|
V.FASOLO: L'Architettura nelle pitture del Rinascimento - II. L'interpretazione dei monumenti romani, con 19 illustrazioni |
Edifici a forma centrale, in genere sepolcrali, nei quali intorno a nuclei di pianta quadrata o rotonda o poligonale, si addossano radialmente ambienti minori, simmetricamente, sono dai maestri del 500 ripetutamente annotati nei ricordi architettonici di monumenti romani o inspirati a ruderi visti. Nella fig. 19 sono appunto segnate, per richiamo, due di queste planimetrie, tolte da disegni di Sall. Peruzzi (v. Bart. IV, fig. 655 e 654). Ma grandissima è la varietà di questi monumenti: Bramantino ne rappresenta diversi, veduti certo, come quello a croce che esso indica essere dietro Castel S. Angelo. Queste forme che gli architetti andavano realizzando nei nuovi edifici religiosi a organismo centrale, sembrano dai pittori particolarmente prediletti, come si vede dalla frequenza con cui esse figurano nelle loro ideazioni e dalla genialità di diverse loro interpretazioni.
Riappariscono queste architetture sino dai primi tentativi di Taddeo Gaddi nell Incontro di S. Gioacchino con SantAnna in Santa Croce (fig. 19) in una fusione di elementi di romanità e romanici volgentesi verso la Rinascenza. Questo modo di sentire larchitettura cosi timidamente in forme e sentimento di transizione vediamo nella chiesa dipinta da Giotto nella Cappella degli Scrovegni (fig. 20). Le cappelle minori che si distaccano dal nucleo ottagono e racchiuse fra gli alti contrafforti forati da bifore, sono cosi disposte secondo un procedimento che ricorda le absidi delle prime nostre chiese gotiche; ma si è voluto mettere a riscontro in calce alla fig. 20, una pianta di edificio romano, segnata da Sallustio Peruzzi e ripetuta dal Montano, per mostrare un concetto che con quello della fig. 19 ha, per disposizione planimetrica, una certa analogia nel particolare delle espansioni in forma di cappelle fuori del nucleo centrale delledificio. Dello stesso carattere di stilizzazione col quale linee e particolari architettonici sono spiritualizzati, semplificando, facendo sottili le membrature tese e secche, sono ledificio ottagono contraffortato dipinto dallAngelico (Giuda vende Gesù Museo di S. Marco) e la chiesa a cupola di A. Veneziano (o dello Starnina) (fig. 21) nella Cappella dellAssunta alla Cattedrale di Prato, dove apparisce il sistema di confrafforti secondo il procedimento del nostro romanico gotico applicati a equilibrare la spinta di una cupola. A questi organismi si devono collegare le concezioni architettoniche della fig. 22 tratta da Pinturicchio (Disputa di Gesù coi Dottori Cappella Baglioni 5. Maria Maggiore); e la serie degli edifici che appariscono nel paesaggio della Predicazione dellAnticristo di Signorelli (figura 23); quelli disegnati da Pinturicchio (S. Agostino in Pinacoteca Vannucci) (fig. 24), e quella del Maestro Riccio Episodi della vita di 5. Benedetto a Monte Oliveto che sembra derivare da forme di Ninfei (fig. 25). Al grande edificio a ordini sovrapposti degradanti dipinto da Signorelli nel quadro citato (fig. 26) si può porre a riscontro un disegno di Bramantino di cui si riproduce in margine la pianta che si ririferisce, come egli annota, a un edificio lo quale era andando a Frascati da mano senestra lo quale è al modo che la figura bene proporzionato. Cosi la complessa e grandiosa concezione di Franciabigio neI Trionfo di Cicerone nella Villa di Poggio a Cajano (fig. 27) che è una fusione di ricordi classici romani e di idee bramantesche, mostra il fervore di ricerche di quel tempo per queste architetture simmetriche: anche questa fantasia architettonica ha riscontro con concezioni simili dovute ad architetti, come, ad esempio, quella del Bramantino stesso, che si riproduce nella fig. 28. Ricordiamo, senza riprodurli, perchè ben noti, quei tipici edifici ottagoni cui si addossano a croce, portici o edicole laterali, che si ripetono nei quadri del Perugino (La Circoncisione, Gesù consegna le chiavi a Pietro), di Andrea di Assisi (Sposalizio a Caen), del Pinturicchio (Funebri di S. Bernardino Aracoeli). Certi tempietti antichi, variamente riprodotti nella sua singolare raccolta, dal Montano, ricordano, in pianta, quel concetto architettonico così particolarmente prediletto dai pittori umbri, e, in forme della matura architettura cinquecentesca, si ripete nel quadro degli eredi Caliari nella Acc. di B. A. di Venezia La cena di Cristo in casa del fariseo (fig. 29). Similmente accenniamo a quegli edifici ottagoni del Pontormo (Giuseppe e Faraone Uffici), del Bachiacca (Leggenda del Re Moro Dresda) che si accostano piuttosto a forme battisteriali, specialmente ricordando il Battistero di Firenze che molto fu osservato e studiato da architetti del 400; ma esse oltrepassano il limite che si è voluto porre a questo studio. Forse queste architetture dipinte possono talvolta rievocarci qualche edificio scomparso: ad esempio quello della fig. 30 dipinto nella fig. 940 dei Cassoni da Bernardino Fungai (Londra: Woodward), edificio romano che ha riscontro nel concetto del Mausoleo Diocleziano e in qualche esempio romano orientale, e in Roma, a parte il portico esterno, in un edificio poligonale che era sul Pincio (vedi Lanciani; Forma Urbis); tipo