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CARLO CECCHELLI : Fantasie Architettoniche, con 8 illustrazioni |
FANTASIE ARCHITETTONICHE Nella Chiesa romana di S. Martino ai Monti un paesaggista del secolo
XVII volle figurare l’interno della Basilica di S. Pietro quale
poteva vedersi prima delle costruzioni di Michelangelo e del Maderna.
Molti studiosi hanno riprodotta questa pittura come un documento assai
degno di fede sullo stato della vecchia basilica. In realtà l’autore
di quel dipinto ha fantasticato, perchè vi sono tali particolari
che stanno in contrasto assoluto con quanto ci dicono i disegni e le
stampe riproducenti l’interno dell’antico S. Pietro. Così
fantasticarono molti disegnatori del secolo XVI che si compiacquero
di integrare monumenti classici con loro arbitrarie restituzioni. Cito
Pirro Ligorio che ideò completi i sepolcri dell’Appia e
che ci fa vedere quasi intatta la rotonda anteriore dei SS. Cosma e
Damiano al Foro, mentre altre stampe ce la mostrano ruinosa poco meno
di oggi. Ricostruzioni queste che non si facevano per volontà
d’ingannare. Partivano dal desiderio, assai intenso negli umanisti,
di rivedere l’immagine della Roma imperiale, come era ai tempi
dello splendore. Così abbiamo ricordo della grande pianta iconografica
di Roma ideata dal Calvo con l’opera di Raffaello da Urbino. Così,
nel codice Marcanova un grande miniaturista del secolo XV ideò
il Campidoglio nel modo che poteva concepirlo un appassionato lettore
di “Mirabilia”. Non è attività oziosa per un artista dedicare qualche
aliquota del suo tempo a simili ideali restaurazioni. È anzi
un esercizio pieno di soddisfazione perchè mette a contatto con
l’anima dei monumenti e fa scoprire tanti particolari ignorati
delle strutture, tanti ritmi che sfuggono a chi contempli soltanto l’insieme.
E poi la fantasia si accende nell’ideare questi grandiosi monumenti,
all’epoca del loro massimo splendore. Le mura scarnite si rivestono
di marmi preziosi, le colonne infrante risalgono sui podii, i mosaici
tappezzano l’alto delle pareti e le volte, le statue tornano ad
occupare il cavo tenebroso delle nicchie, sulle coperture fatiscenti
si distendono nuovamente le tegole bronzee o si drizzano i simulacri
degli dei e degli imperatori, o scalpitano i cavalli delle quadrighe. |
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