FASCICOLO I - SETTEMBRE 1929
NOTIZIARIO
CORRIERE ARCHITETTONICO

IL MONUMENTO AI CADUTI DI PAGLIARI dell’Arch. MANLIO COSTA

Il tema del monumento ai caduti della grande guerra ha potuto purtroppo suscitare solo un piccolissimo numero di buone idee: abbiamo visto così deturpare molte belle piazze di città e paesi in questi ultimi anni.
Questa opera di Manlio Costa, realizzata a Pagliari, presso Spezia, è da numerarsi tra le buone: seria, nobile, forse anche troppo greve.
La statua è dello scultore Enrico Carmassi.
N. D. R.

CRONACA DEI MONUMENTI

PEI MONUMENTI ITALIANI.
Men di due anni or sono in questa rubrica della Rivista, in cui si cerca, sia pure frammentariamente, di tener dietro alle vicende che interessano il glorioso patrimonio dei nostri monumenti, e di raccogliere le notizie ed i voti che per essi partono da ogni regione d’Italia, io ebbi a segnalare con vivissimo compiacimento, una bella ripresa nelle opere di ricupero e di restauro, nelle iniziative di scavo e di indagini. Purtroppo il momento attuale segna un periodo di ritorno sulle antiche posizioni per la assoluta insufficienza di mezzi concessi alle Sovraintendenze ai Monumenti, gran parte delle quali sono costrette a rimanere con le armi al piede, prive dei fondi occorrenti, non solo per iniziare lavori, ma persino per compiere viaggi nelle zone periferiche dei rispettivi territori. Ad alcuni monumenti singolari, come S. Marco di Venezia, il Duomo di Messina, il Pantheon, i templi di Selinunte, si provvede, è vero, con larghezza alcuni scavi, come quello di Ercolano o quelli dei Fori imperiali in Roma, hanno, è vero, un vivo impulso; ma l’opera assidua volta alla conservazione, alla riparazione, alla sorveglianza, allo studio delle migliaia di monumenti delle città e delle borgate italiane può dirsi quasi ovunque interrotta, od almeno ridotta ad una attività minima. Quest’anno, ad esempio, il gelo del rigido inverno ha prodotto nella compagine dei ruderi, nei pavimenti, negli intonachi disgregamenti gravissimi, a cui occorrerebbe il “punto a tempo”, che invece non è possibile dare...
Questa segnalazione, questo grido di allarme, noi rivolgiamo a quanti amano i monumenti e ne intendono l’importanza ed il significato. Cinque anni or sono, nel suo maraviglioso discorso del 21 aprile 1924, il Capo del Governo ebbe nettamente a distinguere per Roma i problemi della “necessità” da quelli della “grandezza”; e la chiara, organica distinzione vale ugualmente pel patrimonio artistico nazionale. Nella cura severa delle finanze statali, nella distribuzione delle risorse alle esigenze della Nazione, ogni rinvio delle opere non necessarie di indagine, di valorizzazione, di ripristino va accolto con rassegnata disciplina ma per i provvedimenti della “necessità”, a cui si riannoda l’integrità essenziale del patrimonio monumentale il silenzio sarebbe vile e potrebbe poi esserci aspramente rimproverato!
Quando, dopo le battaglie del grano, della lira, della terra sana e feconda, giungerà la battaglia dell’Arte?
G. GIOVANNONI.

