FASCICOLO II - OTTOBRE 1923
NOTIZIARIO
LE NUOVE COSTRUZIONI ALLE R. TERME DI MONTECATINI.

Ci è gradito presentare al lettore di questa rivista le fo-tografie delle nuove grandi costruzioni che la Società Eser-cente le Regie e nuove Terme di Montecatini ha iniziato per rinnovare i principali stabilimenti di quelle Acque Miracolose, i quali non rispondevano più da tempo alle esigenze estetiche ed igieniche della moderna edilizia archi-tettonica e sanitaria.
Il programma dei lavori, vastissimo, nella sua attuazione integrale renderà la stazione termale di Montecatini non seconda a nessun'altra italiana e straniera. Esso programma comprende, oltre ai rifacimento del principale Stabilimento Tettuccio, di cui si è iniziata la fabbrica dalle ali tergali, la ricostruzione dello Stabilimento Balneare Terme Leo-poldine, che sarà capace di 120 camerini da bagno dl gran lusso, degli Stabilimenti Regina e Savi, la recinzione dei parchi circondanti gli stabilimenti predetti, nonchè la co-struzione degli ingressi principali.
Tutti questi lavori di pura e prevalente importanza ar-chitettonica, dei quali si presentano nelle illustrazioni sia le fotografie dei primi padiglioni eseguiti, delle scalinate, delle fontane, etc., sia le prospettive e i progetti, usciti tutti dalla matita e dalla mente dl uno dei più noti e stimati professionisti toscani, l'Ing. Ugo Giovannozzi di Firenze, hanno trovato la loro logica integrazione in altre importanti opere ormai già portate a termine col progetto e sotto la direzione dello stesso Ing. Giovannozzi.
Tali sono i fabbricati per la lavanderia e per la guar-daroba, lo stabilimento per l’estrazione dei sali, quello per l’imbottigliamento delle acque, l’istituto di cura e lo Sta-bilimento di bagni per i poveri, le serre e i letti caldi per la coltivazione delle piante e del fiori nei parchi immensi, e infine lo Stabilimento invernale Excelsior inaugurato prima della guerra. I lavori d’ingegneria idraulico-sanitaria per la captazione delle diverse sorgenti sono stati anche’essi già eseguiti per i vari crateri Tettuccio, Regina, Savi, Rinfresco, Terme Leopoldine: ma non è il caso di parlare qui diffusamente di questo interessantissimo genere di lavoro (che ha richiesto peraltro un’estrema delicatezza), dato il carat-tere eminentemente artistico della rivista.
La spesa prevista per il complesso di tutti i fabbricati è di lire 30 milioni, dei quali se ne sono già spesi undici. Cifra non elevata se si considera che gli elementi architet-tonici sono in pietra travertino delle vicine cave di Mon-summano, e che gli interni ed i particolari tutti, pur essendo improntati ad una sobria signorilità artistica di sapore classico, sono stati studiati senza alcuna economia di mezzi e dl materiali.


UN NUOVO VILLINO DELL’ARCHITETTO
E. FAGIUOLI (vedi illustrazioni a pag. 92).

L’architetto Ettore Fagiuoli, già noto al lettori di questa Rivista, ha condotto a termine in Verona il villino Beghi-ni che presentiamo. Esso dimostra le note qualità dell’ar-tista di cui tracciammo un profilo. Ci piace sopratutto quel movimento sobrio e logico dl masse e quella grande semplicità di mezzi per ottenere effetti notevoli. Come cosa di vero buon gusto additiamo alcuni particolari elegantissimi come la cancellata, i camini e il coronamento.

Il carattere veneto è bene inteso e noti disgiunto da uno spirito fresco e personale.


UNA NUOVA CHIESA DELL’ARCHITETTO FRANCO OLIVA (vedi illustrazioni a pag. 93).

Presentiamo la chiesa di S. Michele Arcangelo in Bot-tagne testè ultimata ad opera dell’architetto Franco Oliva di Spezia. Elementi d’arte rustica vi si mescolano a forme intellettualmente secessionistiche. Notiamo l’accurata fattura dl tutte le parti specie del portale col suo rilievo d’ispira-zione Bourdelliana e rileviamo quella capricciosa inegua-glianza voluta nell’intento di creare il pittoresco e di capire l’anima del paesaggio circostante. Però non ci pronunciamo. I lettori giudicheranno sulla nuova espressione artistica che vien loro posta sotto gli occhi.


UN NUOVO MONUMENTO FUNERARIO NEL CIMITERO DI MILANO (vedi illustraz.a pag. 94).

