FASCICOLO VIII - APRILE 1924
GIUSEPPE ASTORRI: Alcune forme caratteristiche dell'Edilizia Economica in Olanda, con 24 illustrazioni
Non si può disconoscere che le tendenze democratiche del momento attuale reagiscono fortemente anche nel campo che ci interessa più da vicino, in quello delle manifestazioni dell'arte di costruire. Ci sono alcune forme d'arte e di costruzione che il momento attuale ha in gran parte abbandonato. L'epoca dei templi greci, l'epoca dei castelli medioevali, l'epoca dei palazzi sontuosi della Rinascenza matura è sorpassata, e si può dire siano scomparsi perfino gli ideali estetici che quelle costruzioni informavano. Oggi neppure a un ricco passerebbe in mente di costruirsi una dimora quale il palazzo Borghese o il palazzo Altieri: i desiderii dei ricchi arrivano oggi a mala pena ad un villino, in cui le pareti di stucco verniciate ad encausto e il parquet sostituiscono gli affreschi e i marmi d'una volta; ma nel quale non saprebbero mancare il riscaldamento a termo-sifone, il bagno rivestito di majolica, e le lastre molate nei battenti delle vetrine. La signorilità in grande stile è spenta, e mentre le classi umili tendono vivamente a migliorare le proprie condizioni di esistenza, i ricchi abbassano le loro ambizioni, unendosi ai primi nel desiderio eminentemente borghese ed eminentemente livellatore del cosidetto villino.
Sarebbe curioso e istruttivo oltremodo fare della filosofia su questa nuova mentalità e su questa trasformazione di desiderii. E sarebbe anche interessante studiare come mai nella presente epoca in cui lo Stato, la classe, il sindacato hanno fatto pressochè perdere significato alla individualità, ciascuno ambisca di isolare la propria dimora dall'altrui, di circondare di solitudine e di natura viva la propria esistenza.
Ma non divaghiamo.., torniamo alle considerazioni tecniche ed artistiche: assumiamo il fatto come dato di un problema e cerchiamo di soddisfare alle esigenze nuove nel modo meglio compatibile col decoro dell'arte e le necessità della vita.
Forse sarò un solitario in questa veduta, ma a me pare che l'esperienza del passato dovrebbe essere di grande utilità per un orientamento, in questa come in altre materie della vita pratica. Ho forse torto, ma io propendo piuttosto a quel sistema evolutivo delle belle arti che creò i capolavori antichi, piuttosto che alle ricerche fatte di acrobatismi estemporanei e di salti nel buio che sono di moda nei giorni nostri. E allora chi non condivide tali vedute vorrà considerare queste righe come una esposizione sommaria di memorie di viaggio; chi invece le condivide, voglia tener presente che nelle esigenze borghesi della casa di oggi ci hanno preceduto altri popoli, primo forse fra tutti l'olandese, quel calmo e robusto popolo del Nord in cui i ranghi sociali si delineavano non per la forza delle armi o per il decoro delle aderenze, ma dai frutti del quotidiano lavoro e dalla operosità dei commerci.
Quindi è che in Olanda il tono generale dell'edilizia non è dato affatto da edificii grandiosi e monumentali, ma da fabbricati di piccola mole formanti abitazioni isolate, frutto delle fatiche private di ciascuno, raffinati spesso più nell'ornato interno che nella forma. di fuori, ma sempre pratici, decorosi, e soprattutto assolutamente intimi nell'ordinamento delle loro parti.
In Olanda (si ricordi che l'arte inglese e in gran parte derivata dalla olandese) ciascuno ha di regola la sua casa, un ingresso a sè sulla pubblica via, un tetto a sè, a sè un microscopico giardinetto; ma la soluzione del problema è ottenuta laggiù con mezzi sostanzialmente diversi da quelli delle città-giardino ora di moda fra noi e divoratrici di capitali pubblici e privati: la soluzione normale in Olanda è quella delle case a schiera.
