CORRIERE ARCHITETTONICO
COSTRUZIONI FERROVIARIE ALTOATESINE
dell’Arch. Ing. ANGIOLO MAZZONI
L’Ing. Angiolo Mazzoni ha operato largamente nel campo delle
Costruzioni Architettoniche ferroviarie: stazioni, case per ferrovieri,
ecc,
Notevole, fra l’altro, una serie di edifici affidatogli dall’Amministrazione
Ferroviaria nell’Alto Adige.
In primo luogo la ben nota stazione di Bolzano. Trattasi di una sistemazione
generale con ampliamento e sopralzamento dell’edificio preesistente.
La costruzione e per la maggior parte in pietra artificiale color rosa.
Il lavoro è costato cinque milioni e rappresenta un notevole
contributo nel campo della tecnica e dell’architettura delle stazioni.
La statuaria si deve al professor Ehenhöfer della Scuola Industriale
di Bolzano.
Mentre codesto edificio saldo e ben composto ha sapore monumentale ispirato
a forme moderne, gli edifici ferroviari minori, sono piuttosto orientati
verso le espressioni dell’archittetura minore locale.
Trattasi di case d’abitazione per i ferrovieri costruite dall’amministrazione
ferroviaria in alcune località provviste di stazione lungo le
linee a Nord di Bolzano e cioè sulla linea Verona Brennero, lungo
la Val dell’Isarco sul tratto Bolzano-Brennero; sulla linea Bolzano-Malles
lungo la Val Venosta; sulla linea Fortezza San Candido lungo la Val
Pusteria.
Le casette, pittoresche e movimentate, hanno piacevole sapore e fresca
ispirazione.
N. D. R.
RECENSIONI
UGO NEBBIA: La Casa Madre dei Mutilati in Roma.
- Luigi Alfieri e C., Milano-Roma.
È una completa illustrazione dell’egregia opera di Marcello
Piacentini, già pubblicata dalla nostra Rivista.
Il volume, in ottavo, presentato lussuosamente, contiene, oltre 28 tavole,
il discorso inaugurale dell’On. Carlo Delcroix, ed una esposizione
descrittiva e critica di Ugo Nebbia in 6 capitoli, stesa con l’acume
e la competenza di cui l’autore è notoriamente dotato.
Dobbiamo essere grati all’Associazione Nazionale fra Mutilati
ed Invalidi di Guerra ed all’editore Alfieri d’aver fatto
conoscere in modo così compiuto agli Italiani l’edificio
di mirabile forma, caro agli Italiani per l’Idea che rappresenta
e per gli Uomini che ospita.
P. M.
CRONACA DEI MONUMENTI
ROMA. - È stata in quest’ultimo tempo felicemente condotta
a termine la ricomposizione, nella zona del Campidoglio, di quella elegantissima
facciata di edificio barocco che va sotto il nome di Casino di Pirro
Ligorio e che fu demolito circa 30 anni fa nei lavori di ampliamento
della via Flaminia, ove trovavasi a breve distanza dalla Porta del Popolo.
L’edificio ricostruito sorge ora di fronte all’ingresso
occidentale del Tabularium e fa parte del complesso di fabbricati capitolini
un po’ vecchi, un po’ nuovi, adibiti ad uffici comunali.
La bella iniziativa è merito dell’Amministrazione del Governatorato,
del tempo del Governatore Cremonesi e del Segretario Mancini, e l’accuratissimo
lavoro è stato ideato e diretto dall’Arch. Ghino Venturi.
L’attribuzione tradizionale a Pirro Ligorio è invero tutt’altro
che sicura. Nell’opera certa o probabile del bizzarro architetto
napoletano, come Villa d’Este in Tivoli, la vaticana Villa Pia
in Roma, gli altri lavori del papa Pio IV, quale la parte alta del nicchione
del Belvedere o la sopraelevazione dell’edificio anteriore di
Villa Giulia, nulla v’è che possa paragonarsi alla finezza
ed alla ricchezza ornamentale di questo gioiello architettonico, il
quale sembrerebbe elaborato in un tempo di forme più evolute,
qualche decennio più tardi. Comunque sia e qualunque sia la paternità,
l’opera è di tale valore che è una vera altissima
benemerenza averla salvata.
