FASCICOLO XI - LUGLIO 1929
FERDINANDO REGGIORI : Il Concorso Nazionale per l'ammobigliamento e l'arredamento economico della casa popolare promosso dall'Opera Nazionale Dopolavoro e dall'Ente Nazionale Piccole Industrie, con 26 illustrazioni

IL CONCORSO NAZIONALE PER L’AMMOBIGLIAMENTO E L’ARREDAMENTO ECONOMICO DELLA CASA POPOLARE

PROMOSSO DALL’OPERA NAZIONALE DOPOLAVORO E DALL’ENTE NAZIONALE PICCOLE INDUSTRIE

Davvero non so tenermi dal riportare qui le battute con cui s’apre la relazione che la Giuria di questo Concorso Nazionale ebbe a presentare a S. E. Augusto Turati. Parole confortanti e chiare e serene, che meglio non avrebbero potuto conchiudere e fissare il risultato d’una così vasta gara. Uditele:
“Siamo unanimemente convinti che i concorsi oggi giudicati rimarranno memorabili come prima tappa verso il risorgimento e il risanamento di quella arte del mobilio e dell’arredo che fu per lungo corso di secoli una delle più tipiche glorie d’Italia. Quell’arte era degenerata e mortificata sotto il dominio di un detestabile gusto della rigatteria stilistica oppure di un commercialismo volgare. Oggi possiamo chiaramente vedere che si è iniziata la liberazione da quei due mali durati quasi un secolo, che tornano cioè in onore la logica, la semplicità, l’equilibrio, punti di partenza di ogni arte sana e vitale.
“Tanto erano ormai radicati i mali del cattivo gusto e della volgarità che non si poteva pretendere di riconoscere in questi primi concorsi i segni di una completa guarigione. I risultati raggiunti hanno un valore di inizio, di rinnovamento, di coscienza della via da seguire. Come nel progresso della convalescenza i medici accolgono con gioia i confortanti sintomi della vita che ritorna e si risana, così noi nei saggi presentati ai concorsi da artisti e da industriali d’Italia, anche se vi riconosciamo immaturità e debolezze, vediamo chiari gli indizi di un sicuro rinnovamento, di una decisa volontà di liberazione dalle abitudini, dalle formule e dalle pigrizie del passato”.
Un gran bene fanno davvero queste constatazioni, perchè espresse a coronamento d’un impresa bandita con esemplare chiarezza, cui fin qui non eravamo abituati. Agli artisti, alle ditte, agli artigiani, nel chieder loro l’opera ed i prodotti, eran posti ben inquadrati i termini del componimento: si deve ammobiliare ed arredare la casa d’una famiglia operaia o di modesti impiegati, composta di padre, madre e due figli. Quindi, camera matrimoniale, camera tipo per un figlio, tinello e cucina. Mobili semplici, pratici, robusti, belli, di facile sistemazione e capienza nelle stanzette popolari di corrente misura, di prezzi modesti a chiunque accessibili, Soprattutto, vogliamo il mobile italiano, di gusto e sentimento oltrechè di nazionalità. E dentro al mobile, sopra al mobile, attorno al mobile, tutti gli oggetti indispensabili per la casa ed inutili per decorare la casa: quest’ultimi elencati in ben 22 voci, dalle scope ai servizi per tavola, dalle biancherie alle decorazioni parietali.
Ed i promotori stabilirono innanzi tutto una selezione regionale, da cui ne venisse una degna manifestazione nazionale da tenersi a Roma, Come, dunque, desiderare migliore auspicio?
Il Bando è del febbraio 1928; nell’ottobre vennero organizzate le mostre che chiameremo di primo grado. Il pubblico, il gran pubblico d’ogni ceto e d’ogni condizione, mostrò subito, con l’inaspettata affluenza, con quanta passione e con quanto interesse l’impresa fosse seguita. A Milano convennero i concorrenti della Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia; a Firenze si adunarono Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Sardegna; a Napoli Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Colonie. Per le Tre Venezie, venne convalidata la gara che s’era già tenuta nell’ottobre del 1927.
Subito le tre Giurie regionali funzionarono egregiamente, ed espressero con salutare severità ed esemplare chiarezza i risultati equanimi dei loro esami. Il bilancio numerico nel campo dell’ammobiliamento, può essere così riassunto: a Milano 103 furono gli iscritti, 53 i partecipanti, 26 gli esclusi dalla pubblica mostra; a Firenze, 100 gli iscritti, 55 i partecipanti, 25 gli ammessi; a Napoli, 43 gli iscritti, 18 i partecipanti, 7 gli esclusi, Milano mandò così alla gara finale 27 ambienti; Firenze 7; Napoli 7.
L’esito della gara milanese fu giudicato soddisfacentissimo; soddisfacente il napoletano; sconcertante, invece, il fiorentino. Le tre Giurie dovettero, pur in diverso grado, lamentare scarsa volontà produttiva in talune fra le migliori industrie. Lodata, in genere, la partecipazione dei piccoli artigiani, apprezzatissima e decisiva la produzione di gruppi di architetti che da un po’ si dedicano al problema dell’arredamento.
Riassunta la gara negli ambienti della mostra romana, nel dicembre 1928 e gennaio 1929, la Giuria nazionale assegnò i premi nella graduatoria di merito seguente:

