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GUSTAVO MINNUCCI: Architetti e Decoratori olandesi. I - L'Edificio centrale degli Uffici delle Ferrovie, con 31 illustrazioni |
I. - LEDIFICIO CENTRALE DEGLI UFFICI DELLE FERROVIE
(arch. G. W. van Heukelom) Presentiamo qui uno dei maggiori moderni edifizi di Olanda: costruito sulla fine della guerra, sorge in Utrecht, centro del traffico ferroviario olandese. Il progetto, fino ai più minuti particolari sia della costruzione che dellarredo interno è opera dellingegnere dottor G. W. van Heukelom, Direttore generale delle Strade e Lavori nella società Ferroviaria stessa. La grande massa del fabbricato che occupa una superficie quasi quadrata dal lato di circa metri 301, ha un aspetto veramente imponente e genera nel nostro animo una impressione nella quale si fonde il fantastico rivivere delle magnificenze favolose delle costruzioni Caldee ed il sentimento che ci dànno le sublimità ascetiche del gotico medioevale. Luna sensazione ci è causata dalla disposizione a terrazze e dal carattere rettilineo della concezione architettonica, laltra dalla prevalenza degli elementi verticali e dalla forma ascendentale sia del complesso delledificio che delle aperture. Luso di una specie di contrafforti-speroni che sappoggiano alle facciate fino sopra il secondo piano, ci aiuta nel richiamo allarchitettura maestra del Viollet-Le-Duc. Le facciate, interne ed esterne, sono tutte in mattoni in vista, di un colore rosso-bruno, e ledificio è a completa struttura in muratura a causa del costo e difficoltà di provvista, in quel periodo critico, del materiale necessario al cemento armato. La costruzione ha sul davanti della facciata anteriore e di quella posteriore, terreno sistemato a giardino: dalla figura 2 vediamo come ciò sia fatto con ununica concezione architettonica in modo che armonicamente si passa dallo spazio libero allingresso delledificio. Le tre porte del lentrata principale sono fiancheggiate anche da speroni decorati, ad una certa altezza, da quattro lampade, sorta di teste danimale in maiolica scura, che formano quasi tutta la decorazione applicata dellesterno delledificio. Qualche dentellatura, risega od aggetto di mattoni, sono sufficienti ad alleggerire delle superfici, a vivificarle, a formare tutta larmonia decorativa di una creazione che cerchi sapientemente larte solo nelle proporzioni e disposizioni costruttive. La torre non è eretta a solo scopo decorativo, ma contiene alla sua sommità il serbatoio dacqua per il fabbricato stesso che non poteva esser alimentato dalle riserve della città. Essa è tutta aperta interiormente dal soffitto sotto il serbatoio, fino al pavimento del seminterrato; in ogni piano, delle aperture si affacciano su questa specie di pozzo creato dalla torre: in realtà lesistenza di questo vuoto per laltezza di undici piani, abbondantemente illuminato lateralmente dalle alte finestre che traforano la torre nellultima parte, forma unorganismo architettonico, oltre che utile, veramente superbo anche allinterno delledificio stesso. Le pareti degli ingressi, corridoi, scale e passaggi sono anche in muratura in vista e solo le diverse qualità e disposizioni dei mattoni creano un certo ritmo decorativo. In questo sentiamo che lautore è seguace della scuola del Berlage, benchè nellinsieme dellinteriore dobbiamo rimarcare un eccessivo senso di pesantezza ed una certa disarmonia con laspetto esterno delledificio. Lentusiasmo con cui abbiamo parlato di questo, e che a nessun sano artista deve sembrare eccessivo, avrà più valore in quanto esponiamo schiettamente anche la critica sfavorevole. Passando dallesterno, vivo giuoco di linee e di aperture verticali, ad un interno piuttosto scuro, di altezza limitata in rapporto alla lunghezza dei corridoi, e dove i soffitti piani non appaiono che appena in mezzo a numerosi archi e pilastri, abbiamo netta limpressione che il concetto architettonico esteriore portava allapplicazione, almeno interna, di strutture elastiche, sia pure in unione a strutture resistenti in muratura. Per ladozione di vôlte ed archi ribassati linterno acquista un carattere che si trova fuori dei tempi e delluso delledificio: la luce non manca, labbondanza dellilluminazione delle camere degli ambienti dufficio si riversa nei corridoi attraverso doppie aperture esistenti in alto ed ai lati di ogni porta dingresso dal corridoio alle camere, ma il colore scuro della muratura insieme al