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NOTIZIARIO |
MONUMENTO AI CADUTI DI PERSICETO
LArchitetto Giuseppe Vaccaro e lo Scultore Giovanni Prini hanno eretto ai Caduti di Persiceto un monumento in cui lesaltazione della vittoria e del sacrificio è tenuta in una sobria e degna linea di arte. Il basamento è in peperino romano, e il gruppo in bronzo. Ci piace segnalarlo perchè è uno dei rari monumenti ai Caduti che si vedono volontieri: insieme a pochi altri è eccezione lodevole nel dilagare di cose brutte e mediocri che hanno rovinato tanti suggestivi ambienti cittadini e paesani, testimoni della pessima maniera di trarre un partito artistico da uno dei temi più emotivi che si siano presentati alla sensibilità degli uomini. C. V. LA CASA DI STOCCARDA (Vedi Fasc. IX - Mese di maggio 1927 di questa Rivista) Lesposizione di architettura La casa, aperta il 23 luglio scorso a Stoccarda, si compone di tre parti: una raccolta di disegni, plastici e fotografie, presentati da architetti di molti paesi di Europa e dAmerica; una mostra campionaria di tutto quanto è in relazione con la costruzione e larredamento della casa; e infine una Colonia-modello, sulla collina del Weissenhof. Le ventidue case della colonia, con cinquantacinque abitazioni, costruite per incarico della città di Stoccarda, rappresentano la parte essenziale dellesposizione; vennero costruite secondo i piani e sotto la guida di quindici architetti fra i più rappresentativi della teoria architettonica nuovissima, imbevuta di logicismo, di razionalismo, di oggettivismo, e che vuol mettere al bando ogni benchè minimo segno di formalismo, di tradizionalismo, di passatismo. La teoria degli architetti del Weissenhof vuole la sottomissione completa di ogni ricerca estetica a un vantaggio pratico (reale o immaginario); vuole sincerità assoluta nella costruzione (quando la casa sta in piedi e adempie al suo scopo pratico immediato, basta; Le Corbusier predica la maison machine à habiter e i tedeschi proclamano die Sachlichkeit über alles); vuole la standardizzazione; da quella degli elementi costruttivi, a quella della casa stessa (pochi tipi unici), a quella delleconomia domestica: la standardizzazione della maniera di stare al mondo; unisce e combina una teoria architettonica a una teoria sociale: insomma, vuole troppe cose. Gli architetti, allatto pratico, sono poi costretti a rimangiarsi un po qua e un po là i loro assiomi troppo assoluti, compromettendo assai il loro delicato ragionamento. Si vedono allora certe finestre ridotte a magri spiragli, in alto, vicino al soffitto delle camere, perchè allesterno risulti un certo rapporto tra muro e aperture; e spettacolosi architravi sostenuti da esili colonne di ferro piantati sul tetto della casa, col solo scopo di far credere a chi passa in istrada che la casa abbia un certo volume che viceversa non ha; si arriva a certe scalette in tubo di ferro e lamiera, contrarie ad ogni regolamento edilizio; oppure ai canali di scarico dellacqua piovana che scendono a terra dal tetto, attraverso soffitto e pavimento, in mezzo alle stanze, eccetera. Pretendendo di soddisfare contemporaneamente a condizioni troppo difficili e complesse, si costruiscono case in cui, la sincerità architettonica è sacrificata e tuttattro che sempre provata è la praticità. In ogni modo però, causa dello scarso entusiasmo che ispirano le case del Weissenhof non è certo imperizia degli architetti, ma piuttosto difetto della loro teoria: se questa si adatterà ad essere meno rigida ed assoluta, se rinuncierà a certe novità inutili ed a certi postulati incompatibili con la vera logica e con i veri bisogni della vita quotidiana, se i suoi proclamatori tralascieranno di darsi laria di profeti di una nuova religione estetica oltre che sociale e tecnica, si potrà arrivare