FIRENZE. - Un interessante quesito di restauro de monumenti si presenta attualmente a proposito della loggia d’Orsanmichele ed appassiona la cittadinanza fiorentina, una delle pochissime cittadinanze di centri italiani che siano ancora in grado di intendere e di vivere i grandi problemi di architettura e di edilizia che un tempo erano famigliari a tutto il popolo e ne rappresentavano il tema, non tanto di discussione oziosa, ma di viva energia, di sentimento collettivo.
Sono note le singolari vicende del magnifico monumento, che è stato loggia ed oratorio, magazzino del grano e sede delle letture dantesche tra esse, l’unica veramente infelice è stata quella della parziale chiusura delle trifore del pianterreno, avvenuta nella seconda metà del secolo XIV, quando si è trasformato l’interno in una vera chiesa, dopo che il mirabile altare dell’Orcagna è venuto a dare la consacrazione dell’arte alla venerata immagine della Madonna delle Grazie. Per tale chiusura è risultata alterata la elegante armonia delle linee esterne, e la chiesa è divenuta internamente oscura e nel buio hanno vegetato tante opere aggiunte infelici, od addirittura indecorose, a far mala compagnia all’opera dell’Orcagna, quale l’altare sulla parete di tramontana od il palchettone in legno intorno all’altare di Sant’Anna e statue di legno e candelieri di cui bello è il tacere…
Recentemente un colpo di vento è venuto fascisticamente a recare un nuovo fatto risolutivo col rovesciare uno dei tramezzi di chiusura in una delle arcate, prospiciente su via Calzaioli; e subito a Firenze tutti, dagli organi ufficiali della R. Sovraintendenza e della Commissione Provinciale per la conservazione dei monumenti al più umile cittadino, si sono decisamente dichiarati del parere che la chiusura non dovesse ricostruirsi e che il quasi miracoloso evento dovesse ritenersi l’inizio di un restauro di liberazione che ritornasse l’edificio alle linee primitive. Ad espressione pratica e concreta di tale sentimento unanime è intervenuta la benemerita Cassa di Risparmio di Firenze col destinare un cospicuo fondo per il restauro; ed opportuni accordi con la Curia Arcivescovile hanno consentito di togliere alla chiesa la destinazione di parrocchia, a cui sono necessariamente connessi una serie di elementi occorrenti per il culto, ma inopportuni pel ritorno al primitivo carattere d’arte. Il piano inferiore di Orsaomlchele ritornerà un semplice oratorio e la parrocchia passerà nella chiesa di S. Carlo dei Lombardi immediatamente prospiciente.
Tutt’altro che semplice è tuttavia il quesito o la serie del quesiti di ordine artistico che si presentano. Alcuni sono di carattere spicciolo e possono facilmente risolversi, come quello degli affreschi che trovansi nell’interno di alcune delle chiusure suddette e che potranno distaccarsi e collocarsi nell’interno altrove; ma i più gravi son quelli di ordine architettonico che si riferiscono al modo di disporre la serie dei vani. A lasciarli completamente aperti non è da pensare per evidenti ragioni di sicurezza e di convenienza di un ambiente che non è più una loggia, ma una chiesa e contiene un’opera d’arte di pregio inestimabile e trovasi su vie ristrette ed animate, Ben è vero che Firenze, città unica al mondo, vanta codesti musei all’aria aperta, di cui la loggia de’ Lanzi rappresenta l’esempio maggiore, ma in condizioni differenti da quelle determinate ormai in Orsanmichele dal suo carattere e dalla sua destinazione. E le invetriate dipinte nella parte superiore delle trifore? E la decorazione esterna data dai tabernacoli e dalle statue poste sui pilastri - mirabile espressione della scultura fiorentina dal sec. XIV al XVI - che si è innestata sulla parete piena?
La R. Sovraintendenza all’Arte Medioevale e Moderna, con l’opera egregia dell’arch. Cerpi, ha ideato una soluzione, che consiste nel munire i vani di invetriate complete e difenderle con sottili inferriate adorne, un modello delle quali è stato disposto nella campata liberata dal vento. Intorno ad esso fervono, ed è bene che sia così, le discussioni ed i commenti. A molti sembra che il motivo elegante e fine degli intrecci in bronzo convenga bene per una cancellata (secondo i tanti esempi toscani di cui il più tipico è quello della cappella di piazza addossata al Palazzo Pubblico di Siena) ma non per una inferriata fissa, a cui si adatterebbe invece il tipo rude e forte dei ferri incontrantisi a formare quadrati, sicchè, senza volerlo, si venga a dare ad Orsanmichele l’aspetto lezioso di un moderno villino, O non potrebbe piuttosto il cancello, anzichè comprendere tutto il vano, elevarsi a soli due metri dal pavimento, sormontando di circa un metro il davanzale di pietra, appunto come è nel citato esempio della cappella di Piazza in Siena?
G. GIOVANNONI.

NOTIZIARIO

L’ISTITUTO SUPERIORE PER LE INDUSTRIE ARTISTICHE.