susseguirsi degli archi, dà una sensazione di claustrale, di religioso che non economa al fabbricato moderno per uffici. Allinfuori però di questo carattere psicologico dissonante, la disposizione tecnica è ottima, e con uno spazio ben utilizzato si hanno scale ampie ed ambienti ben arieggiati ed illuminati. Tutte le migliori disposizioni per i servizi vi sono applicate, dallimpianto per la riproduzione dei disegni necessari alla Società Ferroviaria, ai locali e ristorante per la colazione del mezzodì agli impiegati. Da notare che, eccetto dinanzi allingresso principale, in tutta la costruzione è eliminato luso del marmo e di qualsiasi pietra naturale, anche le pedate dei gradini di tutte le scale sono costituite con piccole piastrelle costruite a questo scopo e con ottimo risultato. Elemento artistico rimarchevole dellinterno è la grande sala di riunione dei commissari, della quale anche la decorazione e mobilio sono progetto dellingegnere van Heukelom. I mobili e applicazioni in legno sono in colore naturale giallo chiaro; di un aspetto semplice e costruttivo lontano da ogni sfoggio di lusso: la parte superiore delle pareti che rimane libera dal rivestimento in legno, è intonacata con un impasto cementizio di rena e ghiaia minuta ed è lasciata grezza con un colore grigio chiaro. Il soffitto è invece intonacato bianco con sostegno di travicelli in legno scuro. Le vetrate sono a vetri delicatamente decorati e bruciati che con la loro trasparenza leggermente opalina dànno una luce dolce e raccolta. Lateralmente alla sala vi sono due salette sussidiarie che, per mezzo di grandi porte, possono quasi riunirsi a questa in una sola unità. La fotografia non ci dà di questo ambiente che unidea disgraziatamente molto inferiore; ma come anche del restante, speriamo che i colleghi con la loro conoscenza artistica possano supplire e farsi una giusta opinione di questo prodotto architettonico dei nostri tempi, che certo resterà come uno dei migliori esempi creati nellaffannosa ricerca delle nuove vie della nostra arte. II. DUE ARREDATORI D'INTERNI (W.Penat ed S. van Ravensteyn). Se la casa-esterno, gli edifici, sono i singoli elementi di un tutto, di unespressione architettonica complessa che è la città, ambiente della nostra vita pubblica, le stanze e gli alloggi, invece, formano la casa-interno contenente la vita privata. Ciò significa che, se la concezione esterna ha una grandissima importanza, linterno dellabitazione ne ha una enorme perchè costituisce la ragione per cui ledificio viene eretto, la sua utilità. Queste sono parole che tutti credono di conoscere e di mettere in pratica: eppure i fatti dimostrano che ciò avviene solo in una parte insignificante: lesame delle condizioni generali in questo campo lo mostra così chiaramente che non può non addolorare chi è compreso dello spirito dei tempi. Se nellarchitettura, parte estetica esteriore, siamo al punto di molti secoli fa, nella concezione dellinterno siamo ancora più arretrati. Di quanto è cambiata la nostra casa, labitazione del ventesimo secolo, dai tempi della Roma repubblicana ed imperiale? Riflettiamo e vedremo che lavanzamento è solo di qualche passo, e che nelle linee generali siamo agli stessi sistemi. Dopo un attento esame, essendoci spogliati di pregiudizi e vani orgogli, avremo netta limpressione che nellepoca dei progressi, tecnici e scientifici meravigliosi, lambiente che ci contiene è plasmato come al tempo della scrittura con lo stile, che il cammino di venti e più secoli è insensibilmente nel miglioramento della concezione dellabitazione. Naturalmente non parliamo del progresso nella migliore distribuzione delle abitazioni igieniche anche fra le classi popolari: la nostra critica si rivolge alla concezione dellalloggio, al modo con cui è studiato, alle basi errate e millenariamente antiche su cui si fonda ancor oggi questa che è la macchina più necessaria alla vita. In più, lurbanesimo e laumentare delle spese di costruzione, ci hanno ridotto ad ingabbiare talmente lumanità, che è più che mai necessario studiare ed applicare, non più dei semplici perfezionamenti, ma tutto un nuovo indirizzo nellessenza stessa dellabitazione. Sono le nuove forme del vivere che ce lo impongono, i progressi scientifici, i nuovi assestamenti sociali. (Non dimentichiamo il personale di servizio domestico, che va sempre più scomparendo; sembra prosaico e banale questo, ma se penetriamo realmente nella vita domestica, sapremo come