Lo scultore prof. Ambrogio Boggiani di Milano ha ideato la cappella funeraria che si produce. Ci
sembra che essa rappresenti un tentativo originale e perciò, si discuta come si voglia, meritevole di essere inserito nella “Rivista”. L’au-tore ha inteso di significare il tendere dell’anima verso il cerchio supremo dell’Empireo ove, come dice l’iscrizione gre-ca “Sempre ed ognora sulle tenebre dei barbari splende la croce del Cristo”. Gli adolescenti dell’imbasamento simbo-leggiano la pace
dei morti.

BIBLIOGRAFIA


RAYMOND UNWIN. Zoning Proposal. London, 1922.

In questo interessante volume pubblicato sotto gli auspici del Town Planning Institute di Londra, l’Unwin che dell’istituto stesso è stato presidente, riferisce le relazioni e le discussioni che si sono svolte nella sede sociale specialmente per opera dei soci Pepler, Orr, Parker, Gaunt, Baxendale sull’argomento dell’adatta ripartizione edilizia per zone nel Regolamenti relativi alla fabbricazione. E può riuscire utile il riassumere qui le condizioni di tale studio collettivo.
1. La determinazione delle zone edilizie in relazione con la destinazione del quartieri speciali, con la densità della popolazione, con le norme che stabiliscono le modalità di superficie fabbricabile e di altezza ammissibile, è una parte necessaria, troppo spesso trascurata, di qualunque prospetto di piano regolatore della fabbricazione, sia nella città già esistente, sia nella sua regione di ampliamento futuro.
2. Le dette zone edilizie debbono essere sempre decise ed applicate organicamente in relazione
con un complesso piano di miglioramento, di ampliamento e di sistemazione che contempli la città come un tutto unico.
3. E' spesso desiderabile, e talvolta necessario, che alcuni quartieri abbiano una speciale e completamente delimitata destinazione ad un dato scopo, che può essere non soltanto di abitazione.
4. E' opportuno prescrivere in generale fin dall’inizio il sistema fabbricativo a cui appurerà ciascuna delle nuove zone, ma invece non è possibile scendere alla precisa de-terminazione del modo di costruzione e di destinazione dei singoli edifici prima della redazione di uno speciale piano dettagliato.
5. Per tale ragione è desiderabile che la determinazione delle zone avvenga in due gradi:
cioè dapprima il sistema generale predominante in relazione con tutto il piano rego-latore.
6. Nei quartieri destinati a fabbricazione intensiva di grandi casamenti è bene che la densità
contemplata per la popolazione sia relativamente non molto forte, salvo a la-sciare la possibilità di elevarla, ove occorra, nello studio del piano particolareggiato.
7. In relazione a questi desiderati, un Regolamento edi-lilizio dovrà seguire nei riguardi delle zone fabbricative le seguenti norme:
a) Stabilire il sistema di fabbricazione predominante in relazione col generale riparto del piano regolatore, lasciando ai proprietari il diritto di erigere edifici di questo tipo:
b) autorizzare l’amministrazione comunale a concedere la esecuzione di fabbricati che deroghino dal suddetto tipo, quando questi si manifestino necessari e non riescano di danno all’insieme del quartiere. Ai singoli proprietari deve essere concessa facoltà di appello;
c) richiedere che per la costruzione di edifici o di gruppi di edifici non la armonia col sistema predominante, ma che tuttavia possano riconoscersi utili pei quartiere (come può essere ad esempio una piazza od una via a fabbricazione intensiva, ovvero un mercato, una scuola, una chiesa, in un quartiere di villini), sia in ogni caso richiesta la pre-sentazione di un progetto particolareggiato; il quale dovrà esser reso noto pubblicamente, in snodo che ogni interessato abbia il diritto di presentare le sue opposizioni;
d) escludere in modo assoluto taluni inadatti sistemi di fabbricazione.
Ecco nello specchio qui appresso riprodotto due esempi di applicazione delle norme suddette per un quartiere di abitazione (I), e per un quartiere industriale (II):

I. II.

Tipo predominante di edifici………………………..

Tipi di edifici che il Consiglio municipale può permettere….

Tipi di edifici che possono venir concessi in base ad n piano speciale di costruzione………………….

