FASCICOLO III - NOVEMBRE 1922
I. COSTANTINI: Le nuove costruzioni dell' Istituto per le case popolari in Roma - La borgata giardino Garbatella con 23 illustrazioni
La Borgata Giardino che abbiamo denominata "Garbatella" è venuta sorgendo sopra un aprico pianoro situato appunto fra le antiche Via della Garbatella e Via delle Sette Chiese di fronte alla Via Ostiense presso S. Paolo (fig. 1).
La Borgata segue le vie del piano regolatore della zona studiato dagli Architetti Giovannoni e Piacentini comprendendo le Vie Guglielmotti (traversa principale) e Cialdi (via di Circonvallazione ovest), nonchè la Piazza Benedetto Brin (al centro), di nuova costruzione, cui si accede direttamente dalla scalinata in fondo alla rampa a salente da Via Ostiense.
Essa è destinata ad alloggiare specialmente gli operai della zona industriale nella quale l'area stessa (proveniente dall'Ente per lo Sviluppo Marittimo Industriale di Roma), ricade.
La località e la destinazione hanno appunto suggerito il tipo di fabbricazione adottato sembrando esso più opportuno che mai in un centro di lavoro, cioè là dove gli abitanti, senza percorrere grandi distanze, possono trovare, accanto alla sonante officina il tetto famigliare gaio, sereno e riposante (figg. 2, 3 e 4).
La superficie totale del terreno edificabile è di mq. 35.371 netta dalle strade pubbliche; sottraendo ancora mq. 1564 occupati dalle stradette interne, restano per la costruzione mq. 33.807.
Questa superficie è coperta da fabbricati per mq. 7588 cioè per poco più di un quinto.
Tutto il resto è destinato a giardini e orticelli agli inquilini.
La dotazione media di terreno per ogni vano fabbricato è di mq. 46 circa, quella per ogni alloggio può stabilirsi in mq. 180.
I fabbricati progettati sono per la grandissima parte edifici a due piani fuori terra, del tipo a villino isolato, accoppiato o variamente aggruppato in serie.
Nella Piazza centrale (figg. 6, 7 e 24) ed in altri punti, in fregio alle strade circostanti, sono progettati edifici di maggior mole (M. N.O.P.) a tre e quattro piani fuori terra, il che permette di variare un po' il movimento di massa, di ricavare ambienti di botteghe o magazzini a piano terreno e di migliorare lo sfruttamento medio dell'area.
Nel complesso i tipi di edifici adottati in questo progetto sono molti ma derivati da pochi tipi elementari come vedremo fra poco; la loro disposizione è studiata seguendo l'andamento della rete stradale e le condizioni altimetriche del terreno in modo da offrire un insieme vario e pittoresco sotto i diversi punti di vista.
Si è anche tenuto conto, nella distribuzione dei fabbricati, delle condizioni del sottosuolo, che, pure essendo formato da un solido banco di cappellaccio di tufo a poca profondità, è solcato, con innumerevoli e complicati giri da diversi ordini di catacombe (S. Commodilla) verso il sud e da antiche cave di pozzolana a nord ovest.
In questo punto si incontrano inoltre, a poca profondità, ruderi di antiche costruzioni romane.
Le villette costituiscono una sorta di campionario del genere e per sopperire alle varie esigenze contengono alloggi di due, tre e quattro e fino cinque camere e cucina. Possono classificarsi in due categorie, quelle in cui la divisione degli alloggi è fatta orizzontalmente (E. F. I. L.) e quelle a divisione verticale (A. B. C. D. G. H.)
Nel primo tipo l'alloggio presenta una maggiore comodità di abitazione, è più economico pel minor numero di scale, ma non può essere direttamente congiunto al proprio orticello.
Nel secondo caso l'alloggio è diviso su due piani e quindi presenta qualche maggiore incomodità e spesa ma può formare un tutt'uno col proprio giardino e quindi realizza una indipendenza più completa.
Si sono voluti mescolare i due tipi poichè corrispondono ugualmente bene alle caratteristiche dei sobborghi giardini di carattere economico. (figg. 5 e 6)
L'esperienza potrà dire verso quale dei due si volgono le maggiori preferenze degli inquilini.