ad una architettura veramente nuova, che rispetti la sincerità della costruzione, tenga conto delle necessità pratiche e delle possibilità tecniche attuali, e apprezzi il valore dei risultati estetici e architettonici ottenuti attraverso la faticosa ricerca e le esperienze di mille generazioni. Però, se anche le dimostrazioni date dagli organizzatori della mostra sono spesso tuttaltro che convincenti o definitivi, è innegabile che si tratta di un esperimento tentato con serietà da parte di persone capaci e convinte, il quale porta un nuovo importante elemento nella rinnovata vitalità dellarchitettura attuale. Nella sezione italiana, i disegni del povero SantElia, la Casa del sole al Lido dellArch. Torres, il Quartiere degli artigiani di Roma del gruppo Aschieri, tutti i disegni e le fotografie presentati da numerosi architetti e ordinati dal Prof. Roberto Papini, dimostrano quanto viva e attenta sia la ricerca da parte degli Italiani, non di una vuota formula, ma di una nuova strada. GINO CHIESA. NOTIZIE VARIE LE ESPOSIZIONI DEL 1928 A TORINO Per la celebrazione del quarto centenario di Emanuele Filiberto e del decimo anniversario della Vittoria, Torino ha preparato un vasto programma di esposizioni e di manifestazioni che avranno luogo nel Parco del Valentino lungo le sponde del Po fino a raggiungere la pittoresca zona del Pilonetto. Nel piano generale sono comprese le seguenti esposizioni: Esposizione di agricoltura. Esposizione dellalimentazione. Esposizione della Chimica. Esposizione dellabbigliamento e della moda. - Applicazioni della Seta. Esposizioni di Belle Arti, della fotografia artistica, delle Comunità artigiane, ecc. Nel Castello del Valentino avrà luogo la Mostra storica Sabauda e della Vittoria, che rievocherà in preziosi cimeli la multiforme attività secolare dei Grandi Principi Sabaudi. Per informazioni, programmi dettagliati, ecc. rivolgersi al Comitato. Via Carlo Alberto, 24 - Torino. C. V. FIERA CAMPIONARIA DI TRIPOLI Anche nel 1928 a Tripoli avrà luogo la Fiera Campionaria, sotto lalto Patronato del Capo del Governo. Le arti decorative e applicate avranno particolare rilievo. Le iscrizioni si chiudono il 31 gennaio p. v. È sperabile che i partecipanti siano numerosi dato anche lo scopo altamente patriottico delliniziativa. P. M. CONCORSO DI ARTE DECORATIVA IN MONACO DI BAVIERA LEditore A. Koch di Darmstadt, in occasione dellinizio del 31mo anno di vita della Rivista Deutsche Kunst und Dekoration pubblica un interessante fascicolo doppio, speciale dedicato in gran parte alla Fiera del Libro di Lipsia e alla esposizione della abitazione di Stoccarda. Nel numero di ottobre di Innendekoration egli dedica molte illustrazioni alla esposizione di arte decorativa di Monaco e bandisce un concorso, libero a tutti, per disegni a colori di cuscini e stoffe di arredo (scadenza 15 giugno 1928). L. P. BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO ARCHITETTI P. BETTA E A. MELIS. - Torino qualè e quale sarà. - Torino, 1927. - Quando si pensa a Torino, si rivede nella memoria una monotona scacchiera di strade uguali, prive di quella vita caratteristica che alle altre città è conferita dalla pittoresca distribuzione asimmetrica delle masse edilizie. Non strade diagonali che colleghino rapidamente i quartieri, non piazze chiuse create per il trionfo di un edificio o per il soggiorno degli abitanti, non una rete di strade ragionata, viva, pulsante, creata per i vari bisogni della vita: ma il reticolato freddo uguale ed inerte delle vecchie città americane. Viene però fatto di chiedersi se, proprio appunto in virtù di questo schema reticolare, Torino non si presti più di qualunque altra città ad essere trasformata in città moderna, nel senso più completo della parola: in una città razionale e pratica e nello stesso tempo grandiosa