Io vi presento nelle figure 2 e 3 l'aspetto comune di una strada di città in Olanda.
Come vedesi, contrariamente a quanto può parere a prima vista, le strade organizzate con schiere di casette sono ben lungi dall'ingenerare quel senso di monotonia che potrebbe temersi: e il successo e ottenuto nelle vecchie strade con un procedimento tanto semplice quanto raro ai nostri tempi, la libera iniziativa di ciascheduno.
Il carattere pittoresco delle antiche strade non si può dire raggiunto nella stessa misura delle schiere di nuove costruzioni economiche. Ma la fig. 1 dimostra pure che, ove l'architetto di un nuovo quartiere lo voglia, dei seni e lodevoli risultati sono ottenibili.
Non starò io qui a rinnovare per esteso le polemiche in favore dell'uno o dell'altro tipo di abitazioni, ma non posso a meno di ricordare che la casetta a schiera vanta nel proprio attivo la economia di acquisto, la diminuzione della dipendenza dai vicini, la facilità di assegnarle uno spazio aperto, la relativa mitezza delle opere di impianto stradale, la sufficiente animazione delle vie e la possibilità di annetterle dei negozi. Essa apparisce un felice compromesso fra il casone e il villino: quel giusto mezzo in è in il proverbio dice stare la virtù e da cui così volontieri ci si allontana nei paesi e nei giorni nostri. Ed è strano veramente come anche i pubblici poteri si alienino facilmente dalle posizioni medie: ebbi in altra occasione a spezzare più di una lancia in favore delle case di tipo medio e ottenni vittoria a parole; ma intanto la pratica si svolge diversamente e perfino voci straniere vengono a richiamarci più da vicino sul terreno della realtà.
La casa olandese tipica è quel che i tedeschi chiamano la Drei Fenster Haus. Pianta nell'insieme rettangolare, due pareti cieche e comuni ai vicini sui lati, una facciatina su strada e il lato posteriore sul cortile o giardino che si voglia dire. Scala generalmente a una rampa, che mette in comunicazione la parte anteriore del piano inferiore con la parte posteriore del piano di sopra, e pianerottolo lungo, parallelo alla rampa.
È un organismo di case non altrettanto diffuso in Italia, benchè non ne manchino esempi in Roma stessa nelle più semplici abitazioni del seicento, con intento differente. Si possono invece meglio riportare a questo tipo le schiere di casette di pescatori di molte spiaggie adriatiche: ma naturalmente, il tipo olandese è altrimenti evoluto, essendo reso adatto a un più elevato tenore di vita.
Credo utile per date un'idea precisa di questo tipo di casette presentare alcuni tipi di piante; la fig. 4 rappresenta la pianta di una schiera di quattro casette secondo il progetto premiato primo nel concorso bandito ad Amsterdam nel 1908 dalla Società per l'incoraggiamento della costruzione. Ogni casa copre m. 5,50 x 7,20 più la piccola area di un cesso esterno a pianterreno. La sola differenza fra i vari elementi della schiera si riscontra nel piano superiore nel quale, alternandosi frontoni e falde di tetti, nella facciata anteriore e posteriore, muta la posizione della soffitta che serve di disimpegno alle camere.
La fig. 5 rappresenta invece una casa di città di carattere nettamente moderno a Rotterdam. Le forme architettoniche sono del tutto mutate, ma la disposizione d'insieme varia pochissimo. Solo la casa ha tre piani e perciò consente un conveniente soggiorno a una famiglia di modesta agiatezza.
L'aggruppamento delle casette è in Olanda un fatto abituale e le piccole schiere (di quattro case per esempio) formano spesso delle masse variate e pittoresche. Si vedano p. es. le figg. 6 e 7 nelle quali la casa individuale scompare nella forma complessa dell'insieme, mentre le piante ci fanno fede della persistenza del sistema, Non parliamo dei gruppi di due abitazioni simmetriche o quasi, che sono pure frequenti e cui molto saggiamente è affidato l'incarico della formazione di masse più larghe e riposanti, nella serie delle piccole unità edificatorie di una strada. Ne porto come esempio le figg. 8 e 9 graziose e pratiche, che però hanno meno da vedere con l'asserto di questo articolo.
