parteciparono alla cerimonia oltre le autorità politiche governative e comunali, i Segretari Nazionali dei Sindacati degli Architetti e degli Ingegneri, On. Arch. Calza-Bini e On. Ing. Edmondo Del Bufalo, e gli Architetti Milani di Roma, Torres e Sullam di Venezia, Fabiani di Gorizia, Fagnoni di Firenze, e vari altri.

RIUNIONE INDETTA DAL DIRETTOIRIO PROVINCIALE DI VENEZIA

Dopo la cerimonia per le onoranze al Sansovino ebbe lungo in Venezia una riunione indetta dal Direttorio Provinciale di Venezia, nella quale i membri del Direttorio Nazionale hanno offerto all’On. Calza-Bini una deliziosa statuetta in bronzo dello scultore Guelfo Paoletti di Firenze. L’offerta della statuetta ha voluto significare l’espressione di attaccamento amichevole che i colleghi del Direttorio Nazionale hanno per il Segretario. Nel ricevere l’offerta l’On. Calza-Bini ha però tenuto ad affermare che nessuna forma di particolare ricordo era dovuta alla sua persona, poiché egli non è che l’interprete fedele delle forze vive e sane che sono nella categoria degli architetti italiani.
Ha comunque ringraziato, come ringrazia pubblicamente ancora una volta, i colleghi del Direttorio per il cortese atto di cameratismo.

RIUNIONE DI INGEONERI ED ARCHITETTI
A VENEZIA

Sempre nella circostanza dell’adunata per le onoranze al Sansovino, ebbe luogo nell’Ateneo una simpatica riunione di ingegneri e architetti veneziani e dei membri presenti dei due Direttori Nazionali.
L’On. Fantucci, Segretario Regionale del Sindacato Ingegneri di Venezia, volle cortesemente portare il suo saluto agli On.li Del Bufalo e Calza-Bini, presenti, auspicando alla collaborazione delle classi affini.
Parlò brevemente il comm. De Bernardis, Ispettore Nazionale, ed infine l’On. Calza-Bini che annunziò la costituzione a Venezia di un Circolo di Cultura comune tra gli ingegneri e gli architetti, per poter ricostituire nel campo della cultura, l’unità della classe.

PUBBLICAZIONI CULTURALI DEL SINDACATO

Il Sindacato Nazionale ha provveduto, a cura del Segretario Regionale arch. Torres di Venezia, alla pubblicazione del magnifico discorso commemorativo del Sansovino, pronunciato nel Palazzo Ducale dall’illustre prof. Bordiga, Direttore della Scuola Superiore d’Architettura di Venezia.
I pregi di sostanza e di forma del discorso e gli insegnamenti che ne emergono, hanno consigliato la diffusione di esso tra tutti gli inscritti al Sindacato.
L’opera sarà pronta a giorni e sarà inviata a tutti i Segretari Regionali e Provinciali perché la distribuiscano tra gli inscritti.
È questa la prima delle pubblicazioni di cultura che il Sindacato intende curare come manifestazione di elevato spirito di intellettualità.
La spesa delle pubblicazioni sarà lieve, comunque è fuori di luogo accennare all’obbligo che tutti gli inscritti hanno di incoraggiare e aiutare l’iniziativa presa dal Segretario Nazionale.


NOTIZIE INTORNO AI CONCORSI

CIRCA IL CONCORSO PER LA FACCIATA
DELLA
CONFRATERNITA DELLA MISERICORDIA
IN FIRENZE

L’esito del concorso per la facciata della Misericordia a Firenze ha lasciato uno strascico veramente spiacevole per la linea di condotta che ha creduto di seguire il comitato banditore del concorso.
Poichè l’on. Calza-Bini, Segretario Nazionale del Sindacato, intende che in merito siano dati tutti i chiarimenti possibili, e che per la disciplina e la dignità dei concorsi il verdetto della Giuria sia, come dev’essere, considerato come un giudizio inappellabile e come un impegno assunto dall’ente banditore del concorso, rimandiamo ad altro numero la cronaca dettagliata dell’increscioso episodio, augurandoci di salutare la completa vittoria del principio sindacale.

