RILIEVI ARCHITETTONICI
DELLA ACCADEMIA AMERICANA DI ROMA
Già altra volta in questa Rivista si è con qualche ampiezza
illustrata l’opera dell’Accademia Americana di Roma volta
allo studio ed al rilievo di monumenti italiani ed alla ispirazione latinamente
tradizionale, a cui, mediante tale analitica ricerca d’Arte, sono
avviati i giovani studenti ivi convenuti dalle scuole degli Stati Uniti
d’America. Era allora in particolar modo il tema delle ville sparse
nelle varie regioni d’Italia, l’argomento intorno cui si raccoglieva
lo studio: argomento quasi trascurato sin qui, pur rappresentando una
delle più belle e geniali ed istruttive applicazioni di un’Architettura
che si fonde con l’ambiente naturale e collega con la conformazione
delle masse murarie quella degli elementi vegetali.
Non sarà privo d’interesse il ritornare ancora sulla produzione
dell’Accademia Americana e mostrare i nuovi contributi ai rilievi
architettonici da essa recati nell’ultimo periodo. Diretto è
il valore documentale dei nitidi e precisi disegni degli allievi dell’
Accademia; ed invero ancora gli studi della Storia dell’Architettura
hanno bisogno di tale sicura base costituita dalla determinazione degli
schemi planimetrici, delle forme geometriche, delle strutture costruttive,
dei particolari ornamentali. Ma insieme non sarà discaro agli studiosi
ed agli artisti nostri la cognizione di un metodo di preparazione all’Architettura
che può dirsi sperimentale, in quanto che, nel disegno si disnoda
tutto il complesso lavorìo compiuto dall’Architetto e dagli
artefici, e si ferma il pensiero d’Arte e di costruzione che li
animò.
Codesto metodo che con tanta serietà e nobiltà d’intenti
fiorisce nell’Accademia Americana di Roma, guidata da quell’egregio
studioso e da quel fervido amico dell’Italia che è il Prof.
Gorham Stevens, è, in fondo, il metodo stesso che da cinque secoli
fa capo ai nostri monumenti e su di essi costituisce il sentimento di
proporzione e di carattere artistico di gran parte della produzione architettonica
in Italia e fuori. È quello dei nostri maestri del Rinascimento,
dal Brunelleschi al Palladio, dei tanti artisti da ogni parte d’Europa
qui convenuti, delle Accademie straniere qui fondate, a cominciare da
quella di Francia. Certo non può che essere gradito a noi Italiani,
che conosciamo il valore incomparabile della nostra tradizione architettonica,
il vedere nuovi virgulti germogliare vivaci dal vecchio tronco.
La “campagna” di studi e di rilievi di cui qui si presentano
i saggi, si è svolta nel decorso anno e non si è limitata
alla sola Italia, ma si è spinta anche con alcune punte in Spagna
e nelle coste dell’Algeria.
Appunto ad un magnifico monumento dell’Africa romana, il tempio
di Thugga, che ancora eleva gran parte del suo peristilio circondato dai
resti di un portico semicircolare, si riferisce il primo dei detti rilievi,
rappresentato da una prospettiva dello stato attuale e da una restituzione
della pianta e dell’alzato. Il Medio Evo è rappresentato
da un dettaglio di quella bella facciata duecentesca della chiesa di S.
Maria in Tuscania, in cui l’arte umbra si unisce con quella romana;
e da due case, modeste ma tutte fiorite di ornati, in Salamanca; una,
la cosidetta casa de las Muertas, l’altra de doña Maria la
Brava. Appartengono al Rinascimento i rilievi dei due noti sepolcri di
S. Croce in Firenze, di Leonardo Bruni, opera del Rossellino, e del Marsuppini,
opera di Desiderio da Settignano; e l’insieme del Campidoglio; e
la facciata di S. Francesca Romana in Roma. Il neo-classico appare in
un particolare dell’interessante facciata della Manifattura dei
tabacchi, opera del Sarti, nella piazza Mastai in Roma, e nella bella
fontana che la precede e forma il centro della piazza.
I disegni di ville proseguono poi la interessante raccolta che abbiamo
segnalato, e sono particolare lavoro di quei Landscape Architects che
dei giardini moderni ed antichi fanno oggetto di speciale studio.
Si succedono così i rilievi della piazza che precede la villa dei
Cavalieri di Malta sull’Aventino, squisita opera del Piranesi; della
sezione di Villa Medici a Fiesole; della pianta della villetta Chigi presso
Roma che giustamente è stata indicata come modello di razionali
e genialissime disposizioni di vegetazione a ravvivare ed abbellire abitazioni
campestri decorose e ridenti, ma modeste e lontane da carattere monumentale;
o infine quelli della disposizione planimetrica delle piantagioni e delle
aiuole nella villa Gori.
Chiaro, preciso, positivo il disegno di tutto codesto materiale grafico,
chè il rilievo è documento e non impressione fantasiosa,
e del documento deve avere la serietà e la sicurezza. Così
le schede di uno studio analitico dei monumenti divengono elementi acquisiti
all’esperienza d’Arte; e l’energia nuova può
collegarsi alla tradizione antica.
G. GIOVANNONI.
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