Preventivamente approvato dal Capo del Governo, ai quale fu ampiamente illustrato, giorni sono, dal Senatore G. Bevione, sta per essere pubblicato il nuovo programma dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche alla Villa Reale di Monza, creato e gestito dal Consorzio Milano-Monza-Umanitaria, lo stesso Ente che, com’è noto, organizza le Esposizioni Internazionali delle arti decorative ed industriali moderne. Queste Scuole d’arte applicata Furono aperte fin dal 1922, ma per varie e complesse ragioni esse non poterono assumere fin qui, quei particolari caratteri e quella speciale fisionomia che valessero a distinguerle nettamente dagli altri Istituti e Scuole d’arte italiani di cui intendevano essere il complemento. Col nuovo ordinamento, invece, posto allo studio subito dopo la nomina del Senatore Bevione a Commissario straordinario dell’Ente e ormai coordinato in ogni particolare, l’Istituto Superiore per le Industrie artistiche, diverrà, a partire dal prossimo anno scolastico 1929-1930, la Scuola artistica e tecnica di più alto livello esistente in Italia. Completa di laboratori e di dotazioni, essa avrà lo scopo di integrare e perfezionare nei giovani, con un insegnamento pratico approfondito, gli studi prevalentemente teorici fatti nelle Scuole e negli Istituti d’Arte Industriale. I laboratori e le scuole dell’Istituto saranno attrezzati coi più moderni mezzi tecnici e l’insegnamento vi sarà impartito sulla materia, da artisti e da maestri d’arte eccellenti per fama ed abilità tecnica.
Sono in corso pratiche col Governo Nazionale tendenti ad ottenere che l’Istituto venga riconosciuto dallo Stato, cosicchè i titoli da esso rilasciati abbiano, a tutti gli effetti, valore legale. Il Ministro dell’Istruzione Pubblica ha già dato affidamenti in proposito. L’Istituto comprenderà tre successivi corsi regolari: il corso di specializzazione, della durata di quattro anni, aperto ai giovani provenienti dalle R.R. Scuole di tirocinio o da Istituti di pari grado, licenzierà l’allievo in qualità di maestro d’arte specializzato e capo laboratorio. Durante i primi due anni di questo corso gli allievi verranno gradualmente preparati alla speciale lavorazione scelta. Nel terzo e quarto anno del corso, i giovani, perfezionandosi nelle esercitazioni di laboratorio, potranno eseguire, nelle rispettive sezioni, oggetti da essi ideali. Particolare cura sarà posta perchè gli alunni possano dimostrare le loro attitudini alla sorveglianza del laboratorio, preparandosi così alla professione di maestro d’arte con capacità di dirigere un reparto od una officina, tanto presso una Scuola d’Arte quanto in una manifattura.
Il corso superiore, della durata di due anni, aperto agli allievi assolti dal IV anno del corso di specializzazione dell’Istituto Superiore per le industrie artistiche o provenienti dal R.R. Istituti d’arte con diploma di maestro d’arte (corsi speciali), tenderà a completare, con l’applicazione assidua sulla materia nei laboratori, gli studi fatti nelle Scuole precedentemente frequentate, così da formare degli artisti creatori ed esecutori di oggetti d’arte industriale, capaci di insegnare nelle Scuole di avviamento professionale, sia nelle materie grafiche e figurative che in quelle di laboratorio. Dal corso superiore l’allievo sarà, dunque, licenziato in qualità di insegnante d’arte decorativa, libero professionista e dirigente per la produzione artistico-industriale.
Il corso di perfezionamento, infine, della durata di due anni, aperto agli allievi assolti dal secondo anno del corso superiore dell’Istituto Superiore per le industrie artistiche ed ai licenziati dai corsi magistrali dei R.R. Istituti d’Arte abilitati all’insegnamento professionale sarà impostato quasi esclusivamente sulle esercitazioni di laboratorio, così da offrire agli allievi il modo di raffinare le loro conoscenze tecniche, di sviluppare le qualità inventive, creatrici e direttive. Esso mira a dar loro la compiuta conoscenza della organizzazione dei laboratori ed a farne dei direttori preparati a tutte le moderne esigenze artistiche e tecniche. Agli allievi che abbiano frequentato e compiuto l’intero corso di perfezionamento, che è l’unico in Italia, verrà rilasciato un attestato per documentare la perizia tecnica ed artistica raggiunta e comprovata nelle esercitazioni di laboratorio.
Le sezioni laboratorio dell’istituto saranno otto, e cioè: ebanisteria ed intaglio, scultura decorativa intaglio in legno, scultura decorativa in pietra, ceramica, forgiatura del ferro e lavorazione dell’ottone, arte dell’argentiere, decorazione pittorica, tessitura e ricamo. La sezione tessitura sarà riservata all’elemento femminile, che potrà anche frequentare i corsi di ceramica e di oreficeria. E con ciò l’istituto intende non solo colmare una lacuna lamentata nei campo dell’istruzione professionale italiana; ma anche essere l’iniziatore, in Italia, di un movimento il quale, in altri paesi, ha validamente contribuito al rinnovarsi ed intensificarsi della produzione d’arte industriale. L’esatta osservanza dei principi tecnici, la grazia dell’invenzione, la squisitezza della linea e del colore sono le doti, è noto, che caratterizzano le belle cose di arte decorativa, e poichè l’elemento femminile, accortamente guidato, può, per la spiccata sensibilità che lo caratterizza, dare cospicuo contributo ad una produzione eletta, è evidente che quand’anche solo in parte, dopo il congedo della scuola, le allieve si dedicassero all’attività di artista o d’artefice, insegnante o libero professionista, esse recherebbero sensibili vantaggi alla diffusione delle buone opere d’arte decorativa, favorendone l’acquisto per l’arredamento della casa, alla quale la donna imprime sempre il segno del proprio gusto e grado di coltura.
Per quel che riguarda particolarmente la tessitura, è noto a quale perfezione sia giunta nel passato quest’arte presso di noi. Più conosciuta è la produzione serica, ma non meno gloriosa fu quella del tessuti in lana ed in filo.
Il Laboratorio di tessitura d’arte dell’Istituto intende iniziar le allieve allo studio ed alla comprensione di questi prodotti italiani e ciò allo scopo di prepararle alla composizione ad alla tessitura di tappeti, coperte, tovaglie, ecc. nei quali gli elementi tradizionali siano modernamente interpretati.
Inoltre, nella Sezione, sarà insegnata la tessitura dell’arazzo sia per la decorazione murale che per il rivestimento del mobilio di lusso, e quello delle stoffe di lana, filo e bavella per il mobilio usuale. Annesso al Laboratorio funzionerà un impianto per tintoria, ove sarà insegnata la colorazione del materiale tessile secondo i metodi più perfezionati.
L’Istituto, oltre all’insegnamento pratico impartito nelle otto Sezioni-Laboratorio, avrà le seguenti Sezioni per le materie grafiche, figurative e culturali: disegno geometrico, prospettiva, disegno architettonico, disegno di ornato, disegno di figura, disegno di composizione, plastica decorativa, tecnologia e storia dell’arte. Particolare cura sarà dedicata nell’addestrare gli allievi agli utilissimi calcoli dello “scandaglio” che permette di stabilire il costo dei vari prodotti ad opera compiuta.
Per dar modo, infine, al maggior numero possibile di giovani di approfittare della speciale organizzazione dell’Istituto a base di laboratori, saranno istituiti i corsi liberi per gli artefici e gli artisti che abbiano compiuto il diciasettesimo anno d’età e siano in grado di provare la loro abilità tecnica ed inventiva. Questi allievi, a differenza di quelli iscritti ai corsi regolari, non saranno tenuti a frequentare le lezioni per tutte le materie del programma didattico: ma solo i Laboratori della Sezione prescelta e le lezioni di quelle materie culturali e grafiche che hanno con essa immediata aderenza.
Le ammissioni ai corsi liberi saranno subordinate alle iscrizioni ai corsi regolari in quanto che le esercitazioni di laboratorio, per svolgersi proficuamente, non consentono che un numero limitato di allievi. Anche agli allievi che abbiano frequentato i corsi liberi sarà rilasciato un attestato comprovante gli studi fatti e le attitudini dimostrate.
Sarà opportuno rilevare che le tasse stabilite dal Consorzio Milano-Monza-Umanitaria per l’iscrizione e la frequenza dei vari corsi sono state fissate in modo che esse non possono costituire un ostacolo nemmeno per i giovani appartenenti alle famiglie meno abbienti. Di più l’Ente disporrà di un notevole numero di borse di studio che saranno assegnate secondo le modalità di un apposito regolamento che può essere richiesto alla Segreteria dell’Istituto. L’anno scolastico 1929-1930 avrà inizio col 15 Ottobre e termine al 15 Luglio. L’iscrizione ai corsi regolari sarà aperta dal 1° Agosto al 10 Ottobre, quella ai corsi liberi dal 1° Settembre al 10 Ottobre, per i posti disponibili.