CUCINA. - Gran premio: alla Ditta Gregorio Baldi di Arezzo. - Secondo premio: alla S. A. Meroni e Fossati di Lissone (progetto Ugo Bacci). - Terzo premio: alla S. A. La Rinascente di Milano (progetto arch. Ponti e Lancia). - Quarto premio a aequo: alla S. A. Rueping di Napoli (progetto ing. Lignola) e alla Ditta Meroni e Fossati di Lissone (progetto arch. Larco e Rava).

CAMERA DA LETTO MATRIMONIALE. - Gran premio: alla Ditta Carlo Meroni di Lissone (progetto arch. Andlovitz). - Secondo premio: alla Ditta Meroni e Fossati di Lissone (progetto architetti Larco e Rava). - Terzo premio: alla S. A. La Rinascente di Milano (progetto arch. Ponti e Lancia). - Quarto premio: alla Ditta Ignazio Dassi di Lissone (progetto arch. Figini).

TINELLO. - Gran premio: alla Ditta Fratelli Scremin di Belluno. - Secondo premio: alla Ditta Arturo Torossi di Udine (progetto arch. Scattolin). - Terzo premio: alla S. A. Rueping di Napoli (progetto ing. Lignola). - Quarto premio: alla S. A. La Rinascente di Milano (progetto arch. Ponti e Lancia). Quinto premio: alla Ditta Luigi Aliprandi di Lissone (progetto Fossati).

CAMERA DEI FIGLI. - Gran premio: alla Ditta Gino Bertazzoli di Bagnolo Mela (progetto arch. Pelizzari). - Secondo premio: alla S. A. La Rinascente di Milano (progetto arch. Ponti e Lancia). - Terzo premio ex aequo: alla Ditta Angelo Fossati di Lissone (progetto arch. Figini) e alla Ditta Enrico Barbetti di Paderno Udinese (progetto arch. Aloisio).

Fra gli oggetti isolati venne premiata una culla della S. I. Vimini Gornani e Della Martina di Udine (progetto architetto Aloisio).

Uno speciale atto di benemerenza venne dato alle Ditte che presentarono in modo completo tutti e quattro gli ambienti, e cioè alle Società: La Rinascente, Meroni e Fossati, Rueping, Anonima del Linoleum, ed ai Fratelli Scremin.

Il concorso, svoltosi parallelamente, per progetti grafici di ammobigliamento, diede, invece, un risultato sconfortante. Su settanta iscritti, i partecipanti furono 18; tredici furono ammessi alla pubblica mostra; i sottonotati premiati per ordine di merito: Architetti Aloisio di Udine, Rubinich e Puppo di Roma, Ridolfi e Libera di Roma, Torossi di Udine, Legnani di Bologna, Sello di Udine, Maggioni di Varedo, De Marinis di Roma.

