I GARAGES
È del tutto inutile ricorrere alle statistiche per dedurre dalle
cifre relative al numero delle automobili in circolazione, con quale
celerissimo ritmo, la trazione meccanica si va imponendo e divulgando.
Si vede ad occhio come giornalmente la circolazione nelle città
si faccia più densa di vetture automobili e come l’uso
di questo veicolo si volgarlzzi.
Ciò è dovuto a più fattori:
1. - Al più elevato tenore di vita;
2. - Al ritmo più febbrile degli affari che aumentano con costante
accelerazione, spingendo a sfruttare intensamente le ore di lavoro;
3. - Al prezzo sempre più basso delle piccole macchine d’uso
comune;
4. - Al continuo ingrandirsi delle città, con sempre maggiori
distanze da superare.
Si ha da ciò la netta impressione che, fra brevissimo tempo,
l’automobile sarà divenuto, per la maggior parte della
popolazione, un oggetto di prima necessità.
Sorge allora spontanea la domanda: dove ricoverare tutte queste macchine?
Dobbiamo riconoscere che lo sviluppo preso dalla frazione meccanica
ha colto completamente impreparati non solamente l’Italia, ma
anche buona parte dei paesi stranieri.
Forse solamente gli Stati Uniti d’America hanno affrontato il
problema radicalmente, costrettivi dal fatto che colà, la massa
delle vetture in circolazione, era tale da imporre e non rendere prorogabili
provvedimenti radicali.
Il problema dei garages presenta molteplici difficoltà che variano
a seconda dei paesi, delle città ed anche dei vari rioni delle
città.
I garages possono, in linea generale, dividersi in due grandi categorie:
1. - Garages privati;
2. - Garages pubblici.
Dei garages privati vi è poco da dire; nelle ville isolate il
loro tipo dipende esclusivamente dai gusti del proprietario e dell’architetto,
e il problema è quindi sempre di facile soluzione,
Non così si può dire dei garages pubblici, i quali devono
soddisfare, almeno in linea di massima, a due essenziali condizioni:
1. - Essere nel cuore della città o del quartiere che devono
servire;
2. - Essere ampi e capaci di contenere il maggior numero possibile dl
macchine.
Il garage deve essere nel cuore della città e ciò per
poter soddisfare alle esigenze di quella parte del pubblico, che non
avendo chauffeurs al suo servizio richiede di avere il garage ad immediata
portata di mano. Un grande garage, costruito nel cuore della città
e capace di mille macchine, ne può in realtà ospitare
duemila in due turni, il primo dalle 9 alle !2 e dalle 15 alle 19, il
secondo dalle 12 alle I5 e dalle 19 alle 9.
Il primo servirà coloro che alle 9 al fluiscono dalla periferia
al centro per recarsi in ufficio ove restano fino alle 12 per ritornarvi
alle 15 e rimanervi fino alle 19, e richiedono in questi periodi un
locale ove ricoverare le macchine. Il secondo turno invece servirà
per persone che abitano nel centro e durante il giorno usano la macchina
pel disbrigo dei loro affari, e ne richiedono il ricovero solo nelle
ore del mezzogiorno e della notte.
Si può quindi dire che, perchè un garage, e qui intendiamo
parlare dei garages pubblici, sia efficace, utile, e di buon rendimento,
esso deve essere costruito su una area centrale e deve contenere molte
macchine.
La costruzione dei garages assume quindi per tutte le città del
mondo la fisionomia di problema di prima necessità per le zone
centrali.
Per le nostre città poi, vengono a sommarsi tutte le richieste
e le condizioni che, contrastando, rendono molte volte impossibile una
soluzione facile ed a volte anche problematica una soluzione qualsiasi.
Le aree nel centro raggiungono prezzi assai elevati, di libere non se
ne trovano o quasi, molti rioni hanno esigenze artistiche, di paesaggi
o di monumentalità, che impediscono alle fabbriche di raggiungere
quelle considerevoli altezze necessarie per ottenere un buon sfruttamento
industriale.
Affiorano perciò qui tutti i problemi di indole tecnica e la
risoluzione più o meno buona di essi sta naturalmente nel grado
di aderenza che l’edificio progettato ha con le premesse e condizioni
imposte dalla località, dal capitale e dall’esercizio industriale.
Perchè il garage risponda al secondo requisito essenziale e cioè
possa contenere un gran numero di macchine quale, san il tipo preferibile
dl costruzione da adottare?