sia un problema degno della più grande cura). È veramente un dramma colossale che viviamo e che spesso peggioriamo noi stessi senza accorgercene. È un problema che va dai particolari minimi dellabitazione alla disposizione generale della città: problema che avvince lo spirito dellarchitetto come i tentacoli di unenorme piovra. Non occorre che una casa della nostra epoca sia ricoperta di tutta una falsa decorazione mista di tutti gli elementi decorativi del passato: falsa perchè inutile alla costruzione, perchè vana alla creazione della bellezza che oggi deve essere, ed è, di tuttaltro valore psicologico: chè i nostri occhi vedono diversamente, come i nostri spiriti sentono anche altrimenti che nelle epoche passate. Non si devono neppure cercare gli elementi decorativi moderni, come si fa molto al presente, ma piuttosto la mente deve essere lambiccata per la creazione dellinterno: nel lato costruttivo, pratico, estetico. Ciò con fondamento alla nostra vita, a quella dellumanità di oggi, di domani. Quando esiste lequilibrio della concezione interna, questo trasparirà vigoroso sui prospetti delledificio e formerà la nuova architettura, le sue nuove concezioni. Non per questo deve essere dimenticato lesterno, ma la legge fondamentale è che mai, nella lotta, nelleccitazione della ricerca per lequilibrio interno-esterno, debba essere sacrificato ciò che è lo scopo primo, lessere stesso della costruzione. Il capolavoro risulterà dalla mente che con più capacità e fortuna, concilierà la migliore, in tutti i sensi, creazione dellambiente interno, con la linea, i piani e le masse dellesterno. Quando larchitetto concepisce il suo ambiente, in pianta, deve sentirne anche completa la sua configurazione interna, volumi e arredamento: la sua cura deve, non meno, rivolgersi al mobile, che è parte integrale della casa. Esso rientra nel dominio dellarchitettura in modo diretto, sia perchè è lelemento vitale dellinteriore, sia perchè la sua arte si identifica in gran parte con larchitettura stessa. Tra le linee e le forme degli edifici e dei mobili di un periodo c'è una perfetta armonia, vive uno stesso spirito creativo ed estetico. Agli splendori e magnificenze degli uni ne corrispondono simili negli altri; ad una banale e vanitosa ricchezza della decorazione degli edifici si contrappone perfettamente un vano arricchirsi del mobile. Quando, nellultimo periodo, larchitettura si dilettò nelle orribili forme dello stile floreale, del modern style negli spezzettamenti incoerenti e nelle zeppe, portate dal falso interpretare delluso del cemento, fiorirono rigogliosamente il mobile e larredamento a rami e fiori, che benchè meno illogici dellarchitettura, pure indicavano la completa mancanza di ogni sano sentimento darte. Ora anche, con ritmo parallelo allarte architetturale, dopo i brancolamenti di questultimo quarto di secolo, il mobilio sincammina verso nuove soluzioni, su principi puri stabiliti dal crearsi di una vera coscienza del valore della nostra epoca. I costruttori, i fabbricanti, cominciano a valersi dellopera di artisti, abbandonando la triste abitudine di servirsi di mediocri disegnatori, copisti assidui di tutti i vecchi motivi, creatori di antichità ringiovanite e modernizzate. Lavvento della lavorazione meccanica aveva recato un grande danno allarte: diremmo che i suoi sistemi sono stati applicati sopra le espressioni di unepoca passata, come quando applicato un motore di automobile ad una carozza per cavalli. La rapidità e facilità dellesecuzione ci doveva dare prodotti a buon prezzo e che anche nelle linee rispecchiassero il cambiamento della tecnica: si inondò invece il mercato di oggetti lavorati, in cui la forma semplice era scomparsa sotto le contorsioni di una decorazione qualsiasi. Si approfittò dellamore per loggetto lavorato, che nei tempi scorsi, per essere il prodotto individuale di artigiani e artisti, aveva un indiscusso valore, per dare al pubblico i prodotti di unarte falsa e dozzinale. Ristabilitosi l'equilibrio fra i mezzi della tecnica e il sentimento, leducazione estetica di noi stessi, sentiamo la necessità di ritornare alle cose semplici, di vedere di nuovo la bellezza nelle semplici linee costruttive, nella sobrietà e nella semplicità che sono, e rimangono sempre, le virtù caratteristiche del periodo ascensionale nellarte. È impossibile di crearsi un giusto sentimento, di partecipare alla vita architettonica, senza conoscere e comprendere lo stato