poi battisteriale al quale si avvicina, ad esempio, il Battistero Lateranense. Simili edifici sono dipinti da Francesco Di Giorgio e da Signorelli nelle loro architetture: Benozzo Gozzoli nel Battesimo di SantAgostino in San Geminiano ne da una sua interpretazione in timide forme tra gotico e Brunelleschiane, e il disegno della fig. 31 ne è una derivazione, avendo dato organicità e consistenza architettonica al concetto disegnato dallartista in forme puramente decorative. A questo tipo appartiene un grande edificio centrale dipinto da Domenico Di Bartolo in Santa Maria della Scala che svolge con maggiore complessità lo stesso organismo. Sono ricordi di edifici romani, come quelli ricordati da Ant. Sang. Vecchio (Bart. LXXXVI) i tempietti ottagoni di Fr. Di Giorgio nel suo stile di maestro, che debbono aggiungersi alla serie delle sue architetture, e quelli ideati con ricchezza ornamentale delicata e sottile da un seguace di Melozzo (Annunziazione Pinacoteca Vaticana). Infine sono monumenti rotondi contraffortati da absidi e da nicchie. Il tema è caratteristicamente romano anche se riveste forme medioevali: oltre ai tipi noti di edifici a cupola cui contrastano le azioni di nicchie a formare contrafforte, come a Villa Adriana, e nei successivi sviluppi ravennati, questo organismo apparisce ripetutamente e variamente annotato nella serie dei disegni ciquecenteschi ed è motivo di nuove invenzioni architettoniche per gli edifici delle ideali città dei pittori. Di carattere di tarda romanità e come elementi romanico-gotici ispirati ai battisteri ed alle torri medioevali, sono gli edifici della fig. 32 e 33, che fanno parte della serie delle architetture a fondo del Ritorno di San Ranieri di A. Veneziano, nel Camposanto di Pisa. Questo motivo delle absidi esterne, romano, (vedere A. Sang. Il Vecchio: I. Tav. LXXXVI) e quello di absidi alternate a pilastri a guisa di contrafforte come nelle rotonde della piazza dOro di Villa Adriana, nel Sepolcro dei Calventi, nel Sepolcro sulla Via Salaria, è ripreso in questi edifici adattandovi i nuovi modi stilistici. Simili, con il solito carattere anacronistico di architettura, che unisce elementi gotici, con forme quattrocentesche che si direbbero Brunelleschiane, troviamo in B. Gozzoli nelledificio della fig. 34 che è parte della fantastica città della Torte di Babele (Pisa: Camposanto), e a distanza ancora, ma con similitudine di idea, nel Duomo disegnato da G. Ferrati (Brera: Storia di S. Gioacchino) (fig. 35). Più originale è ledificio della figura 36 dello Schiavone (Piramo e Tisbe , Acc. B. A. Venezia) in cui le absidi si svolgono nella forma rotonda del vano centrale, in forme della compiuta Rinascenza rinnovando un tipo eccezionale dellantico. Come si vede dal riscontro con una pianta di monumento romano disegnata da Pirro Ligorio nel Codice Bodleriano, e nellaltra disegnata da Sall. Peruzzi e riprodotta in margine alla figura 34. Abbiamo cercato tra le visioni pittoriche del Rinascimento quegli edifici che potessero rievocare o documentare monumenti di Roma, o che, comunque, potessero dimostrare la continuità dellarchitettura romana nella interpretazione della nuova era artistica: oltre a questa dimostrazione della sopravvivenza ininterrotta del pensiero architettonico romano, crediamo di avere divulgato una serie di idee artistiche piene di vitalità e di suggerimenti nuovi. Anche così limitato ad un solo gruppo di architetture lo studio ci ha dato, riteniamo, una buona serie di documenti: ma se estendiamo la ricerca ad altri temi e ad altri edifici attinenti alla vita del Rinascimento, ci appariscono ancora nuove forme piene di originalità; (vedi ad esempio, il Tempietto della fig. 37 derivato da una figurazione di un pittore fiorentino; Collezione Simon, Berlino). Gli elementi, i motivi, propri della nuova arte rinascente mostrano nelle pitture una loro freschezza, risorse di composizione piene di attrattive e che potrebbero essere utilmente ricercate per mostrare linfinita agilità e bellezza della nostra architettura. VINCENZO FASOLO. NOTE, - Uno studio sulla funzione dellArchitettura nella composizione pittorica è quello di Zucker: Raumdarstellung und Blldarckictectur in Florentiner Quattrocento. Per ragioni di spazio è impossibile porre a confronto le pitture da cui sono derivati i disegni dei vari monumenti riprodotti nei presente studio: dobbiamo rinviare pertanto il lettore alle fonti, o alle fotografie della Collezione Alinari che hanno servito da modello. Dal volume Paul Schubring: Cassoni - Truhen und Truhenbilder der Italianischen Frührenaissance. Leipzig - Hirsemann sono derivati i seguenti disegni: fig. 2 da tav. 536; fig. 3 da tav. 304; fig. 4 e 5 da tav. 377; fig. 6 da tav. 572; fig. 30 da tav. 940; fig. 37 da tavola 912-915. Per le seguenti figure si indica in parentesi il numero della fotografia Alinari: fig. 7 (n. 13327), fig. 8 (n. 7215), fig. 9 (n. 29433), fig. 10 (n. 19200), fig. 11-12 (n. 7947), fig. 15 (n. 9663), fig. 17 (n. 27245), fig. 18 (Venturi VII, p. 3, fig. 143), fig. 19 (n. 3897), 20g. 20 (n. 19333), fig. 21 (n. 30740), fig. 24 (n. 21331), fig. 25 (n. 9506), fig. 27 (n. 29433), fig. 33 (n. 8764), fig. 32 (o. 8764), fig. 34 (n. 8782), fig. 35 (n. 31649), fig. 36 (n. 38840). |
|
|
|