Non è questa la sede per esaminare dettagliatamente i vantaggi
e gli svantaggi dei vari sistemi; dalle torri a pianta minima e di grande
altezza servite da ascensori, ai garages sotterranei situati sotto piazze,
giardini e cortili, agli enormi fabbricati a molti piani serviti da
rampe o promiscuamente da rampe ed ascensori.
Un tale esame richiederebbe molte e molte pagine ed infine sarebbe poi
vano sperare dl poter giungere ad una conclusione, essendo troppo le
variabili - tutte importanti - che hanno singolarmente influenza capitale
sulla risoluzione del problema.
Riteniamo però che gli studi fatti all’estero ed in Italia
ed i progetti di edifici costruiti, destinati a garages, riuniti nelle
illustrazioni facenti parte di queste note, possano, rappresentando
ognuna una tendenza differente od uno speciale problema risolto, dare
modo al tecnico di saper trovare, con relativa facilità, quale
via sia necessaria battere per giungere ad una risoluzione di quei problemi
di indole pratica che eventualmente potessero presentarglisi.
Il garage che da noi è ancora oggi considerato come un incomodo
vicino, come un edificio da mascherare, è, negli Stati Uniti
d’America, considerato a volte come il fattore atto a valorizzare
una zona, ad attirare il pubblico verso un determinato restaurant, albergo,
ecc.
Se ciò accade colà a causa dell’uso assolutamente
comune raggiunto dalla vettura automobile, non è azzardato affermare
che altrettanto avverrà in breve, e forse potrebbe già
avvenire, anche nelle nostre città.
Le illustrazioni contenute nella prima parte di questo studio, in base
ad un attento esame di ciò che di più moderno è
stato fatto in questo campo nelle nazioni più progredite d’Europa
e d’America, ci consentono di dire che il migliore sistema di
comunicazione verticale per Io smistamento delle macchine in un garage
a più piani è quello a rampe distinte per la ascesa e
la discesa. Nello scegliere il tipo di garage occorre tener conto sopratutto
della proporzione tra l’area di posteggio e l'area destinata al
traffico, sia esso svélto con elevatori, sia con rampe.
A tal uopo sono molto interessanti i quattro schemi pubblicati e gentilmente
fornitici dalla Ramp Buildings Corporation di New-York.
Data un’area quadrata di ml, 30,48 (100 piedi) di lato, e immaginando
di volerla utilizzare per un garage ad un solo piano, noi vediamo dal
primo schema che esso potrà contenere 56 macchine, disposte su
quatto file di 14 macchine ciascuna.
Su tale area quindi 56 macchine rappresentano una utilizzazione del
100 %.
Il secondo schema ci dimostra invece. posto che sulla stessa area si
voglia costruire un garage a quattro piani servito da un solo ascensore,
in questo caso sufficiente, come in ogni piano potranno essere ricoverate
46 macchine con un rendimento dell’81,14 % rispetto alla sistemazione
precedente.
Nel terzo schema è prevista l’adozione di una rampa comune
che permetterebbe il posteggio a 40 macchine con un rendimento quindi
del 71.42 %.
Il quarto schema ci mostra invece come, adottando per il traffico tra
i piani dell’edificio le rampe d’Humy, sia possibile il
posteggio di 48 macchine per piano, ottenendo quindi il massimo rendimento,
valutato all’85.7 %
Il sistema di rampe d’Humy consiste essenzialmente nel dividere
con un piano verticale l’edificio in due sezioni, coi piani di
pavimento dell’una posti alla quota corrispondente alla metà
dell’altezza dei piani dell’altra.
I piani delle due sezioni sono uniti da rampe ognuna delle quali deve
superare la metà dell’altezza dei piani. Ciò è
reso evidente dallo schizzo prospettico e dalla sezione che abbiamo
pubblicata.
Abbiamo voluto dare cenno particolare di ciò poichè ci
sembra che questo sistema rappresenti quanto di più moderno e
sopratutto di più pratico sia stato fatto sino ad oggi nel campo
della costruzione dei garages a rampe.
Nei garages con elevatori di cui l’esempio tipico è fornito
dal “Hill Garage” di Los Angeles S. U. A, occorre tener
conto della lunghezza di corsa dell’ascensore, del numero dei
piani in rapporto alle fermate, della velocità di trasporto,
di smistamento e di avviamento delle automobili ai posteggi per la sicurezza
dell’esercizio.