GLI ATTI DEL PRIMO CONGRESSO NAZIONALE DI STUDI ROMANI
L’Istituto dl Studi Romani ha curato la stampa di due grossi volumi che in questi giorni vedono la luce, vivamente attesi da numerosi studiosi italiani e stranieri : gli ATTI cioè dei Primo Congresso Nazionale di Studi Romani che ha avuto luogo in Roma nell’aprile dell’anno scorso, sotto la presidenza del Ministro della Pubblica Istruzione e del Governatore dell’Urbe.
Questi ATTI possono essere considerati come il primo frutto d’un lavoro continuato e metodico che avrà largo sviluppo e forte risonanza; già infatti fervono i preparativi presso l’Istituto di Studi Romani per l’organizzazione del Secondo Congresso che avrà luogo in Roma nel prossimo aprile e al quale provvede un Comitato Permanente per l’incremento degli Studi Romani, e di cui è alto Patrono S. M. il Re e Presidente Onorario il Duca, e di cui fanno parte i più bel nomi ed i più alti rappresentanti della cultura italiana ed anche straniera.
Nei due volumi degli ATTI ora pubblicati figurano sedici relazioni e 154 comunicazioni interessantissime di dotti, tra i quali : Cardinali, Glglioli. De Sanctis, Festa, Marucchi. Paribeni, ecc. (Antichità); Federici, Silvagni, Egidi, Cecchelli, Pasolini, Zippel, ecc. (Medioevo) Venturi, Hermanin, Tauro, Bodrero, Tacchi-Venturi, Munõz. De Gregori, ecc. (Rinascimento ed Era moderna) ; Scialoja, Leicht. Arangio-Ruiz, Favaro, De Francisci, Salvioli, Ciapessoni, Landucci, ecc. (Discipline giuridiche); Rossi, Castiglioni, Ussani, Natali, Baccelli, Cessi, Terzaghi. Goidanich, ecc. (Letteratura e Filologia); ed infine Miliosevich, Almagià, Luiggi, ecc. (Discipline scientifiche).
È da notare il carattere totalitario del Congresso il quale ha radunato accento agli archeologi gli urbanisti; accanto ai filologi i giuristi ; accanto agli storici gli scienziati ; tutti i problemi spirituali e pratici che la Città eterna può germinare dal seno della sua storia antica e nuovissima, possono ricevere così una illuminazione totale, dalla pietra del Foro al piano regolatore, dal dialetto del Belli al Museo romano di Scienze, dalla legislazione imperiale alla sistemazione edilizia ed artistica dell’Urbe.

SINDACATO NAZIONALE ARCHITETTI

PAGINE DI VITA SINDACALE

IL XII CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DELLE ABITAZIONI E DEI PIANI REGOLATORI

Com’è già stato annunciato replicatamente nella Rivista, ebbe inizio a Roma il 12 settembre, per continuare a Napoli e chiudersi a Milano il 22 u. s, il XII Congresso della International Federation for Housing and Town Planning.
Il congresso ebbe pieno successo, per le interessanti comunicazioni svolte, per il numero e la qualità del partecipanti, per l’ottima organizzazione d’ogni parte del programma.
E prematuro dare ora relazione esauriente del Congresso: ci riserviamo di offrirla nel prossimo fascicolo.
Ci limiteremo a qualche cenno sommario sulle varie iniziative intraprese in occasione di esso dal Comitato ordinatore presieduto dal Governatore di Roma principe Buoncompagni, dalla Giunta esecutiva presieduta dall’On. Alberto Calza-Bini e dal Comitato di Patronato presieduto dall’Ing. Giulio Vitali, in Rappresentanza della Confederazione Generale fascista dell’Industria Italiana e della Federazione Nazionale Fascista dei Costruttori.
Il vasto lavoro di organizzazione complessiva fu animato dall’attività intelligente dal Comm. Virgilio Testa, Segretario Generale del Congresso.
La più importante delle iniziative collaterali fu l’Esposizione Nazionale dell’Abitazione e dei Piani Regolatori che rimarrà aperta nel palazzo di Via Nazionale fino a metà ottobre p. v. Per l’ordinamento di essa l’opera del Presidente della Giunta esecutiva On. Alberto Calza-Bini e del Segretario generale Comm. Virgilio Testa fu integrata dalla consulenza nell’Arch. Luigi Piccinato per quanto si riferisce ai piani Regolatori, dell’Arch. Plinio Marconi per quanto riguarda le abitazioni (di cui solo quelle di carattere collettivo per le classi medie e popolari, vennero ammesse alla mostra).
La sezione dei piani Regolatori è raccolta nelle aule terrene del Palazzo, trasformate per l’occasione con nobile e moderno senso d’arte dall’Arch. Limongelli. Essa comprende una mostra retrospettiva dell’Urbanistica Romana ordinata dai professori Galassi Paluzzi e Gregori, una mostra dei piani regolatori ufficiali delle varie città d’Italia, ed una di studi privati sull’argomento.
Al piano superiore del Palazzo è disposta la mostra delle abitazioni medie e popolari : è quindi documentata soprattutto l’attività dei vari Istituti per le Case Popolari, degli Istituti parastatali per le Case degli Impiegati dello Stato, per i ferrovieri, per i dipendenti del Governatorato di Roma, ecc. Non manca documentazione dell’opera di finanziamento compiuta dai due maggiori Enti, Cassa Nazionale delle Assicurazioni Sociali e Istituto di Credito Edilizio, nè dell’attività di architetti privati nel campo della edilizia popolare, nè dall’iniziativa del Ministero dell’Aereonautica nel campo dei rilievi fototelemetrici, ecc. ecc.
Fa parte dell’Esposizione anche il Gruppo di Casette Modello costruite dall’istituto per le Case Popolari in Roma in un lotto della Borgata-Giardino alla Garbatella ne abbiamo parlato nel fascicolo di luglio, ed illustreremo la felice realizzazione separatamente a suo tempo.
Dei lavori del congresso, delle visite compiute dai partecipanti alle città d’Italia, segnatamente a Roma, Napoli, Milano, e delle altre notizie relative all’importante adunata di illustri architetti e tecnici di tutto il mondo, ci occuperemo nel prossimo fascicolo.