psicologico ed evolutivo delle altre arti, della pittura e scultura soprattutto, e con esse dellumanità del proprio tempo. Tutta la nostra vita è unarmonia, dalle arti alle scienze; diremmo che nellarchitettura dobbiamo fondere e riassumere le vibrazioni dello spirito umano dellepoca: larchitetto è colui che crea lambiente della vita alluomo del suo tempo, la sua missione è insieme una delle più alte e una delle più gravose. Sta a lui di formarci la casa che sia allaltezza della tecnica di oggi, per disposizione e costruzione; sta anche a lui di formarcene linteriore e larredamento che, benchè semplifichi la vita materialmente, pure lasci allo spirito godere una certa poesia del suo ambiente, che raggiunga larte nellarmonia delle forme tecniche e costruttive, ma che non ne uccida ogni spiritualità facendocela pesare nel cuore con la freddezza di un macchinario. Se bella è la macchina nelle matematiche linee della sua potenza, pure non dobbiamo per questo macchinizzare anche noi stessi nella nostra intimità. Febbrile è certo la vita degli artisti in questi ultimi anni, la loro vita interiore intensa traspare dai prodotti: individui e gruppi si slanciano arditamente su nuove vie, ansiosamente ricercanti forme ed espressioni in armonia ai nostri bisogni materiali e spirituali. Eppure nella loro modernità sentiamo spesso trasparire un fondo primitivo, un ritorno alle più lontane creazioni artistiche umane: nei più realisti scopriamo incosciente una profonda sentimentalità, un romanticismo inconsapevole ad essi stessi. Futurismo, cubismo, impressionismo, e simili, (si diviene nervosi a leggerli soltanto) non rappresentano che stadi acuti di sentimenti e convulsioni dellanimo degli artisti: ciascuno porta le sue verità, ciascuno contribuisce con i suoi urti ad un orientamento definitivo che non potrà mancare. Dallesagerazione, dal contrasto e dallurto delle opposizioni, scaturisce la luce, la verità e poi lequilibrio degli elementi e dei sentimenti. Architetti che avevano amato, applicato il cubismo, le forme rette e semplici dellarchitettura, che avevano cercato leffetto decorativo nellurtarsi spesso stridente dei colori più vivi, gradualmente hanno abbandonato questi metodi per completare le loro creazioni con luso di forme più complesse e meno assolute, di colori con toni più fusi, più tranquilli, raggiungendo uno stadio più completo nella loro arte. Linteriore ed il mobile hanno subìto una semplificazione e questa è la giusta via: ma essi rimangono ancora in generale creazione unica di un artista e il loro valore, oltre che nella linea, è troppo spesso cercato nella ricchezza del materiale. Tale indirizzo è anche fuori dalla giusta via, non è che un domandare alla natura ciò che la mente e lanimo dellartista è incapace di dare, è uno sfuggire al problema. Il compito consiste invece nel creare dei mobili che siano per tutti, che rispondano alla nostra epoca non solo per il sentimento artistico, ma anche praticamente ed economicamente: perciò larchitetto non deve solamente essere un artista; la casa, contenente e contenuto, è qualche cosa di pratico e di bello che deve servire, e servire bene a tutti. II. Se portiamo qui delle riproduzioni di interni e mobili, non è perchè crediamo citarli a modelli della perfezione, o dellespressione ideale della nostra epoca, ma perchè rappresentano caratteri dellarte contemporanea in questo ramo, espressioni sane che dimostrano il giusto evolversi della nostra epoca artistica. Il Ravesteyn compone il suo interno con lamore e la sapienza con cui un pittore comporrebbe il suo quadro. Noi vi troviamo, una originalità rimarchevole; la sua composizione, per luso di forme semplici, per le colorazioni piane, per lequilibrio dei valori, superfici, colori, luci ed ombre, acquista un grande valore plastico. Lambiente suscita in chi lo abita un sentimento di purezza, grande tranquillità e riposo: il giusto e sobrio giuoco di linee e di colorazioni genera una profonda atmosfera. artistica, un godimento ottenuto senza sfarzo e senza lusso. Mettiamoci di fronte alla parete di fondo nella camera da studio: essa ha a sinistra un semplice banco con cuscini, a destra due porte; non ne riceviamo forse unimpressione fra le più favorevoli allo studio ed alla concentrazione, del nostro spirito? Non distrazione, non ammassamento di fotografie, quadri, bibelots, colori che eccitino la nostra mente distraendola, che infiltrino nel nostro animo una ridda di