In America si calcola che un ascensore possa smistare da 40 a 50 automobili
in un’ora, e vi sono fabbricati da 11 a 20 piani serviti da ascensori.
Garages sotterranei.
L’ing, Müller nella “Deutsche Bauzeitung” afferma
doversi ritenere che la costruzione dei garages sotterranei, sotto giardini,
piazze e strade, ovunque non lo impediscono le canalizzazioni, gli alberi,
ecc,, sia, al momento attuale, una necessità.
Se si tien conto che, giornalmente, dalle porte delle varie fabbriche
di automobili escono centinaia di macchine mentre la larghezza delle
vie e delle piazze rimane costante, non si può fare a meno di
essere preoccupati circa le condizioni nelle quali si svolgerà
il traffico tra brevissimo tempo; già oggi le vie sono congestionate
e si ricorre a mille ripieghi per vedere di rendere l’automobile
rispondente allo scopo evitando ogni ingorgo che causi rallentamento
nella circolazione e perciò proibizione di sosta in vie e piazze
centrali.
Ma anche i posteggi in vie secondarie generano disagi ed intoppo. È
perciò che garages sotterranei, per ricovero di macchine durante
la notte e per i posteggi temporanei durante il giorno, potrebbero risolvere
un lato del problema.
Questi ricoveri sparsi nei vari centri d’affari e nei punti di
maggior transito, grandi e piccoli, a rampe o ad elevatori, a seconda
delle condizioni alle quali dovessero adattarsi, potrebbero riuscire
di grande utilità.
Altro vasto campo di studio può offrire il problema relativo
all’unione di grandi fabbricati industriali e di traffico (stazioni
ferroviarie, metropolitane, banche, teatri, borse, mercati generali,
ecc.) con edifici destinati a garages.
Ultima e non lieve difficoltà si incontra, per quanto riguarda
l’architettura di questi edifici. Invero generalmente l’architettura
varia nei rioni della città col variare delle attività
preminenti che si svolgono in essi, col variare delle destinazioni dei
vari edifici e conseguentemente della nobiltà e della natura
dei materiali usati e del tipo di costruzione adottato: per es. zone
prevalentemente monumentali, zone con rade e basse costruzioni, villini,
zone a costruzioni popolari intensive, zone a costruzioni industriali,
ecc.
Accadrà nel risolvere il problema della costruzione di un garage
di dover trovare il modo di inserire degnamente tale costruzione prettamente
industriale in un quartiere di palazzi signorili, di banche, di edifici
pubblici.
La preoccupazione di intonare la nuova costruzione all’ambiente
senza ricorrere ai deprecati lenocini architettonici, senza dover tradire
i primi canoni di sincerità e di rispondenza tra architettura
e materiali usati per la costruzione, rappresenterà uno studio
di alto interesse per gli architetti.
Passati così sommariamente in rivista i vari problemi che si
ricollegano alla questione dei garages, non resta che dare qualche cenno
circa i criteri moderni di organizzazione e gli impianti speciali di
questi grandi edifici, che, creati per alleggerire e sveltire l’intenso
traffico delle moderne metropoli, debbono, per rispondere allo scopo,
poterne subire uno intensissimo dentro di loro senza dar luogo ad inconvenienti,
Citeremo il “Motor Mart Garage” (Boston) che si dice sia
il più grande del mondo. Area coperta (52.500 p. q.) pari a mq.
4877. - Capacità n. 2000 vetture (contemporaneamente) in 8 piani
nei quali sono installati: n. 18 distributori di benzina; n. 27 distributori
di olio in 3 differenti gradazioni e n. 44 stazioni per rifornimento
aria ai pneumatici ed acqua ai radiatori.
I lubrificanti e le essenze sono ripartite in 3 classi di serbatoi.
Serbatoi generali dai quali per gravità il liquido passa nei
serbatoi di pressione e da questi viene spinto nei serbatoi di rifornimento
dei vari piani sotto pressioni variabili.
I serbatoi generali sono separati dai serbatoi di pressione da valvole
di arresto che impediscono in essi ogni pressione.
L’aria di pressione è filtrata ed essicata per evitare
ogni condensazione che emulsionerebbe gli oli.
