FASCICOLO V GENNAIO 1924
NOTIZIARIO
CRONACA DEI MONUMENTI

ROMA. - In questi giorni si è avuto un caso tipico di vendetta monumentale. Malgrado gli avvertimenti e i voti della nostra Associazione, l’Amministrazione Comunale si preparava ad utilizzare la tipica casa del cerimoniere di Alessandro VI (il celebre diarista Giovanni Burchard) posta in Via del Sudano, per le abitazioni dei suoi dipendenti. Ma, mentre la si raschiava, sono apparse le originarie pittore delle pareti, son tornati a rifulgere i preziosi legni dipinti dei soffitti, sono uscite dal grosso delle mura le cornici marmoree delle antiche porte. Un insieme di cose belle che si sono aggiunte alle altre (ahimè trascuratissime !) che vi erano diggià. E così si son dovuti sospendere i lavori, rescindere i contratti (merito del R. Commissario Sen. Cremonesi che e intervenuto a tempo, e dell’Ufficio di Storia ed Arte) ed ora si penserà (speriamo) ai doverosi restauri. Ne riparleremo.
BRESCIA. — Il palazzo Martinengo ai Miracoli, una delle opere architettoniche più interessanti del barocco bresciano, grossolana alquanto nel dettaglio architettonico ma piena di vivacità e di senso scenografico, diverrà prossimamente sede della Banca di S. Paolo, e tra breve si inizieranno i lavori d’adattamento.
È questa la sorte di quasi tutti i nostri monumenti ancora viventi Sorpassata ormai la destinazione per cui sorsero (poichè è sempre più rara la figura del ricco signore che abita un vecchio palazzo e lo rispetta e si adatta alla disposizione originaria, anzichè mutar questa secondo le sue esigenze di comodità) forse la più favorevole delle eventualità che possono presentarsi per la conservazione in forma degna è quella che la nobiltà stessa artistica o storica dell’edificio vi richiami un istituto pubblico o privato, il quale con ampi mezzi lo restauri, io salvi dal progressivo deperimento o dalle povere utilizzazioni, e se ne valga come sua sede, in questo passaggio ad una funzione nuova la migliore soluzione sarebbe certo quella che nel vecchio edificio (come ai nobili decaduti posti nei Consigli d’Amministrazione di società industriali) rimanesse solo la parte, come suoi dirsi, di rappresentanza ed i vari uffici per l’amministrazione e pel pubblico sorgessero accanto, liberamente ed organicamente rispondenti alle complesse loro esigenze di costruzione e di disposizione.
Ma questa soluzione raramente è possibile e quando lo e, raramente è intesa dagli amministratori e dai tecnici. Ed ecco allora presentarsi le necessità essenziali della trasformazione, ecco il problema del restauro divenire problema di transazione tra la salvaguardia dell’integrità e del carattere da un lato e le richieste dello spazio e di collegamenti tra i vari servizi. Quando trattasi di banche, il maggiore di tali problemi ha per campo il cortile del palazzo, ed il più tipico tema è quello di utilizzano per la grande sala del pubblico. Così pel palazzo Martinengo di Brescia. Una ingegnosa soluzione, ideata dall’egregio ing. Dabbeni nel suo progetto di adattamento, intenderebbe inserire nel vasto cortile una sala ovale ad un piano soltanto, la quale occuperebbe tre delle cinque arcate aperte nel lato maggiore (o per dir meglio, riaperte, perchè ora molte di esse sono o murate o richiuse da brutte invetriate) e lascerebbe nel secondo piano spaziare le visuali per tutto il perimetro originario. Si sta ora discutendo tra la Banca ed il progettista da un lato e la Direzione delle Belle arti dall’altro, poichè quest’ultima vorrebbe che le tre arcate comprese nella sala divenissero due soltanto, e l’ambiente ovale si arretrasse per lasciare maggior posto ai cortile: ma è questione di quantità e di modalità. Come tipo di soluzione, quando il problema è inevitabilmente posto entro i termini suindicati della diretta trasformazione a scopi nuovi, può dirai ben più soddisfacente dell’altra spesso seguita che occupa tutto il cortile e, mediante una copertura a vetri lo riduce a sala. Le linee architettoniche fatte per un ambiente aperto, l’organismo dell’edificio richiedente uno spazio aperto, subiscono in tal caso un’alterazione insanabile, anche quando sembri apparentemente che sia completo il rispetto. Meglio, molto meglio la sincera sovrapposizione non invadente del palazzo Martinengo di Brescia, che la “vetrificazione” alcuni anni fa consentita e si fece male e l’on. Rosadi ne ha colpa non lieve pel palazzo PazziQuaratesi di Firenze. E trattavasi di opera del Brunelleschi !