negli schemi novecenteschi delle sue piazze e dei suoi viali. Anzitutto, è proprio vero che Torino manca di tracciati diagonali e trasversali, oppure esiste invece sotto la sua epidermide di reticolati ortogonali uno schema radiale già in parte formato e che non attende altro che di essere valorizzato e completato? E poi è così assiomatica la formula che una città per essere bella deve essere romanticamente pittoresca e deve cercare nellimprevisto, nel vario, nellirregolare, cari a Camillo Sitte, gli elementi della propria estetica edilizia? Oppure invece cè una bellezza nuova e moderna nel regolare, nel simmetrico, nel razionale, basi di una estetica che al nostro secolo è più facile sentire? Questi i dati del problema che gli Architetti torinesi P. Betta e A. Melis affrontano nel loro studio analitico accurato. Essi vedono la loro città quale potrebbe essere, solo che si volesse por mano a brevi ritocchi edilizi: strade da valorizzare dando loro uno scopo, altre invece da escludere dal traffico e da riservare al passeggio; quartieri che attendono un breve colpo di picozza per assumere una speciale importanza, sedi di pubblici servizi alle quali uno spostamento sarebbe necessario per la comodità della vita cittadina, piazze e ambienti architettonici che completati o valorizzati sarebbero gemme splendide incastonate nella città. Lo studio interessante degli Architetti Betta e Melis ci apparisce completo: preceduto da una breve nota sullestetica cittadina, termina con uno sguardo al problema del piano regolatore regionale: nulla è stato da essi trascurato. La Torino modernissima, con la sua rete radiale, i suoi servizi perfetti, i suoi monumenti, con la zonizzazione dei suoi quartieri, ci sembra esistere già e vivere ora in silenzio sotto la scacchiera delle sue strade: ci sembra che possa balzare fuori da un momento allaltro solo che si voglia. L. PICCINATO SINDACATO NAZIONALE ARCHITETTI PAGINE DI VITA SINDACALE I CULTORI DI ARCHITETTURA DI ROMA ED IL SINDACATO Riportiamo dal Lavoro dItalia del 1 dicembre lannuncio della trasformazione della Associazione Artistica dei Cultori di Architettura di Roma in Circolo di Cultura del Sindacato, e ripetiamo il simpatico commento del Giornale. Aggiungiamo oggi che la deliberazione dellassemblea ha ottenuto il plauso di gran parte dei soci assenti e lontani, così che non è fuor di luogo trarre laugurio che ben presto le Associazioni dei Cultori delle altre città seguano lesempio della maggior sorella romana; e che i sindacati di capoluogo regionale là dove lAssociazione dei Cultori non è ancora sorta si adoperino per la costituzione del Circolo di Cultura sulla stessa base statutaria dellAssociazione di Roma. Dal Lavoro dItalia: Seduta veramente importante quella dellAssociazione dei cultori dArchitettura di Roma, tenuta ieri, 30 Novembre, nella sede sociale di Palazzo Venezia. La vecchia Associazione che, secondo la felice espressione di un dottissimo straniero, lo Steiman, vigila con occhio chiaro sulle bellezze antiche e nuove di Roma ha sentito passare il fremito dei tempi nuovi, ha capito che oggi non è più possibile lastrazione dalla travolgente realtà politica e nazionale, e abbandonando la ormai sorpassata concezione dellapoliticità, ha voluto aderire alle organizzazioni sindacali fasciste costituendosi in Circolo di Cultura del Sindacato Architetti di Roma e Provincia. È bastato infatti un invito di Alberto Calza Bini, Segretario Nazionale del Sindacato, perchè il Consiglio di Presidenza prima e lAssemblea poi, accogliessero la proposta adesione con spontanea e vibrante unanimità. Alla fine della seduta lAssemblea approvava anche telegrammi di omaggio e devozione che il Presidente, Architetto Negri, e Alberto Calza Bini, avevano preparato per il Duce, per lon. Edmondo Rossoni e per