In questi casi di ricomposizioni architettoniche sarebbe invero da richiedersi
che la nuova ubicazione fosse assai prossima alla primitiva ed a questa
simile per condizioni edilizie ed architettoniche di ambiente. Ma non
sempre la cosa è possibile, ed infatti non lo era per la casina
di Pirro Ligorio i cui frammenti, in attesa di una destinazione, sono
stati per anni sperduti quà o la, o presso Ponte Milvio o nella
Villa Borghese, ed ogni tanto un pezzo di travertino scompariva, ed
i ragazzi giocavano alle bocce con le teste dei putti che un tempo si
affacciavano sulle finestre.... Meglio dunque transigere un poco sulle
condizioni teoriche e riportare a vita ed a dignità d’arte
un’opera di atto pregio ed è da augurare che l’esempio
abbia, per altri elementi, per altre reliquie disperse nelle vicende
edilizie, numerose imitazioni.
G. GIOVANNONI.
NOTIZIARIO
IL XII CONCORSO DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE
DELLE ABITAZIONI E DEI PIANI REGOLATORI IN ROMA.
Replicatamente abbiamo dato notizia nella Rivista, del Congresso tenutosi
in Roma a mezzo settembre. Abbiamo detto come esso sia stato promosso,
analogamente ai precedenti, dalla Federazione Internazionale delle Abitazioni
e Piani Regolatori, avente sede in Londra e presieduta da Raimond Unwin,
l’illustre autore della città giardino di Lechtword e di
Heampstead, e come l’organizzazione locale sia stata curata da
un Comitato Esecutivo presieduto dall’on. prof. Alberto Calza-Bini
ed avente il comm. Testa quale segretario. Abbiamo anche accennato alle
importanti iniziative svoltesi nell’occasione, specialmente l’Esposizione
Nazionale delle Abitazioni e Piani Regolatori e la costruzione di un
gruppo di case popolari modello alla Borgata-Giardino Garbatella abbiamo
aggiunto ancora qualche nota di cronaca spicciola sulla visita del folto
gruppo dei Congressisti italiani e stranieri attraverso il nostro paese.
A Roma, a Napoli, a Milano essi ebbero il campo di constatare come nel
nostro paese si lavori intensamente e come i problemi dell’urbanistica
comincino ad interessarci sul serio. Ovunque essi ebbero accoglienze
cordiali ed adeguate, specialmente a Roma, ove nella seduta inaugurale
tenutasi in Campidoglio il 13 settembre, nei ricevimenti al Palatino
e nei Palazzi Capitolini, le autorità politiche e cittadine manifestarono
agli intervenuti il loro interessamento con signorile ospitalità.
Mentre nel primo articolo del presente fascicolo l’insigne architetto
prof. Gustavo Giovannoni illustra lo sviluppo storico dell’urbanistica
Romana, soggetto di una sua dotta prolusione al Congresso, importante
e completa esegesi della Mostra retrospettiva di Roma, ordinata in tre
delle sale terrene del Palazzo di Via Nazionale nello scorso settembre;
mentre nei prossimi fascicoli dedicheremo vari articoli al materiale
prodotto all’Esposizione, ci limitiamo qui a dar conto brevemente
dei lavori svoltisi durante le sedute del Congresso (1).
