FASCICOLO VI FEBBRAIO 1924
ERWIN GUTKIND: Estetica tecnica nelle moderne costruzioni tedesche, con 12 illustrazioni
Il terribile problema stilistico delle forme architettoniche moderne riannodasi a due temi essenziali diversissimi: l’uno relativo alle condizioni estrinseche della composizione le quali influiscono sul tipo e sul è carattere con sentimento armonico, l’altro relativo alle condizioni intrinseche, alla diretta e logica espressione delle esigenze realizzate, dei mezzi adoperati, della struttura anatomica. Il primo ordine d’idee fa capo all’ambientismo e necessariamente finisce a ricollegarsi, in modo lato o ristretto, alla tradizione, nazionale e locale; il secondo costituisce una vera estetica tecnica che ha per principio e per motto la organicità costruttiva.
Fino a qual punto ed entro quali limiti possano le due tendenze contemperarsi e la pura arte delle forme, dei rapporti, degli spazi possa su esse aleggiare, non è certo possibile stabilire nell’attuale tumultuario avviamento dell’architettura moderna. Neanche negli studi sereni sul passato e sulla esegesi degli schemi stilistici dei vari periodi architettonici trascorsi sono d’accordo gli studiosi, divisi tra il positivismo del Viollet le Duc, dello Choisy, del Rivoira, e l’estetismo astratto del Ruskyn o del Venturi o del Croce; nè può quindi domandarsi che si concilino nel campo della produzione attuale, ove l’ultima parola spetta a chi fa, con sano equilibrio di cognizioni e di sentimento e con serietà d’intenti, consapevole della importanza che qualunque costruzione architettonica assume per il suo carattere permanente e per la sua comproprietà, per così dire, col pubblico.
C’è tuttavia un ordine di temi, importantissimo nella fervida vita moderna meccanica e scientifica, in cui il tecnicismo può risolutamente assumere fa sua logica impronta diretta, ed è quello delle costruzioni elevate dall’ingegneria, che possono presentarsi affini a quell’altro grande ramo della estetica tecnica dato dalle macchine e dai loro impianti grandiosi. E poichè il suddividere un grande tema complesso nei suoi elementi semplici ed esaminarlo da ogni lato è mezzo quanto mai fecondo di utili considerazioni, rivestono grandissimo interesse gli esempi nei quali si mostrano queste costruzioni di carattere determinatamente tecnico e le loro dirette applicazioni estetiche.
Riserbandoci di ritornare prossimamente sull’argomento in una più ampia trattazione di carattere, per quanto è possibile, generale, e di dare nozione della produzione, ancora ignota, ma importantissima, che in questi ultimi anni si è genialmente svolta in Italia nel campo della architettura degli edifici industriali, siamo ora lieti di accogliere la seguente breve nota del dott. ing. arch. Gutkind su recentissimi esempi tedeschi: specialmente quelli di costruzioni, non soltanto disegnate, ma eseguite; perchè la realtà col suo necessario equilibrio è il grandissimo freno alle concezioni unilaterali ed esagerate dell’arbitrio effimero o della teoria accademica.

“Nell’arte costruttiva come in ogni estrinsecazione di processi creativi di forme esteriori, non esistono argomenti accessori ed i cosiddetti temi integrati. Per il vero costruttore assume assolutamente la stessa importanza il fatto che egli si trovi di fronte alla necessità di creare e dare una forma esteriore ad una casa per uffici, oppure ad un piroscafo, ad una locomotiva o ad una casa da abitazioni. Da un tale assieme di sensazioni è nata in Germania la tendenza di risolvere i problemi costruttivi relativi agli edifici necessari alla civilizzazione, non dal solo punto di vista dell’ingegnere costruttore, ma di trovare oltre alla soluzione esclusivamente tecnica, anche una forma esterna veramente artistica e di giungere quindi ad una sintesi che racchiuda insieme l’opportunità di ottenere lo scopo previsto, con la bellezza estetica, espressiva delle funzioni e del contenuto dell’opera costruita. Come una dimostra fra l’altro anche una speciale pubblicazione sulle costruzioni dell’ingegneria, Die Ingenieurbauten in ihrer guten Gestalgung
(editore Ernst Wasmuth, Berlino) che parte appunto dal presupposto che abbiamo di sopra illustrato.
Nel materiale illustrativo allegato, si trovano, con eguale diritto a valore estetico, ponti, magazzini, cisterne d’acqua, gazometri, case per uffici ed officine. Solamente colui che ha un sentimento per la bellezza della linea curva e delle funzioni costruttive di un ponte o per la buona distribuzione di luce nell'interno di un magazzino, può anche comprendere altri compiti costruttivi che a prima vista non hanno niente di comune con la parte tecnica di un edificio, ma che lo spirito odierno c’impone a di fuori di ogni in flusso della tradizione. Il concetto che anima tutte queste costruzioni deriva da un puro processo razionalistico che non ammette alcun sottinteso, ma che costringe con l’estrema logica a creare di getto. Le particolarità dell’unione delle singole parti, risultano dal contrasto delle masse fra loro, vieppiù rinforzate dalla gradazione del colore e non dall’introduzione di cornici che sono solamente decorative, ma che nella loro essenza non hanno alcuna ragione di esistere.
Si confrontino i progetti di Leonardo da Vinci per le opere d’ingegneria, e si troverà che esse sono sorte con lo stesso spirito di pura corrispondenza allo scopo, viste naturalmente con gli occhi di un’altra epoca. Le opere d’ingegneria moderna che pretendono, e forse anche più del bisogno, di essere esteticamente belle, dànno la dimostrazione di ciò che è il nostro tempo e come si agita il ritmo della nostra vita, esse nella loro forma esterna non contrastano alle necessità del presente, anche se queste necessità potessero sembrare incomode, e giungono alle ultime conseguenze delle premesse sopra esposte. Senza dubbio in Germania questa tendenza viene vieppiù accresciuta dalle necessità economiche della massima semplicità che costringe a sopprimere ogni accessorio non assolutamente necessario. Ma ad ogni modo questa spinta quale risulta dalle costruzioni, è data dallo spirito e non da necessità economiche. E tale spirito è diffuso nel campo delle costruzioni tecniche di tutte le nazioni, di modo che non sarebbe difficile di provare su tale questione il modo di gettare dei ponti per facilitare il mutuo contatto internazionale”.


ERWIN GUTKIND

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