ABRUZZO. — Molti sono i monumenti d’Abruzzo che reclamano un insediato restauro se si vuole impedirne la completa rovina. Ricorderà i principali incominciando da quelli appartenenti alto Stato.
La chiesa millenaria di S. Clemente al Vomano nel Comune di Notaresco (Teramo) rimonta a Ludovico II ed è contemporanea alla abbaziale di S. Clemente a Casauria. L’edificio attuale è una ricostruzione dei primi anni del XII secolo, come indica la data detta bella porta ricca di sculture (a. 1108). Il suo interesse, oltre che nella struttura delle arcate, dei capitelli e dette absidi, sta in un prezioso altare sormontato da un ciborio in pietra e stucco duro, primo esempio di un genere di scultura che ebbe poi grande favore in Abruzzo (fig. 2).
Da molti anni il tetto vecchissimo, non ha subito riparazioni razioni e lascia passare torrenti d’acqua. Il lato destro della chiesa crollò nel 1921 insieme a porzione del tetto e non fu ricostruito, sicchè vi si accede liberamente dall’area del camposanto. Le condizioni del monumento vanno peggiorando di giorno in giorno, si distaccano gl’intonaci, un altare tutto affrescato è già quasi distrutto, crollano le travi del tetto ad una ad una ed è da aspettarsi che il ciborio da un momento all’altro cada anch’esso frantumato.
Le rovine della storica chiesa abbaziale di S. Liberatore a Maiella presso Chieti, costituiscono un insieme così imponente da non doversi completamente abbandonare. Si tratta di uno dei più grandi e pregevoli monumenti dell’Italia meridionale che per incuria degli uomini è destinato a sparire se non si corre ai ripari. Privato del tetto da molli anni e ridotto ad area boschiva, serba ancora avanzi così grandiosi e completi che pure ancora sarebbe possibile salvare.
Certo non ci nascondiamo le difficoltà di un grande restauro, sopra tutto per l’ingente spesa, ma possiamo far voto che almeno si possa eseguire qualche opera di protezione tendente ad impedire la vergogna di un completo disastro.
La solitaria chiesina di Turrivalignani (Chieti) dedicata al SS. Giovanni e Vincenzo in seguito al terremoto del 1915 riportò lesioni così gravi che tutto un lato minaccia rovina. E' anche questo un edificio del XII secolo in cui è riflessa l'arte benedettina di S. Liberatore e fece di un monastero. Conserva tipi di colonne quasi sconosciuti e nell'insieme costituiscono dei più originali monumenti che lo Stato non deve lasciar più oltre in abbandono.
San Pietro ad Oratorium (Capestrano) fu un'antica abbazia in dipendenza dei monaci di S. Vincenzo al Vulturno ed attirò l'attenzione di tutti gli studiosi di cose belle. Non è qui il caso di parlarne neanche brevemente tanta è l'importanza dell'argomento né di accennare al prezioso ciborio alle pitture, alla bellissima porta e ai tanti frammenti di un periodo di splendore artistico. Ricorderò solo che le navatelle sono ancora senza tetto e che le due piccole absidi sono in totale disfacimento sicchè presto il monumento perderà la sua antica struttura. Crediamo che con poca spesa si potrebbero salvare le parti esposte alla distruzione.
San Dionisio a Borgo Velino è tra le chiese abbandonate da tutti la cui proprietà ricade allo Stato. Manca del tetto e del lato sinistro. Non vi è porta, né modo di proteggere le pitture rarissime dalla sassaiuola dei ragazzi. L'abside è corrosa alla base da un corso d'acqua e strapiomba distaccandosi dal resto dell'edificio e strappando le originalissime pitture a fresco che nessuno conosce.
San Giovanni in Venere presso Fossacesia è una delle maggiori abbazie benedettine dell'Italia. Ognuno riconosce l'importanza dei quella chiesa che trova solo riscontro fra i più celebrati monumenti del XII secolo e per nobiltà di linea, per importanza di pitture e di sculture e perchè rappresenta un elemento pittorico di prim'ordine nel suo ambiente delizioso in riva all'Adriatico. I mezzi che lo Stato finora v'impegnò risultano però molto inferiori al bisogno se si pensa che tutta la parete alta del prospetto merlato se ne cade in disfacimento, che le absidi sono tenute in grande abbandono (fig. 1), che i residui grandiosi del di chiostro e del refettorio se ne vanno in rovina per mancanza di protezione è contro gli elementi. Anche qui necessitano restanti di grande urgenza per salvare il monumento e per il buon nome dell’arte italiana.