Per passare brevemente in rivista i tipi adottati troviamo la prima soluzione elementare nel tipo A appartamentino di tre camere e cucina su due piani con ingresso che disimpegna le stanze al piano terreno e l'accesso al piano superiore. L'aspetto esterno di queste unità, che sarebbe quello di un semplice parallelepipedo, è stato variato con le disposizioni del tetto e dei torrini nonchè aggiungendo talvolta, come nella figura 7 un portichetto e un balconcino.
Iltipo B è derivato con la stessa concezione per realizzare un alloggio di sei vani in due piani ed anche qui l'aspetto esterno ha ricevuto configurazioni diverse, con l'aggiunta di semplici motivi di movimento.
Nel tipo C (fig. 10) si è voluto risolvere uno speciale problema cioè quello di accoppiare un alloggio di tre camere e cucina con un altro di due camere e cucina pur mantenendo la suddivisione secondo un piano verticale.
Troviamo qui per l'alloggio di tre camere una soluzione analoga a quella del tipo A ma più comoda per l'ampiezza delle stanze, il modo diverso di impostazione della scala e la possibilità di ricavare in parte sotto la medesima una cucinetta che libera completamente la camera da pranzo.
Addossato è l'alloggio che ha cucina a pianterreno e le due camere da letto al piano superiore. La scala gira qui all'esterno e sotto di essa e al cesso (situato al primo piano) è ricavata al terreno una alcova (che vedremo adottata spesso in questi tipi) destinata a ricoverare lavandino e bancone da cucina ed a disimpegnare completamente dagli oggetti più ingombranti e meno estetici il resto della stanza che può servire da camera da pranzo.
L'ambiente che a piano terreno resta vuoto per i due alloggi costituisce una sorta di androne che disimpegna l'ingresso ai due villini e serve anche da lavatoio e legnaia ad uno di essi. Il motivo si presta anche bene a diversi effetti di carattere architettonico.
Nel tipo D (figg. 11 e 12), sempre con divisione verticale, troviamo l'accoppiamento di un tipo A con un altro alloggio di quattro camere e cucina su due piani e scala semirotonda.
Il tipo E inizia la serie degli alloggi a divisione orizzontale uniti per quattro (figura 13).
Esso è costituito infatti dall'accoppiamento di due unità comprendenti ciascuna un alloggio di due camere e cucina al pianterreno e un altro identico al piano superiore.
La cucina ha anche l'alcova e il disimpegno e completo.
Dando alle scale e ai disimpegni il puro spazio necessario si è trovato modo di riunire i quattro ingressi sotto un unico portichetto che diviene terrazzino o veranda, suddiviso fra i due inquilini, nel piano superiore (fig. 14).
Questi tipi di villetta hanno naturalmente un marciapiede comune tutto intorno pel quale si accede agli orti dei singoli inquilini e alle vaschette per lavare.
Un concetto analogo ispira la soluzione rappresentata dal tipo E (fig. 15) in cui però i quattro alloggi sono da tre camere e cucina e gli ingressi sono sui fianchi per gli alloggi al terreno e nel centro anteriore per le scalette che menano al primo piano. Si può notare anche qui la disposizione compatta e il disimpegno perfetto realizzato in poco spazio con la soluzione elementare.
Questi alloggi molto comodi hanno come gli altri il proprio giardino separato e accessibile dal viottolo di disimpegno mentre nel tipo H (fig. 16) troviamo ad es. quattro tipi A addossati su due piani verticali e perpendicolari ciò che permette una completa indipendenza d'ingresso e giardino dividendo il terreno nei quattro quadranti.
Il diverso accoppiamento delle soluzioni elementari a divisione orizzontale ci dà poi le case a schiera di cui un esempio abbiamo nel tipo I (sei alloggi due di tre e quattro di due camere e cucina) (fig. 17 e 18) e il tipo L (otto alloggi, quattro di tre e quattro di due camere e cucina) (figure 19 e 20). Esse provengono, come si vede chiaramente, dalla diversa unione degli elementi descritti nei tipi E ed F e per il movimento planimetrico e la disposizione delle scale e dei tetti si prestano a giuochi e soluzioni svariatissime anche nel movimento di massa verticale.