lavv. Di Giacomo. Salutiamo con plauso il fatto nuovo dalla adesione al Sindacato della antica e benemerita Associazione romana che conta nel suo seno i più noti professionisti e studiosi di Roma e dItalia e anche come Soci onorari, tanti dottissimi stranieri. È questo non soltanto un felice segno dei tempi, ma anche la conferma della importanza che ormai si riconosce al movimento del sindacalismo intellettuale, destinato a portare lItalia al posto che le compete in tutti i campi della cultura. - (N. d. R.). Ecco il testo dei telegrammi inviati a nome dellassemblea al Duce, allOn. Rossoni, al Gr. Uff. Di Giacomo: A Sua Eccellenza il Capo del Governo Associazione cultori Architettura Roma, aderendo Sindacato Fascista Architetti per divenire suo Circolo cultura, invia Eccellenza Vostra, ideale costruttore magnificenze architettura Imperiale, omaggio devoto di fascisti e di italiani. AllOn. Edmondo Rossoni, Presidente Confederazione Sindacati Fascisti Associazione cultori Architettura Roma, veterana mille battaglie combattute difesa Arte italiana, aderendo Sindacato Architetti per divenire suo Circolo cultura, invia a Voi, Assertore funzione culturale Sindacati Fascisti, reverente grato saluto. Avv. Di Giacomo, Segretario Generale Federazione Fascista Sindacati Intellettuali Associazione cultori Architettura Roma, costituendosi Circolo cultura Sindacato Architetti, saluta deferenza cordiale Segretario Generale Sindacati Intellettuali. PER LA REDAZIONE DELLA RIVISTA: Circolare inviata dal Segretario Generale del Sindacato Nazionale Architetti ai Segretari Provinciali: Ai Sigg. Segretari Provinciali Come ho annunziato nella nota Prefazionale al numero di Settembre della Rivista di Architettura e Arti decorative edita dalla Casa Bestetti e Tumminelli, a seguito di accordi intervenuti tra questo Sindacato e lEditore, auspice lAssociazione tra i Cultori di Architettura, la Rivista diviene lorgano ufficiale del nostro Sindacato. È una magnifica soluzione del problema della stampa di classe, come ha affermato il Segretario Generale della Federazione dei Sindacati Intellettuali Gr. Uff. Di Giacomo, ed è un nuovo segno della autorevolezaa e del prestigio che il nostro Sindacato va acquistando. Consolidata ormai in modo definitivo la differenziazione dei due Sindacati degli Ingegneri e degli Architetti, con la separazione degli Albi, lattività del Sindacato deve essere tutta volta alla valorizzazione dellArchitettura italiana, e allaffermazione della categoria in ogni manifestazione di carattere intellettuale, economico ed artistico. Così facendo il Sindacato prevvederà ottimamente anche alla tutela degli interessi professionali e allopera di protezione e di previdenza per i giovani colleghi che più necessitano di aiuto. Nellappendice della Rivista saranno pubblicati gli atti e le notizie dellattività Sindacale, e tutto quanto interessi la classe degli Architetti nella vita dei singoli centri sede dei Sindacati. I Segretari Provinciali sono perciò tenuti ad inviarmi entro la prima settimana di ogni mese le corrispondenze che crederanno proporre per la pubblicazione; e si faranno anche promotori di raccolta di articoli e materiale fotografico per tenere informato il Segretario Generale dellattività edilizia ed artistica dei singoli centri. Sarà necessario che ogni Sindacato Provinciale provveda a sottoscrivere almeno un abbonato alla Rivista, e a fare larga propaganda per la diffusione dellorgano ufficiale. Sono lieto di comunicare che ogni iscritto al Sindacato, e quindi anche il Sindacato come ente, ha diritto allo sconto del 25% sul prezzo di abbonamento.