Il Congresso aveva nel suo programma quattro temi, due di carattere
urbanistico, due relativi alla costruzione di abitazioni. I primi erano
quelli della “Sistemazione di città a carattere storico
per adattarle alla esigenza della vita moderna”, e della “Costruzione
dei nuovi quartieri alla periferia dei centri urbani, con speciale riguardo
alle città avente importanza storica ed artistica”. I secondi
riguardavano “Il finanziamento delle costruzioni per le classi
medie e popolari con speciale riguardo ai mezzi per ottenere nuovi capitali”
e “Case ad appartamenti multipli nelle grandi città”.
Quasi a commento dei temi urbanistici e ad illustrazione delle due principali
città, sede del Congresso, si svolsero poi due conferenze : l’una
sopracitata, a Roma, tenuta dal prof. Giovannoni su “Lo sviluppo
storico del piano regolatore della città di Roma ed il suo significato
nella moderna urbanistica l’altra tenuta a Milano dall’Ing.
prof. Cesare Albertini sullo “Sviluppo della città di Milano”.
Sul primo tema, vivo ed appassionante, specialmente nell’ambiente
delle città italiane in cui il Congresso si è svolto,
si sono avute numerose comunicazioni, di cui parecchie riferentisi al
grave problema della determinazione del centro cittadino e dell’innesto
della nuova fabbricazione sul vecchio nucleo. Alcuni studiosi, come
il Lohuizen (Olanda), il Lafontaine (Inghilterra), lo Sfintescu (Romenia),
hanno insistito sulla vecchia soluzione dell’“anello”
nel cui interno alcuni vorrebbero, altri no, la città degli affari
la “City”. Il Piccinato (Roma) ha ampliato il tema, considerando
soluzioni varie per singoli tipi di città diversamente classificabili
sotto questo aspetto per tutte però ponendo la clausola che il
piano generale debba conseguire lo scopo di sviare il traffico dai quartieri
antichi: pei quali tanto lui, quanto il Marigner (Barmen) e l’Arntz
(Colonia) consigliano il sistema del “Diradamento edilizio”.
Riguardo il finanziamento delle nuove sistemazioni hanno esposto efficaci
comunicazioni il Warga (Ungheria), il Siedler (Germania), lo Sfintescu
(Rumenia), il Lohuizen (Olanda), il Knipping e l’Arntz (Germania)
e il France (Belgio), esponendo varie tesi e illustrando vari sistemi
intesi concordemente ad ottenere che la miglioria arrecata alle aree
di risulta prospicienti su nuove vie o nuove piazze intervenga in pieno
per rendere possibile l’opera col fornirle i mezzi: sia mediante
l’espropriazione per zone interne, sia colla cessione al comune
di un’aliquota dell’area beneficiata.
Altre comunicazioni sul tema sono state fatte, per l’Italia, dal
Cinelli, dal Dompieri, dal Ciacci, dal Fagnoni e dal Pantaleo.
Il relatore generale arch. Marcello Piacentini, Accademico d’Italia,
ha constatato la concordia di opinioni manifestata dal Congresso circa
l’affermazione del rispetto delle zone storiche, e la necessità
di alleviarne il traffico, e come tale concordia derivi dalla necessità
di conciliare due esigenze opposte, entrambe insopprimibili nello spirito
umano da un lato il desiderio intransigente di una vita moderna, intensa
e libera d’impacci, dall’altro l’amore per la bellezza
artistica del passato. Le soluzioni di politica edilizia intese allo
scopo sono diverse a seconda che ai tratti di città a nucleo
storico centrale ed unitario, nel qual caso la soluzione dell’anello
s’impone o invece di città che abbiano subito nel ciclo
storico un continuo spostamento dei quartieri più vitali, per
le quali altre soluzioni di decongestionamento meno radicali possono
essere poste. L’arch. Piacentini si è soffermato poi su
altri temi vitali, come l’isolamento dei monumenti, la disposizione
delle zone verdi, la necessità dei piani regionali connessi a
quelli di sistemazione interna, questione capitale quest’ultima,
ch’egli ha proposto sia illustrata nel prossimo congresso.