Nei fabbricati grandi la suddivisione degli alloggi è naturalmente sempre orizzontale secondo i migliori tipi di distribuzione già adottati dall'Istituto e con speciale adattamento alle condizioni della località. Ad esempio il tipo M con una sola scala disimpegna dodici vani su quattro alloggi per piano (fig. 21). Anche qui la semplicità della concezione planimetrica è stata ravvivata da movimenti di masse in altimetria sopprimendo alcune stanze od alloggi negli ultimi piani (fig. 22).
La possibilità del più ampio virtuosismo in questo senso è dimostrato dal tipo N (fig. 24) in cui da una pianta di concezione perfettamente simmetrica è ricavata la massa più varia di tutta la zona. Questo è il fabbricato centrale cui si è voluta dare speciale importanza e decoro in quanto costituisce lo sfondo alla rampa e scalinata d'accesso e dà il tono alla piazzetta centrale.
Per brevità non ci fermiamo a descrivere tutti gli altri fabbricati i quali possiedono ciascuno la propria caratteristica, o dal punto di vista tecnico o dal punto di vista architettonico, ed hanno richiesto ciascuno uno studio particolare
Ogni alloggio è munito del grado di comodità ammesso per le case popolari; possiede cesso all'inglese e impianto normale dell'acqua potabile.
Per la fognatura si è usato il sistema separato mancando una completa rete di fogne nelle strade e le acque nere sono condotte a sboccare in un collettore che dalla Via della Garbatella raggiunge il grande collettore a sinistra del Tevere.
A tale canalizzazione fanno anche capo le acque di rifiuto dei lavatoi che sono istituiti nei sotterranei (a gruppi) per i fabbricati grandi e singolarmente, all'aperto, per i villini.
Le acque bianche defluiscono invece liberamente secondo le pendenze naturali del terreno e delle strade fino a raggiungere i fossi circostanti. Qualche caditoia di raccolta delle acque bianche (nei punti di compluvio) è stata però immessa nella fognatura nera anche allo scopo di effettuarne un lavaggio periodico.
Il sistema costruttivo adottato è quello ordinario a Roma con muratura mista di pietra tufo e ricorsi di mattoni, solai in ferro o in cemento armato, pavimento in piastrelle di cemento, tetti alla marsigliese e alla romana, scalini e soglie in graniglia di cemento.
Si è naturalmente bandito ogni sistema di costruzione leggera o semi provvisoria, sia perchè il suo risultato economico è sempre poco conveniente, sia perchè le nostre costruzioni, che si basano su mutui a lunga scadenza, devono sempre avere un carattere di solidità proporzionata alla garanzia occorrente.
Quanto all'effetto estetico esteriore esso è sopratutto affidato al vario movimento delle masse che si è studiato pur componendo in ciascun edificio semplici soluzioni elementari.
Nell'esecuzione sono state semplificate al massimo le decorazioni esterne (salvo qualche eccezione nel fabbricato centrale per le ragioni anzidette) affidando al grande movimento delle masse suddette, singolarmente favorite dall'andamento del terreno, ai toni di colore, ai muretti e alle transenne di recinzione, ecc. l'effetto generale.
L'insieme, di intonazione rustica, ha qualche carattere di frammentarietà (derivante dalle diverse menti che hanno collaborato a questo lavoro) e che riceverà presto una fusione e un legame maggiore dal verde della vegetazione destinato a costituire, come sempre, il miglior decoro di questi gruppi di case.
In questa borgata l'istituto per le Case Popolari in Roma ha cercato, come negli altri gruppi iniziati sotto la direzione del sottoscritto, di battere una nuova via, di tentare espressioni più varie, più moderne della casa per le classi umili, espressioni che si legassero da un lato alle tendenze più recenti dell'edilizia e dall'altro allo speciale riguardo che merita l'ambiente romano.