pensieri estranei al lavoro; ma una fusione ed unarmonia tale di toni e di forme, da riposare il fisico, la mente, lo spirito. Ciò è ottenuto senza alcun sfoggio di materiali costosi, con mezzi semplici ed economici; osservando le lampade che lartista ha applicato, possiamo farci unidea dellutilizzazione pratica e semplice dei prodotti tecnici moderni: un semplice tubo di vetro di una diafaneità argentea che ci dà la luce più gradevole e diffusa. Nei suoi mobili troviamo più ricercatezza, se alcuni hanno il valore di una grande semplicità, altri, le sedie per esempio, ci indicano che lautore è ancora nella ricerca, che deve sviluppare e modificare il suo concetto troppo eccentrico, troppo voluto. Il mobile deve ancora assestarsi in una definitiva concezione di equilibrio. La camera da letto, che sarà allesposizione di Parigi, è pratica e tranquilla nella realtà ma ancora ci dice troppo di essere il prodotto di uno spirito che, assorbito dal cubismo, cerca ogni valore della composizione nei contrasti dei colori, delle linee e delle masse; egli si vale solo di una parte degli elementi che larte mette a nostra disposizione, è troppo esclusivista, diremmo. Ma la sincerità costruttiva, la modestia dei mezzi e della materia impiegata, ci fanno certi che lautore troverà un maggiore equilibrio, una più intima fusione nella linea, un completamento nellindirizzo. Dei mobili del Penaat, di cui possiamo anche dare numerose illustrazioni, diremo pure brevemente: essi parlano un linguaggio così chiaro e semplice che godono subito della simpatia del pubblico. Sobri, non ricercano il loro valore che nellespressione delloggetto in sè stesso, che in una linea che elegante nella sua leggerezza e semplicità, ed essendo del nostro tempo, non urti a nessuna idea di conservativismo. Rappresentano un giusto equilibrio delle esigenze del buon mobile moderno, principalissima tra cui la caratteristica di essere veramente pratici ed utili al gran pubblico. Non sono oggetti darte creati ad uso esclusivo di una élite, sono prodotti quali ci aspettiamo dallarte decorativa e dallindustria contemporanea, puri nel loro valore estetico ed accessibili alleconomia domestica. Questi mobili non cercano di rendersi ammirati per uno sfoggio spasmodico di materie preziose, di legni esotici e rari, cosa che oggi è molto di moda, specie nei mobili moderni francesi. Dopo la frenesia delle decorazioni e creazioni in tutti gli stili, ecco la lussuria delle materie rare: non vediamo che mobili in palissandro, in acajou, ebano, intarsi in avorio e simili; forse è anche questa una conseguenza del pescecanismo. Le creazioni del Penaat, al contrario, sono eseguite in legno di quercia, senza applicazioni, quasi con una sobrietà francescana: sono editi dalla Casa Metz di Amsterdam che compie così una vera propaganda del buon gusto, fra il grande pubblico, come del resto fa anche in tutti gli altri rami attinenti allarredamento della casa. Alla rassegna internazionale dellarte decorativa che avremo fra poco a Parigi, potremo trarre conclusioni abbastanza giuste ed individuare il cammino su cui si è definitivamente diretta larte moderna, della casa soprattutto. Là vedremo come i Paesi che si sono più ostinatamente attaccati alle forme tradizionali, comprendendo malamente la tradizione come una questione di forma ma e di aspetto esteriore, piuttosto che nella sua essenza e dovere sacro di continuare nel cammino e nellevoluzione dellarte non offuscando la gloria del passato, dovranno essere assorbiti dalle correnti di quelle nazioni che, per un giusto comprendere del momento, hanno prima dedicato le loro energie alla soluzione dei problemi artistici che levoluzione dellumanità portava con se. E speriamo, e ci auguriamo, che lItalia non sarà a rimorchio, che non avrà, ancora una volta, perduto quel dominio artistico che, se fu incontrastato un giorno, da lungo tempo non rimane più che un bagliore dei capolavori immortali che ci restano in eredità gloriosa, sì, ma che sembra immobilizzarci in unammirazione che diventa di giorno in giorno più perniciosa. Il genio Italico, è questa la nostra fede, specie per lopera di qualche artefice sommo ed isolato, saprà brillare ancora attraverso le tenebre in cui sembra soffocarlo un tradizionalismo mal indirizzato ed una educazione fondata, in genere, su delle basi fuori del nostro tempo. Amsterdam, marzo-aprile 1925. G. MINNUCCI. |
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