Tra le chiese parrocchiali o dipendenti dai Comuni ve ne sono alcune le quali meritano il pronto intervento dello Stato, Santa Maria di Ronzano nel Comune di Castel Castagna è una parrocchiale che diresti abbandonata da Dio e dagli nomini. Eppure la sua importanza artistica è di primo ordine, sia per del XII secolo conservata senza sovrapposizione, sia per le pitture presbiterali illustrate dal Bertaux, le quali costituiscono un ciclo di sommo interesse. Il Ministero iniziò il restauro ditali affreschi e ston lo completò per cause a noi ignote. Frattanto l’acqua che passa dal tetto continua la sua opera distruttiva. Occorre provvedere d’urgenza tanto a salvare le pitture rimaste, quanto a proteggere il monumento dalle infiltrazioni che infradiciano le muraglie. Tutta la zona presbiteriale è il campaniletto sul culmine della facciata posteriore, reclamano opere di protezione contro gli elementi.
Santa Maria delle Grazie in Tocco Casauria è una chiesetta presso l’abitato, di semplice struttura, ma pregevolissima per molti elementi d’arte. L’elegante portale del 1603 segna uno stile dl transizione dal 500 al barocco, speciale della regione abruzzese, di cui rimangono rari esempi. Qualche anno indietro cadde il tetto fracassando ogni cosa all’interno e le muraglie lesionate, gli altari, il pavimento sono ancora esposti alla pioggia. V’è l’arco frontale dell’abside che sta per cadere e cadrà certamente ai primi geli se non si provvede subito.
Allo stesso modo Santa Maria della Neve di Anversa è una chiesa rurale ricca di opere d’arte che dal 1915 è senza tetto. Vi si conservano miracolosamente pitture murali di grande interesse, ma che presto scompariranno.
La chiesa di San Francesco di Balsorano appartiene al Comune che non potè trovare i mezzi per restaurarla. Appartiene a quel tipo speciale delle chiese conventuali barocche in cui tutto è bello e prezioso. Dai confessionali al pergamo, al coro, alla sacrestia tutto è in noce intagliata e scolpita. Gli altari sono decorati con tarsie di pietre colorate. Cadde il tetto nel terremoto del 1915 e da allora la pioggia cadendo sui rottami e i calcinacci ha fatto crescere piante silvestri e infradiciare ogni cosa.
Tra gli edifici privati molti son quelli che hanno bisogno del pronto interventi dello Stato, come la chiesa abbaziale di Santa Maria di Arabona (a. 1208) presso Chieti, ove da tanti anni i proprietarii non provvedono a restaurare le crescenti lesioni: e mi fermo alla chiesa di San Giovanni presso Isola del Gran Sasso, la quale, affittata in parte ad uso di magazzino dalle signore proprietarie, si trova in istato veramente minaccioso. E uno dei monumenti più caratteristici delta provincia di Teramo pecchi vi appariscono tre epoche distinte o sovrapposte di costruzione e perchè rappresenta un raro esempio di edificio del XII secolo. Non sappiamo da quanti anni l’abside si lesionò gravemente, sicchè minaccia di abbatterai sulla retrostante via provinciale. Sarebbe pretender troppo che le proprietarie spendessero una forte somma per un edificio che non rende quasi nulla, sicchè lo Stato dovrebbe intervenire o con l’acquisto o assumendo a se il restauro.
A Celano una delle più interessanti chiese è la parrocchiale di San Giovanni Battista che pur troppo rimane dal 1915, squarciata e puntellata in modo provvisorio. E' notevolissima non solo per la struttura generale per la tipica facciata ma anche per le buone pitture delle volte interne che vennero allo scoperto nel 1915 cadendo le sottoposte volte barocche. Anche in questo caso se non interviene il Ministero con un largo sussidio, l’Ufficio del Benefici Vacanti di Napoli, che amministra la chiesa, non riuscirà a mettere insieme la somma necessaria si restauro.
Ed a proposito di Celano. Che dire del grandioso Castello Piccolomini che almeno per un quarto è passato in proprietà dello Stato? Fa veramente pena visitare quelle rovine che in parte divennero una cava di materiali e sfidano ancora le intemperie cedendo palmo a palmo contro l’attacco degli uomini e del tempo. Eppure lì un restauro, anche parziale, s'impone se si vuole che uno dei migliori esempi di tal genere di architettura non divenga presto un cumolo di macerie.