CIRCA IL CONCORSO
PER LA CASSA DI RISPARMIO DI FOLIGNO

In riferimento a quanto fu detto nel fascicolo di Giugno circa il concorso indetto dalla Cassa di Risparmio di Foligno, comunichiamo che l’amministrazione di detta Cassa ha diramato un avviso nel quale si annuncia una proroga dei termini di presentazione dei progetti e si accolgono in parte le modifiche al bando proposto dai Segretari Nazionali dei Sindacati degli Architetti e degli Ingegneri.
Il bando, così com’è rimasto definitivamente compilato, non darebbe ancora, invero, sufficiente garanzia ai concorrenti, se la presenza del camerata On. ing. Raschi, podestà di Foligno, non ci desse affidamento sulla interpretazione leale dei principi che i sindacati intendono veder applicati nei concorsi pubblici.

ESPOSIZIONI IN ROMA DEI PROGETTI
PEL “FARO DI COLOMBO”

Dietro invito del Ministero degli Esteri e della Pubblica Istruzione, il Sindacato Nazionale Architetti si è incaricato della organizzazione della Mostra di tutti i progetti presentati al Concorso Internazionale per il Faro di Colombo bandito dalla Panamerican Union, che tanto interesse destò tra gli architetti italiani.
L’On. Calza-Blni, insieme al sig. Kelsey, consigliere tecnico della Panamerican Union sta in questi giorni predisponendo la Mostra con l’aiuto dell’arch. Pietro Aschieri, e di altri giovani architetti volonterosi.
La Mostra, che sarà tenuta nel Palazzo delle Esposizioni in Via Nazionale, gentilmente concesso dal Governatore di Roma, sarà inaugurata a giorni alla presenza del Corpo Diplomatico e delle alte autorità dello Stato.
Non può sfuggire l’importanza grande dell’avvenimento, non soltanto per l’interesse che la Mostra dei Progetti degli architetti di tutto il mondo desterà tra gli studiosi nostri e stranieri, ma anche perchè è altamente significativo il fatto che l’organizzazione della Mostra stessa sia stata affidata al nostro Sindacato.
NOTA. - I camerati ricorderanno le polemiche che seguirono la presentazione dei progetti del Concorso a Madrid e il giudizio della Commissione composta di tre soli membri e rappresentanti rispettivamente l’Europa, l’America del Sud e l’America del Nord.
I concorrenti inscritti furono innumerevoli, ed i partecipanti al concorso 450; gli italiani concorsero in 54 tenendo il secondo posto, dopo gli americani, e ottenendo il rapporto migliore tra i partecipanti effettivamente al concorso e gli inscritti.
Ma più interessante ancora sapere che sarebbe bastato un più chiaro accordo tra i concorrenti italiani per ottenere la vittoria nella elezione del membro europeo nella Giuria.
Risulta che la elezione non è avvenuta per la mancanza di pochissimi voti, dovuta alla confusione creata con la votazione di più nomi, mentre invece se tutti gli inscritti si fossero attenuti alle norme a suo tempo emanate, l’elezione del Segretario del Sindacato, quale rappresentante dell’Europa, sarebbe quasi certamente avvenuta con grande vantaggio morale dei concorrenti italiani e con grande prestigio della nostra organizzazione sindacale.
Questo episodio non fa che confermare l’importanza dell’organizzazione nostra, la quale nel prossimo avvenire saprà, per la disciplina degli inscritti, ottenere risultati che saranno fecondi di bene per la classe degli architetti, e per l’affermazione dell’architettura italiana.

torna all'indice generale
torna all'indice della rivista
torna al notiziario