Edifici vietati ………………
Case per una sola famiglia

Case da prigione, chiese, scuole, biblioteche

Alberghi, ospedali, negozi e bureaux, locali di divertimento, edifici industriali per il bisogno locale

Altri edifici industriali e commerciali
Fabbriche, officine, magazzini, impianti industriali

Case di abitazione personale di sorveglianza, negozi, ristoranti ed altri istituti di divertimento

Gruppi si abitazione per operai e di negozi, edifici pubblici, scuole e istituti di divertimento

Fabbriche chimiche od altre officine che riescano igienicamente dannose


CONCORSI

ROMA. Il Comune di Roma bandisce un concorso per la costruzione del soffitto e la decorazione dell’aula Con-siliare del Palazzo Senatorio. I premi sono tre: uno di lire 10.000 per il vincitore, lire 5000 per il secondo e 2000 per il terzo prescelto. Il concorso scade il 31 dicembre del corrente anno. Informazioni saranno date dall’Ufficio V del Municipio di Roma.

SOFIA. — E' bandito un concorso architettonico per il palazzo della Facoltà di Agricoltura a Sofia, informazioni presso la Legazione bulgara di Roma.


COMMENTI E POLEMICHE


PER IL RISPETTO AI MONUMENTI.

Purtroppo nella incomprensione detta importanza dell’Arte e degli storici ricordi che nei nostri monumenti hanno le loro magnifiche testimonianze, nella incoscienza del signi-ficato vitale di tutta la cultura archeologica ed artistica, tutti i Governi d’Italia - è amara la constatazione - si equivalgono.
Intorno al 1913 erasi all’inizio detta costruzione del Mi-nistero dell’interno, sul Viminale, e nello, scavo del terreno per le fondamenta prevedere i più importanti risultati, per gli studi di Archeologia ed in par-ticolare di Topografia romana e di Architettura. Per chi sa quanti problemi ancora attendano soluzione nel tema della casa d’abitazione antica appare evidente quanto mai feconda potesse divenire l’esplorazione, sia pur breve, del sottosuolo di un colle quale il Viminale, non già sconvolto da suc-cessive vicende della fabbricazione come quasi tutte le regioni di Roma, ma rimasto nei secoli deserto e tranquillo.
Ebbene S. E. Giolitti, allora Presidente del Consiglio, in-tervenne in persona a far cacciar via i funzionari della So-vraintendenza ai Monumenti che, compiendo il dovete loro assegnato, pretendevano, non già di arrestare i lavori, ma almeno di rilevare i ruderi antichi prima della distruzione. E tutto un magnifico materiale di studio fu disperso, tutta la possibilità di una grande conquista nelle nostre cogni-zioni sul glorioso passato fu irreparabilmente compromessa.
Nel 1923 ai margini del prato di Centocelle trattavasi di eseguire lavori di ampliamento del campo. Era ivi un ru-dero semi-interrato, avanzo cospicuo di una villa romana, che nell’effimero tempo dello scavo si è rivelata di note-vole importanza, ricca di bei pavimenti a mosaico. Orbene dal Sottosegretariato per l’Aviazione è venuto l’ordine del-l’abbattimento immediato, senza studiare la possibilità che conservazione del rudero e sistemazione del campo fossero conciliabili, senza attendere risultati di scavi e rilievi. Ed il ricordo della civiltà romana, dell’Agro romana, della bo-nificazione romana dell’Agro è senz’altro scomparso.
E' di questi tristi casi che si ripetono da ricercare. Il mo-vente netta voluttà di comandare, nel dispregio alla legge così radicato nell’anima italiana, specialmente in quella di chi è in atto? E' in essi da vedere anche una manifesta-zione del cuore pavido di chi, preposto agli Uffici di conservazione, non trova la energia di protestare in nome del dovere di contro al potenti? Forse v’è un pò di tutto que-sto. Ma sopratutto c’è la convinzione profonda che si tratti di cose inutili, di perditempi vani, di problemi trascurabili in confronto alle vitali esigenze della realtà. Il concatenamento logico e serrato tra la tradizione e la vita, tra la coltura ed il sentimento, tra i ricordi di un passato glo-rioso e le aspirazioni verso un avvenire prospero e civile, sfugge alle menti impreparate degli uomini politici e degli amministratori, quasi più di quanto non sia in un povero agricoltore, il quale talvolta incontrando i resti di una tomba nel suo solco, con un senso di reverenza naturale, la rispetta e devia l’aratro...
Ed una qualche colpa di questo triste stato di cose spetta ai dotti, tutti chiusi nei castelli del loro studi, lontani dalla vita, spesso incoscienti a lor volta del senso d’arte e di poesia che emana dai monumenti e dai ruderi, immemori del dovere di apostolato che a loro incombe. Si è mai vista ad esempio la Società romana di Storia Patria levare la sua voce per scongiurare la distruzione di un antico avanzo, il deperimento a cui la mancanza di fondi condanna tanti nostri insigni edifici?

G. GIOVANNONI

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