(1) Conto sulla cordiale e intensa collaborazione dei Segretari Provinciali. Saluti fascisti. SINDACATI DI ROMA E PROVINCIA Nellimminenza della formazione degli Albi professionali, il Segretario Provinciale di Roma Arch. Corrado Medori, ha rassegnate le Sue dimissioni per lasciare arbitre le gerarchie superiori della scelta dei responsabili per la costituzione del Sindacato; i membri del Direttorio alla unanimità meno uno, hanno, in seguito, per disciplina e solidarietà seguito lesempio del Segretario. LOn. Bifani, Segretario Generale dellUfficio Provinciale di Roma dei Sindacati Fascisti, daccordo col Gr. Uff. Di Giacomo, Segretario Generale della Federazione Nazionale dei Sindacati Fascisti Intellettuali e col Segretario Generale del Sindacato Architetti, ha provveduto alla nomina di un triumvirato per lamministrazione straordinaria del Sindacato Architetti di Roma e Provincia, nelle persone degli Architetti: Giuseppe Boni, Vincenzo Fasolo e Corrado Medori. I Triumviri, insediati nel loro ufficio dal Segretario Nazionale, hanno già iniziato il lavoro di censimento dei professionisti da iscriversi nellalbo degli Architetti e da classificare per liscrizione del contributo sindacale obbligatorio, provvedendo alla raccolta delle domande di iscrizione nel Sindacato Architetti di quei colleghi che ancora non appartengono al Sindacato medesimo. PER GLI ALBI DEGLI ARCHITETTI Crediamo far cosa gradita ai colleghi pubblicando il R. D. 27 Ottobre 1927, N. 2145 che, consacrando definitivamente la esistenza del Sindacato Architetti come entità giuridica pienamente riconosciuta, e addivenendo alla divisione degli albi professionali che permetterà agli Architetti di costituire una categoria ben distinta e in grado di far valere le infinite ragioni che militano in favore dello sviluppo e del progresso dellarchitettura, rappresenta la più grande e significativa conquista della classe. Numero di pubblicazione 2456. REGIO DECRETO 27 ottobre 1927, n. 2145. Norme di coordinamento della legge e del regolamento sulle professioni di ingegnere e di architetto con la legge sui rapporti collettivi del lavoro, per ciò che riflette la tenuta dellalbo e la disciplina degli iscritti. VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE DITALIA Vista la legge 24 giugno 1923, n. 1395, ed il regolamento approvato con R. decreto 23 ottobre 1925, n. 2537, sulla tutela del titolo e dellesercizio delle professioni di ingegnere e di architetto; Visti gli articoli 23 della legge 3 aprile 1926, n. 563, e 12 del R. decreto 1 luglio 1926, n. 1130, sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi del lavoro; Visto il R. decreto 6 marzo 1927, n. 307; Visto lart. 3, n. 1, della legge 31 gennaio 1926, n. 100; Udito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per la giustizia e gli affari di culto, di concerto con i Ministri Segretari di Stato per linterno, per la pubblica istruzione, per i lavori pubblici e per le corporazioni; Abbiamo decretato e decretiamo: Art. l. - Lalbo degli ingegneri è separato da quello degli architetti. Gli iscritti nellalbo degli ingegneri, i quali si trovino nelle condizioni indicate nellart. 54 del regolamento per le professioni di ingegnere e di architetto, approvato con R. decreto 23 ottobre 1925, n. 2537, hanno diritto di compiere tutte le mansioni di spettanza della professione di architetto e possono ottenere perizie ed incarichi e questa relative, senza bisogno di essere iscritti anche nellalbo degli architetti. È però in loro facoltà di chiedere liscrizione anche in questo albo. Egualmente gli iscritti nellalbo degli architetti, che si trovino nelle condizioni di cui nei capoversi del medesimo art. 54, hanno facoltà di esercitare le mansioni ivi indicate, anche ai fini di perizie o di incarichi, senza diritto di iscrizione nallalbo degli ingegneri. Art. 2. - Le attribuzioni sulla custodia dellalbo degli ingegneri e degli architetti e sulla disciplina degli iscritti, deferite alle associazioni sindacali dallart. 