CONCORSI

CONCORSO NAZIONALE PER IL PROGETTO DEL PIANO REGOLATORE, DI AMPLIAMENTO E DI RISANAMENTO DELLA CITTÀ DI BOLZANO


Demmo notizia di cotesto bando nei fascicoli scorsi, e delle trattative intercorse col nostro Sindacato per la sostituzione di alcuni articoli controversi.
Ora siamo in grado di comunicare il testo definitivamente fissato:
Art. 1 - Il Podestà del Comune di Bolzano bandisce un concorso nazionale per il progetto di massima del Piano Regolatore di ampliamento e di risanamento della città dl Bolzano, al quale potranno partecipare tutti gli ingegneri e architetti italiani per la legge 22 giugno 1923 n. 1395 e inscritti ai rispettivi sindacati.
Art, 2. - Il progetto di massima dovrà tener conto delle seguenti necessità ed opportunità:
a) Considerare le attuali condizioni e quelle dello sviluppo presumibile per un trentennio, tenuto presente l’aumento demografico, industriale, turistico e quello della stazione climatica e dl cura di Gries.
b) La necessità di suddividere la città in zone e precisamente:
Zona riservata alla grande industria (da crearsi possibilmente in Oltrisarco S. Giacomo ed Agruzzo). - Zona per la piccola industria (da crearsi possibilmente al Piano di Bolzano verso Cardano, tra la ferrovia e il fiume Isarco).
- Zona per abitazione civile a carattere intensivo da svilupparsi particolarmente nella regione centrale della città curando in ogni caso che la popolazione non risulti eccessivamente addensata. - Zona per abitazioni a carattere semi-intensivo o a tipo villini, da distribuirsi nella parte migliore delle aree d’ampliamento. - Zona per case a tipo popolare, da costruirsi possibilmente in prossimità delle zone industriali, escludendo le vie principali al fine di agevolare il risanamento delle zone stesse. - Zona climatica e di cura da estendersi tra fa Talvera, la attuale strada nazionale per Merano e le pendici del Cuncina. - Zona destinata alla popolazione rurale tuttavia permanente in Città e nel luogo di cura di Gries.
c) L’opportunità di tener presenti i seguenti obbiettivi:
La conservazione delle caratteristiche storiche ed artistiche della città in armonia colle linee e colle tradizioni dell’arte italiana, - La formazione di armonici quadri urbani che mettano in evidenza gli edifici monumentali, nonchè gli aspetti paesistici e pittoreschi. - Lo scentramento o il diradamento dei vecchi nuclei della città, dove ciò sia imposto da ragioni di traffico, di viabilità, di igiene, di estetica. - Il collegamento dei vari quartieri della città fra loro e colle grandi strade di traffico. - La creazione di nuove strade e piazze con rettifica e sistemazione di quelle esistenti. - La trasformazione dell’area attualmente occupata dal vecchio cimitero.
d) La indispensabilità di creare strade di circonvallazione.
e) La necessità di proporre la sistemazione dei servizi pubblici tenendo presente i foro futuri sviluppi indicando le aree da destinarsi per gli edifici necessari alla vita materiale ed intellettuale della città, con:
Edifici scolastici primari e secondari, Asili infantili e scuole all’aperto - Edificio per biblioteca e Liceo Musicale, Bagni popolari, Lavatoi pubblici, latrine sotterranee e albergo diurno. Mercati rionali scoperti, mercato principale coperto, Mercato boario e Mattatoio, - Istituti ospedalieri, edificio d’isolamento per malattie infettive, Istituto per la Maternità e l’Infanzia, dispensari lattanti e case di ricovero. - Campo polisportivo, Stabilimento per la utilizzazione delle immondizie, Edifici per cure elioterapiche ed altre cure varie nella zona di cura di Gries.
f) La convenienza di creare spazi a verde, giardini e piazze convenientemente distribuiti nella città e di studiare il prolungamento delle passeggiate lungo Talvera, in un senso e nell’altro.
Art. 3. - Il concorrente dovrà tener presente il progetto di fognatura e la rete esistente sia per l’eventuale loro sviluppo sia per le eventuali modifiche.
Art. 4. - Il progetto dovrà tener conto che sulla zona a fianco della passeggiata lungo Talvera S. Antonio estendentesi dal Castel Mareccio fino al ristorante Belvedere, non potranno sorgere costruzioni che possano impedire la vista del Gruppo del Catinaccio.
Art. 5. - Il progetto dovrà contenere, per sommi capi, le norma edilizie che regolano le costruzioni nella zona di cura ed in quelle da destinarsi alla edificazione di Villini e fabbricati isolati.
Art. 6. - Il Comune di Bolzano fornirà ai concorrenti, dietro richiesta, i seguenti documenti:
a) Planimetria contenente la Città e dintorni in scala 1:2880 con le principali quotazioni del terreno.
b) Planimetria del territorio comunale in scala 1:14400.
c) Il piano regolatore parziale della zona di S. Quirino in scala 1:1000 il quale costituisce vincolo per il concorrente.
d) L’elenco degli edifici monumentali e delle case soggette alla sorveglianza della R. Sovraintendenza dell’Arte medioevale e moderna.
e) Il testo del provvedimento con cui si delibera il Progetto del Piano Regolatore e di ampliamento e se ne autorizza il concorso. Tali documenti verranno rilasciati dietro pagamento di lire 100. Sarà inoltre visibile ai concorrenti, presso la segreteria comunale, la corografia in scala 1 : 25000 dell’Istituto Geografico Militare per quanto riguarda il territorio comunale,