Dinnanzi ad un così ricco patrimonio artistico che se ne va in isfacelo non è li caso di farsi illusioni. Anzitutto occorrono i mezzi adeguati; e questo il Ministero deve metterli a disposizione degli Uffici competenti — i quali con mezzi attuali non possono funzionare. Tali mezzi sono gli stanziamenti proporzionati alla grande mule di lavoro e il personale idoneo.
Non si speri che le Sovrintendenza possano far miracoli! Quanto esse già fanno con i poveri mezzi attuali è già molto! Le economie che il Ministero ha adottato attualmente non sono il farmaco adatto nè per risanare gli Uffici, nè per conservare i monumenti.
Eppure è giunto il momento che il Ministero affronti con coraggio fa risoluzione di si importante problema. Può esso disinteressarsi o interessarsi solo platonicamente di questa grande ricchezza italiana senza esser condannato da quanti amano l’arte e sentono il decoro delle nostre tradizioni artistiche? Non lo crediamo.
Quanto da noi fu detto per i monumenti deve anche estendersi alla opere d’arte mobili di cui è ricca la regione abruzzese meglio di qualunque altra in Italia. Ma di ciò ad altro numero della Rivista.

NOTIZIE VARIE



BOLOGNA: LAVORI DELL’ARCH. A. MAZZONI.

L’Amministrazione delle F. S., dovendo costruire in Bologna (N. Jacopo della Quercia) dei gruppi di case pei ferrovieri dipendenti, ha creduto opportuno di non ricalcare gli schemi usati e di rivolgersi invece ad un bell’artista, l’arch. Angiolo Mazzoni. E di ciò non sappiamo che altamente lodarla.
L’arch. Mazzoni si è messo all’opera ed ha ideato una serie di case che, se nella disposizione interna non hanno alcuna novità, all’esterno però si emancipano dal tipo uniforme e sterile che si riscontra troppo di frequente nei quartieri popolari. Si deve al direttore dei lavori, l’Ing. Cav. Gustavo Galliani, se ogni particolare è stato potuto curare come si doveva.
Presentiamo anzitutto la pianta, notando che la parte in nero è quella attualmente costruita (luglioagosto 1923). Vi sono compresi 64 appartamenti da due e tre camere e. cucina ognuno. Ogni elemento di casa è perfettamente indipendente anche esteticamente in modo che possa domani essere facilmente alienato. La facciata è a mattoni a faccia vista e intonacati. Il costo medio è di 7000 lire per ambiente compresa la cucina.
Nell’occasione presentiamo altri due disegni dello stesso architetto, uno per una chiesa, un altro (che s’ispira alle bolognesi tombe dei glossatori) per un. monumento si caduti.
Rileviamo il sapore ambientale dl questi due disegni che insieme alla scioltezza della tecnica, dimostrano quanto ci si possa attendere da un giovane che è sensibile così alle correnti artistiche contemporanee come alle nostre più belle tradizioni.