Il secondo tema di urbanistica, della “Costruzione dei nuovi quartieri
periferici con speciale riguardo alle città di importanza storica
ed artistica” ha avuto per relatore generale l’Ing. T. Peirson
Frank di Liverpool, che ha riassunto il copioso e inevitabilmente faragginoso
materiale delle relazioni particolari presentate al Congresso su questo
argomento.
Un primo gruppo di esse era volto a considerare lo sviluppo storico
di città antiche coll’obbiettivo di trarne norme per la
formazione di città nuove: difficile Indirizzo di studi, date
le condizioni diverse dei climi sociali nel vari periodi storici.
Circa lo sviluppo delle città storiche nel futuro, alcuni relatori,
come il Bierre ed il Umsil, hanno ripreso il tema della creazione di
nuovi centri di vita attuale ai limiti delle zone antiche; altri, come
l’Unwin, si sono mostrati propensi piuttosto pel sistema delle
città satelliti direttamente congiunte col centro maggiore. Il
prof. Cesare Chiedi di Milano ha fatto notare come in Italia cotesto
secondo sistema di ampliamento sia ora reso possibile ed anzi promosso
dal criterio, adottato dall’attuale regime, di aggreggare ai Comuni
principali le borgate periferiche. Altri relatori, come l’illustre
Stübben, si sono intrattenuti sulle importanti questioni, riflettenti
le vie di transito ed i sistemi di trasporto.
Il relatore generale ha fatto notare che l’opinione unanime dell’assemblea
si è manifestata nel senso di approvare la politica del decentramento
urbanistico, anzi della “Anti-Urbanizzazione”, mirante a
trasportare parte delle attuali popolazioni cittadine al contado, andando
contro in tal modo alla tendenza opposta svoltasi nell’ultimo
secolo; ed ha notato come la lungimirante intelligenza del Capo del
Governo Italiano si sia da tempo orientata in questo senso.
Anche i due temi relativi alla costruzione di abitazioni economiche
hanno suscitato interessanti comunicazioni.
Grave era la questione posta dal primo tema: “Finanziamento delle
costruzioni per le classi medie e popolari con speciale riguardo ai
mezzi per attrarre nuovi capitali” grave per la non economicità
degli investimenti di capitali in costruzioni destinate alle classi
meno agiate, che non possono corrispondere fitti in proporzione del
prezzo di costo degli stabili recenti; onde il privato distoglie la
propria attività da simili tipi di costruzioni, le quali, essendo
invece indispensabili nei complessi urbani, debbono essere realizzate
da enti pubblici, municipali o statali o simili, con finanziamenti recanti
grave sagrificio all’economia collettiva; da cui la necessità
di procedere con la massima prudenza e parsimonia alle demolizioni di
vecchie case e quella di usare col massimo scrupolo il pubblico danaro
nella costruzione di abitazioni popolari.
Due tendenze opposte si sono manifestate nel congresso nella soluzione
del quesito; tendenze che furono riassunte dal relatore generale sig.
Van der Kaa, capo dell’Edilizia all’Aia. Da un lato l’opinione,
manifestata dal Legh-Smith (Inghilterra) e dal Dreyman (Lettonia) che,
essendo destinato il minimo margine di guadagno ad allontanare sempre
più l’iniziativa privata da tale attività edificatoria,
sarà giocoforza mantenere ad essa anche per l’avvenire
il carattere di servizio sociale. Dall’altro lato l’opinione
prevalente anche in Italia, di cui si è fatto interprete il Dr.
Wildner (Ungheria), secondo la quale, per riportarsi ad un naturale
equilibrio economico anche in questo campo, è da ritenersi benefica
l’abolizione dei vincoli ancora esistenti in molti paesi, nel
fitto delle vecchie case, onde, ristabilitosi il normale gioco degli
appetiti economici, possa venir promossa la costruzione di case popolari
per parte dei privati: le amministrazioni pubbliche dovrebbero in tal
caso limitarsi a dei provvedimenti volti a facilitare l’economicità
delle costruzioni nuove, provvedimenti che in gran numero sono stati
proposti dall’assemblea, in una feconda discussione a cui molti
congressisti hanno recato contributo: fra cui gli italiani Parisi, Toscano,
Agostinelli, Peragallo, l’ing. sig.na Crova.