12 del R. decreto 1° luglio 1926, n. 1130, sono da esse esercitate a mezzo di una Giunta composta di cinque membri, se il numero degli iscritti nellalbo non superi 200, e di sette membri negli altri casi. Fanno parte della Giunta anche due membri supplenti, che sostituiranno quelli effettivi in caso di assenza o di impedimento. I componenti della Giunta devono essere iscritti nellalbo professionale. Essi sono nominati con decreto del Ministro per la giustizia e gli affari di culto fra coloro che le competenti Associazioni sindacali designeranno in numero doppio; durano in carica due anni e, scaduto il biennio, possono essere riconfermati. Qualora negli albi degli ingegneri o degli architetti delle nuove provincie si trovino iscritti tecnici menzionati nellart. 74 del regolamento approvato con R. decreto 23 ottobre 1925, n. 2537, ovvero quelli indicati nel R. decreto 3 settembre 1926, n. 1660, fa parte della Giunta anche un membro delluna o dellaltra di queste categorie. La Giunta elegge nel suo seno il presidente e il segretario. Essa decide a maggioranza; e, in caso di parità di voti, prevale quello del presidente. Art. 3. - Per le iscrizioni, cancellazioni e revisioni dellalbo, la Giunta osserva le disposizioni del regolamento approvato con R. decreto 23 ottobre 1925, n. 2537. Le norme dello stesso regolamento vanno osservate per quanto concerne i provvedimenti disciplinari. Non possono essere iscritti nellalbo, e qualora vi siano iscritti devono essere cancellati, coloro che abbiano svolto una pubblica attività in contradizione con gli interessi della Nazione. Art. 4. - Contro le decisioni delle Giunte, così degli ingegneri, come degli architetti, è dato ricorso alla Commissione centrale, di cui allart. 14 del precitato regolamento, giusta le norme in esso stabilite. Con losservanza delle norme medesime il ricorso può essere proposto anche dal Direttorio del Sindacato nazionale, secondo la rispettiva competenza. Il Direttorio può delegare uno dei suoi membri a presentare e sostenere il ricorso. In sostituzione dei membri rappresentanti degli ordini degli ingegneri e degli architetti, contemplati nel comma 2°, n. 4, del su citato art. 14, fanno parte della Commissione centrale quattro ingegneri e due architetti, nominati dal Ministro per i lavori pubblici, di concerto con quelli per la giustizia e per le corporazioni, e scelti fra coloro che ciascuno dei rispettivi Sindacati nazionali designerà in numero doppio. Art. 5. - La Giunta deve comunicare allAssociazione sindacale i provvedimenti disciplinari presi contro i professionisti, che facciano anche parte dellAssociazione sindacale, e questa deve comunicare alla Giunta i provvedimenti adottati contro coloro che siano anche iscritti nellalbo. Art. 6. - Lalbo professionale è distinto dal ruolo degli appartenenti alle Associazioni sindacali. Esso a cura della Giunta, deve essere stampato e comunicato, a tenore dellart. 23 del regolamento approvato con R. decreto 23 ottobre 1925, n. 2537. Art. 7. - Spetta alle Associazioni sindacali, secondo la rispettiva competenza: a) di curare che siano repressi luso abusivo del titolo di ingegnere o di architetto e lesercizio abusivo della professione presentando ove occorra, denuncia al procuratore del Re; b) di compilare ogni triennio la tariffa professionale. Questa deve essere approvata dal Ministro per i lavori pubblici, di concetto col Ministro per la giustizia, sentito il parere della Commissione centrale; c) di determinare ed esigere il contributo annuale da corrispondersi da ogni iscritto per quanto si attiene alle spese occorrenti per la tenuta dellalbo e la disciplina degli iscritti. Essa cura altresì la ripartizione e lesazione del contributo, che verrà stabilito dalla Commissione centrale per le spese del suo funzionamento, a norma dellart. 