L.S.


CONCORSI


BANDO PER UN PROGETTO DI CASA ECONOMICA IN ROMA.


Art. 1. — L’Istituto Romano del Beni Stabili bandisce un concorso nazionale per il progetto della costruzione di una casa o gruppo di case economiche di abitazione, da erigersi in Roma in Via G. Savonarola, tra le vie B. Telesio e T, Campanella nel quartiere Trionfale.
La annessa planimetria indica i dati esatti planimetrici ed altimetrici dell’area.
Art. 2. — La casa dovrà essere costituita di un piano terreno da destinarsi parzialmente a botteghe e parzialmente ad abitazione, e del maggior numero di piani superiori concesso dal regolamento edilizio.
Ogni piano di abitazione sarà diviso in più appartamenti, composti alcuni di tre e altri di quattro camere ognuno, oltre un piccolo ingresso, la cucina e il gabinetto di toletta nel quale possa eventualmente collocarsi una vasca da bagno.
Sono escluse le scale dl servizio, ascensori, riscaldamento a termosifone.
Si provvederà pure all’abitazione del portiere (2 stanze, cucina e w. c.).
Le stanze non potranno avere superficie netta inferiore ai mq. 14. ed almeno una per appartamento non inferiore al mq. 22.
Sono ammesse terrazze, portichetti, balconi etc., ma in numero e di forme e dimensioni tali da non rendere troppo elevato il costo della costruzione.
Questa dovrà essere eseguita con murature miste. Potranno essere in cemento armato i solai, ed altre parti speciali dell’edilizi0: è però escluso il sistema a gabbia completa di cemento armato.
Le fondazioni saranno escluse dal presente studio e dal preventivo.
L’edificio dovrà corrispondere pienamente a tutte le norme del vigente regolamento edilizio e sanitario.
L’architettura sarà improntata alla massima semplicità, pur intonandosi — in senso lato all’ambiente ove sorgerà l’edificio.
Il suo carattere sarà improntato a modestia e tale da ispirare il senso di lieto raccoglimento famigliare come si addice ad una moderna e sana abitazione.
Art. 3. — I concorrenti dovranno presentare i seguenti documenti:

a) disegno delle piante di tutti i piani che si differenziano tra loro, in scala l:l00
b)disegno delle facciate sulle strade in scala 1:100
c) una sezione in scala 1:100;
d)un particolare tecnico artistico di una facciata, con indicazione dei materiali e degli aggetti, in scala 1: 20.
Tutti questi disegni dovranno essere condotti a semplice contorno (lapis o inchiostro) senza ombre, nè alberi, nè nuvole, nè altri elementi non inerenti alla costruzione.
e) uno schizzo prospettico.
Questo può essere condotto con qualsiasi tecnica.
Il punto di vista dovrà essere posto presso uno del due angoli, Via Savonarola e Via Telesio o Via Savonarola e Via Campanella: sempre però dentro le zone stradali. L’orizzonte sarà posto a m. 2 di altezza dal suolo.
Il foglio netto da cornici, nel quale sarà disegnato lo schizzo prospettico, dovrà essere delle dimensioni 0,50X0,40.
Saranno inoltre ammessi, per quanto non obbligatori, soltanto altri tre disegni delle dimensioni nette non superiori a m. 0,30 X0,40, che potranno essere o particolari geometrici o prospettici esterni o interni, o degli infissi, etc. All’infuori dei prescritti e degli ammessi, non saranno accettati altri disegni, e neppure varianti di nessun genere.
f) una descrizione particolareggiata dei metodi costruttivi e dei materiali da impiegarsi, e un preventivo particolareggiato ed esatto della spesa occorrente.
Art. 4. — I progetti dovranno pervenire alla sede dell’Istituto Romano dei Beni Stabili in Via Poli n. 48, non più tardi delle ore 15 del giorno 25 Febbraio 1924.
Ogni progetto dovrà essere firmato dall’autore, che dovrà segnare il suo indirizzo in calce alla relazione.
Ad. 5. — La Commissione giudicatrice sarà composta di cinque membri, uno dei quali funzionerà da Presidente ed è già designato nella persona dell’Arch. Marcello Piacentini.
Un’altro membro sarà nominato dall’Istituto Romano dei Beni Stabili, e gli altri tre saranno indicati rispettivamente, dalla Federazione Architetti Italiani, dall’Associazione artistica tra i cultori di Architettura e dall’Associazione Nazionale Ingegneri e Architetti Italiani.
La Commissione constaterà innanzi tutto se i concorrenti abbiano risposto esattamente alle norme stabilite dal presente bando.
In secondo luogo esaminerà particolarmente se i singoli preventivi siano esatti e se i prezzi corrispondano a quelli praticati sulla Piazza; nel caso che riscontrasse in qualche progetto la inesattezza dei preventivi e la non rispondenza dei prezzi con quelli della Piazza, scarterà sen’altro i progetti stessi.
Quindi la Commissione passerà al giudizio di merito dei progetti, tenendo presenti in egual misura i valori distributivotecnico, l’artistico e l’economico.
A colui che sarà dichiarato vincitore del Concorso verrà assegnato un premio di L. 10,000 e il progetto passerà di proprietà dell’istituto Romano dei Beni Stabili; il quale potrà o no affidare al vincitore la direzione artistica dei lavori.
La Commissione disporrà inoltre della somma di L. 10,000, che potrà distribuire in altri premi nel numero e nella proporzione che più reputerà opportuni, nel riguardi dei valori comparativi degli altri progetti.
Il verdetto della Giuria è inappellabile.

Roma, 10 Novembre 1923.


Per il Consiglio d'Amministrazione
Ing. V. AMICI


RICORDO MONUMENTALE AI CADUTI DI GUERRA BOLOGNA.

È indetto un Concorso nazionale fra artisti scultori ed architetti per il bozzetto di un Ricordo Monumentale architettonico e scultoreo da erigersi in Bologna nel Palazzo del Podestà a ricordo dei Caduti di guerra.
L'importo di spesa per l’esecuzione dell’opera non dovrà superare la somma di L. 1.000.000.
La Giuria avrà a propria disposizione, per premi da assegnare ai migliori bozzetti primi classificati, la somma di L. 30.000.
Scadenza 29 Febbraio 1924.
Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla Commissione esecutiva “Pro Monumento ai Caduti” in Bologna.