Il relatore concluse riassumendo, e constatando che in questo momento
una formula risolutiva del tema generale, per tutti i paesi, non è
possibile.
Sul secondo tema di edilizia economica: “Case ad appartamenti
multipli nelle grandi città”, hanno riferito molti competenti,
esprimendo tesi diverse, cosa naturale, giacchè le soluzioni
planimetriche delle case d’abitazione risentono grandemente l’influsso
delle condizioni ed abitudini di vita, dei mezzi finanziari disponibili,
ecc., dei diversi paesi. Tutti furono concordi però nel riconoscere
che, mentre la casetta famigliare si presta meglio a soddisfare le condizioni
Ideali di vita da un punto di vista estetico-morale, solo gli edifici
a blocco con moltissimi appartamenti si prestano, dal lato economico,
a risolvere il grave problema dell’alloggio per le classi meno
abbienti. Ciò posto, si discussero te caratteristiche più
notevoli ditali edifici, e cioè il numero preferibile dei piani,
il numero di alloggi per piano servibili da una sola scala, la convenienza
e la disposizione degli ascensori nel blocco, la miglior ubicazione
dei quartieri di abitazioni economiche e la migliore distribuzione degli
edifici in essi in vista di eliminare nel limite del possibile gli inconvenienti
derivanti dalla fabbricazione intensiva, ecc.
Relatore generale del tema è stato l’Ing. Cesare Albertini.
Fra i vari interlocutori citeremo l’ing. Urnsil (Austria), l’Ing.
Wolf (Germania) i quali specialmente si sono occupati delle migliori
proporzioni e reciproche relazioni intercorrenti fra le aree coperte
da edifici intensivi e le aree scoperte, sia occupate da cortili nell’interno
del lotti, che dalle strade, dalle zone verdi, ecc.; il Risler (Francia)
che ha riferito circa la preferibile disposizione degli alloggi nel
blocco, specialmente in rapporto all’ubicazione ed al numero delle
scale; circa le migliori condizioni di ventilazione e di esposizione
dei singoli alloggi: le ampiezze delle stanze, la disposizione dei servizi
(latrine, cucine, ingressi, corridoi, ecc.) in ciascun appartamento,
ecc, ecc. Quasi tutti i relatori si son trovati d’accordo nel
ritenere che si debbano realizzare, nelle case ed appartamenti multipli,
condizioni tali da compensare gli svantaggi ch’esse offrono in
confronto delle costruzioni estensive, specialmente mediante l’abbondanza
di servizi e la loro organizzazione collettiva.
Dal complesso di studi e proposte l’ing. Albertini, dopo aver
constatato l’unanimità del congresso nel ritenere la casa
ad appartamenti multipli una necessità, sia pure non lieta, ha
riassunto in alcuni principi generali le svariate opinioni espresse
sui singoli punti dell’argomento dai vari relatori.
Si può dunque affermare che il XII Congresso della Federazione
Internazionale delle Abitazioni e dei Piani Regolatori ha data larga
messe di studi e discussioni, su temi oggi estremamente importanti ed
attuali. Con felice parola, nel suo discorso di chiusura, l’on.
arch. Alberto Calza-Bini constatò il fatto e se ne felicitò
con gli illustri ospiti, mettendo in chiaro d’altronde come anche
in Italia i temi trattati dal congresso siano oggetto di laboriosa attenzione,
nella loro soluzione teorica ed ancor più sul terreno fecondo
della pratica attuazione.