Art. 7. - I concorrenti dovranno presentare in tavole distinte, nella scala che crederanno più opportuna per la migliore evidenza del progetto, la risoluzione dei vari problemi, illustrando, ove occorra, con prospettive gli aspetti dei nuovi quartieri proposti. Tali prospettive dovranno essere studiate anche da punti visuali situati sul suolo stradale. Una relazione scritta deve accompagnare il progetto.
Art. 8. - I progetti dovranno essere presentati entro sei mesi, dalla data del bando, non oltre le ore 18, a protocollo del Segretario Generale del Comune, il quale ne rilascierà ricevuta. I progetti, in tutto o in parte, presentati dopo tale termine, saranno esclusi dal concorso. Il concorrente è libero di far pervenire il proprio progetto col mezzo da lui ritenuto più opportuno, dovrà però curare che esso giunga a destinazione chiuso in un unico involucro suggellato. Gli elaborati potranno essere o firmati dal concorrente o portare in ogni tavola e nella relazione un motto e un numero scelti dal concorrente e dovranno essere accompagnati da una busta suggellata ed opaca su cui sarà ripetuto il motto col numero e dentro la quale saranno indicate le generalità, l’indirizzo e la copia legale, o dichiarazione autenticata, dell’iscrizione all’albo del concorrente; per il caso di concorrenti in gruppo, dovranno essere fornite copie legali del certificato d’iscrizione al Sindacato ingegneri ed architetti e indirizzo di almeno uno di essi. Le buste accompagnanti i progetti, come sopra è detto, saranno conservate intatte a cura del Comune e verranno aperte soltanto con le modalità in appresso stabilite.
Art. 9. - I progetti prima del giudizio della Commissione esaminatrice saranno esposti al pubblico, in luogo da destinarsi, per la durata di 15 giorni.
Art. 10. - Giuria. - Questa sarà così costituita:
Presidente: Il Podestà del Comune di Bolzano.
Membri: 1) Ingegnere Capo del R. Genio Civile o un suo delegato; 2) Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico Provinciale; 3) Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico Municipale.
Gli altri tre membri della Giuria verranno designati a suo tempo dalla Confederazione Nazionale dei Sindacati Fascisti, Professionisti ed Artisti. I componenti la Giuria dovranno dichiarare in iscritto di non aver collaborato in qualsiasi modo alla compilazione del progetti di cui al presente bando e non aver coi concorrenti vincoli di sorta.
Art. 11. - Verranno aggiudicati i seguenti premi:
Primo premio L. 20.000 - Secondo premio L. 10.000 - Terzo premio L. 5.000.
Sarà inoltre messa a disposizione della Giuria la somma di lire 5.000 da ripartirsi quali premi di incoraggiamento ai migliori progetti dopo i vincitori.
Art. 12. - La Giuria giudicherà a maggioranza assoluta di voti; in caso di parità di voti deciderà il voto del Presidente. Il giudizio è inappellabile e la Giurie qualora ritenesse di non poter aggiudicare il primo premio avrà la facoltà di invitare i più meritevoli a un concorso di secondo grado. Tre questi concorrenti verrà suddiviso in parti uguali l’ammontare di tutti gli altri premi. Al vincitore della gara di secondo grado verrà assegnato il premio unico di lire 20.000 (ventimila). La Giuria dovrà dare in ogni caso la classifica ai concorrenti prescelti in ordine di valore colle motivazione del giudizio. Il giudizio delle Giuria dovrà essere espresso entro due mesi dalla chiusura del concorso; potrà però, con deliberazione unanime, chiedere di prolungare tale periodo dl altri 30 giorni oltre il detto termine.
Art. 13. - I progetti premiati, esclusi quelli con l’eventuale premio di incoraggiamento diventeranno di assoluta proprietà del Comune e si intenderanno da esso acquistati per effetto stesso del presente concorso e del premio conferito ed il Comune potrà disporne in tutto od in parte con modificazione o senza, o farne quell’uso che crederà conveniente per l’attuazione del Piano Regolatore e di ampliamento; il Comune però si riserva di rivalersi dell’opera del vincitore per l’attuazione pratica dei veri problemi. I progetti non premiati e quelli premiati con l’eventuale premio di incoraggiamento, resteranno invece di assoluta proprietà dei loro autori i quali, tuttavia per conservare tale diritto dovranno curarne, a proprie spese, il ritiro presso la sede del Comune entro il termine di un mese dalla pubblicazione dell’esito del concorso. Scaduto questo termine il Comune non avrà alcuna responsabilità di fronte al concorrente o a chi per esso.
Art. 14. - I criteri di valutazione della Commissione giudicatrice e i conseguenti provvedimenti podestarili sono insindacabili in qualsiasi sede Amministrativa e Giudiziaria da parte del concorrenti i quali, per il semplice fatto di partecipare al concorso, accettano anche queste condizioni.
Bolzano, 25 Luglio 1929 - Anno VII
Il Podestà: ING. FELICE RIZZINI

CONCORSO NAZIONALE PER UN EDIFICIO AD USO SEDE DELLA R. QUESTURA DI GENOVA

È indetto un concorso Nazionale fra gli Ingegneri e Architetti Italiani inscritti ai Sindacati per il progetto di costruzione di un Edificio ad uso Sede della R. Questura di Genova.
Il termine assegnato ai concorrenti per le presentazione dei progetti di massime scadrà alle ore 18 del giorno 15 novembre 1929 - VII.
Al tre primi progetti classificati saranno assegnati premi rispettivamente di lire 50.000, 15.000, 10,000.
Per ulteriori notizie rivolgersi al Sindacato Regionale Ingegneri di Genova.