SCHIO. — Il Comitato per l’erezione di un monumento ai caduti in guerra bandisce un concorso fra gli architetti e scultori italiani per un progetto artistico.
Il termine utile per il concorso è fissato al 15 febbraio 1924. L’importo del lavoro non dovrà superare la somma massima di L. 100.000.
Per informazioni e norme rivolgersi al Comitato suddetto residente in Schio (Vicenza).
GENOVA (Municipio). — Il Municipio di Genova bandisce un concorso per un monumento a Goffredo Mameli da erigersi sulla rotonda di Via Corsica. Prezzo dei monumento, compresa la messa in opera, è fissato in L. 350.000, esclusa la fondazione alla quale provvederà il Municipio.
Tre premi di L. 5000 ciascuno saranno destinati agli autori di bozzetti classificati eventualmente migliori (senza speciali classifiche) dopo quello dichiarato vincitore del concorso.
Coloro che intendono prendere parte al concorso dovranno presentare all’ufficio di Belle Arti presso il Municipio di Genova, entro il 31 Maggio 1924:
1° Un bozzetto in gesso dell’intero monumento in scala 1/5.
2° Una relazione nella quale sia indicata la qualità del materiali e il modo di lavorazione e costruzione.
Ogni bozzetto sarà contrassegnato da un motto, il quale sarà ripetuto su una busta chiusa contenente il nome, cognome e indirizzo di una persona residente in Genova, che l’artista nomina suo rappresentante. Questa busta dovrà essere consegnata insieme al bozzetto.
I progetti saranno esposti al pubblico per un periodo di tempo non minore dl 15 giorni.
Una commissione di cinque membri nominati dal sindaco sceglierà il progetto degno dell’esecuzione, e quelli meritevoli degli altri premi stabiliti.
Il giudizio della commissione è inappellabile.
Il termine concesso al vincitore del concorso, per l’esecuzione dell’intero monumento e posa in opera è di anni due dalla data dell’incarico definitivo, il quale dovrà risultare da regolare contratto di appositi capitolati e disegni per ben precisare la modalità di costruzione, lavorazione e qualità dei materiali, e le norme di collaudo.
L’artista che non si presentasse alla stipulazione del contratto nel termine di giorni trenta dall’ invito, potrà essere dichiarato decaduto e il concorso essere dichiarato senza effetto.
I pagamenti saranno fatti per un quarto alla firma del contratto, due quarti quando l’opera sarà pronta per la messa in opera e l’ultimo quarto un mese dopo il collaudo.
VIGEVANO. — Il Comitato per l’erezione dl un monumento ai caduti in guerra di Vigeveno bandisce un concorso per il progetto architettonico o scultore u fra gli artisti italiani.
La somma stanziata per tale opera è fissata in L. 150.000. I bozzetti dovranno essere presentati non più tardi del giorno 31 Marzo 1924 nella sede del Comitato esecutivo in Via Pier Candido Decembrio (Società Mutilati), Vigevano.


ESTERO.

MONUMENTO ALLA MEMORIA DI SIR WILFRID LAURIER IN OTTAWA (CANADA').

Il Governo del Canadà bandisce un Concorso Internazionale fra Architetti, Scultori ed Artisti per un monumento da innalzarsi sull’area dal Parlamento in Ottawa, alla memoria dl Sir Wilfrid Laurier. I concorrenti dovranno presentare un bozzetto in gesso nel rapporto di 1/2 pollice per piede.
Il costo del monumento, per tutta la parte fuori terra in opera non dovrà superare la somma di 25.000 dollari.
All’autore del miglior bozzetto, primo classificato, sarà affidata l’esecuzione del monumento; al secondo classificato, sarà corrisposto un premio di 1000 dollari.
Scadenza del ricevimento dei bozzetti: 2 Aprile 1924.
Per maggiori informazioni e notizie, rivolgersi all’Ufficio. Segreteria del Ministero dei Lavori Pubblici (Chm. 784 Pal Hunter), in Ottawa.


MONUMENTO ALLA MEMORIA DEL PRESIDENTE RODRIGUEZ ALVEZ.

L'Ambasciata del Brasile comunica:
Col 21 Ottobre 1923 è aperto un concorso per l’esecuzione di un monumento che sarà eretto a Rio de Janeiro in memoria del presidente Rodriguez Alvez.
Il tempo per la presentazione dei progetti sarà di mesi 7 a decorrere dalla data di cui sopra.
Il costo del monumento è fissato in 500 conti di reis (circa 1 milione e 100.000 lire italiane al cambio attuale).
Ai concorrenti classificati primo, secondo e terzo sarà corrisposto un premio di franchi ventimila, diecimila e cinquemila rispettivamente.


CAIRO: INFORMAZIONI.

Il Reale Istituto degli Architetti Britannici, in merito ai Concorso bandito dalla Città di Cairo per un nuovo Palazzo di Giustizia, dirama a tutti gli Architetti del mondo il seguente cablogramma:
“Condizioni concorso Palazzo di Giustizia, non conformi Regolamento Internazionale per Concorsi Architettura. Architetti Inglesi desiderano ma non possono concorrere sotto condizioni in disaccordo con suddetto Regolamento”.
A questo cablogramma gli Architetti inglesi fanno seguire una circolare nella quale si invitano i colleghi di tutti i paesi a chiedere al Governo Egiziano di mettere il bando di con corso in armonia con le norme sancite dal Regolamento Internazionale per i concorsi di Architettura fissato a Parigi nel 1903 dalla Commissione per i Concorsi Internazionali.