L’insigne urbanista tedesco prof. Stübben, vecchio amico
del nostro paese, nel banchetto finale che ha avuto luogo in Milano,
ce ne ha data gradita testimonianza, dicendo che in Italia non si viene
più soltanto per ammirare le bellezze del passato, ma anche per
sentire il palpito di una nuova vitalità in pieno sviluppo.
E noi confidiamo che tale entusiastico rifiorire di lavoro e di studio,
opportunamente promosso e regolato e controllato dall’attuale
quadrato ed attivo regime politico, ci porti a raggiungere risultati
sempre più concreti e fecondi.
N. D. R.
(1) Le relazioni generali e particolari presentate al Congresso sono
state pubblicate in extenso ed in riassunto nei due volumi, stampati
in quattro lingue, degli Atti: Congresso internazionale dell’abitazione
e dei piani regolatori, Roma 1929.
SINDACATO NAZIONALE ARCHITETTI
PAGINE DI VITA SINDACALE
MANIFESTAZIONI DI VITA SINDACALE IN SICILIA.
Nel mese di ottobre u. s. si svolse in seno al Sindacato Regionale
della Sicilia tutta una serie di manifestazioni di vita sindacale. A
Messina si ebbe un primo convegno degli architetti di Messina e di Reggio,
nell’Aula delle Lauree della R. Università, con la presidenza
dell’On. Calza-Bini, Segretario Nazionale del Sindacato, e con
l’intervento del Podestà di Messina Ing. Salvatore; a Siracusa,
nell’Aula consiliare si ebbe una seconda adunata con la presenza
del Commissario Comm. Sofia: infine a Catania ebbe luogo l’adunata
plenaria degli architetti della Sicilia orientale, e di Reggio, sempre
con la presidenza dell’On. Calza-Bini e con l’intervento
del Sindacato Regionale degli Ingegneri con a capo il Vice-segretario
ing. Sagone.
Il frutto dei fecondi lavori è maturato negli ordini del giorno
che sono stati discussi con la partecipazione dell’arch. Calandra,
professore all’università dl Messina e Fiduciario provinciale
per quella provincia, relatore dell’ordine del giorno riguardante
le costruzioni religiose; dell’arch. Fichera, professore all’Università
di Catania e relatore dell’ordine del giorno per la codificazione
dei concorsi; del Segretario Regionale, arch. Leone, relatore degli
altri ordini del giorno; prof. Camillo Autore, dell’Università
di Messina; dell’arch. prof. Sebastiano Agati, Fiduciario per
Siracusa; e degli architetti : Lombardini, Fiduciario per Reggio; Ingallina,
Fiduciario per Ragusa; Falchetti, Aloisi, Sardella, Mastrojanni, Condorelli
degli ingegneri: Sagone, Attanasio, Ferro Barreca e Guglielmino.
L’assemblea discusse anzitutto alcune questioni sindacali di carattere
regionale, emettendo vari ordini del giorno sui seguenti punti:
I. - Incarichi degli Enti Statali e Parastatali.
II. - Voti in merito ai caratteri architettonici da attribuire alle
costruzioni economiche e popolari.
III. - Voti in merito alle costruzioni religiose nelle zone terremotate.
IV. - Voti circa la codificazione dei concorsi.
Dopo la discussione di tali temi generali, l’Assemblea Generale
degli Architetti catanesi passò a discutere questioni più
particolari, riflettenti gli interessi della città e segnatamente
emise voti circa:
I. - Il piano regolatore della città di Catania di cui si propose
lo studio di un Bando di Concorso Nazionale.
II. - La tutela panoramica delle adiacenze di Villa Bellini.
CONCORSI
IMPORTANTE CONCORSO A MADRID PER PROGETTI RELATIVI
ALL’URBANIZZAZIONE DELLE ZONE LIMITROFE ALLA CITTÀ ED ALLO
STUDIO
DELLA RIFORMA INTERNA E DELL’AMPLIAMENTO DELLA CITTÀ.