CONCORSO NAZIONALE PER EDIFICI DA COSTRUIRSI A TRIPOLI

L’Ente Autonomo della Fiera Campionaria di Tripoli annuncia di aver indetto un concorso fra ingegneri ed architetti di nazionalità italiana per due diversi progetti di edifici tipo da eseguirsi nella città di Tripoli, uno cioè per le costruzione di case ed uso civile di abitazione per indigeni, e l’altro per la costruzione di case ad uso civile di abitazione per metropolitani.
L’Ente stesso mette a disposizione della Commissione d’arte e di edilizia istituita presso il Ministero delle Colonie con R. Decreto 18 novembre 1928, e chiama a giudicare il concorso stesso, due premi rispettivamente dl lire 15.000 e di lire 8.000 da assegnarsi agli autori dei progetti primi classificati.
I progetti dovranno pervenire alla Commissione su nominata non oltre il 16 gennaio p. v.
Per ulteriori notizie rivolgersi all’Ente Autonomo della Fiera Campionaria di Tripoli.

CONCORSO REGIONALE PER UN EDIFICIO PUBBLICO A VARESE

Il Podestà di Varese indice un concorso per il progetto di Palazzo sede degli Uffici Finanziari Statali per la Provincia dl Varese.
Al concorso possono partecipare gli Ingegneri ed Architetti regolarmente inscritti presso uno del Sindacati ingegneri o Architetti della Lombardia.
Il termine perentorio per la presentazione del progetto è fissato per le ore 18 dei giorno 15 del mese di dicembre 1929.
È messo a disposizione della Giuria la somma di L. 28.000, per l’assegnazione di tre premi.
I progetti premiati resteranno di assoluta proprietà del Comune di Varese.
I progetti dovranno essere corredati dai seguenti elaborati:
1) Relazione tecnica illustrativa;
2) Planimetria generale in iscala 1:200;
3) Planimetria quotata dei diversi piani del fabbricato, sezione e prospetti in iscala 1:100;
4) Dettagli quotati di prospetti in iscala 1:20;
5) Preventivo di costo (massimo lire 1.500.000).
L’area disponibile è dl mq. 2300 circa e gli edifici che devono trovar sede nell’edificio sono i seguenti:.
a) in piano terreno:
1) Ufficio distrettuale delle imposte (n. 14 locali area mq. 450 circa, oltre accessori).
2) Ufficio Registro - atti civili, giudiziari e successioni (n. 5 locali - area mq. 210).
3) Ufficio del Registro per il Bollo e Demanio (n. 7 locali - area mq. 140).
4) Ufficio Ipoteche (vani 5 - area mq. 210).
5) Ispettore del Demanio e Tasse (vani 1 - area mq. 25).
6) Ispettore Provinciale delle Imposte (vani 1 - area mq. 25).
7) Ufficio di zona e magazzino del materiale delle imposte di produzione (vani 1 - mq. 25).
3) Portineria e abitazione del custode (vani 3 - area mq. 50).
9) Androne carraio di servizio (vani 1 - mq. 55).
b) al primo piano:
1) Sezione tecnica catastale (locali 15 - mq. 520).
2) Intendenza di Finanza (vani 30 - area mq. 600).
3) Alloggio dell’Intendente (vani 1 - oltre accessori mq. 140).
Il programma dettagliato con annessa planimetria generale del terreno, indicazione delle quote altimetriche, posizione dei condotti dei servizi di fognatura, acqua potabile, ecc., si può ritirare presso l’Ufficio Tecnico Comunale contro deposito provvisorio di L. 50 alla Cassa Comunale, rimborsabile alla consegna del progetto.