Come ho accennato da principio, la casa a schiera è una vecchia tradizione in Olanda. Come prova mostrerò, nei bellissimi schizzi a penna di Sidney Jones, alcune vedute di strada e di canali della vecchia fabbricazione (figg. 10 -11). La disposizione della casa era la stessa a pianterreno la porta (normalmente laterale) e una bottega, oppure una grande finestra, che spesso invadevano completamente la facciata sopprimendo addirittura la muratura (fig. 12) e poi sopra uno o due piani con una finale che generalmente consiste in un timpano più o meno bizzarro, nelle forme del gotico tardo o del rinascimento nordico. Sicchè tanto la parte formale quanto la parte distributiva della casa olandese moderna sono rimaste essenzialmente evolutive: prevalgono le forme accademicheggianti a noi note attraverso il largo uso fattone dagli inglesi alla fine del XIX secolo: ordinamenti semplici e sostanziosi, mancanti quasi di ornato e di accessorii (figg. 13-14) ma non mancano esempi di tendenza moderna, con quelle forme larghe e appesantite messe in voga dai tedeschi prima della guerra (figg. 15-16) e in generale bene intese e finamente eseguite.
Ragioni di attualità credo giustificheranno qualche ulteriore esempio che aggiungerò di questa tendenza più moderna.
Nella casa olandese antica prevaleva la facciata a timpano o qualche falda di tetto: i moderni hanno spesso mutati questi sistemi adattando finali in piano senza tetto apparente (fig. 17) o misti (fig. 18-19) che possono non mancare di pregio decorativo. Anche il lato posteriore della nuova forma, con grandi finestre e logge può interessare gli studiosi, malgrado la sua estrema semplicità quale dimostra la fig. 20. La costruzione più comune è in mattoni, solo le parti complementari vengono eseguite in pietra calcare o arenaria di tinte fosche, oppure in cemento.
Crederei far torto alle vedute pratiche di questa Rivista se chiudessi questa esposizione senza specificare alcuni dettagli tecnici della costruzione di queste abitazioni.
La casa olandese è generalmente una casa di pianura, edificata sopra un suolo alluvionale assai umido: manca perciò di solito il sotterraneo propriamente detto. Al più si pone la cucina in un semi sotterraneo. La fondazione è poco importante e a struttura continua su base ampliata o su palizzate.
Con tutto questo il pianterreno è pochissimo elevato da terra (forse perchè non c e pericolo di mutazioni di piani stradali come da noi!): due o tre gradini in genere. S'impedisce alla umidità del suolo di salire per le pareti costruendo alfa base di queste alcuni filari di mattoni vetrosi murati a cemento o a trass per mezzo metro di altezza.
Le pareti in elevazione sono generalmente di mattoni rossi di cm. 11 X 22 X 5 ½, murati in malta mista di calce e cemento. Al pianterreno lo spessore è di tre teste di mattone con piccola camera d'aria interposta; ma al comignolo difficilmente è più di una testa (m. 0,11). L'altezza dei piani è modesta, salvo che in alcune antiche case a pianterreno altissimo (fig. 21), e raggiunge in genere i m. 3,20 netti. I solai e le scale sono di legno con controsoffitti di stucco: solo nelle case migliori su travi di ferro. I pavimenti normalmente di legno, con sovrapposto parquet o linoleum nelle case migliori; di terracotta nelle cucine.
Gli intonachi sono fatti di calce e sabbia e le pareti rifinite con parati di carta applicata sopra tela-paglia scostata dal muro: così ogni quadro e ogni oggetto appeso al muro deve pendere dall'alto con un cordone assai caratteristico. Spesso anzi il cordone stesso non è attaccato a un chiodo, ma ad un gancio che si appoggia a un canaletto di legno ancorato al muro lungo tutto l'alto della parete.
