FASCICOLO II - OTTOBRE 1928
GINO NAVONI : Il concorso per il piano regolatore di Grosseto, con 13 illustrazioni

IL CONCORSO PER IL PIANO REGOLATORE
DI GROSSETO

Ha maturato in questi ultimi mesi il concorso che l’Amministrazione comunale di Grosseto ha, con felice iniziativa, bandito, pel piano regolatore della città, e che è venuto ad aggiungersi agli altri numerosi concorsi analoghi indetti nel passato e nel corrente anno.
Queste pubbliche gare per i progetti di sistemazioni edilizie delle città italiane vanno così diventando, se non norma costante, consuetudine frequente nei principali centri d’Italia. È invero troppo presto per fare il bilancio dei risultati del sistema, poichè solo nell’attuazione potrà vedersi se la organica genialità di una concezione edilizia superiore non si sgretoli e non si perda nel contrasto tra l’accademia e la realtà tecnica, finanziaria, politica, nella inevitabile traduzione in progetti particolareggiati in cui il primo progetto si concreta e si applica nello spazio e nel tempo, nella ugualmente inevitabile collaborazione con gli uffici tecnici, depositari delle nozioni e della tradizione locale.
Comunque sia, è fuori dubbio che codesti concorsi rappresentano un fatto lieto per la formazione di una coscienza e di una scienza urbanistica in Italia, oggi tanto più necessaria in quanto tutta una nuova attività si volge alle sistemazioni cittadine. Essi vengono ad aprire porte e finestre negli ambienti ancora chiusi delle città, piccole o grandi, e costituiscono una magnifica palestra per preparare architetti ed ingegneri ai nuovi temi, i più vasti e molteplici che possano presentarsi all’arte ed alla tecnica.
Ed invero nei concorsi di questi ultimi due anni appare inaspettata tutta una preparazione urbanistica profonda e geniale, germogliata liberamente ed autodidatticamente, pur nel ritardo e nella dimenticanza degli studi ufficiali, che desterebbe viva meraviglia, confrontata con la generale ancor recente incompetenza, e con l’isolamento di quei pochissimi in Italia che finora si occuparono dell’arduo tema, in chi non conoscesse la mirabile giovanile facilità italiana di impadronirsi degli argomenti più nuovi e più complessi e di superare con l’energia e con l’ingegno la tardità degli ordinamenti.
La condizione essenziale per la riuscita di tali concorsi si è che il programma ne sia preparato bene, con larghezza di criteri, con sano equilibrio, con chiara lungimirante visione dello sviluppo avvenire della città e delle sue esigenze di viabilità, d’igiene, di carattere artistico e storico.
Tutto questo (ed è compito quanto mai difficile) è per Grosseto avvenuto un pò si, un pò no. Al bando di concorso erano unite delle norme, molte delle quali giuste e sane, come quelle del massimo rispetto al tipo ambientale della vecchia città ed alla integrità ed alla visibilità dell’“arborato cerchio” delle mura medicee, altre invero un pò troppo chiuse e restrittive. Si poneva come condizione tassativa la espansione della città verso ponente, per la suggestione di avvicinarsi al mare, senza considerare le enormi difficoltà date dalla bassa giacitura dei terreni e più ancora dalla esistenza della via ferrata Pisa-Roma che (a meno di opere di spostamento planimetrico od altimetrico che è vano prevedere) taglierebbe in due parti il nuovo abitato; si sminuzzava poi il tema in una serie di piccole condizioni circa impegni di aree, collocamento di nuovi edifici che non potevano che legare la mano ai concorrenti, quasi ad imporre loro un disegno preconcepito di ufficio.