Il Municipio della città di Madrid bandisce un importante concorso
internazionale per il progetto del proprio Piano regolatore e d’ampliamento.
Il Bando è stato edito dall’ufficio municipale stesso e
si può richiedere, insieme a tutte le altre notizie necessarie
messe a disposizione dei concorrenti (molto complesse e particolareggiate)
scrivendo al seguente indirizzo: «Arquitecto Director de la oficina
Municipal de Informacion sobra la Ciudad », Calle de la Espada
N. 7, Madrid.
Il concorso è dotato di ricchi premi (300.000 pesetas) di cui
200.000 sono destinate al vincitore, le altre 100.000 sono suddivisibili
in quattro altri premi di L. 25.000 ciascuno.
Termine di consegna dei progetti 16 luglio 1930.
BANDO DI CONCORSO PER LA TESSERA ED IL DISTINTIVO
DELLA CONFEDERAZIONE PROFESSIONISTI ED ARTISTI.
La Confederazione Professionisti ed Artisti ha bandito un concorso
per la tessera ed il distintivo della Confederazione per l’anno
1930, concorso a cui possono partecipare solo gli Iscritti ai Sindacati
dipendenti. Per schiarimenti rivolgersi alla Sede della Confederazione
in Via Vittorio Veneto N. 7.
CONCORSO PER PORTACENERE ALLA TRIENNALE DELLE ARTI DECORATIVE
E INDUSTRIALI MODERNE NELLA VILLA REALE DI MONZA.
Tra le varie iniziative che si vanno concentrando intorno alla IV Esposizione
di Monza per incoraggiare la creazione dl prodotti che riuniscano esemplari
qualità di gusto e di fattura e di perfetta rispondenza allo
scopo cui sono destinati, è di particolare interesse un concorso
per portacenere di ceramica o metallo bandito dalla Amministrazione
Centrale dei Monopoli di Stato in occasione della Mostra medesima, tra
gli artisti artigiani e industriali d’arte ad essa già
regolarmente iscritti.
I portacenere concorrenti dovranno avere caratteri di modernità
sia nella concezione che nella esecuzione, essere d’agevole uso
nonchè di dimensioni e costo ragionevoli. In essi dovrà
anche essere messo in evidenza lo stemma del Monopolio con la relativa
dicitura.
Il concorso è dotato di L. 4000 di premi da assegnarsi, a giudizio
insindacabile di una Giuria che sarà nominata dall’Amministrazione
Centrale del Monopoli di Stato e dal Direttorio della Mostra di Monza,
ai quattro portacenere, due di ceramica e due di metallo, che per gusto
e fattura vengano ritenuti i migliori tra quelli presentati. E precisamente:
1000 lire di premio per ciascuno dei quattro portacenere vincitori,
due di metallo e due di ceramica, che passeranno in proprietà
dell’Amministrazione centrale dei Monopoli di Stato.
I portacenere dovranno giungere alla Villa Reale di Monza non oltre
il 15 marzo 1930.
Per le altre modalità del Concorso, come per ogni altra informazione,
rivolgersi alla Direzione dell’Esposizione di Monza in via Gaetano
Negri, 10, Milano (Telefono 37-587).
LA IV ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DELLE ARTI DECORATIVE
ED INDUSTRIALI MODERNE ALLA VILLA REALE DI MONZA.
Abbiamo già dato notizie dettagliate della importante manifestazione
e delle sue caratteristiche principali.
Il Consorzio Mllano-Monza-Umanitaria ha ora stampato un completo programma
dell’Esposizione, con notizie riguardanti le varie sezioni della
Mostra, i premi previsti, le categorie di opere ammesse con l’indicazione
del loro caratteri, le modalità degli invii, ecc.
Gli interessati facciano richiesta di detto programma all’indirizzo
del Comitato stesso: Milano, Via G. Negri, N. 10 o Monza, Villa Reale.