FASCICOLO VIII APRILE 1923
PAOLO MEZZANOTTE: Quattro interni milanesi, con 15 illustrazioni
Avere una bella casa è fortuna e privilegio di raffinati. Dare aspetto d’arte alla propria dimora non è solo questione di quattrini e di generico buon gusto: occorre una tradizione, una educazione, direi una iniziazione. Nè basta affidare ad un artista di valore, ad un decoratore provetto le proprie sale: dove manchi la collaborazione intelligente del proprietario, si sente, dietro il lusso dei mobili e dei panneggi, il vuoto, l’artificio. Perciò le grandi fortune rapidamente ammassate in questi anni agitati non han dato, ai nuovi ricchi, che raramente interni d’arte. Oggi l’arricchito d’abitudine preferisce fare sfoggio di automobili sfarzose o di amanti di gran costo; poi vuole la villa ai laghi nei luoghi più frequentati e pettegoli, infine un’abitazione lussuosa, addobbata con molta spesa e gusto comune dal tappezziere in voga: tutte cose nelle quali l’arte non conta nemmeno di straforo. Se poi, fra le molte case costose e brutte, ne troviamo una di buon gusto, possiamo star certi che in tal caso le ricchezze si sono sovrapposte ad una meno recente agiatezza, la quale ha consentito il lento sviluppo di superiori esigenze e la formazione di un gusto finemente educato; oppure la fortuna ha favorito uno spirito naturalmente gentile, aperto al godimento delle cose belle e delicate.
Più d’uno di questi casi si è fortunatamente avuto anche in Milano, dove non manca del resto la tradizione della bella casa. Anche nel periodo del fasto spagnolesco, l’eleganza dei palazzi era spesso tutta al di dentro e le fronti, grandiose, ma spoglie, e le pesanti pusterle di noce celavano una ricchezza insospettata di cortili architettonici che valsero a Milano il nome di città delle colonne; e attorno ai cortili teorie di sale sfarzose, dove lo stucco e gli ori si disposavano armonicamente agli intagli, i damaschi, le supellettili eleganti.
Continua poi e si affina il gusto per le belle dimore fiorite al di dentro dalle grazie settecentesche o adorne dalle piè severe eleganze del neoclassico. Chi sa cercare, può ancora trovarne esemplari bellissimi, non soltanto nei ben noti palazzi del patriziato, ma anche nelle case di apparenza più che modeste, dimenticate dalla speculazione nelle vecchie contrade: e, a questo proposito, vorremmo che qualche studioso di buona volontà si occupasse a raccogliere queste tracce superstiti piene d’interesse, prima che gli antiquarii da una parte e dall’altra il rinnovamento edilizio le abbiano a scomporre per sempre, Poi in tempi a noi vicini, in un periodo doloroso di generale decadenza delle arti decorative, famiglie benemerite arricchite nei commerci e nelle industrie, quali i Crespi, i Gnecchi, nobilitarono le loro fortune recenti riunendo nelle loro case raccolte d’arte di grande valore. E alcune decine d’anni fa, fecero delle loro stesse abitazioni dei veri musei d’arte il Poldi—Pezzoli e i fratelli Bagatti—Valsecchi…
A somiglianza appunto del palazzo di via Gesù, dove i BagattiValsecchi riunirono tanta copia di cimelii del primo rinascimento, i signori UccelliTosi col concorso dell’architetto Carlo Bianchi hanno arredato la propria abitazione nel gusto del quattrocento lombardo, con fresca libertà d’interpretazione. Lo spunto era dato dall’ambiente stesso, perchè la casa altro non era nell’origine che l’antico soppresso convento di Santa Maria Maddalena al Cerchio, di cui il chiostro è stato rimesso in luce e conservato nella sua primitiva semplicità di linee e di ornato. Delizioso recesso, oasi di silenzio nel bel centro della città tumultuosa, che pure appare così lontana nel tempo e nello spazio, E la sola parte rimasta dell’antico edificio: della chiesa originaria, conglobata in altra proprietà, non restano, dopo innumerevoli rimaneggiamenti e mutilazioni, che tracce del tutto insignificanti.
L’atrio, che qui si riproduce, si informa alle semplici forme architettoniche del chiostro: ma alla povertà di materiale tipico in questo fa riscontro ben altra varia ricchezza di marmi, finemente lavorati che danno all’ambiente un aspetto di piacevole policromia non riproducibile nelle fotografie: preparazione alle sale vicine, decorate con maggiore libertà e varietà di stile.
Nelle sale composte dall’arch. Giulio Richard per la palazzina dei signori B... tutto è nella tradizione: ma se non è palese lo sforzo del nuovo, si respira un’atmosfera di raffinata eleganza; ogni particolare è scelto e studiato con sagacia e cura estrema; tutte le risorse, tutti gli accorgimenti dell’arte sono chiamati a concorso e abilmente sfruttati. Certo anche qui nella riproduzione non può essere apprezzato uno degli elementi essenziali della decorazione interna, il colore.
Riproduciamo anche alcune fotografie delle sale architettate e decorate con austera sobrietà e gusto un poco esotico dell’architetto De Finetti per “Bottega di poesia”. Quantunque non si tratti strettamente di locale privato, le sale dalle lor forme e dalla loro destinazione, preparate come sono a manifestazioni di elevata intellettualità, riservate ad un pubblico un po’ ristretto, acquistano un aspetto di intimità che assai le accosta alle private dimore.
Infine saranno osservati con interesse i disegni creati con sciolta fantasia dall’architetto Piero Portaluppi per la propria abitazione. Il sapore gustosamente caricaturale e la febbrile ricerca di formule nuove sono il segno caratteristico dell’opera del giovane architetto milanese.
Quattro interni, quattro disparate tendenze. Se sfogliamo le riviste estere e vi cerchiamo riproduzioni di interni d’arte, troviamo composizioni spesso più fini, più abilmente congegnate, meno criticabili delle nostre: tutte però un poco somiglianti, con una certa aria di famiglia che dà l’impressione del già visto. Nelle nostre c’è maggior varietà d’indirizzo, se non maggiore fantasia. E la nostra forza secondo taluni in quanto è favorito l’affermarsi delle personalità: il nostro difetto per chi invoca contro l’eclettismo dominante una scuola, una disciplina, che possa portarci forme veramente nazionali e liberarci del tutto dalla imitazione dei modelli stranieri, che, il lettore avrà già visto da sè, traspare qua e là anche da taluna delle buone cose che qui abbiamo riprodotto.

PAOLO MEZZANOTTE.

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