Una particolare attenzione e tipi speciali hanno gli infissi. Nelle porte (anche d'ingresso) prevale la partita unica e il tipo navale, con maniglia in bronzo. Le finestre sono semplici, grandissime, e nelle case moderne quasi sempre prive di persiane e di scuri. La difesa dal sole, quando proprio occorresse, è affidata a gelosie o tendoni e la intimità domestica alle sole tendine. Ogni preoccupazione di sicurezza manca nelle finestre del pianterreno, in cui il solo vetro separa l'abitazione dalla strada. Talvolta un piccolo paravento a forma di grande ventola su piede si mette avanti al centro della finestra per nascondere, la famiglia, alle indiscrizioni dei passanti che il basso livello del pianterreno mette quasi con gli occhi in casa,
Le antiche e monumentali stufe di majolica sono scomparse dall'uso. Ora le case sono riscaldate con stufe o caminetti a carbone la cui canna fumaria in tubi di grès è spesso circondata da un'intercapedine destinata a ventilare gli ambienti attraverso due spiragli del muro.
Ogni camera ha il suo riscaldamento e spesso un basso lambris di legname conferisce al comfort invernale. I fornelli di cucina sono a tiraggio (cucine economiche) e sono alimentati a carbone. Gli impianti sanitarii olandesi non sarebbero ammessi dai nostri regolamenti, perchè il W.C. pure essendo fornito di acqua è qua si sempre nel sottoscala, e perciò senza luce, mentre la sua ventilazione è assicurata da un camino. Malgrado questo, e data la cura con cui essi sono mantenuti non si presentano inconvenienti notevoli.
Nei tetti regnano le famose tegole olandesi ad S: ma hanno pure luogo le tegole Boulet (marsigliesi) e le tegole tedesche a squame. Più rare le coperture di zinco e i terrazzi. Il tetto è normalmente dotato di sottotetto in legname.
Nei quartieri costruiti di getto più di recente, l'aggruppamento delle case ha avuto una speciale attenzione. Già l'assortimento discreto delle forme di elevazione basta spesso a fornire varietà all'insieme di lunghe schiere di case (fig. 22) ma risultati sotto qualche riguardo più interessanti sono ottenuti mediante la formazione di rientranze in planimetria, quali sono presentate nella fig. 23 per semplice iniziativa dell'architetto, e nella fig. 24 allo scopo di togliere a tutti gli interni di una schiera l'inconveniente dell'obliquità della facciata.
Chiudendo queste righe, io non pretendo di aver esaurito il tema della casa olandese o della casetta a schiera: tanto l'uno quanto l'altro asserto mi avrebbero condotto ben lontano dai limiti di un breve articolo, e avrebbero richiesto ben altra preparazione e ben altro materiale illustrativo. Ma il mio modesto desiderio era quello di dimostrare la possibilità e i pregi tecnici ed estetici di un tipo di casa pressochè sconosciuto da noi, che ebbe ed ha svolgimento grandissimo all'estero, e per lungo volger di secoli è sembrato corrispondere in maniera eccezionalmente favorevole alle tendenze sedicenti democratiche, ma essenzialmente borghesi riviventi nell'edilizia contemporanea.

GIUSEPPE ASTORRI


NB. - Le figure sono desunte in massima parte da: Sidney R. Jones - Old Houses in Holland - The "Studio" Ltd. London, 1913. - J. H. W. Leliman - Het Stadswoonhuis in Nederland - 3 voll Martinus Nijhoff ed - s'Gravenhage, 1918.
Al presente articolo, dl cui non sfuggirà ai lettori la grande importanza tecnica ed artistica, farà seguito altro articolo non meno importante di altro autore che, sussidiato da ottimo materiale illustrativo, tratterà dette tendenze modernissime dell'architettura olandese.

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