G. V.


COMMENTI E POLEMICHE


PER LE SCUOLE D’ARTE.

Da un recente comunicato del Consiglio dei Ministri apprendiamo che si emanerà fra breve un D. Legge relativo all’ordinamento delle scuole d’arte. Constatiamo con soddisfazione che (secondo le prime notizie forniteci) essa risponderà ai concetti più volte espressi dalla nostra Associazione dei Cultori di Architettura, ed elaborati in un’ampia memoria, quasi progetto di legge, che venne già inviata al Ministro Gentile, il quale l’accolse favorevolmente riconoscendone la giustezza e la necessità.

Ne daremo, nel prossimo numero, più ampia relazione.

G.V.



PER UNA DISCIPLINA DELLE COSTRUZIONI.

Nel terribile disastro che ai è abbattuto nella Valle di Scalve e nella Val Camonica dei Lavori pubblici ha voluto porre al riparo, prima ancora che le sponde delle valli, la propria responsabilità col dichiarare che la diga era stata costruita senza la regolare autorizzazione del Consiglio superiore delle Acque e del Ministero….
Ora occorre mettere in chiaro che questa formula della costruzione non autorizzata. questo metodo del fatto compiuto che rimane di contro alle stanche proteste platoniche dei pubblici enti di tutela, rappresentano in molti campi fatti normali in Italia ad esempio. In quello delle costruzioni architettoniche. I risultati sono meno tragici di quelli del crollo della diga di Gleno, ma non meno deplorevoli, perchè tutto ciò che è architettonico ha carattere permanente, e, come tale, richiede nei suoi rapporti, che quasi possono dirsi di comproprietà estetica col pubblico, una disciplina severa.
Qui in Roma “dove doglioso e grave or seggio questi abusi son fatti tanto frequenti che solo i poveri di spirito richieggono i permessi regolari delle autorità, e, quando li hanno ottenuti, li rispettano. Alle Commissioni comunali forse un terzo dei progetti che si presentano (valga per tutti il caso dell’albergo ungherese di via Sistina), sono già avviati, se non addirittura interamente tradotti in atto; quartieri interi sorgono senza che il Comune ne abbia nozione, casupole e baracche si addossano agli antichi acquedotti nel Suburbio senza che fa Sovrintendenza ai Monumenti sappia o possa impedirlo; nelle zone sacre alla bellezza paesistica od all’ambiente monumentale si moltiplicano le case ed i villini….
Chi scrive non è invero entusiasta del regime dei divieti e delle disposizioni restrittive; crede anzi che dal riferire a poche persone i criteri di uno sviluppo d’Arte non possano arerai che frutti secchi d’Accademia. Ma, d’altro lato, in Edilizia ed in Architettura l’anarchia non è possibile; e
finchè una coscienza sicura non maturi nei professionisti e nel pubblico, la tutela delle ragioni dell’Arte, che e patrimonio di tutti, contro gli interessi o contro le stramberie dei singoli necessariamente s’impone, affidata al regime delle leggi e dei regolamenti; s’impone la difesa severa dei monumenti e del loro ambiente s’impone la propulsione di uno sviluppo organico delle città nel quale ogni quartiere ed ogni gruppo di edifici abbia la sua funzione edilizia ed il suo carattere d’intensità fabbricativa e di schema volumetrico, a cui non può sostituirsi il criterio del “ libito fè lecito in sua legge”.
Le stesse tendenze edilizie modernissime che tendono a riportarci ad uno stretto collegamento, così frequente nei secoli passati, tra gli spazi delle vie e delle piazze e la composizione architettonica, stanno ad accentuare la prevalenza dello “spirito della città” di contro all’individualismo, a dimostrare sempre più la necessità di una disciplina in cui “chi sa governi”.
Mentre dunque l’Italia va ritrovando il suo ordine e la sua forza organica in tutta la sua vita, occorre che il rispetto alla legge ritorni norma nell’Architettura italiana.

O. GIOVANNONI.

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