18 del regolamento approvato con R. decreto 23 ottobre 1925, n. 2537. LAssociazione sindacale tiene distinta la contabilità relativa ai contributi, di cui al presente articolo, da quella dei contributi sindacali. Essa comunica alla Giunta lelenco dei soci morosi per i provvedimenti disciplinari, a termini dellart. 50 del predetto regolamento. Art. 8. - Per tutto ciò che riguarda lapplicazione delle norme relative alla professioni di ingegnere e di architetto restano fermi i poteri di vigilanza del Ministro per la giustizia, giusta lart. 57 del regolamento approvato con R. decreto 23 ottobre 1925, a. 2537. Il Ministro per la giustizia può, con suo decreto, sciogliere la Giunta, ove questa, chiamata alla osservanza degli obblighi ad essa imposti, persista a violarli o a non adempierli, ovvero per altri gravi motivi. In tal caso le attribuzioni della Giunta sono esercitate dal presidente del tribunale o da un giudice da lui delegato, fino a che non sia provveduto alla nomina di una nuova Giunta. Egualmente, nel caso di scioglimento del Consiglio direttivo dellAssociazione sindacale, il Ministro per la giustizia ha facoltà di disporre, con suo decreto, che la Giunta cessi di funzionare e che le sue attribuzioni siano esercitate dal presidente del tribunale. Art. 9. - Il Ministro per la giustizia, dintesa col Ministro per le corporazioni, stabilirà, con suo decreto, la data da cui incominceranno a funzionare le Giunte menzionate nellart. 2. Fino a tale data la custodia dellalbo, che sino alla data medesima continua ad essere unico, rimane affidata al presidente del tribunale. Egli, o un giudice da lui delegato, decide sulle domande di iscrizione nellalbo; provvede, altresì, dufficio o su richiesta del Pubblico Ministero, in ordine alla cancellazione dellalbo nel caso di perdita della cittadinana italiana o del godimento dei diritti civili, da qualunque titolo derivata, ovvero di condanna che costituisca impedimento alla iscrizione. Art. 10. - I provvedimenti, di cui allarticolo precedente, sono presi dal presidente del tribunale o dal magistrato da lui delegato, sentito il parere di un ingegnere e di un architetto iscritti nellalbo, designati dalla rispettiva Associazione sindacale. LAssociazione designa anche un supplente per il caso di impedimento o di assenza. Quando alcuni dei suddetti provvedimenti riguardi un geometra civile autorizzato, di cui allart. 74 del regolamento approvato con R. decreto 23 ottobre 1925, n. 2537, ovvero un tecnico, di cui al R. decreto 3 settembre 1926, n. 1660, il presidente del tribunale chiama a dare parere, in aggiunta allingegnere e allarchitetto, un professionista iscritto nellelenco menzionato nel citato art. 74, o, rispettivamente, nel R. decreto 3 settembre 1926, n. 1660. Contro i provvedimenti del presidente del tribunale è dato ricorso alla Commissione centrale. Art. 11. - Per tutto quanto non è previsto dal presente decreto si osservano, in quanto applicabili, le disposizioni della legge 24 giugno 1923, n. 1395, e del relativo regolamento, approvato con R. decreto 23 ottobre 1925, numero 2537. Con successivo Regio decreto potranno essere emanate, ove sia il caso, le norme complementari, che si rendessero necessarie per lulteriore coordinamento della legge e del decreto suindicati con la legge 3 aprile 1926, n. 563, e con il R. decreto 1° luglio 1926, n. 1130, e con ogni altra legge dello Stato. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno dItalia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a San Rossore, addì 27 ottobre 1927 - Anno V VITTORIO EMANUELE. MUSSOLINI - ROCCO - FEDELE - GIURATI. Visto, il Guardasigilli: ROCCO. Registrato alla Corte dei Conti, addì 28 novembre 1927 Anno V - Atti del Governo, registro 266, foglio 162. SIROVICH. |
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