L’impianto per la pulizia delle macchine e tale da sottoporre
in 20 minuti primi 15 macchine alle seguenti operazioni:
doccia con acqua a 4 atmosfere di pressione;
lavatura con acqua saponata calda a pressione variabile da 4 a 13,5
atm.;
sciacquatura con acqua fredda a pressione da 4 ad 8 atm.;
pulitura con pelle di camoscio;
asciugatura con getti di aria calda a 8 atm, in modo da togliere ogni
traccia di polvere e fango dalle fessure, incassi degli sportelli, ecc.
lavatura a secco della tappezzeria interna;
spolveratura interna coi “vacuum cleaner”.
La macchina subisce successivamente le varie operazioni attraverso
il reparto lavatura della lunghezza di 45 ml.
Tutti i condotti per doccie, ecc. sono situati in due serie ai due lati
della vettura in modo da evitare perdite di tempo nel loro maneggio.
Il controllo del traffico nel garage è facilitato dalla posta
pneumatica in esso installata, da telefoni e segnalatori.
Ingresso ed uscita situati in due differenti vie, sono collegate con
i capi movimento dei vari piani per mezzo di quadri luminosi in modo
che il capo del movimento all’ingresso sa, in ogni momento, la
situazione relativa al numero delle vetture ricoverate nei vari piani.
Gli scarichi dei pavimenti sono tutti forniti di dispositivi che impediscono
il fluire delle essenze e degli oli nelle fogne.
Il garages è fornito della più completa officina; in essa
sono abolite le fosse ma con un dispositivo speciale le macchine vengono
sollevate da terra su una piattaforma costituita da due costoloni di
ferro sui quali riposano le ruote e da qualche trasversale di collegamento
per modo che il motore sia accessibile in ogni sua parte e lo chauffeur
lavori molto più libero che non nella angusta fossa, con maggiore
luce ed aria a sua disposizione.
In Roma, per iniziativa del Sen. Giovanni Agnelli, su progetto dell’arch.
Enrico Bacchetti si sta costruendo in Piazza G. Verdi un grandioso garage
capace di ospitare in 9 piani ben 900 macchine tutte in boxes separati.
Il traffico verticale per l’ascesa e la discesa delle macchine
è disimpegnato con ingegnosa disposizione da una doppia elica
circolare posta nel centro del cortile e aperta ai lati sul tipo di
quella del pozzo di S. Patrizio in Orvieto.
Tutti i boxes avranno luce ed aria diretta dall’esterno o dal
cortile e il traffico verticale, convogliato in unica direzione per
mezzo delle rampe, non disturba il traffico orizzontale che si svolge
indipendentemente in ogni singolo piano.
Anzi i singoli piani possono essere in caso di bisogno staccati ed isolati
dal resto dell’edificio senza ostacolare la circolazione nelle
rampe.
Non resta in ultimo che richiamare una speciale attenzione sul principio
che da qualche autore si propugna con grande insistenza e cioè
di creare garages nei quali, lo chauffeur ed il proprietario non entrino
affatto e nei quali perciò la macchina non è che consegnata
all’ingresso per essere ritirata all’uscita anche lavata
e pulita e riparata, se del caso.
Il garage non sarebbe perciò altro che un vastissimo deposito
nel quale il pubblico non è ammesso.
Sarebbe certo necessario un personale assai più numeroso per
l’esercizio ma sarebbero evitati molti inconvenienti dovuti alla
circolazione di molte persone estranee nell’interno del garage.
Da questa rapida rassegna degli urgenti problemi che in questo campo
occorre affrontare con risolutezza e determinazione, e di quanto in
proposito si è progettato, costruito ed organizzato all’estero,
si rileva come la nostra posizione, per quanto riguarda questo problema,
non sia fra le migliori.
È savio quindi tener presente che una buona, pratica cd economica
organizzazione, in questo campo, oltre facilitare il turismo, darebbe
un potente incremento alla vendita delle vetture con sensibile vantaggio
dell’industria nazionale.
È doveroso quindi aiutare e incoraggiare ogni iniziativa tendente
a risolvere il difficile problema.
LUIGI LENZI.
Bibliografia. - Dr. Ing. GEORG MÜLLER: Grosstadt-Caragen Verlag
Deutsche Baüzeituug, Berlin. Opera veramente unica nel genere che
offre ai tecnici tutti quei dati indispensabili per la risoluzione dei
molteplici problemi sui garages. - Ing. RICH. HOFFMANN: Automobil Garagen
Verlag R. Carl Schmidt, Berlin.