Malgrado le inevitabili conseguenze di tale, non in tutto felice, impostazione del tema (le quali richiederanno una revisione organica dei dati nella redazione definitiva) il concorso può dirsi nel suo insieme ottimamente riuscito. Numerosi i progetti presentati e nella maggior parte studiati con grandissima serietà e con bella competenza; tanto che la Commissione (presieduta dal prof. Giovannoni e composta dei sigg. prof. Bacci, prof. Memmi, ing. Raccuglia, ing. Pistelli, ing. Pellizzari, ingegnere comunale, estensore della chiara relazione) se non ha avuto dubbi nell’assegnazione, avvenuta all’unanimità, dei premi fissati dal bando di concorso, si è trovata imbarazzata a dare riconoscimento, che non fosse di semplici lodi, ai vari progettisti che per tanti riguardi dimostravano di aver saputo svolgere felicemente il tema, il quale, pei tanti vincoli creati dalle costruzioni sporadicamente sorte in tempo recente, non poteva davvero dirsi facile.
Il primo premio è stato assegnato al progetto presentato dall’ing. Chiodi e dall’architetto Merlo; il quale, salvo alcune mende secondarie, è apparso felicissimo per l’innesto opportuno della nuova fabbricazione sulla esistente, per la chiara suddivisione del traffico di passaggio da quello interno, ottenuta mediante la creazione di un viale periferico extramuraneo e di ampie vie di collegamento dei principali nodi esterni; per la giusta distribuzione dei quartieri e dei sistemi fabbricativi e dei pubblici giardini; per lo studio accurato e sicuro dei tanti elementi tecnici ed amministrativi che si riferiscono al piano regolatore. Non piccolo pregio del progetto premiato, come anche del secondo in merito, è quello di avere contemplato nell’ampliamento, oltre alla regione tassativamente delimitata dal programma, ed oltre in particolare alla zona verso ponente congiunta al nucleo principale con tre ampi (ma necessariamente bassi) sottopassaggi, anche la zona verso nord e nord-est, verso cioè il fosso della Barranella e le vie che vanno verso il Senese, ove è stato schematicamente indicato il tracciato di un futuro quartiere nei suoi collegamenti e nelle sue linee principali.
Il progetto distinto col secondo premio è quello degli arch. D. C. Rossi e Petrucci e dell’ing. Impallomeni. Anch’esso si presenta con felici caratteri urbanistici, con ottimo studio dei particolari architettonici attinenti alle sistemazioni di alcune vie o piazze ed al collocamento di pubblici edifici. E se la disposizione del quartiere verso ovest non può dirsi in tutto riuscita, per converso appare veramente razionale quella del quartiere industriale, collocato opportunamente nei pressi della stazione.
Il terzo premio infine è stato attribuito al progetto dell’ing. Sabatini e dell’ingegnere arch. Pastore, che la Commissione ha ritenuto inferiore agli altri due nei riguardi edilizi, sia nei tracciati dei quartieri d’ampliamento, sia nella sistemazione del vecchio nucleo in cui sono praticati soverchi e superflui sventramenti. Ma accuratissimo è in esso lo studio degli impianti tecnici cittadini e geniali sono talune speciali sistemazioni architettoniche progettate, quali quelle dell’arretramento del palazzo dei Priori, della liberazione dell’abside di S. Pietro, della costituzione di una piazzetta posteriore al campanile del duomo. Meno convincente la proposta sistemazione della Piazza Vittorio Emanuele.
La Commissione ha inoltre riconosciuto alti pregi nei progetti dell’arch. Frezzotti, degli ingg. Aresi, Doti, Mori e Signori, dell’ing, Petrilli e arch. Schiavo, ai quali ha assegnato i premi minori consistenti in assegni a titolo rimborso spese; ed anche ha riconosciuto il notevole valore dei progetti degli ingg. Barbieri, Malpeli, Viano, dell’ing, Savonuzzi e arch. Alessandri, delle signorine arch. Luzzatto e arch. Gabrielli.
La relazione della Commissione termina con la proposta che la redazione del piano definitivo sia affidata alla collaborazione tra i vincitori del concorso e l’ufficio tecnico municipale e con la constatazione riassuntiva, che anche noi siamo lieti di fare, del felice esito del concorso e del sicuro avviamento, pel contributo di tante idee genialmente espresse, che da esso risulterà per l’adeguato sviluppo di una delle città italiane ad incremento demografico ed economico maggiormente rapido ed intenso qual’è Grosseto.
GINO NAVONI.

torna all'indice generale
torna all'indice della rivista
torna all'articolo