Nobilitare, elevare la casa popolare è anzitutto elevare, educare il futuro cittadino. L'aver rifuggito dalle viete costruzioni di casermoni o di cubetti in serie in un periodo di così grave crisi è merito non trascurabile dell'attuale Amministrazione dell'Istituto. Se tentando questa nuova via, qualche dettaglio può essere meno riuscito o possa meno piacere non è meno apprezzabile, a parere del sottoscritto, l'insieme dei risultati raggiunti i quali, dopo l'esperienza fatta, potranno additarci la più sicura strada del domani.
Certo, costruzioni di questo genere costano uno sforzo di applicazione ed una spesa un po' maggiore che le ordinarie caserme e baracche. Ma l'Istituto ha dimostrato col fatto che in una grande organizzazione questi sforzi possono farsi, con avveduti scambi di mezzi e profittando di ogni risorsa, senza sensibile aggravio finanziario.
E se questo aggravio pure resti in parte, esso corrisponde ad un maggior valore effettivo perchè l'apparenza esteriore di una casa è in ragione diretta della sua appetibilità e quindi del suo valore commerciale. E questo concetto, anche in previsione di future svalutazioni, è stato tenuto presente dall'Istituto.
Dei risultati finanziari possiamo dare qui un sommario cenno, poichè non sono ancora completamente liquidati tutti i lavori ma gli elementi noti fino ad oggi permettono di fornire dati sufficientemente completi.
I fabbricati costruiti (o da completare) sono in tutto 44 e contengono 713 vani di abitazione suddivisi in 190 alloggi, oltre 37 vani isolati (pari, in reddito, a 95 vani di abitazione), per botteghe, magazzini, ecc.
La superficie fabbricata a due piani è di mq. 5897, quella fabbricata a tre o più piani è di mq. 2005. Il volume lordo di tutti i fabbricati si ragguaglia a mc. 76.000 circa.
Il costo di costruzione può presumersi in L. 9.100.000 e su di esso ha notevolmente influito il costo delle fondazioni, dispendiose per la cattiva natura del sottosuolo, e quello delle sistemazioni superficiali del terreno, delle recinzioni, delle infinite scalette di accesso rese necessarie dall'essere quasi tutte le strade in trincea, ecc.
Aggiungendo il costo del terreno, aggravato da una parte delle sistemazioni stradali, da rinforzi dovuti eseguire in alcune gallerie sottostanti, le spese generali, gli interessi passivi, ecc. si giunge ad un totale di spesa per questo gruppo che si aggirerà intorno ai dieci milioni di lire.
Ora se può desumersi da ciò che la collina costruita non era la più adatta dal punto di vista strettamente economico per una costruzione di genere estensivo, si può anche concludere che, nonostante il periodo dei più alti prezzi e le difficoltà varie attraversate, il risultato economico finale è del tutto soddisfacente poichè si ragguaglia ai seguenti costi unitari: costo di costruzione: a vano 11.250, per mc. 123; costo totale: a vano 12.400, per mc, 132.
A questo risultato hanno contribuito con fervida cooperazione diversi elementi dell'Ufficio Costruzioni e Progetti dell'istituto, dal sottoscritto che ha curato principalmente le soluzioni elementari planimetriche e le disposizioni d'insieme, all'Arch. F. Nori che ha disegnato in buona parte i primi progetti delle casette a due piani; dall'Arch, I. Sabbatini progettista dei fabbricati a più piani (M.N.O.), all'Arch. C. Palmerini che ha disegnato alcune villette, il fabbricato P e alcuni dettagli generali.
La Direzione dei lavori, per tutto il gruppo con la cura dei necessari sviluppi, riduzioni e adattamenti di dettaglio è stata affidata all'Arch. Ing. Plinio Marconi, che ha anche con amore e competenza studiata ed eseguita la toilette d'insieme, la scalinata centrale d'accesso ed alcuni prospetti esterni delle casette.
L'esecuzione delle opere venne appaltata, mediante gare, ad organizzazioni Cooperative fra cui principali l'Unione Consorziale fra le Coop. Edilizie Romane che ha eseguito circa i tre quarti del lavoro, e minori il Consorzio Italia Nova e la Coop. Ernesto Nathan.
L'Istituto ha da parte sua facilitato l'esecuzione con approvvigionamenti diretti di materiali e l'esecuzione nei suoi propri cantieri di alcune speciali opere di finimento.

Ing. I. COSTANTINI

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