Infine, il concorso per l’arredamento vide assegnati i principalissimi premi come segue: alla Società Ceramica Italiana di Laveno ed alla Società Italiana Richard Ginori di Milano medaglie d’oro per servizi da tavola, caffè e caffè e latte, e per vasi portafiori. Alla Società Christofle di Milano ed alla R. Scuola di Avviamento al Lavoro di Campobasso rispettivamente primo e secondo premio per posaterie. Al Comitato per le Piccole Industrie Femminili di Pesaro gran premio per i tappeti di lana. Alla Società Italiana Linoleum gran premio per i prodotti omonimi, Allo Spazzolificio Umbro di Spoleto ed all’Ente di Lavoro dei Ciechi di Guerra di Cremona premi per le spazzole e scope. Nè, per brevità, possiamo qui riprodurre l’intero elenco dei prescelti nel campo dell’arredamento. Bastino quindi i sommari risultati numerici ed il bilancio effettivo delle gare.
Gare riuscitissime e bilancio lusinghiero che, soprattutto, va oltre il riassuntivo responso d’una intelligente Giuria per esser un vero e proprio programma di lavoro avvenire. Due conclusioni codesta Giuria ha tratto dalle sue sedute: non poter cioè esistere un’arte del mobilio popolare se non esiste un’arte del mobilio di lusso nel senso più elevato e squisito di questa parola; non poter le industrie creare l’arte nuova del mobilio se non ricorrendo ad artisti ed architetti: di qui soltanto nasce l’intima collaborazione tra disegno ed esecuzione perfetta.
Parole chiare, confortanti e serene, quelle che riportammo all’inizio di queste righe; affermazioni che da tanto tempo attendavamo sono quest’altre. Inserite, come stanno, in un responso giudiziale, meritano di essere accolte con entusiasmo. Ricordiamo i firmatari: Comm. Cacciola, Gran Uff. Beppe Ravà, Presidenti dell’O.N.D.L. e dell’E.N.A.P.I.; poi, Gr. Uff. Banchelli, Arch. Bisco, Comm. Caggiati, Signorina Colli, Comm. Ducrot, Signorina Pastrovich, Arch. Aschieri, Arch. Foschini, professor Guerrini, Prof. Oppo, Comm. Papini.
Il concorso ha finalmente posto all’ordine del giorno della Nazione la necessità di un radicale rinnovamento della produzione corrente. Il gran pubblico s’è accorto che bisogna uscire dall’inerte gora, che bisogna abbandonare tutta la grigia eredità del gusto sbandierato al principio del secolo alternatosi poi con la moda del falso antico. Il gran publlico deve aver compreso che il nuovo ed il sinceramente moderno non son fantasie, o peggio, pazzie d’artisti; e verso codeste logiche e semplici novità deve sempre esser condotto.
Auguriamoci che il concorso venga periodicamente ripetuto: anche i sordi finiranno con l’intendere; e sorde, sopratutto, son certe attrezzatissime industrie che perseguono la comoda vecchia via. Non potremmo, allora, che constatare un effettivo progresso anche nella produzione correntissima, come progresso venne già rilevato nel susseguirsi delle Mostre di Monza. Nè si abbia timore che le due iniziative si danneggino l’un l’altra. Questa dell’ammobiliamento popolare ha limiti ben definiti e ristretti, chiusi e, soprattutto, domestici. L’altra ha campo aperto ed illimitato su le trovate più fantastiche: è la vera Olimpiade.