L’ORDINAMENTO DELLA IV ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DELLE ARTI DECORATIVE
L’Italia si appresta a preparare anche nel campo delle arti decorative e industriali moderne una manifestazione di altissima importanza: la IV Esposizione Internazionale alla Villa Reale di Monza, che segue la precedente a tre anni di distanza. Il ciclo triennale di queste Mostre, deciso dal Senatore G. Bevione, Commissario Straordinario del Consorzio Milano-Monza-Umanitaria, è stato sancito nel testo stesso della legge governativa recentemente votata, mediante la quale esse vengono riconosciute ufficialmente dallo Stato in via permanente.
È già noto il programma dell’Esposizione, che fu accolto da pieno consenso e da cospicue adesioni, tracciato dal Direttorio organizzatore, composto dagli Architetti Alberto Alpago-Novello e G. Ponti e dal Pittore Mario Sironi, Direttorio che ha per Segretario Carlo A. Felice.
Ora il lavoro di organizzazione è già nel suo pieno sviluppo, trattandosi di preparare una manifestazione eccezionale, che costituirà una rappresentazione assolutamente significativa dell’arte decorativa moderna italiana e internazionale.
Sono state ristudiate, con importanti aggiunte e completamenti, le sistemazioni esterne del parco della Villa Reale: ma le innovazioni da apportarsi saranno tali che, pur conferendo al luogo maggiore festosità e comodità, non ne turbino affatto l’originale carattere. L’aspetto interno della Villa sarà invece questa volta completamente trasformato: le vecchie decorazioni esistenti, che contrasterebbero con la modernità delle opere esposte, verranno mascherate da sovrastrutture provvisorie, e le sale, gli atrii, le gallerie formeranno un insieme unitario di ambienti esplicitamente moderni. Il grande atrio d’accesso, il monumentale salone e le due sale adiacenti saranno riservati quali ambienti di cerimonia della sezione italiana e il loro esclusivo ornamento sarà costituito da pezzi unici eccezionali e da oggetti di altissimo valore. Il salone d’onore, trasformato dall’Architetto Giovanni Muzio, accoglierà in partiti ornamentali la grande mostra del marmi italiani. Le altre sale del primo piano nobile sono destinate totalmente alle sezioni straniere per l’organizzazione delle quali sono in corso trattative con tutti i Governi e con le migliori istituzioni artistiche. Tra le partecipazioni straniere già assicurate, quella del Brasile è affatto nuova per Monza e quella dell’Inghilterra, organizzata da “The Studio”, avrà caratteri di vastità e completezza non mai riscontrati alle precedenti Esposizioni di Monza.
L’esposizione italiana, che si sviluppa in ben ottanta sale, occuperà oltre i grandi saloni di cerimonia del primo piano di cui già si è detto, tutto il secondo piano della Villa Reale e sarà ordinata secondo un preciso criterio distributivo: sale di cerimonia, gallerie delle arti, gallerie degli ambienti. Particolare attrattiva presenteranno tra esse la galleria dei decoratori, la sala dei vetri romani, la grande galleria dell’illuminazione e la sala dell’automobile. Della monumentale sala dei marmi si già parlato.
La galleria dei decoratori sarà costituita da un seguito di grandi sale decorate alle pareti da pittori d’oggi e completate da mobili di arte d’eccezionale valore nel quali originalità, modernità e sapienza di disegno si sposino all’impiego di legni di pregio e alla virtù di una lavorazione magistrale. Nella sala del vetri romani antichi saranno esposte, grazie all’interessamento della Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quelle opere tratte dalle Raccolte Nazionali, che possono presentare oggi particolare interesse tecnico e artistico; e con ciò il Direttorio tiene fede anche a quel punto del suo programma nel quale era promessa, per ogni Esposizione, una sceltissima mostra retrospettiva dei risultati tecnici e artistici più cospicui raggiunti nel passato dalle arti decorative italiane.
La grande galleria dell’illuminazione, lunga 80 metri, offrirà in uno splendore di luce il quadro completo di quanto di meglio, dal punto di vista tecnico e artistico, si produce attualmente in questo importantissimo campo dell’arte applicata.
Il problema dell’illuminazione è troppo attuale e importante nel suo duplice aspetto estetico e tecnico e troppo intimamente si collega alle necessità e alle comodità della nostra vita d’oggi, perchè l’Esposizione di Monza non ne volesse rappresentare nel modo più suggestivo le più vaste esperienze, tanto più che la produzione in questo campo si e venuta in questi ultimi anni rapidamente e di molto arricchendo e perfezionando, essendosi cominciato a tener conto razionalmente dei caratteri, delle possibilità e delle nuove risorse della luce elettrica.
Nè sarà trascurato un altro caratteristico aspetto della vita contemporanea: il veicolo e, particolarmente, l’automobile, le cui carrozzerie possono offrire un nuovo interessante campo di studio per gli artisti decoratori.
Ed eccoci infine alle speciali “gallerie” delle arti. In ciascuna di esse il pubblico troverà ordinata una data produzione (ceramica, vetri, tessuti, metalli, arti grafiche, ecc.). così da farsi un’idea complessiva e unitaria dei risultati e del livello raggiunto in ogni campo delle nostre arti decorative.
Il Direttorio ha designato per l’ambientazione di queste gallerie l’Arch. Luciano Baldassari per i tessuti, l’Arch. Tomaso Buzzi per le ceramiche, l’Arch. Brenno Dal Giudice per i vetri, l’Arch. Umberto Cuzzi e i pittori Gigi Chessa e Carlo Turina per i metalli.
Ma se in queste “gallerie” il visitatore troverà raccolte a sè, distintamente, le singole produzioni d’arte, nella grande “galleria” dell’arredamento - la massima della Mostra - le ritroverà riunite a formare ambienti completi di precisa destinazione: sarà questa sezione come la conclusione della Mostra nella quale tutto il repertorio delle cose create dagli artisti moderni e occorrenti nella nostra casa per la nostra vita d’oggi apparirà in atto nel modo più seducente e convincente.
Manifestazioni particolari accompagneranno l’Esposizione intorno alla quale si vanno concentrando varie iniziative atte a promuovere, incoraggiare, premiare la creazione di opere eccellenti per gusto e condotta tecnica; iniziative che derivano speciale significato e importanza anche dagli Enti dai quali promanano: la Confederazione Generale Fascista dell’Industria, la Federazione Autonoma degli Artigiani d’Italia, l’Ente Nazionale per le Piccole Industrie, la Direzione Centrale dei Monopoli di Stato, ecc.

LA PRIMA QUADRIENNALE D’ARTE NAZIONALE A ROMA

La Segreteria della Prima Quadriennale d’Arte Nazionale ha recentemente provveduto ad inviare a tutti gli artisti italiani il Regolamento definitivo della Mostra, unitamente alle norme concretate per l’assegnazione dei cospicui premi alle migliori opere esposte.
Con la remissione del Regolamento stesso agli Enti, Sindacati artistici ed Associazioni artistico-culturali, si sta ora provvedendo a che la maggior diffusione venga assicurata alle norme in esso contenute.
S’intende che tale invio non è che uno degli atti preliminari dell’organizzazione della Mostra; e il fatto d’aver ricevuto copia del Regolamento non significa esclusione da un possibile “invito all’opera”, materia questa che dovrà essere dalla Giunta Esecutiva concretata in un secondo tempo.
Come è noto, i termini per la presentazione delle schede di notifica scadono il 15 agosto 1930 per i non invitati e il 30 settembre per gli invitati; quelli per la consegna delle opere rispettivamente il 30 settembre e il 31 ottobre.

torna all'indice generale
torna all'indice della rivista
torna al notiziario