Le Ditte che parteciparono alla gara con l’intero gruppo d’ambienti richiesti hanno avuto, come dicemmo, dalla Giuria un premio speciale; codesto riconoscimento ben sta all’opposto del rimprovero mosso ai pigri ed ai renitenti, ai faciloni ed ai dormienti. Apparve così che, nell’Italia settentrionale, vi son certi rami dell’industria mobiliera i quali han saggiato il terreno del nuovo. E un gruppo di giovani valorosi architetti li aiutano. Tutti i fabbricanti di mobili, specie della tradizionale Brianza, dovrebbero tener dietro. Nessuno al par di loro conosce i segreti della lavorazione e dell’impiego e delle impiallacciature del legno: visitate le mostre di Cantù e dei dintorni. Stupirete davanti a tanta produzione ed a tanta facilità di lavorazione; ma inorridirete davanti a tante brutture. Eppure, proprio codesto è buon terreno da seme; qui bisogna convincere e convertire, Qui gli architetti che disegnan mobili secondo il nuovo sano indirizzo, qui gli architetti, che han già convertito alcuni degli espositori di Roma, devono trovar proseliti, e, sopratutto, ricordate che sempre ogni convertito sarà seme a propria volta convertitore.
Il merito, tuttavia, sarà sempre di codesti pionieri. Abbiam veduto ancora i mobili di Ponti e Lancia, di Andlovitz; alcuni nuovi, altri già noti attraverso le precedenti edizioni. Specie la Domus Nova sta allargando il campo delle sue vittorie e creandosi attorno giuste e crescenti simpatie. Abbiam visto mobili di giovanissimi, Figini, Larco e Rava, temperati e volutamente contenuti, forse, in eccessivo semplicismo, ma tuttavia eleganti. Una Ditta di Belluno, I Fratelli Scremin, ha presentato un organico ammobiliamento, piacevole ed allegro, anche se dal carattere spiccatamente campagnolo. Da Bagnolo Mella Ditta Bertazzoli ha mandato la più logica e serena cameretta, disegnata dall’architetto Pelizzari. E l’Udinese, e Arezzo, e Napoli han presentato modelli d’una chiarezza esemplare. Molto interessanti le applicazioni nuovissime che la Società del Linoleum, secondo le direttive dell’architetto Griffini, ha saputo trovare per i suoi prodotti in questo campo del mobilio. Aggiungete, infine, che tutte queste pratiche e piacevoli cose vengon a costare prezzi accessibilissimi, e vedrete se davvero non vai la pena di comprar qui.
Poi, nelle branchie dell’arredamento, Richard Ginori e Ceramica di Laveno son riapparse con tutta l’ormai vastissima gamma dei nuovi loro servizi. Anche stavolta han avuto premi e lodi: e difficilmente si potrebbero trovare oggi terraglie più moderne e simpatiche e di gusto piano e di prezzi tanto modesti. Queste due fabbriche, tuttora guidate da Ponti e Andlovitz, sono ormai all’avanguardia della produzione corrente, e già si sono riaffermate in Italia, e già si fan largo fuori. Quando anche tutte le altre industrie casalinghe troveran l’estro di rinnovare le forme e l’aspetto dei loro prodotti? Spessissimo il loro materiale è eccellente: domandiamo soltanto una revisione formale nel più modesto senso della parola; trovar cioè nuove sagome e nuovi colori. In proposito, il concorso ha giustamente servito da censimento, più che non abbia raggiunto risultati effettivi. La catalogazione organica dei prodotti ha tracciato le basi per un risultato avvenire. Tutti, Giuria e pubblico, siam in attesa, pieni di sacro fuoco e di legittima lusinga. I produttori, non pochi del resto, che, accanto ai ceramisti ebbero stavolta il riconoscimento d’un premio, serviranno d’esempio ai colleghi e di sprone a sè stessi. Una nuova gara, che giustamente sarebbe sciocco pretendere prossima, non potrà non esser la conferma delle universali speranze.
Al chiuder di queste poche note, non si può lasciar dal lodare ancora una volta tutta l’intera organizzazione del concorso. Abbiam già detto nei riguardi del Bando e dei giudizi; rammentiamo ora il garbo ed il gusto con cui il materiale venne sistemato nel Palazzo delle Esposizioni a Roma: merito della speciale Commissione ordinatrice e degli architetti Pelizzari e La Padula.

FERDINANDO REGGIORI.

torna all'indice generale
torna all'indice della rivista
torna all'articolo